La
storia si è classificata sesta al contest "Il marchio nero"
indetto da AliH.
Personalmente, non ero -e non sono- convinta di ciò
che ho scritto.
Perciò mi va benissimo essere arrivata sesta, anzi sono
contenta! Me l'ero sognato e si è avverato. [Sì, sono pazza. Anzi, una gemella
Cooman].
Spero
non sia troppo brutta :)
B.
-Nick autore: Gigettina
-Titolo: Black Soul.
-Personaggi: Antonin Dolohov.
-Pairing: //
-Genere: Double Drabble.
-Rating: Verde
-Avvertimenti: Introspettivo
-Parola
scelta: Lago
-Introduzione: I pensieri di Antonin Dolohov, Mangiamorte,
prima di morire nella battaglia di Hogwarts.
-NdA (Note
dell’Autore): Non mi convince
pienamente, ho trovato il personaggio difficile. Probabilmente perché abbinato
alla parola Lago. Ma ho voluto provare ugualmente, per scrivere qualcosa di
diverso. La storia è divisa in due momenti, parti distinte di un'unica
riflessione. La prima parte parla del periodo a Hogwarts e dei pregiudizi della
gente: per come la vedo io, Dolohov non rimpiange il suo isolamento, ma sa che
il suo comportamento può essere capito solo da qualcuno a lui affine (altri
Mangiamorte o il Lago nero, appunto). Nella seconda parte si parla del momento
in cui Dolohov viene sconfitto da Vitous. Sta per morire, ne è cosciente e nel
cadere si lascia andare ai ricordi. C’è dunque continuità tra i due momenti, e
questa continuità è rappresentata dal Lago che tanto amava.
Black Soul.
Quando
frequentavo Hogwarts venivo spesso qui. Era un luogo pacifico, soprattutto
d’inverno.
Il
Lago Nero: temuto, incompreso. Oh sì, io lo capivo bene.
Il
suo colore, la sua apparenza, spingeva gli studenti a non avvicinarsi per non
cadere nel suo oblio.
Proprio
come me. Freddo e buio lui, tenebroso e senza cuore io. Quanti luoghi comuni! In
realtà nessuno di noi era così; eravamo amici, confidenti: io gli affidavo i
miei dubbi, lui mi rispondeva con le piccole increspature dell’acqua. Eravamo e
siamo rimasti due libri giudicati dalla copertina e buttati in un angolo senza
ripensamenti.
Due
lottatori, per come la vedo io, nati per difendere i propri
ideali.
E’
strano trovarsi qui oggi, dopo tanto tempo. Non ci vedremo più, lo so
ormai.
Vedo
una luce che mi raggiunge e non riesco ad evitarla. Il dado è tratto,
l’incantesimo è stato scagliato.
Ecco,
sto cadendo. Qualcuno grida. L’ultima cosa che faccio è voltarmi per vedere lui.
La
mia consolazione? Morire tra le braccia di un vecchio amico. E forse sarò
davvero libero e immortale. Non guadagnerò il Paradiso, ma per uno come me il
nero, l’oblio e le fiamme dell’Inferno sono qualcosa di ben più dolce. Sono casa mia.