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Autore: Fabi_    11/11/2010    5 recensioni
Harry Potter è isolato, Dolores Umbridge governa a Hogwarts. Perché è stata scelta proprio lei per andare a Hogwarts? Cosa ha spinto Caramell a prendere questa decisione? Dolores rivive il momento.
Quarta classificata al contest cinematografico.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dolores Umbridge, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa fanfiction si è classificata quarta al contest cinematografico indetto da Lilyblack e Mabra, il contest chiedeva di scegliere una citazione e un dialogo da 'il Gladiatore', le mie scelte nello schema qui sotto.

Ringrazio le giudici e faccio i complimenti alle altre partecipanti.

Ringrazio chiunque leggerà questa storia^^.


Nick: Fabi_ (Fabi_Fabi sul forum)
Titolo: La missione di Dolores Umbridge
Personaggi: Dolores Umbridge, Cornelius Caramell, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Pairing: ---
Prompt: Hai un grande nome, dovrà uccidere il tuo nome prima di uccidere te!
Lucilla: C'è sempre stato un Senato... 
Commodo: Roma è cambiata, ci vuole un imperatore... per governare un impero! 
Lucilla: Certo, ma lascia al popolo le sue... 
Commodo: ...illusioni? 
Lucilla: Tradizioni! 
Genere: Generale
Rating: verde
Avvertimenti: one shot, missing moment
Trama: Harry Potter è isolato, Dolores Umbridge governa a Hogwarts. Perché è stata scelta proprio lei per andare a Hogwarts? Cosa ha spinto Caramell a prendere questa decisione? Dolores rivive il momento.
NdA: ho riportato la citazione così com’era, credo che fosse particolarmente adatta per la mia idea. Per quanto riguarda il dialogo, invece, ho trasposto tutti gli elementi nel mondo potteriano, così ho modificato il dialogo in modo da mantenerne il significato. Spero che vada bene.

“La scuola è separata dal ministero”                  
“Per ora, Cornelius”.
“Per decidere queste cose c’è sempre stato un consiglio”
“Cornelius, il mondo magico è cambiato, ci vuole un dittatore per governare nel caos”
“Ma lasciamo almeno ai Maghi le loro…”
“Illusioni?”
“Tradizioni, Dolores”

 

 

La missione di Dolores Umbridge

 

Harry Potter era seduto da solo nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, fissava il banco vuoto ignorato da tutti i presenti, all’ingresso di Hermione e Ron, dei ragazzi li indicarono ridacchiando.

I due si sedettero al suo fianco, Harry sospirò e salutò con la mano.

Hermione lo guardava tristemente, esitò un attimo prima di parlare: “Non farci caso, Harry”.

Lui sbuffò: “Non è così facile, sai? Sono loro a non fare caso a me”.

“Harry, devi capire perché lo fanno, è il suo gioco. Tu hai un grande nome, dovrà uccidere il tuo nome prima di uccidere te”, Hermione aveva visto in lui la consapevolezza. Entrambi sapevano cosa significasse quella frase.

Era solo. Non completamente, ma di certo vedeva il disprezzo in quelli che una volta chiamava amici.

Escludendo Ron, Hermione, Luna e Silente, in pochi gli avevano creduto.

E gli altri?

Chi era lui per gli altri?

Un pazzo che credeva di vedere Dissennatori a Little Winging? Un folle che tramava alle spalle del ministero per qualche minuto di popolarità?

Questo voleva Harry Potter a sentire i giornali e il ministero: gloria, pubblicità.

Ron si strinse nelle spalle: “Non importa quello che credono, prima o poi avranno le prove che quello che dici è vero, purtroppo”.

Hermione sospirò preoccupata, forse rassegnata: “Non sarà un anno facile, la Umbridge ha deciso di dettare legge a Hogwarts, sembra che facciano il possibile per screditarti, per non farci pensare”.

“Ma noi non possiamo fare nulla”, sussurrò Harry.

“Qualcosa faremo”, rispose l’amica, i suoi occhi lampeggiarono contro quelli della Umbridge, ormai vicina, Hermione forzò un sorriso mentre sentiva il risolino soddisfatto che la strega aveva emesso guardandoli.

Era certo, qualcosa avrebbero fatto.

***

 

Era esattamente così che lo volevano far sentire, Dolores sogghignava guardando Harry Potter, sconsolato e solo. Un bugiardo, così lo chiamavano.

Importava poco quale fosse la verità.

Si lasciò sfuggire un risolino mentre le tornava alla mente il discorso che aveva fatto con Cornelius, era il giorno del processo ad Harry Potter per uso della magia di fronte a un Babbano, processo che non era andato come sperava.

Ricordava l’ingresso nell’ufficio di Cornelius, la sua espressione vacua: “Hanno vinto, come hanno potuto credergli? Dissennatori? Ma quando mai? E Silente, credo che nasconda qualcosa”, teneva la testa tra le mani, sembrava perso, balbettava frasi sconnesse. Era l’occasione buona per Dolores.

Lei sapeva che Silente non nascondeva nulla, ma aveva deciso di sfruttare a suo favore le paure di Caramell: “Se vuoi, posso andare io a Hogwarts, metterò a posto Silente, nessuno crederà al ragazzino, nessuno ti darà del bugiardo, Cornelius”, disse guardandolo comprensiva.

Caramell annuì poco convinto, sorseggiò la sua bevanda: “Ma non credi sia esagerato? Io conosco Albus, non credo che lui…”

“Tu sei troppo buono, è chiaro che hanno qualcosa in mente, altrimenti perché quel ragazzino si sarebbe inventato tutte quelle fandonie”, melliflua, la voce di Dolores gli rammentava la sua paura, sapeva che il ministro avrebbe preferito ascoltare lei invece di Potter o di Silente, lei aveva capito cosa dirgli: solo e unicamente quello che lui avrebbe voluto sentire.

Niente di più, niente di meno.

Aveva chiaro il suo scopo e sentiva che mancava poco per raggiungerlo, non era una stupida, sapeva che tenere buoni i giovani Maghi era necessario, in più voleva ottenere il potere dove contava, dove poteva plasmare giovani menti pulite pronte ad essere al suo servizio.

“La scuola è separata dal ministero”

“Per ora, Cornelius”.

“Per decidere queste cose c’è sempre stato un consiglio”.

“Cornelius, il mondo magico è cambiato, ci vuole un dittatore per governare nel caos”, lo scrutava negli occhi, poi abbassò lo sguardo, sospirò quasi a esprimere la pena che provava per quello che gli stava dicendo, lui tentò un ultima resistenza: “Ma lasciamo almeno ai Maghi le loro…”

“Illusioni?” Chiese sorpresa.

“Tradizioni, Dolores”

“Piacerebbe anche a me, ma non funzionerebbe, mandami a Hogwarts e penserò io a come gestire la situazione”.

La osservò dubbioso, una marionetta nelle sue mani, ora doveva solo soffiare un’ultima volta sul fuoco: “E come?”

“Decidendo per te, saremo presenti ed impediremo a quei visionari di spaventare i Maghi di tutto il mondo”, Caramell era ancora titubante, tremava di indecisione, sentiva il peso della sua scelta.

Dolores lo guardò dritto negli occhi appoggiando una mano sulla sua spalla, con sguardo compassionevole sussurrò: “Finché sarò lì, non oseranno insultarti. Cornelius, lo faccio per te”, parlò lentamente, studiando ogni movimento, gli sguardi teatrali della Strega lo convinsero, posò la mano sulla sua, risoluto finalmente.

“E sia”.

Ce l’aveva fatta, la missione di Dolores poteva finalmente cominciare.

 

 


   
 
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