Due pezzi di legno incrociati.
Sembravano due normali ramoscelli trovati nel bosco, e successivamente intagliati. Una corda li legava insieme, incrodandoli.
Una Croce.
In un prato.
« Spero che i gigli ti piacciano, crucco » borbottò Francia posando il mazzo di fiori freschi sul terriccio.
« Ehh, sono sicuro che gli apprezzerà in fondo, anche se la sua reazione sarebbe stata quella di farteli ingoiare » commentò Spagna infilandosi le mani in tasca
e osservando la punta della croce.
« Oui, oui » sospirò il francese allontanandosi di qualche passo e fissando anch'esso il legno.
« Buon compleanno, Gilbert » sussurrò Antonio osando un piccolo sorriso e trattenendo le lacrime per poi voltarsi e incamminarsi.
« Auguri...Beilschmidt » bisbigliò Roderich stringendo la mano di Elizabeth e abbassando il capo.
Si sentiva stranamente a disagio ad augurare buon compleanno al suo nemico per eccellenza, ma l'istinto gli suggeriva di salutarlo almeno in quel giorno.
Ungheria inspirò l'aria profondamente, alzando gli occhi al cielo, e stringendo la presa della mano.
« Andiamo, liebe? » suggerì dolcemente Austria aspettando che la ragazza lo precedesse, « Sì..andiamo ».
« Pft, Stupid » parlottò Inghilterra lasciando cadere accanto ai gigli un mazzo di rose « mi sono pure tagliato per raccoglierleper te » lo avvisò strofinandosi
le mani in un fazzoletto di seta « vengono direttamente dall'Inghilterra, quindi fattele piacere...Gilbert...».
« Tipo Liet, perchè siamo venuti qui tipo? » sbuffò Polonia osservando l'amico lasciare un mazzo di semplici fiori di campo accanto agli altri due
« bhe, era pur sempre.. un nostro vicino » si sforzò Lituania bazzicando qualche preghiera, « Sì sì, questo tipo lo so...oh vabbè, buon compleanno Prussia »
« Auguri, Gilbert-sama » cinguettò Italia posando un mazzetto di violette sugli altri fiori « pft, fratello, perchè cazzo fai gli auguri ad un morto? » constatò Lovino imbronciandosi « mangiapatate pure lui, come quell'altro.. »


« Brüder...»
« Devo andare ora, West.»
« No, dove vai? Aspetta! Dove stai..andando..? »
« E' tutto ok, ci vediamo...»

«Non lo toccherai, non è vero?»
« Hai rispettato i patti, non gli farò nulla...»
« Gut...»
Se questo comporterà la sua felicità, andrò incontro alla mia pena.

« Brüder...ma la felicità senza di te... non ha alcun senso...»
Germania posò quella collana sulla croce. Rimase qualche secondo in ginocchio, fissando il nulla davanti a sé. Doveva tornare, sarebbe dovuto tornare.
A qualsiasi costo.
 Si strinse il petto, trattenendo il bruciore agli occhi, e cercando di placare il senso di amaro nella gola che lo faceva singhiozzare.
Doveva essere orgoglioso di quello che era diventato.
Mi ha dato quello che non avrei mai potuto avere per me stesso.
Ludwig si morse il labbro inferiore aguzzando la vista sul pendente di ferro, ancora ricordava il giorno in cui l'aveva ricevuta in dono dal fratello.
Oh, dannato quel giorno in cui aveva sorriso ebete verso di lui.
E dannato ancora quel giorno in cui lo aveva desiderato.
No. Non aveva alcun senso vivere in un mondo felice, senza di lui.
Il biondo inspirò profondamente, ma ogni minima particella di ossigeno che assorbiva lo faceva sempre più riempire di lacrime.
« Vielen danke...» spolmonò come se cercasse di farsi sentire anche da lui,
lassù, nell'alto nido delle aquile, dove ogni prussiano riposava.



1947.