“Cassandra cosa fai? Non vieni con noi?”.
Al richiamo del compagno d’arme, la ragazza non potè far altro che alzare la testa verso Shun. Il cavaliere di Andromeda era rimasto leggermente indietro rispetto agli altri, per aspettarla ed ora la osservavano tutti e sentiva i loro sguardi passarle attraverso la carne. Riusciva a sentire la loro impazienza, anche quella di Sirio, nonostante non potesse più vedere con gli occhi.
 
Allora si rialzò in piedi, lasciando Saori Kido ai piedi della scalinata. Saori, la reincarnazione di Atena. Istintivamente si portò una mano sul volto e si ritrovò a sfiorare la sua maschera: quella maschera che celava il suo viso a coloro che la circondavano. La indossava da tre anni ormai. La indossava anche se non aveva ricevuto l’investitura, anche se non era una sacerdotessa.
 
Con un rapido gesto della mano destra si spettinò i lunghi capelli castani e raggiunse di corsa gli altri Saint di Atena.
Seiya di tanto in tanto si girava, osservandola scettico: non si fidava di lei. Nessuno di loro si fidava. Ma non aveva importanza. Non aveva tempo di guadagnarsi la fiducia dei Bronze Saint. A suo fratello restavano dodici ore di vita, forse qualche minuto in più.
 
E lei doveva raggiungerlo e cambiare il destino. Doveva riuscire a cambiare la sua visione. E non aveva tempo da perdere.
Raggiunsero la prima casa e Mu dell’Ariete si parò loro davanti, insieme a Kiki.
Iniziò a parlare con Seiya e gli altri Saint, ma lei non ci fece caso.
Rimase in piedi poco distante, fissando il Gold Saint terrorizzata, non tanto da lui, ma da ciò che la aspettava.
 
“Noi ci fermeremo un’ora qui, per permettere a Mu di riparare le nostre armature. Se desideri proseguire, sei libera di farlo Cassandra.”
La voce di Hyoga la fece voltare verso di lui. “Non c’è problema: resto qui con voi.”
Si pentì subito dopo di aver dato quella risposta. Avrebbe potuto risparmiare tempo. Ma aveva paura dei Gold Saint. Ne era terrorizzata.
 
“Non comportarti sempre come una bambina Cassandra!”
La voce di suo fratello rimbombò nella sua testa, ripetendo la stessa frase ininterrottamente,per diversi istanti.
“Cassandra?”. Fu la voce di Mu a farla tacere. Il Gold Saint si stava avvicinando. Era vicino, troppo vicino.
Istintivamente, indietreggiò: voleva fuggire, lontano da lì. Il cavaliere dell’Ariete la afferrò per un polso costringendola a fermarsi
 
“E così, dopo tre anni, sei tornata davvero.”
La voce di Mu fu l’ultima cosa che riuscì a sentire, prima che la vista le si annebbiasse.
E Così Cassandra, non riuscì a sfuggire ai ricordi.