The begin of
love…
Alabina’s Pov.
“Ma che
palleeeeeeeeeeeeeee!!! Perché io sono così
sfortunata? Qualcuno lassù mi odia!!” ecco come iniziò la fine della mia vita.
Buongiorno a tutti, sono Alba Soledad Napolano, ma potete chiamarmi semplicemente Alabina. Perché sono arrabbiata? Perché un certo professor
Rossi, insegnante di storia, ha avuto la brillante e malsana idea di darci un
compito “creativo e attivo” per noi poveri studenti in vista delle vacanze
estive. Siamo incaricati di fare una ricerca su un monumento di una di quelle
cittadine antiche/piccole/medioevali/senza divertimento alcuno/assolutamente
noiose. Non dobbiamo solo cercare informazioni e rielaborarle, no. Dobbiamo
portargli le prove tangibili che siamo stati lì, che abbiamo visto il posto,
che conosciamo la storia, i sapori, gli odori…
tutto!!. Ed io, ragazza fortunata quale sono, sono stata incaricata di visitare
Palazzo Dei Priori a Volterra.
Feci
un’appurata e lunga ricerca su questa “affascinante” cittadina (andai su Wikipedia, per intenderci). In tutta l’estenuante
descrizione, non c’era una parola dico UNA su discoteche, bar, locali con
musica a palla… NIENTE!! Ed eccoci qui: sto
imprecando contro il cielo per questa grande fortuna concessami. Il treno parte
domani mattina alle 8.30. Faccio conto di arrivare per ora di pranzo, se non
prima a Pisa. Da li, prenderò un pullman che mi porterà a Volterra, alla corte
del B&B “LA PRIMAVERA”. Rimarrò giusto 3 giorni,
il tempo di sbrigare questa noiosa faccenda e poi potrò partire per 2 stupende
settimane ad Ibiza con le mie amiche.
- non
vedo l’ora!! – esclamai ad alta voce. Si trattava solo di tenere duro 3 giorni.
Poi, avrei avuto la mia ricompensa. Spensi il computer e controllai la
valigia. Avevo portato tutto quello che mi serviva: pigiama, 1 top, 2 magliette
a mezze maniche, 2 shorts e 1 jeans lungo, sneakers
e, giusto per non essere impreparate alla voce “appuntamento serale” 3 bei
vestiti con tacchi vertiginosi. Anche le pubbliche relazioni vanno controllate,
o sbaglio? Posai trolley e beauty case sulla scrivania, mandai un messaggio di
buonanotte alle mie amiche e mi addormentai.
Alle
7.00 accesi il computer e, incurante delle persone che dormivano ancora nel
condominio, misi la musica a tutto volume. Pantaloncini, top, cappello, foulard
in seta e sneakers. Matita, ombretto color crema,
tanto mascara e capelli piastrati alla perfezione.
Ero pronta. Sembrava stessi andando ad un appuntamento, ma dovete sapere che io
non rinuncio mai e dico MAI ad essere perfetta. L’imperfezione non è nella mia
natura. Arrivai puntuale alla ferrovia di Brescia (dovete sapere che, anche se
sono napoletana, come il mio cognome fa intuire, abito in un piccolo paesino in
provincia di Brescia. E non sapete che tortura non avere il calore della mia
gente e il mare sempre vicino…). Timbrai il biglietto
e m’imbarcai nella mia grande avventura, pronta e concentrata. Per tutta la
durata del viaggio, dormii con l’ipod nelle orecchie,
scaricandone la batteria.
Quando
arrivai a Pisa, venni svegliata dal mio vicino di posto che pensò fosse gentile
non farmi arrivare fino a Roma. Ma pensandoci, forse sarebbe stato meglio così…
- Mi
scusi. Il treno si è fermato. Le conviene scendere. La sua fermata è a Pisa
giusto? – disse il ragazzo affianco a me, togliendomi una cuffietta. A pensarci
bene non era nemmeno brutto…
- come?
Ah si. grazie! – dissi, sfoggiando il mio migliore sorriso. Fortuna vuole che
egli non doveva andare a Pisa. “accidenti!” pensai. Dopo lo smarrimento
iniziale riuscii a prendere il pullman giusto senza chiedere indicazioni a
nessuno. Dopo un po’ di tempo in cui dormii di nuovo, arrivai a Volterra. Non
era niente male. Si trovava adagiata su di una collina e la prima cosa che
pensai fu che quella piccola cittadina era davvero misteriosa e bella… ma arrestai immediatamente i miei pensieri. Quel
lato amante delle cose antiche e misteriose era finito. Era troppo da sfigati.
E io, Soledad Napolano, non
dovevo essere una di quelle. Scesi dall’autobus e appena volta il capo, mi
trovai di fronte ad Egli. Il Palazzo. Lo guardai meravigliata. Nelle foto non
risultava così maestoso. Sentivo che c’era qualcosa che mi implicava ad
entrarvi, lo sentivo dentro di me. Una sensazione che partiva dal mio cuore e
si espandeva per tutto il corpo, facendomi tremare. Mentre ero imbambolata a
fissare il palazzo, una giovane donna mi si avvicinò. Non la notai, fino a che
non mi parlò:
-
buongiorno signorina. La vedo piuttosto spaesata. Deduco che sia una turista,
giusto? – mi voltai di scatto non appena sentii quella voce melodiosa e
sensuale. Apparteneva ad una donna bianca come il latta, con una pelle liscia e
senza imperfezioni. Perfetta. Gli occhi erano di uno strano colore. Era un blu
scuro tendente al viola. I capelli ricadevano sul suo corpo statuario delicatamente.
I boccoli erano tutti perfetti, senza uno che ne sfigurasse l’immagine. Erano
di un castano chiaro con riflessi rosso ramati. Indossava una minigonna di seta
lucida nera ed una maglietta senza maniche rossa di cotone. Portava una cintura
nera borchiata. Le sua figura era slanciata da un bel paio di tacchi
neri. al collo aveva un pendente con una grossa V dorata. Sembrava uno di quei
personaggi eterei e eterni dei libri di fantasia. Sembrava una modella. Sembrava… non so quante cose pensai nella frazione di
secondo che impiegai per rispondere. Ma nessuna di quei “sembrava” era giusto.
- si,
esatto. Sono una turista. Devo svolgere una ricerca su Palazzo dei Priori, sa,
per la scuola – calma, pensai. Ritorna la superiore Soledad.
Non hai nulla da invidiarle.
- beh,
allora è una fortuna che tu mi abbia incontrata! Guarda caso, io sono una delle
guide alla visita di Palazzo Dei Priori. Lo vedi quel gruppo di persone? Anche
loro stanno aspettando di visitare il palazzo. Vuoi venire? – disse la donna.
- mi
piacerebbe, ma come vedi sono appena scesa dall’autobus. Devo andare
nell’hotel, devo cambiarmi… -
- ah,
beh.. peccato. Sai, oggi era l’ultimo giorno che il palazzo rimaneva aperto.
Dopo tutti gli addetti sarebbero andati in vacanza… -
disse con tristezza velata la giovane donna.
- come?
Oh mio dio, no!! Ok, vengo! Quant’è il biglietto? – risposi agitata. Di certo
non volevo sorbirmi le prediche di genitori & prof!
-
siccome è l’ultima visita, è gratuito. A proposito, io mi chiamo Heidi –
- io
sono Soledad, molto piacere –
Felix’s Pov.
Erano
le 12.30. Heidi sarebbe arrivata a momenti. Io non ne potevo più di aspettare.
Avevo una voglia incotenibile di affondare i miei
denti nel collo di una di quelle adolescenti imbellettate e rifatte, adoranti
di moda e attori hollywoodiani. Erano le mie preferite. Così superficiali ed ingenue… perfette. La verità era che cercavo di scrollarmi
di dosso quello strano presentimento che avevo da qualche giorno. Sentivo che
sarebbe accaduto qualcosa. Non so precisamente cosa, ma qualcosa che avrebbe
cambiato i connotati al mondo. Forse stavo esagerando. Ma sentivo davvero che
sarebbe dovuto accadere qualcosa. Ed infatti, il mio intuito non sbagliò.
- la
preda designata, Felix? – questo era Demetri. Era
l’unico vampiro nel mio “team” con cui avevo instaurato una sorta di dialogo.
- il
solito Demetri. Lo sai, mi piace andare sul sicuro. E
tu? –
- non so… vorrei poter dissetarmi con un bell’AB Positivo.
Ma lo sai, è molto raro. Ma proprio perché è raro, il suo sapore diventa sublime… è un risveglio per le papille gustative! E se
appartiene ad una bella ragazza, ancora meglio–
- non
ti smentisci nemmeno tu a quanto ved… - d’improvviso
mi bloccai. Un’odore mi colpì in pieno. Era una scia
forte e pungente ma allo stesso tempo sensuale e calda. Qualcosa di
estremamente particolare. Mai in tutta la mia esistenza da vampiro avevo
sentito un odore tanto invitante.
- sono
arrivati – disse il mio compagno. Nessuno sembrò accorgersi di quel profumo
paradisiaco. Dopo qualche secondo, Heidi entrò. Dietro di lei, un folto gruppo
di persone, donne, uomini ed anziani entrò. Vi era una sola ragazza. Ed era lei
la proprietaria di quell’odore. Doveva essere mia. A tutti i costi. Sembravano
sorpresi. In un nanosecondo i loro sguardi cambiarono radicalmente. Erano pieni
di orrore per noi mostri, noi vampiri. Con la mia velocità
sovrannaturale, arrivai difronte alla ragazza. Era
bloccata ad osservare la distruzione intorno a lei. I suoi occhi erano
leggermente spalancati. Quando si accorse di me, ebbe un sussulto. Ghignai per
la sua reazione. Adoravo quando le piccole umane si spaventavano. Ma dopo quel
sobbalzo nulla. Non pregavi per una via di salvezza, non chiedevi la mia
clemenza. C’erano delle ragazzine che vendevano addirittura le loro prestazioni
sessuali per vivere, talmente erano disperate dalla paura della morte. Ma tu
niente. Aspettavi. Mi piegai lentamente sul suo collo. Oltre ad avere un odore
paradisiaco, era davvero molto attraente. Non era una di quelle ragazze magre
fino all’osso che tanto andavano di moda. Era di media statura, all’incirca 168
cm e pesava il giusto, ma i fianchi generosi, i seni piccoli ma sodi, le gambe
leggermente muscolose e le spalle larghe le donavano un corpo diverso dagli
standard di bellezza correnti, ma comunque molto seducente e…
morbido. La sua pelle era liscia e abbronzata. I capelli gli arrivavano fino
all’inizio delle spalle ed erano perfettamente lisci. Erano castano scuro, ma
avevano delle sfumature rosso scuro misto al biondo-oro, probabilmente effetto
di un parrucchiere. I lineamenti del viso erano molto decisi. Tutto in lei era
perfettamente delineato ed importante. Il naso, le labbra rosa scuro con il
labbro inferiore leggermente sposto all’infuori, gli zigomi alti e gli occhi,
grandi come quelli di un cerbiatto e contornati da delle ciglia lunghe e folte.
Il colore era di un bel marrone cioccolato, ma se visto da vicino conteneva
delle leggere sfumature di giallo. Nel complesso, la sua figura mi eccitava
parecchio. Ed il suo sangue “cantava”. Ma non la uccisi. Dovevo prima togliermi
una curiosità:
-
perché non mi preghi per avere salva la vita? –
- non
m’inginocchierò per avere salva la vita; questi jeans sono costati 80€, di
certo non li rovino per te! – rispose con tono superiore.
Rimasi
scioccato dalla risposta che ricevetti. A lei importava solo di quegli stupidi
pantaloni? Se sarebbe morta, a cosa le sarebbero serviti?
- bhé, perché mi guardi in quel modo? – mi domandò
acidamente.
-
perché è la prima volta in tutta la mia esistenza che una stupida mocciosa mi
dice una cosa del genere – risposi altrettanto pungente.
- ma io
non sono tutte quelle che hai incontrato. Io sono Soledad.
Unica e sola – egocentrica la mocciosa, pensai.
- Bhè Soledad, davvero senza
parole. Sono piacevolmente colpito dal tuo coraggio – questo era Aro, il capo
della nostra famiglia. Erano passati pochi minuti, ma tutte le persone presenti
nella sala erano morte e i loro corpi stavano per essere trasportati in una
camera a parte per essere bruciati. Ma lei non se ne preoccupò minimamente. O
almeno così fece notare.
- molto
gentile. Comunque non è colpa mia se sono viva, questo qui non si sbriga
– disse indicando me.
- e
come potrebbe? Con la tua prorompente bellezza e il tuo caratterino è
impossibile non rimanere a rimirarti – disse con finta gentilezza Aro.
-
grazie del “sincero” complimento. Ma… deduco che tu
voglia qualcosa – com’era possibile che avesse capito tutto?
-
perspicace la ragazza. in effetti vorrei una cosa da te. Essendo molto
coraggiosa e anche molto bella, vorrei poterti donare l’immortalità, in modo da
aiutare la nostra Heidi a procurarci cibo, visto che è molto faticoso per lei
da sola –
- ma
Aro, io ce la faccio benissimo… - rispose Heidi.
-
Heidi, piccola mia. Ci terrei che accettasti questo piccolo dono, solo per
farmi stare tranquillo. Cerca di comprendermi… -
- si,
Aro. Come desideri –
- bhè, ritornando a noi. Hai 2 possibilità: puoi diventare
una vampira o morire per mano di Felix, il vampiro che hai di fronte –
La
ragazza sembrò pensarci su un momento. Non potei non notare una profonda e
interni minabile tristezza nel suo sguardo, ma questi sentimenti cessarono
subito. Ella alzò lo sguardo fiera e decise:
-
accetto di essere una di voi. Ma voglio essere umana ancora per 5 mesi. Voglio
abituarmi a quest’idea. E far abituare le persone a me care raccontando loro
una bugia –
-
richiesta accordata. Allora dovrai tornare a casa –
- si,
ma non prima di 3 giorni –
-
allora rimarrai qui per questi 3 giorni. Felix ti accompagnerà a casa e ti
sorveglierà una volta che sarai nella tua città d’appartenenza. Per te è un
problema Felix? – e se anche lo fosse? È un ordine e io sono obbligato a
rispettarlo.
- no
maestro –
-
magnifico! Heidi, mostragli la sua camera per favore. A proposito io sono Aro.
Benvenuta nei Volturi! –
E da
quel momento iniziarono i miei guai, collegati ovviamente a quella piccola
mocciosa.
Ringraziamenti: (I Remain…)
Per le recensioni:
-In_my_heart= tranquilla che continuo!! ^^
-Giulia_Cullen= grazie per i complimenti!! *__* spero che se
leggerai questa fic, ti piacerà ^^
-JeGGe Twilight=
Napoli Por La Vida <3tranquilla, la trama si
snoderà piano piano ;)
Per chi ha messo la fic tra le seguite;
-JeGGe Twilight
Per chi ha messo la fic tra le
preferite:
-In_my_heart
Per chi ha messo me tra gli autori preferiti:
-Giulia_Cullen
-Mitika81
Ragazze, grazie di <3. Spero che questa fic
vi possa piacere. Alla prossima! ^^