Successe tutto così in fretta che Tony ebbe solo il tempo di dire “Rivkin fermati!”, poi dovette sparare. Due secondi per riprendere fiato, per osservare il piccolo appartamento completamente a soqquadro, per realizzare di avere appena ucciso il fidanzato di Ziva. Ma d’altronde cos’altro poteva fare? Rivkin lo stava per pugnalare, era stata legittima difesa. Tuttavia non era il senso di colpa a opprimerlo , ma la certezza di perdere Ziva una volta che fosse venuta a conoscenza dell’accaduto. Non che loro due avessero mai avuto alcun tipo di relazione; però dietro la fama di latin lover che si era creato, c’era un uomo innamorato che, per un motivo o per un altro, non si era mai fatto avanti con quell’agente del mossad apparentemente freddo e distaccato, ma che, in realtà, nasconde dentro di se un grande bisogno d’affetto e di tenerezza. Poco dopo lo sparo piombò in casa propria Ziva, tutto avrebbe potuto pensare, dei ladri, dei terroristi, tuttavia quello che vide la lasciò senza parole: Michael era a terra sanguinante, nel suo appartamento c’erano segni di lotta ovunque, e Tony era di fronte a Michael con la pistola in mano! Fù un momento, i loro sguardi si incontrarono, c’erano sgomento e rabbia negli occhi scuri di lei, smarrimento e voglia di spiegarsi in quelli verdi di lui. Tuttavia fu solo un attimo, perché Ziva andò immediatamente a soccorrere Rivkin, che però era ormai in fin di vita. Rivkin morì poco dopo l’arrivo in ospedale e il suo corpo venne trasportato all’obitorio di Ducky per l’autopsia. Qualche ora dopo la squadra al completo si trovava nella sala d’attesa dell’ospedale di Washington, ; McGee e Abby cercavano di sincerarsi delle condizioni di Tony, che tuttavia non aveva che un polso slogato, mentre Gibbs e Vance parlavano fitti fra di loro.