Singhiozzo…
Senza neanche avere il tempo,
il tempo di provare a far tornare
indietro il sole
e senza più rancore
mi ripeti è freddo amore, adesso ho le
parole
che vorrei poterti dire
e vorrei poterti dire che son stanco da morire.
(Sing-hiozzo ~ Negramaro)
Il
tempo non rende giustizia agli avvenimenti che lo riempiono: lascia che essi
scorrano, insensibile, senza dar loro il giusto peso, anzi sovvertendolo. E
così che ore ed ore d’attesa sembrano un’eternità e pochi istanti, invece,
distruggono una vita.
È
una cosa assurda. Assurda tanto
quanto la vita.
Tutto
ormai è offuscato, il respiro irrimediabilmente mozzato e la presa sulla tua
camicia si allenta sempre più, inesorabilmente. Ma tu non vuoi, non vuoi
lasciarlo andare. Non può abbandonarli, abbandonarti.
«Remo
non mollare che adesso arriva l’ambulanza, eh! Oh, Remo! Questa gliela famo pagà! Insieme. Remo non mollare, non mollare adesso! Bazooka, Bazooka!
Oh, Bazooka non mollare adesso, non mollare adesso…»
Parole
che ormai non può più ascoltare: il tempo per lui si è fermato e non saranno le
tue parole, le tue preghiere a far muovere di nuovo le sue lancette.
«Tu
mi servi ancora… amico mio…»
La
tua voce è straziata ormai, piegata dal dolore mentre i suoi occhi ti guardano
con un apatia, un vuoto che non avevano mai avuto, ti condannano con un
verdetto che non potrai cambiare.
Colpevole. Sei
colpevole, hai sbagliato! Tu coordinavi tutto ed hai fallito.
Remo
è morto tra le tue braccia solo perché eri troppo preso dal voler incastrare
Balsamo per fregartene del rischio, per fregartene delle vite che erano in
gioco. Avresti dovuto immaginare che non tutto sarebbe scivolato liscio, che
qualcuno avrebbe tentato di far fuori l’unico
testimone! Sarebbero bastai più uomini, sarebbe bastato un semplice
giubbotto anti-proiettile e tutto questo non sarebbe successo.
E
invece no! Queste sono le conseguenze delle tue azioni e le meriti. Remo è
morto per te, per salvare la vita a te! Ed ora? Ora cosa ti rimane?
Singhiozzi,
debole e ferito sul suo cadavere: non vuoi lasciarlo, semplicemente non ci riesci, quasi come se staccandoti
da lui determinassi fino in fondo la sua morte.
Vane illusioni.
Non c’è nulla che tu possa fare, Luca.
Piccolo,
semplice, stupido essere umano! La tua lotta non potrà che vederti perdente come
sei già in questo momento, mentre nuovi singhiozzi riempiono l’aria, nuove
lacrime bagnano il tuo viso e il suo
sangue sporca i tuoi vestiti.
«La vita te la dà sempre una
seconda possibilità»
In
questo momento quelle tue parole ti sembrano una tale idiozia. Quale
possibilità? A che pro offrirgli una possibilità e non dargli il tempo di
provare ad usarla per riscattarsi? Semplice beffa di un destino superbo e
perverso che si diverte a sentire il muto grido dell’umanità soggetta
ineluttabilmente al suo capriccioso volere.
Assurdo.
Tutto in questo momento ti pare assurdo.
La
sua ultima richiesta è stata quella di vegliare al posto suo su Viola e Marco,
almeno fino al suo ritorno.
Quale ritorno, eh Remo? ti
trovi a pensare con disperata rabbia Viola
ti aspetterà in eterno…
Ma
non riesci a sostenere il suo sguardo cielo e calando con dolore le sue
palpebre ti accasci su di lui come se non fossi più in grado di tenerti in
piedi.
Già
una volta avevi dovuto dire a Viola che suo marito era morto, già una volta
avevi visto l’incredulità ed il dolore nascere nei suoi occhi scuri; ma ora
quell’incredulità, quel dolore sarebbero stati anche i tuoi…
Come
se qualcuno avesse preso tra le mani il tuo cuore, ora lo senti stretto in una
morsa assurda, impossibile da sopportare, strozzato da un dolore che non può
contenere, che non può che ucciderlo, ucciderti.
E
la stanchezza scende pensante come un nuovo verdetto, porta via quelle poche
forze che il dolore non ha ancora rubato e tu ti ritrovi inerme su di lui senza
avere coscienza di ciò che ti circonda, vulnerabile ad ogni evento esterno.
Disperato,
anzi, ti trovi a pregare che accada qualcosa, che qualcuno spari; preghi che
qualcuno – chiunque – metta fine a
quella pena perché sai che non potrai reggerla più, neanche per un istante.
Il
freddo permea le tue membra e tu chiudi gli occhi. Sei stanco, stanco di tutto,
stanco da morire e vorresti solo
seguire Remo, come quando da ragazzini eravate inseparabili, sempre su quel
maledetto motorino ad urlare…
Quando
riapri gli occhi, però, tutto è ancora lì davanti a te: il cadavere di Remo tra
le tue braccia e tra le lacrime riesci anche a distinguere Pietro e Gabriele.
Sembrano feriti, ma sono in piedi.
È
il terzo verdetto questo, l’ultimo. E dovrai accettarlo come i precedenti, senza
possibilità di fuga.
Per
te non c’è ancora la morte, non quella del corpo.
Tu
morirai con più calma.
Tu
morirai dentro.
E così sia.
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Salve gente! *-* Era da
secoli che non pubblicavo qualcosa in questa sezione… ne ho sentito la
mancanza! Ma dopo aver visto la scorsa puntata di Distretto e in particolare il
suo finale non ho potuto non scrivere qualcosa di getto… E quindi eccovi qui
questa deprimente schifezza…
Che dirvi? La morte di
Remo è stata terribile quanto inaspettata… ci sono davvero rimasta male ç____ç
Spero che queste mie
parole non vi facciano tanto ribrezzo e che – in ogni caso – abbiate la voglia
ed il piacere di lasciarmi qualche riga per dirmi cosa ne pensate ^^
Ringrazio già tutti i lettori,
i recensori, chi preferirà o ricorderà… siete la mia forza. Un bacio.
Alla prossima…
Alchimista ~
♥