- •
Nick dell’autore : Akira Haru
Potter
• Titolo : The Popess’s Spell
• Tarocco : La Papessa
• Tipologia: One-Shot
• Genere : Sentimentale,Introspettivo,Mistero
• Avvertimenti : Shonen-ai, What if …
• Rating : Giallo
• Beta Reading : No
• Note dell'autore: Prima SebastianxCiel così lunga. Ed è anche la prima storia che partecipa seriamente ad un contest. - Davvero,
la preoccupazione di non
riuscire a completarla era tanta, perché se non ci riuscivo
ora, non ci sarei
riuscita più.
- Quindi
eccola: la mia piccola
perla, il mio piccolo parto, a cui mi sono enormemente affezionata.
- La
scena si svolge tranquillamente
tra il 6° e 7° episodio della seconda stagione di
Kuroshitsuji, prima dello
scontro a casa Trancy.
- Comunque
sia non ci sono
grandissimi spoilers o altro, quindi nessun problema.
- Spero
che piaccia, almeno un poco!
- P.S=
The Popess è una delle
traduzioni inglesi per ‘la Papessa’.
The
Popess’s Spell
- Dedicata
alla mia Micetta,
- a cui è piaciuta,
che mi
ha sopporta sempre a scuola
- e
a cui dovevo obbligatoriamente (a costo della morte) dedicarle
qualcosa!
- Alla
mia sorellina, la Sofi,
- che
– pur essendo neutra riguardo allo yaoi – mi ha
sempre
sostenuta
- e
mi ha sempre detto che la mia roba è ‘materiale
degno di
lettura’
- (Nota:
io non ci credo ancora u_u).
- E
alla mia sorellona, la Ben,
- che
è sempre impegnata di questi tempi, necessitando
urgentemente di relax
- e
di qualche soddisfazione.
- Vi
amo, mie adorate <3
- Fukai na Yoru
- Kakete
tsuki akari tadotte mukatteku
- Sosogareta
inochi wa dare no tame?
- Namidatsu
koto wa dare no tame?
- -
- Una
notte lugubre
- Mi
volto e mi dirigo verso i frammenti della luce della luna
- Per
chi la sua luce illumina la mia vita?
- Per
chi il mio cuore batte così forte?
- (Rayflower
– Uragiri no nai sekai made
- Uragiri Wa Boku No Namae Wo Shitteiru)
- Era
una carta vecchia.
- Rovinata,
spiegazzata sui bordi.
- Ma
emanava ugualmente un’aura di potere.
- Persino
il conte Ciel Phantomhive se ne accorse.
- <<
Sebastian, dove hai detto di aver trovato
questa carta? >>.
- <<
L’ho trovata dentro uno dei cespugli di
rose rosse, Bocchan. >>.
- <<
Hai affermato che emana un alto livello
di potere demoniaco. >>.
- <<
Esatto. >>.
- Ciel
continuava a ripetere le stesse domande, non
accorgendosene.
- Il
maggiordomo in nero avrebbe tanto voluto
farglielo notare, ma una volta fatto, l’ira del suo signorino
era assicurata.
- E
con tutta la sincerità di questo mondo, la rabbia
era l’ultima delle emozioni che voleva far suscitare al conte.
- <<
Che sia stato il maggiordomo dei Trancy
a infilarla lì? Una sottospecie di scherzo? >>.
- <<
Non penso, mio signore. >>.
- <<
Sebastian, voglio che tu investighi su
questa carta. Non mi fido. >>.
- <<
Yes, My Lord. >> e lasciò la
stanza.
- La
carta ritrovata era ancora posata sulla
scrivania.
- La
Papessa.
- Che
carta strana.
- <<
Farà parte di un mazzo di tarocchi, su
questo non c’è dubbio. >>.
- Gli
occhi dell’anziana disegnata finemente sul
tarocco sembravano profondi e saggi.
- Come
a nascondere quei misteri della vita non
ancora svelati.
- Ciel
fece un piccolo sospiro.
- Aveva
di meglio che occuparsi di un vecchio
tarocco.
- Lo
mise di lato e prese la pila di documenti che
Sebastian aveva poggiato quella stessa mattina sulla scrivania.
- Tutti
documenti burocratici.
- Ovvero
cose che facevano annoiare il caro conte.
- Si
alzò dalla comoda poltrona e prese con due
dita la carta, come se fosse infettata e ammirò il paesaggio
dalla grande
finestra di vetro.
- Il
cielo era pieno di alcune nuvole candide,
anche se ve n’erano alcune argentate, che lasciavano intuire
una possibile
pioggia.
- Senza
accorgersene posò la carta vicino al cuore,
sfiorando il tessuto morbido della camicia d’organza dal
conte oggi indossata.
- Vide
il suo maggiordomo parlare con Finnian,
proprio davanti a un cespuglio di rose.
- Probabilmente
lo stesso cespuglio in cui era
stato ritrovato il tarocco.
- Osservò
il modo in cui le lunghe frange del
maggiordomo gli accarezzavano la pelle nivea del viso, e lo sbattere
delle
lunghe ciglia scure.
- E
anche il movimento delle labbra era piuttosto
ipnotico …
- Così
piene e rosse che …
- Il
conte sgranò gli occhi e non poté impedire ad
alcune chiazze rossastre di diffondersi sulle guance spigolose del suo
viso.
- L’imbarazzo
lo faceva vergognare più di qualsiasi
altra cosa.
- Non
avrebbe fatto più dei pensieri del genere su
Sebastian.
- Se
lo poteva scordare.
- *
- <<
Bocchan, l’ora del the è arrivata.
>>.
- Ciel
alzò gli occhi da quei noiosi documenti e
vide il maggiordomo entrare con un carrello dalle lenzuola immacolate,
in cui
vi erano posati alcuni tipi di dolce gradevoli alla vista, una teiera,
una
zuccheriera e una tazza di pregiata porcellana.
- <<
Per il pomeriggio di oggi ho scelto un
the all’arancia piuttosto rigenerante e come dolci vi sono
una crostata di
marmellata di albicocche con una spruzzata di zucchero di canna, un
parfait di
mandorle con sciroppo al cioccolato fondente e una torta di panna con
finissimo
cioccolato svizzero e fragole. >>.
- Sebastian
porse al conte la tazza finissima con
un liquido ambrato dall’aroma intenso, ma il contatto con la
mano del
maggiordomo fece distrarre il padroncino, che fece scivolare la tazzina
con
tutto il suo contenuto.
- Il
the si versò sulla scrivania – evitando di
poco i rigidi documenti – e gocciolò formando
delle irregolari macchie sul
tappeto lindo.
- <<
Stia attento, Bocchan. >>.
- Il
maggiordomo si chinò a raccogliere i cocci
della tazzina, posandoli su un fazzoletto che aveva estratto dal suo
taschino.
- Ciel
restò a occhi spalancati, come quando si era
quasi ritrovato a decantare lodi
alle
labbra piene del maggiordomo.
- Sperò
ardentemente che Sebastian non si
accorgesse dell’intenso rossore che gli imbrattò
le guance paffute, al ricordo
del tocco delle dita di lui.
- Il
tessuto del guanto era freddo e liscio, ma era
la prima volta che reagiva in questo modo.
- Si
chiese da quando fosse diventato così
sensibile a un semplice sfiorarsi di dita – che erano anche
inguantate – e se
non fosse semplicemente un po’ stressato per i nuovi prodotti
che la ditta dei
Phantomhive stava per lanciare sul mercato internazionale.
- Il
piccolo conte, in cuor suo, sperò ardentemente
che fosse la stanchezza.
- E
non una semplice quanto banale e
naturaleattrazione nei confronti di Sebastian. - No,
non poteva essere.
- *
- Lentamente
calava la sera.
- Le
palpebre di Ciel si facevano sempre più
pesanti ed era davvero annoiato.
- Si
alzò dalla poltrona ed uscì dallo studio.
- Nella
tasca posteriore dei pantaloncini vi era
infilata la carta della Papessa.
- Il
conte non si era neanche reso conto di averla
con sé, quando scese l’enorme scalinata e si
recò in giardino.
- Passeggiò
brevemente , non trovandovi Finnian a
lavorarvi arduamente.
- Il
profumo dei fiori gli inondava le narici e
ammirava la freschezza delle loro forme.
- Si
ritrovò a cogliere una rosa bianca dai petali
soffici.
- Non
si accorse nemmeno di essersi graffiato per
via delle spine.
- Alcuni
rivoli scarlatti gli colarono sulle dita,
come a formare un anello invisibile.
- Era
impossibile comprendere cosa stesse pensando
il giovane conte.
- Portò
i petali profumati alle narici, ispirando
in modo lento e moderato.
- Come
se fosse profondamente assorto nelle sue
riflessioni.
- Tanto
che quando sentì la voce roca del
maggiordomo, sussultò violentemente.
- <<
Sebastian! >>.
- <<
Mi scusi per averla spaventata, Bocchan.
Non era mia intenzione. >> ma la nota sarcastica della
sua voce negava le
sue parole.
- <<
Sei riuscito a capire la provenienza
della carta? >>.
- <<
Non ancora. >>.
- Ciel
sbuffò.
- <<
E’ assurdo. >>.
- Il
maggiordomo si limitò a non rispondere e tolse
la rosa bianca dalle dita del conte.
- Quello
trattenne il respiro.
- <<
Sebastian? >>.
- <<
Si? >>.
- <<
Ti esigo di toglierti il guanto.
>>.
- Gli
occhi cremisi del demone si accesero di una
luce curiosa.
- <<
Potrei saperne il motivo, mio signore?
>>.
- <<
Nessuna ragione. Ora rimuovi il guanto.
>>.
- <<
Yes, My Lord. >> e con i denti si
sfilò il guanto seducentemente, mostrando il dorso della
mano in cui vi era
disegnato il marchio del loro contratto.
- Il
conte prese bruscamente quella mano e se la
rigirò fra le sue molto più piccole e lisce.
- La
mano del maggiordomo era molto grande, calda e
ruvida.
- Molto
mascolina.
- Per
un solo secondo Ciel gliele invidiò.
- Alcuni
formicolii gli accarezzarono la colonna
vertebrale in un modo che -
sfortunatamente – era fin troppo piacevole.
- <<
Bocchan? >>.
- Il
suo cuore divenne sensibile al sussurro lieve
e malizioso di Sebastian.
- Iniziò
ad accelerare i battiti, soprattutto alla
vista di quelle labbra che
sembravano
avvicinarsi alle proprie rapidamente.
- Le
fissò incantato, con una sensazione al centro
del petto piuttosto gradevole.
- Come
una piccola fiammella – o per meglio dire –
come un lieve sprazzo di luce che gli formicolava il torace fin troppo
piacevolmente, rendendolo impaziente del tocco del maggiordomo.
- Inconsapevolmente
anche il conte avvicinò le
labbra, scrutando in modo disarmante le iridi color sanguinaccia
dell’uomo di
fronte a lui.
- Poté
persino percepire il tremore delle sue
labbra, per lo sforzo di avvicinarvisi.
- Ma
lo sbattere delle lunghe ciglia del
maggiordomo, lo riportò alla realtà e si
spezzò quella magnifica illusione.
- Scostò
malamente il maggiordomo, e indignato –
pur non avendone motivo – lasciò Sebastian da solo
e rientrò dentro la villa.
- *
- Gettò
la carta sul pavimento lucido con brutale
violenza.
- Si
prese la testa fra le mani, una forte
emicrania si espanse nella sua psiche.
- Cosa
stava per fare?!
- Stava
per baciare Sebastian?
- Tecnicamente
non era stato lui a baciarlo,
rimuginò il signorino, ma Sebastian si era avvicinato a lui.
- E
poi non l’aveva neanche baciato!
- Quindi
perché farsi tutti quei problemi?
- Sebastian
non l’aveva baciato.
- Lui
non l’aveva baciato.
- Non
si erano baciati a vicenda.
- E
questo stupido grattacapo adolescenziale svanì
rapido com’era arrivato.
- *
- Notte
fonda.
- La
luna era tonda e piena.
- Illuminava
la figura del piccolo conte, che
sognava placidamente occhi cremisi e un contatto di labbra scarlatte
non
realizzato nella realtà.
- Il
tarocco non era stato rimosso dal pavimento.
- La
figura dell’anziana signora dagli occhi
profondi sembrava rimirare il soffitto buio con intensità.
- Improvvisamente
si illuminò di una luce violetta.
- Magicamente
apparve un sorriso.
- Il
tarlo nell’orecchio era stato infilato.
- La
missione della saggia era stata completata.
- ***********
- Akira
Haru Potter
- Attinenza al tema: 28/30
- Grammatica e Lessico: 9/10
- Originalità: 17/20
- Stile ed espressività: 9/10
- Giudizio personale: 9/10
TOTALE: 72/80 - Personalmente
reputo che tu sia riuscita ad utilizzare al meglio la
carta: essa compare all’interno della storia, ha un ruolo
fondamentale e, di
essa, vengono proposte svariate sfaccettature.
La storia è scritta in maniera scorrevole e senza particolari errori grammaticali (se non uno di sintassi).
Pecca forse un po’ di originalità, ma nemmeno di molto considerando l’alone di mistero che aleggia per tutto il racconto attorno alla carta. Nulla da dire.
(questo non c’entra nulla ma…adoro la citazione iniziale!) - *Akira
commenta il suo giudizio*
- Che
dire? Il mio primo contest con il mio primo quinto posto *_*
- Non
immaginate che soddisfazione pazzesca, è stata quella di
vedere la
mia storia perfettamente ‘nella norma’ xD
Cioè, ho scritto delle castronerie
assurde, e me ne pento, perché hanno influito sul voto.
- Ma
è la mia bambina, il mio super-parto, che mi ha fatta penare e
disperarein maniera assurda xD - Complessivamente,
sono davvero molto contenta.
- Cioè,
io pensavo di essere arrivata come massimo all’ultimo posto
xD e
pecco anche di nervosismo acuto e ho fatto impazzire alcune delle mie
amiche, a
forza di preoccuparmi per il risultato della storia xD
- Quindi,
cosa dire di più?
- Ringrazio
infinitamente la giudicia, che è stata paziente e cortese, e
ha sopportato le mie infinite domande e faccio i miei più
vivi complimenti non
solo alle podiste, ma anche alle altre partecipanti!