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Autore: LaPanti    12/11/2010    22 recensioni
Una Rose lievemente stressata e folle, uno Scorpius minacciato e terrorizzato e i coniugi Malfoy in visita.
Questi sono gli ingredienti, mescolate, cuocete a fuoco lento e avrete "D-Day"!
Dedicata Nenne96 e alla sua Rose/Scorpius "Mamma per sette giorni".
Dedicata a tutte le persone che la leggeranno e commenteranno.
Spero che vi piaccia e che recensirete anche solo per dirmi che devo smetterla di tormentarvi con ste storie! Besitos
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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D-Day

 

“Scorpius, non so se ti rendi conto di quel che succederà”

Oh sì che lo faccio Rose.
Purtroppo ho capito benissimo l’antifona.
Purtroppo.

“Scorpius , cerca di capire che se questa storia non andrà a buon fine diventerò matta”.

Vorrei poter dire “Io credo che tu già lo sia”, ma purtroppo la mia posizione è troppo precaria.
A giudicare da quella luce nei sui occhi, se mi azzardo a replicare divento un cappone.

“Ergo, se tu fai un qualsivoglia errore, diventi un cappone. Intesi?”

Che vi dicevo?
Puntuale come la morte.
E poi dicono che le donne sono il sesso debole.
Dite un po’, ma l’avete sentita? Mi ha in pugno.
Non sono terrorizzato tanto dalla prospettiva di finire cappone, quanto dalla possibilità delle mia dolce e amorevole metà di privarmi del mio hobby preferito.
E no, non sto parlando del Quidditch.

Ma io amo troppo Rose.
Amo i suoi ricci e indomabili e bellissimi capelli.
Amo i suoi splendidi occhi anche ora che sono accesi da quella luce folle.
Amo le sue dolci manine, che diventeranno dolci manine assassine se sbaglio qualcosa.
Era il portiere di Grifondoro, non ci metterebbe molto a stringermele al collo.
E in questo caso non per abbracciarmi e confessarmi il suo amore eterno.
Amo quei dolci piedini infilati in un paio di sexy quanto pericolosissime scarpe a punta.
Non sono così pericolose dite?
Provate a essere presi a calci in culo da qualcuno che le calza, poi ne riparliamo.

Piuttosto, non credo di avervi informato della situazione.
Vedete, si da il caso che il sottoscritto Scorpius Hyperion Malfoy, probabilmente in un  momento di follia, abbia proposto alla sua dolce metà, altresì conosciuta come Rose Violet Weasley, di andare a convivere.

Vi lascio immaginare.

La scena trasudava romanticismo.
Roba che “Love Story” al confronto era un film horror.

Avrei dovuto dare ascolto al mio quasi - suocero, quando, biascicando bestemmie, mi ha detto che era una pessima idea.
D'altronde lui vive con la signora Weasley da tanto, avrà imparato a conoscerla, a placare la sua follia.
Dio solo sa quanto Rose somigli a sua madre in certi momenti.

Il vero dramma è che mio padre mi ha informato che lui e la mamma verranno a trovarci non appena potranno.
Ergo, domani.

Che il cielo lo strafulmini, poi lo bruci.
 
 
D-day, poco prima dell’arrivo dei signori Malfoy.
 

 

Il momento è quasi giunto.
Tra poco andremo in scena come la più patetica delle sit-com.
Si da il caso che è da ieri che il sottoscritto è trattato alla stregua di un Elfo Domestico.
Anzi peggio, considerato che Rose è una sostenitrice del C.R.E.P.A.
Ma lasciate che vi racconti.

Inutile raccontarvi delle lunghissime istruzione di Rose, che si sono concluse con “E vedi di non fare errori, che mi hai già dato tanti dispiaceri!”.

Scosso dai rimorsi per essere stato un fidanzato degenere, mi sono messo all’opera.

Mentre Rosie si incoronava (da sola ) Reginetta della polvere, io non me ne restavo certo con le mani in mano.

Il pavimento è così pulito che potrei leccarlo .
Ho cancellato meticolosamente le impronte da ogni benedettissimo oggetto, neanche avessi appena commesso un omicidio.
Ho lucidato ogni angolo della casa, compresa la cuccia del suo dannato gattaccio.
Che a proposito, mi ha fissato tutto il giorno.
Potrei giurarvi che mi fissava mentre pulivo la sua cesta, sogghignando compiaciuto.
Rose dice sono pazzo, ma lei non l’ha visto.
Quel gatto mi odia.
Sono convinto che troverà il modo di accopparmi uno di questi giorni.
Magari una sera, farà casualmente cadere il phon nella vasca, casualmente proprio mentre ci sono io.
Io so.
Che cosa so? Ah, non ne ho idea.
Sta di fatto che so.

Comunque ho faticato parecchio, mentre lei si è comprata un bonsai, preparandosi la storia che martoriare pianticelle innocenti sia il suo hobby.
Oltre alla cucina ovvio.
Se ve lo chiedono rispondete che Rose Weasley cucina da Dio, chiaro?
Ma per sicurezza, se vi invita a cena, portatevi il digestivo.
Io lo dico per voi.
Sì lo so, lo so.
Già vi sento.

“Ma come, proprio tu che sei il suo fidanzato? Dovresti sostenerla e appoggiarla!”.

Scusate, ma mi è bastata la lavanda gastrica dell’ultima volta, non ci tengo a ripetere l’esperienza.
 

Dlin Dlon!

Sarà mica la porta?
Dovrei forse aprire?
Nah.

“SCORPIUS APRI E FAI ENTRARE I TUOI GENITORI; PER L’AMOR DI GODRIC!”

E ti pareva.
Sarebbe stato troppo bello se per una volta fossero arrivati in ritardo, anzi non fossero arrivati proprio.

Magari rimandando a domani.
Che cambia, direte voi.
Cambia invece.
Esattamente come nei compiti in classe.
Quando entri in classe il giorno della verifica e preghi che venga spostata al giorno dopo, rimpiangendo le cose che non hai ripassato.
Proprio uguale.

“Prego entrate, non fate caso al disordine”
Ipocrita.
Falsa.
Potremmo essere donatori di acido lattico, da quanto abbiamo faticato.
La mamma sorride a trecentosessantacinque denti.
Papà si guarda intorno.
Triste.
Spaesato.
Non è il suo ambiente.

“Oh, che lavoro magnifico che avete fatto ragazzi, complimenti!”

Aspetta a parlare mamma.
Aspetta.

Rose inizia un tour della casa.
Spiega e racconta, con quel tono da saputella che adoro.
Mi sembra di essere tornato in classe e di vederla alla lavagna.

Posso giurare di averla sentita ripassare il discorso che sta facendo tutta la santissima mattina.
Mentre io … mentre io sterminavo tutte le camole del divano.
Per quanto triste, questo genocidio andava attuato.
Costi quel che costi.
Mi sono sentito molto Hitler e molto in colpa.
Ma lei niente.
Spietata.

Ma perché?
Perché fingere di essere invincibili?
Tanto lo sappiamo che il dramma è dietro l’angolo.
Quando tutto sembra andar bene, ecco che un paio di boxer bianchi, miei boxer bianchi, fanno capolino sul letto, macchiati di rossetto proprio … beh proprio lì.

Oh no.

Oh no!

Mamma arrossisce e distoglie lo sguardo.

Papà ghigna malizioso e, per la prima volta da quando è entrato in casa, mi fissa complice e mi fa l’occhiolino.
Ci manca solo che alzi i pollici e mi dia un pacca sulla spalla.

Ma Rose … Rose mi fa paura.
Mi fissa intensamente con odio.
Mi fulmina con lo sguardo.
Volendo conservare un minimo di dignità sta zitta, ma capisco che non finisce qui.

E io?
Io vorrei solo piangere sconfinatamente come Pietro quando il gallo cantò tre volte.
 

D-Day, fine tour
 

 

“Arrivederci Rose!”

La mamma abbraccia Rose e mi stampa un bacio sulla guancia, macchiandomi di rossetto.

Era da quando avevo sette anni che non lo faceva più.
Ormai avevo quasi superato il trauma.

Papà stringe la mano a Rose.

Poveretto, ha solo bisogno di tempo.
Quando l’ha saputo voleva decapitarmi con il vecchio coltello che la zia Elladora usava per decapitare gli Elfi Domestici quando diventavano troppo vecchi per portare i vassoi del tè.
Mi ha inseguito per tutto il maniero brandendo il sopracitato coltello, mentre i ritratti se la ridevano.
Un netto miglioramento, quindi.

Poi si gira verso di me e mi rifà l’occhiata complice.
E ride.
Ma cosa ridi Papà?

Questa mi sfila la spina dorsale e mi ci suona la quinta di Beethoven!

La porta si chiude e …
Ho paura.
Tanta.
Mi giro verso la mia ormai non più dolce metà e …
La vedo.
Eccola lì … la cara e vecchia posizione di battaglia, ereditata da nientepopòdimeno che Hermione Granger in Weasley.
Mani sui fianchi.
Piedi puntati e puntuti.
Leggera flessione del busto in avanti.
E poi .. l’arma più temibile.
GLI OCCHI A FORMA DI BATTIPANNI!

“SCOOOOOOOOOOORPIIIIUUUUUSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!”
E io?
E io niente.
Dalla paura credo di avere ingoiato la lingua.
  

   
 
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