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Autore: ludolabba    12/11/2010    1 recensioni
"A volte, professore, la stessa vita è un enigma. L'unico enigma esistente che non ha una soluzione."
Un nuovo mistero da risolvere. Non una semplice avventura,non una semplice indagine, ma un segreto che, se svelato, bisogna pagare a caro prezzo.
SPOILER SUL TERZO GIOCO!!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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1° Capitolo

 

Il ritorno di Luke

 

Su Londra finalmente sorge il sole, il sole pallido e annoiato di inizio novembre. La luce stanca illumina la casa del professor Layton, che apre gli occhi e si sveglia lentamente. Dormiva sul divano sul quale la sera prima stava leggendo: capita spesso che il professore, preso da una lettura interessante, non si renda conto di avere sonno e che si addormenti all’improvviso.
Layton si accorge di ciò e non può fare a meno di sorridere: se non finisce quel libro in fretta potrebbe diventare la sua “rovina”. Fortunatamente si era preso una settimana libera dall’università, quindi fondamentalmente svegliarsi tardi non era un problema.
Decise non perdere altro tempo, si alzò dal divano e andò a preparare il tè in cucina; mentre l’aqua bolliva diede un occhiata veloce al calendario: 4 novembre.
«Bene, oggi è il grande giorno» Pensò allegro il professore «Devo fare presto. Un gentiluomo non fa mai tardi.»
Erano passati cinque anni dall’ultima grande avventura del professor Layton e il suo apprendista Luke Tryton: Luke è partito oltreoceano insieme ai genitori e quindi ha dovuto lasciare Londra e il suo amato professore; nel frattempo Layton ha continuato le sue ricerche e ad insegnare archeologia alla Gressenheller University. I due hanno continuato a sentirsi tramite lettere e a risolvere enigmi insieme: a volte Layton li inviava a Luke e questo, nella lettera di risposta, risolveva l’enigma e poneva un enigma al professore e così via. Hanno fatto così per cinque anni, ogni mese si inviavano enigmi da risolvere. Ma nel mese di ottobre Luke, invece di inviare un enigma al professore, inviò una lettera ben diversa: 

“Caro professor Layton, questo mese non le invio un enigma, ma una buona, anzi buonissima notizia: mio padre la settimana scorsa ha raccontato che il suo datore di lavoro qui non è stato per niente disponibile, ma non mi ha voluto dire altro. Sa, non parla molto di lavoro con me, mi considera ancora un ragazzino.
Comunque preferisco andare al sodo. Professore, torno a Londra! Non può capire quanto io sia felice! Finalmente potremmo risolvere tutti gli enigmi che vogliamo quando vogliamo.
La aspetto il 4 novembre al porto, alle 10:00. 

Il vostro apprendista, Luke” 

Il professore guardò velocemente l’orologio: erano le 9:30; decise che era ora di andare a prendere l’automobile, quindi bevve il suò tè velocemente, mise la giacca e il cappello e uscì dall’appartamento. Scese le scale, aprì il portone e uscendo controllò anche la posta. C’erano lettere di studenti che chiedevano colloqui per esami o ripetizioni, ma ciò che colpì l’interesse di Layton fu una busta con un sigillo di ceralacca nera, rappresentante un fiore con una S incisa sulla corolla. Incuriosito, ruppe il sigillo e aprì la lettera per leggerla… Ma era scritta a lettere incomprensibili. Sembrava un altro alfabeto. Layton sorrise «Uhm… A quanto pare devo risolvere questo enigma, però devo fare presto, non voglio far aspettare Luke.»
Il professore ragionò per un po’: le lettere erano strane, però Layton capì quasi subito che era traducibile, dato che le lettere erano molto simili all’alfabeto latino. Ad un certo punto si specchiò su una finestra… E qui il colpo di genio.
«Ma certo! È scritta al contrario.» esclamò soddisfatto il professore, così mise la lettera di fronte la finestra e il riflesso mostrò una scritta: 

“HO BISOGNO DI AIUTO” 

«Sapevo che ce l’avrebbe fatta, professore.» disse una voce femminile alle spalle di Layton che, giratosi di colpo, vide una ragazza.
Era sulla ventina o poco più, i capelli biondo scuro ondulati ballavano con il vento e dagli occhi di un brillante blu traspariva un’espressione soddisfatta. Il corpo magro era coperto da una camicia bianca con dei fronzoli sul petto e alle estremità delle maniche, che uscivano da fuori la giacca nera stretta in vita da una cintura larga, con una fibbia d’argento. Le gambe sottili portavano un pantalone grigio scuro dentro un paio di stivali neri, con un risvolto al ginocchio. Sulla camicia, sopra il fronzolo, portava una spilla d’argento ovale con un cristallo dello stesso colore degli occhi.
Layton sobbalzando esclamò «E lei chi è?»
La ragazza con aria misteriosa sorridendo rispose «Adesso non è il momento, professore, mi creda. Ci saranno le occasioni per presentarsi. Adesso faccia in fretta, non vorrà mica far aspettare Luke.»
Layton strabuzzò gli occhi: come faceva a sapere di Luke?
Ma non ebbe il tempo di chiederglielo che la ragazza cominciò a fare dei passi indietro lentamente, fino a quando non arrivò un mezzo alla strada.
Allarmato, il professore esclamò «Faccia attenzione, signorina! Qualcuno potrebbe invest…»
Ed un autobus a tutta velocità passò proprio in quel momento. Layton rimase impietrito, ma poco dopo notò che non c’era l’ombra di quella ragazza, né del corpo né del sangue. Un autobus a quella velocità avrebbe ucciso chiunque, ma in quel caso era come se la ragazza si fosse volatilizzata.
Il professore rimase immobile per un paio di minuti; in pochissimo tempo si era fatto milioni di domande: chi era quella ragazza? Come sapeva che oggi doveva andare a prendere Luke? Dov’è sparita quando l’autobus è passato?
Ripreso il lume della ragione, decise che si sarebbe posto altre domande in un altro momento e così si avviò all’automobile. 

* 

La nave era immensa e c’era un via-vai di gente continuo. Hershel temeva di non trovare Luke in quel pandemonio, tra gente che spingeva e valigie strapiene. Un uomo muscoloso, probabilmente uno scaricatore di porto con una grossa scatola di legno sulla spalla, spinse il professore facendolo cadere, urlando «Si sposti!! Non vede che sto portando merce importante?»
Layton disse tra sé e sé «Che maniere!» e stava per rialzarsi, ma sentì una voce che urlò «Ehi! Chieda scusa al professore, immediatamente!»  e un giovane corse verso lo scaricatore, ma questo lo spinse via con una sola mano e lo allontanò, facendo cadere a terra anche lui.
Il giovane, dolorante e arrabbiato, gli urlò dietro «Siete un maleducato!»
Layton, che aveva assistito a tutta la scena, rise. A distanza di cinque anni era cambiato solo d’aspetto. Infatti il giovane dal maglioncino azzurro e i pantaloncini marroni era diventato più alto e i capelli erano leggermente cresciuti, ma portava sempre il suo baschetto azzurro e la sua tracolla di pelle su una spalla.
Rialzandosi ancora un po’ dolorante, il giovane corse dal professore «State bene?»
Hershel sorrise e rispose «Sì, io sto bene. Luke.»
Luke, sentendo pronunciare il suo nome, trattenne a stento le lacrime e abbracciò forte il professore.
«Mi siete mancato…»
Layton ricambiò l’abbraccio «Anche tu, Luke.»
L’abbraccio si sciolse e i due si misero a ridere all’unisono. «Che bel modo di rincontrarsi dopo cinque anni, vero professore?» Disse il giovane sorridendo. Anche la voce era cambiata, era più da ragazzo. 
Layton rispose «Abbastanza originale, direi». Alla fine i due si alzarono, il professore si risistemò il capello e chiese a Luke «Allora, ti mancava Londra?»
«E me lo chiede, professore? Tantissimo!» disse Luke inspirando forte «Com’è bello respirare di nuovo quest’aria! Ho un sacco di cose da racontarle!»
«Avrai tutto il tempo di raccontarmi le tue avventure durante il viaggio, Luke. Adesso è meglio se usciamo fuori da questo trambusto» e così dicendo Luke prese la valigia affiancò a lui e si avviarono insieme all’automobile.

Poco più in là, la ragazza dagli occhi blu, in piedi sopra un lampione con le braccia incrociate, sorrise.

   
 
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