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Autore: Celidonia    14/11/2010    3 recensioni
Edward, tre anni dopo aver lasciato definitivamente Bella, prima di andare a farsi uccidere dai Volturi per la troppa sofferenza, scrive una pagina di diario nella quale ricorda momenti trascorsi con l'amata, e l'amore struggente provato nei suoi confronti.
La pagina di diario diviene, verso la fine, una vera e propria one-shot nella quale Edward vive di prima persona il fatto di trovarsi a Volterra (in contemporanea mentre lui scrive la pagina).
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un'altra pagina è stata girata, altre parole sono pronte per essere incise per sempre su questo foglio ingiallito, l'ultimo. So che è stupido ed insensato continuare a scrivere di noi, di te, di ciò che appartiene al passato, ma cos'altro mi rimane?

Infondo, queste parole faranno da mia ultima dichiarazione.

Vorrei farti sapere, in qualsiasi maniera, il fatto che io non me ne sono mai andato perché non ti amavo più, non so come tu abbia fatto a credere ad una bestemmia simile. Me ne sono andato per lasciarti vivere una vita felice, lontana dal desiderio di diventare qualcosa di oscuro, ma soprattutto di permettermi di privarti di qualcosa di meraviglioso: la tua anima. So per certo che riferirtelo scatenerebbe un inutile dolore, e sarebbe ingiusto nei tuoi confronti rimembrarti di pensieri e ricordi ormai spenti per sempre.

Ho passato questi ultimi anni della mia esistenza insieme ai miei pari, a differenza però, che i loro occhi erano di un forte cremisi. Molte volte mi spingevano a ritornare quello che non avrei mai voluto essere, quello per cui mio padre ha sempre combattuto e quello di cui io mi disgustavo al solo pensiero. Ma la vera ragione per cui adesso non sono a sporcarmi le mani di sangue innocente,- e credimi, Bella, ne sarei capace - sei tu. Si, perché non potrei mai vivere sapendo che, anche lontanamente, tu pensassi a me in quella maniera, a quel mostro che io ho sempre cercato di scacciare, ma che, con scarso successo, ti ha fatta solo allontanare da me.

Ti immagino, adesso, accoccolata sul tuo letto, con le labbra leggermente dischiuse, raggomitolata su te stessa, sicuramente freddolosa per le coperte non più a coprire quel tuo corpo esile. Mi ritorna in mente una di quelle tanti notti che passai accanto a te. Dopo che pronunciasti il mio nome con quel sorriso appena spuntato che solo tu mi sai regalare, presi una coperta per proteggerti dal freddo e ridarti quel piacevole calore perso.

Oppure quella volta che, inconsapevolmente, dicesti che mi amavi.

Come rimpiango quei tempi, amore mio. Tu, che hai riscaldato con la tua compagnia il mio cuore ormai congelato da secoli; tu, che mi hai ridato quella voglia di vivere che avevo perso invano: tu, che sarai sempre accanto a me, in ogni istante colmerai i miei giorni e le mie notti di gioa e amore, perché ripensandoti potrò solo avere pensieri felici.

Ti vedo, adesso, uscire in giardino, con in mano un libro, sempre lo stesso. Mi scappa un sorriso. Vedo i tuoi capelli che, grazie ai raggi solari, creano giochi di colore alle tue ciocche, le quali, sinuose, si muovono al vento.

Ieri sono ritornato, sai? Si, ti ho vista passeggiare mano nelle mano con lui. Infondo doveva andare così, no? Mi sto convincendo sempre più del fatto che adesso hai una nuova vita, e che ogni battito del tuo cuore non sarà più per me, ma per un altro.

Si, lo so, sono stato uno stupido a tornare, perché adesso, come mai prima, lo squarcio sta ricominciando a riaprirsi e quelle ferite che avevo pensato chiuse per un breve tempo, in realtà non si sono mai rimarginate. Ma non potevo non vedere il tuo viso per l'ultima volta, prima che la morte accompagni il mio ultimo respiro.

Ricordi le ultime parole che ti dissi? Quelle che avrebbero causato la fine di tutto? Quelle che ti hanno ferita irrevocabilmente? Io si, una per una. E pronunciandole dentro di me, sento come uno strappo, come se ogni lettera provocasse un taglio al mio inanimato cuore. Si, è proprio così, adesso non mi sento più un uomo, perché agli uomini, anche a quelli più cattivi, è stato donato un cuore. Ma il mio è scomparso come la tua presenza, e al posto di esso c'è uno squarcio, tanti tagli che ad ogni respiro bruciano e mi lacerano dentro, nel profondo.

Sono felice per te, sai? Sono felice del fatto che adesso, grazie a lui, hai ricominciato a sorridere. Sono felice perché, in un modo o nell'altro, adesso puoi vivere veramente. Ciò che ti potevo offrire io, non è degno della persona che sei.

Mentre guardo le vostre mani intrecciate, e i vostri sguardi che, appassionati, si incontrano, non posso far altro che pensare ai momenti passati insieme. La volta che ti salvai dall' incidente d' auto a scuola, ricordi?

Quando poi, per il tuo bene, per non condannarti ad una vita fatta di sofferenza e sacrifici, ho dovuto rinunciare a parlarti. Ma sapevo che non avrei resistito a lungo, perché, anche se non me ne rendevo conto, mi ero già innamorato di te.

Oppure la volta che decisi di andarti a trovare di notte, e inconsapevolmente mi ritrovai nella tua stanza: troppo piccola per contenere una persona con un cuore così grande. Rimasi lì, a guardarti dormire, ma soprattutto a guardarti per l'ultima volta, perché di lì a poco sarei partito. Ma, come al solito, tu sconvolgesti i miei piani. E piano piano, nel sonno, pronunciasti il mio nome, pregando di non andarmene.

Oh, che emozioni che provai in quell'istante, Bella! Emozioni che da troppo tempo non provo più.

Così decisi di rimanere, perché anche da egoista che sono, volevo rimanerti accanto, per sempre.

Volevo accompagnare la tua vita, giorno per giorno, notte per notte. Volevo perdermi nei tuoi occhi in ogni istante; volevo sentire il tuo cuore battere, in sincronia, ormai, con me; volevo sentire il calore delle tue soffici mani, che leggere accarezzavano la mia gelida pelle; volevo essere il rimedio alle tue lacrime; volevo vederti sorridere, per poi sorridere insieme a te; volevo solamente accompagnarti a scuola, giorno dopo giorno, mano nella mano; volevo unicamente guardarti, guardare la persona che da secoli ho aspettato, ma che, grazie a quello che sono, ho perso.

Chiedevo tanto? Probabilmente si.

Ho mantenuto la mia promessa, non vedi? Sono passati tre anni ed è proprio come se io non fossi mai esistito. Proprio come se tu non mi avessi mai conosciuto.

Come sono stupido, penserai: anche se ho fatto di tutto per farti dimenticare di me, per farti vivere una vita degna della persona che sei, non potrò farti scordare tutto quello che abbiamo passato insieme, solo andandomene. Perché proprio come sta succedendo a me, i ricordi si trattengono sempre dentro di noi, e non possono essere cancellati. Spero solo che il ricordo di me non ti impedisca mai di essere felice.

Quante volte rimpiango il fatto di non poter versare una lacrima..

Adesso sono al centro esatto della piazza di Volterra, pronto per mettere fine alla mia esistenza. Il sole è alto e molta gente mi osserva perché ho addosso un giaccone pesante. Sai che non posso espormi al sole.

Solo un passo e tutto il dolore e la sofferenza patiti saranno messi a tacere, anche se so che dall' inferno, pensare a te mi farà comunque star male.

Sparirò, amore mio, non saprai più dove sono, capirai che con me non potevi andar lontano, e saprai dar di più. Trova un uomo che sia buono e che ti ami più di me, anche se io credo sia impossibile..

Avrei voluto avere la forza di vivere più a lungo, solo per vederti crescere e diventare donna. L' avrei fatto di nascosto, però, infiltrato nella foresta, come un vero mostro.

Mi spieghi come posso essere felice se non ci sei tu accanto a me? Come posso essere felice se tu adesso condivi ogni gioia della tua vita con lui? No, devo essere felice, devo farlo per te! Lo continuo a ripetere ma tanto so che pur essendolo, non potrei mai desiderare altro che essere umano, per poter rimanere al tuo fianco senza metterti in pericolo.

Come odio queste mie mani così fredde e dure, per la tua pelle così calda e soffice!

Ormai è troppo tardi.

E' arrivato il momento, sento suonare le campane.

Non saprai mai che fine ho fatto, Bella. E adesso, qui, in mezzo a questa piazza, non posso far altro che stringere i pugni fino a far male e rivivere nella mente i ricordi più potenti, in segno di rassegnazione.

Non ho paura, sai? Mi dispiace solo del fatto che il giorno del tuo matrimonio non potrò essere infondo alla fila, per osservarti e per applaudire quando pronuncerai il “si” che ti cambierà la vita. Oh, sarai bellissima, Bella. Tuo padre e tua madre piangeranno commossi, contenti del fatto che tu abbia trovato un uomo degno di te. Ma non ci sarà mai nessuno in grado di amarti quanto ti ho amata io.

Addio, mia Bella. Ti auguro una vita felice, e spero che il ricordo di me si perda nella tua memoria con il passare del tempo.

Avanzo di un passo. Il sole illumina le mie mani.

Devo andare via, dì che è tutta colpa mia, ma dì al mondo che ti ho amata alla follia.

Sono pronto per mettere fine alla mia esistenza, perché se non ci sei tu a condividerla con me vivere per l'eternità non avrebbe senso.

Ti Amo, ovunque il destino mi porterà.

Edward

   
 
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