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Autore: YellowNeko    19/11/2005    3 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction, vi prego di essere compreensibili.... Una cosa: Gente, ma quando mai Vash uccide Knives nel'ultima puntata??????? Ma vi sembra che lui fasci un cadavere e ritorni con lui da Meryl e Milly con un sorrisone??? Vabbeh... Questo primo capitolo è abbastanza corto, serve solo come "riassunto" della situazione. Spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano passate poche settimane da quando Vash aveva riportato Knives “a casa”… Si era ormai ripreso da tempo, e le cose stavano andando bene, ma nei primi giorni che lui era rinvenuto, c’era stato il caos assoluto. Insulti, tentati omicidi/suicidi, crisi di depressione e un’estrema rabbia verso il gemello con i capelli a spazzola.
Ma poi, d’un tratto, si calmò. Non parlava molto, ovviamente, specie con gli umani, ma almeno restava tranquillo e senza fare troppi casini. L’importante per Vash, stanco e ancora ferito, era che suo fratello non stesse pianificando un altro progetto della distruzione della razza umana, ma lui non sapeva che Knives era totalmente scoraggiato a farlo. Knives si sentiva vuoto nel cuore, tutti i suoi desideri andati in fumo…
Era forse così grave sognare in un mondo dove lui e la sua razza potessero vivere in pace, come… in un Eden? Era così orribile salvare la sua razza dalla distruzione da parte degli umani? Era così? Gli umani dovrebbero restare in vita e loro dovrebbero soltanto guardare l’imminente morte? Non gl’importava più nulla. Rassegnato, cercava almeno di capire gli umani, anche se gli era difficile, gli sembrava che fossero sempre di più su due piani totalmente diversi.
-Buongiorno, Mr. Knives…- gli fecce la nanerottola dai capelli corti, tagliando il corso dei suoi pensieri, mentre apriva la porta, entrando insicura nella stanza.
-Mh, buongiorno, Miss Stryfe. – si voltò a guardare il cielo dalla finestra, non degnandole di uno sguardo, non ne aveva la minima voglia di vederla. Detestava l’aria impaurita che faceva quando lo vedeva, come se lui fosse una specie di mostro terrificante… Ma che importava? Che pensasse pure quello che voleva, quell’umana.
-Vedo che oggi siete in forma.- sorrise in maniera un po’ forzata, con la voce insicura- Ora sarebbe l’ora di vedere come vanno le vostre ferite.- si avvicinò al comodino per prendere la scatoletta dei medicinali con calma.
-Non ne ho bisogno- fa secco il plant- Sto bene. Puoi anche andare via.- si toccò pensieroso una delle ferite sulla spalla destra, non guardando neanche per un attimo Meryl.
-Non dite sciocchezze, le vostre ferite non si sono ancora rimarginate del tutto, lasciate che io….- avvicinò una mano alla spalla che Knives sta toccando, ma con uno scatto fulmineo, il biondo le prese la mano con l’altra libera e la fissò gelidamente.
-Ti ho detto che non ne ho bisogno. Ora lasciami stare.
Impietrita, Meryl semplicemente gli fecce un cenno con testa e togliendo la sua mano da lui, uscì dalla stanza, lasciando la scatoletta ancora sopra il comodino mezzo aperto. Distogliendo lo sguardo dalla porta, Knives si mise ad alzarsi dal letto e camminò verso la finestra, aprendola e affacciandosi distrattamente. Guardando i bambini giocare per strada in quella terra sabbiosa gli faceva ricordare quando ancora era piccolo… Dio, quanto gli mancava quell’albero di mele! E le giornate calme passate in quell’erba soffice… Ma i suoi pensieri sono di nuovo fermati da un’altra persona venuta a disturbargli, chi sarebbe mai?!
-Salve, Mr. Knives!-fa allegramente la ragazza alta, entrando nella stanza senza traccia di timidezza, a differenza dell’altra donna, ma è comunque fastidiosa. Troppa energia.
-Ma ne esce una e viene un’altra, che sfortuna... –mormorò tra sé e sé, e le fa soltanto vagamente un cenno con la mano per salutarla.
-Cosa avete detto, scusate? - Milly piegò la testa leggermente a destra con la sua solita espressione interrogativa bambinesca.
-Niente. –fecce annoiato Knives.
-Il capo mi ha detto che state meglio, vero? Vado subito a chiamare Mr. Vash allora!- uscì dalla stanza saltellando allegramente, nella sua grazia elefantina.
Un paio di minuti dopo, arrivò Vash nella stanza con un sorriso stampato, e restò con Knives fin quando la sera calò, ed Vash venne chiamato per una questione. Continuando a sorride, disse al fratello in maniera spensierata:
-Ora vado, tu riposati, eh! Ci se vede domani! – alzò la mano, agitandola ed se ne andò, chiudendo leggermente la porta.
Quando seppe che rimarrebbe finalmente totalmente solo, si sdraiò sul letto caldo e fissò il tetto fino ad addormentarsi, con un pensiero fisso in mente:
Voleva andare via di lì.
  
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