La fine. Forse.
Rachel rise e tirò a sé Joe in un vorticante bacio. Si separarono e sottobraccio
continuarono a camminare sul lungomare, continuando a ridere per la loro
ennesima battuta, per la gioia della reciproca compagnia; il tramonto
illuminava di rosso-arancio il marciapiede e i filari di alberi
di quella meravigliosa città della costa occidentale della California.
Si scambiarono un altro
bacio, si guardarono negli occhi e risero di nuovo entrambi.
Questo è il più bel ricordo che possiedo di Joe. La sua risata, allegra, profonda, dolcissima, che si
perde tra le onde del mare.
Il suo ultimo ricordo…
Rachel spalancò con forza la
porta, attirando lo sguardo scandalizzato e di rimprovero di due vecchiette che
si trovavano nell’atrio. Non badò loro. Corse fino allo sportello che cercava,
e, trovando l’operatrice al telefono, si mise ad aspettare, osservando
l’ambiente, da lei sempre odiato, in cui si trovava.
Era al San
Francisco Memorial Hospital.
In quel momento, quasi in risposta alla sua muta preghiera, vide la donna che
l’aveva chiamata poco prima: Denise Jonas. Le corse incontro.
-Denise!- esclamò.
-Cara, sei
arrivata…- sussurrò. Sembrava non avesse più voce dalle troppe lacrime.
-Si, si…
come sta Joe?-
-Non bene…- bisbigliò; le
stava parlando, ma la sua mente era così evidentemente qualche piano più sopra,
nella camera in cui il figlio lottava contro la morte.
-Ti porto
da lui, vieni…-
-Ma cos’è successo?-
la voce tradiva l’impazienza; avrebbe voluto correre, anzi, volare su per le
scale, per correre da lui, per stringergli la mano, per dirgli che non poteva, non poteva lasciarla; ma capiva che non
sarebbe stato giusto per Denise.
-È stato
investito mentre attraversava la strada, da un taxi. Ora l’autista è alla polizia…-
Denise, che le aveva voluto bene, che l’aveva consolata quando ce n’era stato
bisogno, che l’aveva abbracciata e baciata quando le avevano detto del
matrimonio, fissato tra un mese, e del figlio in arrivo…
Erano arrivate; la porta della
camera era aperta; da dentro le restituirono lo
sguardo Nick, le lacrime agli occhi, Kevin e Danielle, tutti e due
pallidi, abbracciati, e Paul e Frankie,
che piangevano entrambi. Denise corse ad abbracciarli, distrutta.
Ma Rachel non aveva occhi che per Joe.
Nel letto, gli occhi semichiusi, che respirava fievolmente e
faticosamente. Gli si avvicinò, fece scivolare a terra la borsa della
palestra, dove le era arrivata la chiamata poco prima, subito dopo l’audizione,
e si lasciò cadere a sua volta. Gli prese la mano; e Joe
aprì ancora un po’ gli occhi e la guardò.
-R…Ra…-
-No, shhh,
non dire nulla…- disse lei; e lottò per trattenere le lacrime, che premevano
agli occhi dal primo minuto di quell’interminabile
mezzora.
Una mezzora che, temeva,
sarebbe finita di lì a non molto.
-T… ti… am…-
provò ancora Joe, con uno sforzo che sembrava enorme.
Gigantesco.
Lei inghiottì ancora una
volta le lacrime. E lo fissò ancora negli occhi;
quegli occhi che amava, che le avevano così spesso sorriso e fatto ritrovare il
buonumore, continuando a parlargli e sussurrare:
-Joe, dai, fatti forza, ne abbiamo
passate di peggiori, ti ricordi in Alaska, al nostro primo anniversario? Anche lì sembrava che non ce la dovessimo fare, e invece
guarda, siamo qui, e questo non è niente in confronto, niente, e tu sei Danger, con queste cose ci fai colazione, non puoi arrenderti! E Joe…
c’è il matrimonio, tra un mese, non puoi disdire tutto così all’improvviso,
cosa dirà padre Robert?-
Joe gorgogliò alla menzione del buffo parroco. Quel suono
le fece più male che se fosse stramazzato al suolo.
-E il bambino… non lasciarlo
crescere senza un padre, non puoi, non è giusto, non devi… e… Joe… non andare, non farlo, non puoi lasciarmi!-
Si accorse che alla fine
aveva quasi urlato. Guardò il volto dell’uomo che amava e che avrebbe sempre
amato, quel volto così meraviglioso ora rovinato, su
cui andava formandosi un grosso livido verdastro, scuro. Le sorrise, e dal
fondo dei suoi occhi qualcosa scomparve.
In quel momento, e solo in
quel momento, Rachel Parry si concesse finalmente il
lusso di scoppiare a piangere.
E fu così che morì. Non Danger,
non Joseph Adam o ancora Joe
Jonas, il grande cantante,
ma semplicemente Joe. Il mio uomo.
Ora sparito per sempre.
***
Nick, Joe e Kevin
si sollevarono dagli schienali e sgranarono gli occhi nella
luci che si andavano accendendo. Si guardarono.
-Non male il nuovo film,
vero?-
Deh
eh eh eh.
Scusatemi, non potevo farne a meno.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia fatto almeno sorridere,
solo un po’.
Spero che vi abbia sorpreso, dato che il titolo originale era proprio Sorpresa.
E spero anche di essere riuscito a far sobbalzare la persona che
continua a farmi prendere uno spavento dicendo “Guarda un po’ chi c’è!”, quando
invece non c’è nessuno…
Le
recensioni, anche negative, sono gradite, ovviamente!
Deh
eh eh eh.
Enjoy!