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Autore: Robinki    10/11/2010    3 recensioni
"Non seppe dire quanto tempo rimasero così, l’uno nelle braccia dell’altro, ma al fischio di partenza di un altro treno si ricomposero, mentre una lacrima moriva sulle labbra secche di lei. La ragazza si raddrizzò e voltando le spalle alle rotaie rivolse lo sguardo davanti a sé mentre con voce ferma sentenziava
-Andiamo!-
Un cartello appena fuori la stazione recitava “Welcome to Sighişoara, Mureş” buffo, non avrebbe saputo pronunciare il nome della sua nuova casa! Volse il suo sguardo verso Alexander, che la osservava , leggermente in apprensione , dirigere lo sguardo a destra e a manca."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Harry Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Era il tramonto di una tiepida giornata d’ottobre.

Dalla vetrata principale un connubio d’ arancio e azzurro s’infrangeva sulle spalle larghe e possenti e sui capelli corvini del giovane prete, inginocchiato dinanzi all’altare, intento a recitare le sue preghiere.

Tra le mani stringeva un rosario, mentre una fitta litania di parole fuoriusciva dalle sue labbra, che, impercettibilmente schiuse, curvavano dolorosamente verso il basso.

Le mani rigiravano tra le dita le piccole sfere, mano a mano che l’uomo avanzava le sue suppliche, e la sera lasciava spazio alla luna, che, prendendo il posto del sole, illuminava lievemente la chiesetta e il bosco circostante, conferendo un aspetto sinistro al tutto.

Eppure la figura che aveva appena lasciato la chiesa con il cappuccio sollevato e che adesso attraversava la stradina , non sembrava temere il silenzio e il buio che la circondavano e si dirigeva a passo deciso verso la porticella di un edificio limitrofo.

Giunta in prossimità dell’ingresso bussò tre volte con la punta della bacchetta, che s’intravedeva appena fuori dal mantello.

Quasi immediatamente la porta si aprì, rivelando un atrio scuro e vuoto.

La figura s’addentrò nella dimora senza alcun rumore, se non il fruscio della sua veste , che l’accompagnò fino alla sua destinazione : una stanza situata al secondo piano a cui si accostò, sfoderando nuovamente la bacchetta, questa volta completamente.

Bussò ancora sulla superficie lignea per tre volte e attese … un sospiro fuoriuscì dalle labbra dell’individuo quando varcò la porta, entrando in un alloggio ampio e confortevole.

La stanza era illuminata da una caldo fuoco scoppiettante sia nel camino che su appositi supporti affissi alle pareti. Un divanetto in pelle beige si rivolgeva alle fiamme, un tavolo sulla sinistra recava i resti di una cena solitaria, mente, di fronte l’ingresso, ad una scrivania intarsiata era seduto un uomo, intento a leggere una lunga pergamena, apparentemente ignaro dell’intrusione.

Alle sue spalle una libreria ripercorreva tutto il perimetro, rivelando una vastissima serie di libri dall’aria arcaica e consunta. L’uomo seduto terminò la sua lettura, dopo di che si rivolse al suo ospite come nulla fosse

-Allora, a cosa devo il piacere, padre?-

L’alta figura abbassò il cappuccio, rivelando un volto teso che ben rispecchiava il sentimento impresso negli occhi luccicanti.

Alle parole dell’uomo che aveva dinanzi aveva sollevato le sopracciglia, in segno di sorpresa.

-Monsignore, credevo le fosse arrivata la missiva con la quale le facevo presente che avevo bisogno di parlarle. Vorrei sottoporla ad una faccenda delicata, se non le dispiace- dichiarò infine, fissando il suo sguardo giada in quello sbiadito del suo interlocutore.

L’uomo seduto era anziano, una calvizie incipiente coronava il suo capo grinzoso e coperto di fitte macchioline scure, mentre le mani erano sorprendentemente esili, posate in grembo e ricoperte di numerosi gioielli, che rivelavano un amore per la sontuosità, allo stesso modo della tunica, riccamente ricamata.

Contrariamente, il giovane prete era ricoperto unicamente di una veste marrone, stretta in vita con un laccio del medesimo colore, un tao al collo e un mantello scuro a ricoprirgli le spalle.

-Mi dica pure, la lettera devo averla erroneamente gettata-

-Mi dispiace, allora, giungere senza preavviso, ma la questione di cui mi premeva tanto parlarle riguarda la mia famiglia, monsignore, in particolar modo mia sorella…- indugiò, osservando i movimenti dell’altro, che armeggiava sulla scrivania in cerca di qualcosa.

-Continui, la sento- disse il monsignore, quando si rese conto che il giovane sottoposto doveva aver interrotto il suo discorso vedendolo riprendere la lettura di una pergamena.

- il fatto è che, come forse si ricorda, mia sorella dovrebbe convogliare a nozze tra pochi mesi e vorrebbe tanto che lo sposalizio si celebrasse qui in Inghilterra, precisamente a Londr…-

L’uomo interruppe la lettura, sollevando gli occhi, ora ardenti

- Sa che sono cose che non dipendono unicamente da me Padre, non credevo che anche lei reputasse di poter passare sopra la procedura prestabilita in modo tanto scadente!-

Il Prete spalancò la bocca, ma si riprese rapidamente

- Monsignore, non intendevo chiedere favoritismi, ma sa bene quale sia la situazione e speravo in qualche scappatoia burocratica-

- vedrò di parlarne con il Grande Padre, ma non le assicuro nulla. Dio solo sa se ha bisogno di ulteriore stress in un momento così delicato!- lamentò il superiore, sollevando gli occhi al cielo

-mi dispiace molto spingerla a questo, Monsignore, è solo che sono diverse settimane che mia sorella non mette piede nella sua città e può ben capire quanto sia impaziente, senza contare che mio cognato sta cercando di risolvere con i dirigenti di Transilvania per ottenere le autorizzazioni, e visto che la situazione negli ultimi anni sembra essersi notevolmente alleggerita ho sperato bene di riuscire ad assecondare un piccolo capriccio! D’altronde si parla della figlia di Sanguini Abel!

- Me ne rendo conto Padre, capisco che la sua posizione non sia delle migliori, spero che questa situazione possa evolvere per il meglio-

- lo spero anche io Monsignore, vorrei solo dare un po’ di serenità a mia sorella, non sa quanto sia difficile per lei-  rivelò il giovane, lasciando che l’ombra del suo tormento sfiorasse i lineamenti del suo volte per un secondo.

- posso solo immaginare, ma d’altronde, la sua condizione ha provocato non poche gatte da pelare anche a noi, temo. Inoltre senza l’affermazione del potere ecclesiastico anche nel mondo magico porre rimedio ai fatti che accaddero sarebbe stato pressoché impossibile- ribatté  il vecchio signore con aria stizzita.

-certo Monsignore, ha ragione- non lo fece apposta, ma il suo tono suonò quasi sarcastico, cosa che fece sollevare un sopracciglio al Monsignore

Quest’ultimo si affrettò a suggerire

-meglio che vada adesso, sa non è raccomandabile rientrare a notte tarda-

-certo, certo- biascicò l’altro, mentre il primo s’immergeva nuovamente nei suoi affari , scuotendo una mano in direzione della porta come ad indicargliela

 – buonanotte Padre- disse distrattamente

-buonanotte- augurò il giovane prima di voltarsi e imboccare l’uscita.

Mentre percorreva i corridoi non illuminati a ritroso, lo sguardo perso in chissà quali pensieri, un raggio di luna attraverso una finestra lo colpì al viso rivelando occhi di un intensissimo verde brillante, una profilo delicato,  labbra carnose e capelli arruffatissimi di un nero intenso più del buio.

Giusto il tempo di raggiungere l’ingresso che Albus Severus Potter si era già smaterializzato.

 

 

  
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