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Autore: Kiary    20/11/2005    10 recensioni
Quando due ragazzi non capiscono cosa c'è tra loro nasocno le incomprensioni e i dispiaceri! Vi auguro una buona lettura!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un lungo sosporo risuonò nella stanza.

Erano giorni ormai che non vedeva nessuno dei suoi amici e persino i contatti in casa si erano fatti più freddi e distaccati; il povero Robby aveva cercato in tutti i modi di entrare nella camera della ragazza, voleva parlarle, cercare di capire cosa le stesse succedendo ma ogni tentativo era stato invano; alle domande che le venivano poste un lungo silenzio scalpitava dietro la porta, a volte si sentiva un sussurro ma era fragile e debole, era carico di paura e di insicurezza.

Sua madre era una donna calma e sicura, era un punto di forza per sua figlia ma in quel momento sembrava estranea alla cosa, non se ne preoccupava più di tanto; questo suscitava in Robby rabbia e spesso scoppiavano furiose liti tra i due ma lei rimaneva piantata nelle sue idee e non la si smuoveva.

La sua idea era semplice, per lei quando si attraversano questi moemtni l'unica cosa di cui non si ha bisogno sono persone troppo premurose accanto, bisogna capire da soli qual è il mostro che ci tornenta e sconfiggerlo da soli così da uscirne senza rimorsi e senza fantasmi che ci perseguiteranno per il resto della vita, in cerca di risposte che aimè non si avranno.

Ma per adesso, nella testa di sua figlia, c'era solo una gran confusione!

Era un mix di emozioni ma non riusciva a collegarle a nessuno, i volti erano tutti sfocati e le voci confuse.

Si passò una mano fra i capelli e appoggiò il viso sulla scrivania; il fresco del legno la distrasse per un pò facendola cadere in un mondo dei sogni irreale; davanti a lei c'erano tutti, non mancava nessuno!

Erano tutti lì pronti per....pronti per cosa?

Lei non sapeva darsi una risposta poi uno di loro si fece avanti.

Il suo viso era familiare alla ragazza che ci mise ben poco a capire di chi si trattasse; lo guardò a lungo finchè lui non le puntò il dito contro; le sue labbra si mossero ma lei non riuscì a captarne le parole, si avvicinò di più al ragazzo ma questo indietreggiò e in breve venne avvoltò dall'oscurità.

-Erik!- fu il nome che la ragazza gridò prima di svegliarsi in un bagno di sudore; si stropicciò gli occhi e constatò che si trovava nello stesso posto dove si era addormentata.

-Ma allora è stato solo un sogno-mormorò prima che il suo sguardo si posasse su una foto....una piccola foto dai contorni usurati dal tempo come anche i ricordi legati ad essa; due bambini erano incorniciati in uno sfondo blu e una sabbia dorata accarezzava i loro corpicini di bimbi; un grande castello di sabbia troneggiava in mezzo a loro e un sorriso sereno segnava i loro volti.

Fissò lo sguardo sul bambino, un piccolo biondino dal sorrisino strafottente ma che lei amava tanto.

Amava?

Ma cosa le era saltato in mente, lei non voleva neanche più bene a lui figuriamoci se lo amava.

Sillabò in mente quell'ultima parola, la ripetè più volte fino ad assaporarne la dolcezza; poi scosse il capo e aprì la finestra; un'arietta fresca le stuzzicò il viso; una sensazione di libertà la pervase e desiderò di rimanere così tutta la vita, tranquilla e serena per il resto dei suoi giorni!

Poi un'immagine, un volto le riaffiorò in mente, lo stesso del sogno.

Lei indietreggiò ma questa volta lui non svanì ma ripetè una parola che lei ocnosceva bene; la ragazza chiuse gli occhi e finalmente lo sentì.

-Rossana-ripetè il ragazzo prima di girarsi e abbandonare quel luogo tetro.

-Ma allora è me che chiamava! Eppure per la prima volta ho provato una strana sensazion, era come....disagio! Disagio per cosa? Bhè di certo non sarà perchè ho puara di averlo deluso!-

Il cuore le iniziò a battere forte e un giramento di testa la costrinse a risedersi sul letto.

-Io che ho paura di aver deluso Erik? E perchè mai? Di lui non me ne frega nulla, semmai è la mamma che ho deluso, o Robby ma Erik proprio no! Però....però quando al matitno mi sveglio lui è il mio primo pensiero e quando la sera scrivo sul diario il suo è il primo nome che ricopio!-

Sospirò rumorosamente, poi aprì l'armadio e si infilò un vestitino giallo con grandi fiori aranzioni, mise un paio di scarpette e uscì dalla stanza; le scale passarono sotto i suoi piedi velocemente e in breve era fuori in giardino.

-Starò facendo la cosa giusta? L'unico modo per saperlo è andare avanti!-si ripetè per darsi conforto e si diresse verso casa di lui.

-Ma era Sana quella che è appena passata?-chiese Robby alla signora Smitt

-Probabilmente starà andando da lui-

Il ragazzo la guardo interrogativamente

-Lui, chi?-

-Dall'unica persona che potrà tirarla fuori da questa storia!-rispose lei riprendendo a sorseggiare il suo thè

Intanto Rossana era arrivata davanti alla porta del ragazzo.

Suonò il campanello e una voce annucniò che sarebbe andato ad aprire a momenti.

Lei giocò con un piccolo braccialetto per allentare la tensione poi ola porta si aprì.

-Si?- disse lui distrattamente prima ancora di vedere chi ci fosse dall'altra parte -Sana? Cosa ci fai tu qui?-

-Dovrei parlati, hai un minuto?- chiese lei non staccando lo sguardo dalla sue scarpe che erano diventate improvvisamente molto interessanti

-Certo, aspetta solo che mi metto una giacca, fa piuttosto freddino!-disse lui

Camminarono in silenzio fino a raggiungere un giardinetto; entrambi si sedettero su un'altalena.

Il primo a parlare fu Erik.

-Allora, come hai passato questi giorni?-

Lei attese un attimo prima di dargli una risposta.

-Veramente non sono qui per parlare di questo-

-A no?-chiese lui fingendo di essere sorpreso

-Ecco io....bhè volevo.....-

Ma la ragazza non riuscì a finire la frase perchè le labbra di lui erano appoggiata alle sue; lei si staccò e lo guardò.

-Scusa ma credevo che un bacio ci stesse bene-

-Erik sei un angelo, ma devo riuscire a dirti tutto-pensò lei

-Allora?- insistette il ragazzo

-Sai due settimane fa quando ho fatto quel provino per quel film?-

Lui annuì.

-Ecco, tutti credevano in me, erano tutti sicuri che mi avrebbero presa ma io dentro di me sapevo che non sarebbe stato così quindi, bhè insomma....al provino non mi ci sono presentata-

-E allora?-

-Ma come e allora? Hai capito che io non ci sono andata?- sottolineò la ragazza

-Guarda che io lo sapevo già!-

Lei rimase in silenzio un attimo, non sapeva cosa dire.

-Perchè non me lo hai mai detto?-

-Perchè non c'è nè stata l'occasione!-

-Sei un cretino!-disse lei con gli occhi carichi di lacrime; si alzò dall'altalena e iniziò a camminare velocemente verso una meta anche a lei socnosciuta

-Ehi apetta un attimo-disse lui afferrandola per un braccio -qual è il problema?-

-Lo vuoi davvero sapere? Ne sei sicuro? Bene! Il problema è che io per tutti questi giorni ho creduto di averti deluso, non dormivo la notte per questo e la cosa bella è che non so neanche il perchè visto che di te non me ne frega nulla!- disse lei quasi gridando le ultime parole

Erik la guardò e la prese tra le sue braccia.

-Sei una scicca, te l'ho sempre detto e continuerò a ripetertelo! Tu non mi hai deluso, anzi non partecipando al provino mi hai reso orgoglioso di te perchè hai dimostrato di sapere quali sono i tuoi limiti! E ora smettila di piangere o sembrerà che sono passato sotto una cascata e qui in Giappone cascate per strada non se ne sono ancora viste-

Lei si asciugò gli occhi e sorrise.

-Erik non è vero che non me ne frega nulla di te, io ti voglio bene e te ne ho semrpe voluto!-

-io invece non ti voglio bene-

-Ah no?-

-No perchè io ti amo!-

Una lacrima scese furtiva e solcò la guancia rosea di lei.

-Batsa ora non dico più nulla se no ricominci a piangere- disse lui

-Queste sono lacrime di felicità! Ho cercato mille parole per cercare di non dire quell'unica parola che invece era quella giusta! Erik anche io ti amo e voglio che neinte più ci separi, okey?-

Il ragazzo le prese il viso tra le mani e la baciò.

Un bellissimo tramonto padroneggiava alle loro spalle e quel bacio risuonò nell'aria creando intorno a loro un'atmosfera di serenità, proprio ciò di cui lei aveva bisogno!


  
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