Il mio cuore è rosso e bianco
Il mio
cuore era bianco.
Bianco
come un foglio di carta immacolato.
Bianco
come le nuvole nel cielo, agli inizi di settembre.
Bianco
come sempre, oserei.
Cioè
che differiva dal solito "sempre",
era quel puntino.
Uno proprio
piccolo, effettivamente, piccolo e rosso.
Come il
sangue, che avrebbe dovuto essere pompato ogni
millesimo di secondo nel mio corpo, ma che sembrava lasciare il mio cuore
candido.
Sempre.
O meglio,
sempre, fin'ora.
Il mio
cuore era bianco e rosso, quindi.
Tanto
bianco, davvero tanto.
Ma anche
rosso.
La
domanda che quindi danzava in quel mare fastidiosamente incolore, era
"Perchè?"
O meglio,
quando?
O meglio
ancora, tu?
No,
perchè mi pareva una cosa alquanto improbabile.
Difficile.
Fastidiosa.
Perchè
tu sei...tu.
Ed io
sono io. E non esistono le storie dei film, in cui Hilary Duff
si fidanza a destra e a manca, no.
Non
c'è nessun noi, non c'è nessun insieme, né, tantomeno, nessun per sempre.
Suvvia,
quella parola non esiste.
La
mettono nelle favole per far smettere di frignare i mocciosetti.
Comunque
fosse, il mio cuore era bianco. E rosso.
E la
colpa, oggettivamente, era tua.
Sì,
direi proprio di sì.
Ora,
caro, ti dovevi prendere le tue responsabilità.
Perchè
avresti dovuto seriamente, santo cielo.
Eri entrato
nella mia vita da solo, come nessuno aveva mai fatto, ti eri infiltrato tra i
miei pensieri con quel sorriso prepotente che mi faceva sciogliere le gambe, e
ti eri appollaiato amabilmente al mio interno.
Il che
non era affatto giusto. No.
Perchè
eri armato, tu. E io no.
Io non
avevo difese, non avevo scuse, non avevo niente a mio favore.
E tu,
invece, avevi uno stupido pennarello rosso.
Che,
oddio, a meno che non fosse stato un pacco bomba, sarebbe stato innocuo.
Ma quel
santo pennarello rosso lo avevi posato sul mio cuore; ci avevi fatto un
dannatissimo puntino sopra. Indelebile, come il vino.
E io con
le lavatrici ero negata, figuriamoci a smacchiarmi il cuore.
Okay, mi
sentivo vagamente scema.
Quando,
poi?
Il giorno
prima?
Il giorno
stesso?
O nel
momento preciso in cui ti presentasti?
Quando?
Si doveva
agire, dunque.
E'
così che si faceva in 'ste
situazioni, no?
Sì,
è così, perchè lo dico io.
Il mio
cuore era bianco e rosso, e lui lo aveva macchiato.
Quindi,
stava a lui macchiarlo definitivamente, oppure tagliare quel dannatissimo
pezzetto rosso.
Il che
era difficile, essendo questo nel centro del cuore.
Oddio,
stavo delirando.
Presi la
borsa con il libro di matematica che pesava amabilmente
sulla mia spalla, e mi addentrai nella tana del lupo.
Nel
corridoio, intendo.
Lo
intravidi, in un angolo, a chiacchierare con Jasmine.
Il che
non mi dava fastidio, no.
Solo,
quel cazzo di puntino bianco pungeva
fastidiosamente.
Ma non
era un problema.
No.
Dieci
passi, quattro passi, tre.
Voltò
lo sguardo, e incontrò i miei occhi.
Marroni.
No,
cielo, io volevo gli occhi azzurri, giusto per fare più scena.
- Scarlett-
- Non.
Parlare- sussurrai.
No, non
era un buon inizio. No.
Forza
Scarlett, dov'era finito il leone che era in te?
- O-Okay-
- Mi...
Mi dai dieci minuti?-
- Certo-
- Nel
bagno?-
Mi
guardò riluttante, poi annuì.
Sì,
per una dichiarazione, il bagno era il luogo giusto.
Puzza di
cacca e pipì.
Evviva,
la relazione sembrava terminare senza essere nata.
Nella
merda, oltretutto.
Quando
entrammo in quello del seminterrato, in cui non c'era mai anima viva, posai la
borsa sul pavimento.
- Dimmi-
- Ciao-
Mi
guardò male. Cristo, potevo mai iniziare con ciao?
- Ciao..?-
- Okay,
andiamo al dunque. Sì. Bene. Ehm. A me piace il bianco-
- Va
bene-
- No,
fammi finire. A me piace il bianco. Il bianco puro, senza macchia. Non mi
piacciono le macchie; tu mi hai sporcata-
- Io...cosa?-
Okay,
Scarlett, l'inizio era una merda, ma potevi migliorare.
- Tu. Mi
hai sporcata. Sei entrato con quel cazzo di pennarello rosso e mi hai sporcata-
- Io non
ho pennarelli-
- No!
Cioè, sì. Cioè, forse. Sentimi bene. Io credevo che sarei
rimasta immune da tutti, da te, dalla specie maschile, okay? Credevo che il mio
cuore sarebbe rimasto bianco abbastanza a lungo, no? E tu mi hai sconvolto i
piani-
Continuava
a non capire.
Potevo
scegliermelo più vispo, però.
- Derek,
tu hai fatto un cazzo di puntino rosso nel mio cuore-
Okay, non
attaccava.
- Derek,
io ho un neurone, mettiamola così. Uno solo, va
bene? Ecco, tu mi sei entrato in testa e.. e.. il
neurone non è più quello di un tempo, capisci? Me lo hai
scombussolato. Quindi, sinceramente, o tutto scemo, o mezzo scemo e mezzo
normale, no?-
-
Sì?-
Non era
convinto.
- Io opto
tutto scemo-
- E
perchè non tutto normale-
Ehi, era
una mia impressione o mi aveva rifiutata?
Il mio
primo amore.
Il mio
primo rifiuto.
Bella
merda, come quella dei cessi.
- Ah-
Lui non
rispose.
Bene.
Davvero,
davvero, bene.
- Senti...-
No.
Il senti no, cazzo.
Lui mi
aveva fatto quel dannatissimo puntino rosso, e ora osava anche dirmi senti?
- No. E'
tutto okay-
- No, non
lo è. Senti, te lo dico davvero, tu sei
perfetta ma...-
- No. Non
sono perfetta. Fa niente, davvero-
Indietreggiai
di passi sufficienti per scomparire dalla sua vista, poi me ne andai nel parcheggio
vuoto, giusto per una lacrimuccia.
Una sola.
Cappuccio
sulla testa, la migliore medicina.
Mi
nascosi tra i corridoi, pregando Iddio di non incontrare Derek.
Quando,
finalmente, trovai l'aula di algebra, la lezione era già iniziata.
Mi sedetti
al banco, senza neanche far caso a Rose che si muoveva preoccupata sulla sedia:
non aveva capito le disequazioni.
- Sono
nella merda- disse, infine.
- Anche
tu?-
- Fino al
collo-
-
Benvenuta nel club-
- Me le
spieghi?-
- Forse-
- Che
razza di amica sei?-
- La migliore-
- Ma
taci-
- Anche
io ti amo-
Toc-toc
alla porta.
Un
secondo dopo Derek era in classe, tutto sorridente.
Che cazzo
sorrideva, poi?
-
Professore, può uscire Sunders?-
Ops.
Ero io?
- Sei
tu?- mi sgomitò Rose.
- Non lo
so-
- Certo che
sei tu, deficiente-
-
Sì, ma veloci- asserì l'uomo.
Io amavo
matematica, amavo lui e amavo Derek
Ma ancora
per poco.
Quando ci
trovammo fuori dall'aula, lui mi guardò.
Io lo
guardai.
Non era
una roba sdolcinata, era solo che non sapeva che dire.
Io men che meno.
- Se...
se ieri non te ne fossi andata, forse ora non sarei qui-
- Non
c'è bisogno-
- Certo,
invece. Tu sei perfetta,Scarlett, ma fai discorsi
troppo contorti-
Oddio era
scemo.
- Ma ero
stata chiara-
Lui mi
attirò a sé di colpo, baciandomi.
Ops.
- Questo- disse, quando le sue labbra
furono abbastanza lontane dalle mie- questo
è essere chiari-
E mi
baciò di nuovo.
Altro che
puntino rosso, gente; ero totalmente, perfettamente immersa nel fuoco.
Rosso
come il sangue.
Rosso
come un puntino.
Sublime come
infinite palle vermiglie, però.
Non so
cosa sia, gente.
Spero vi
piaccia :D
Caramella