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Autore: MiaStonk    14/11/2010    11 recensioni
I pensieri di George Weasley nei giorni,negli anni successivi all'episodio che per sempre lo ha cambiato. Una One-shot senza pretese,colma di quell'amore tra i più veri e duraturi: quello fraterno. E' scritta sui versi della poesia di W.Auden: Funeral Blues.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ridere ancora, anche senza di lui

 

 

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.



Lo odiavo. Nell’istante stesso in cui seppi che il suo cuore aveva smesso di battere, sentii di odiarlo. Se n’era andato, portando con sé una parte del mio cuore o probabilmente se l’era trascinato via tutto intero. Come aveva potuto pensare che avrei continuato a vivere senza di lui? Come aveva potuto abbandonarmi?
 


Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.


 
Nessuno poteva capire quello che provavo. Nemmeno la mia famiglia. Loro avevano perso un figlio, un fratello. Io avevo perduto una parte di me. Qualcosa si era rotto dentro il mio corpo e non era solo il mio cuore. Era un dolore parlare, era un dolore persino respirare. Sentivo ogni lembo della mia pelle bruciare, mi dolevano persino le ossa. Probabilmente avevo finito la mia scorta di lacrime perché dopo qualche tempo non riuscivo nemmeno più a piangere. C’era un enorme macigno posato su di me, mi impediva di muovermi.


 
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.


 
Ogni notte guardavo il suo letto accanto al mio, vuoto. Non c’era più quell’ammasso di coperte, quella testolina rossa che a stento si intravedeva. Ma era lì che il suo corpo doveva giacere, non in un freddo tumolo di pietra.

 

Quel posto non si addiceva a lui, era tetro e buio. Tutto il suo opposto. Avrebbe riso ancora nel posto in cui si trovava? Avrebbe continuato a burlarsi degli altri, a progettare scherzi? E… avrebbe continuato a volermi bene?
 
Non ero niente senza di lui, non lo sarei mai stato. Ero incompleto, difettoso. Passavo le mie giornate davanti allo specchio, era l’unico modo per rivederlo. Cercavo di sorridere perché era così che lo ricordavo e non inerte, disteso su un tavolo di legno:freddo, morto.

 

Allungavo una mano a toccare la superficie riflettente, volevo accarezzare quel volto, scompigliare quei capelli. Ma non ci riuscivo, così abbassavo lo sguardo e restavo ore col capo chino sulle mie ginocchia, ad attendere qualcosa che non sarebbe mai arrivata.
 
 
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare
.


 
E col passare degli anni svanì la speranza che tutto fosse una delle sue burle. Non varcò mai la porta della Tana, non sbucò mai da uno degli scaffali dei Tiri Vispi e non corse mai verso di me ad abbracciarmi.

 

Non sarebbe ritornato, Fred Weasley se n’era andato per sempre.


 
Potrei dire che dopo tutti questi anni, dopo il mio matrimonio e la nascita dei miei figli il dolore si sia attenuato. Ma sarebbe una menzogna. Come allora ogni giorno osservo la sua immagine allo specchio, eppure qualcosa è cambiato.

 

Ora riesco a sorridere perché in questo modo almeno posso ricordarlo esattamente com’era. E come sono certo avrebbe voluto che gli altri, che io pensassimo a lui: col sorriso furbo sulle labbra, con gli occhi vispi e il volto radioso.


 
Fred mi aveva insegnato qualcosa che non si imparava tra i banchi di Hogwarts e che mai avrei dovuto dimenticare:


‘  La gente ha bisogno di ridere ‘
Io avrei dovuto ridere ancora, anche senza di lui.

 

 

 

 

 


 
 
 
 
 
 
 
La morte di Fred è ciò che più mi ha colpito nell’ultimo libro della Rowling, lo ammetto. Adoravo i gemelli, erano tra i miei personaggi preferiti in assoluto. Non ricordo per quanto ho pianto nel leggere quelle poche righe. Ed ero restia a scrivere qualcosa su di lui o George, eppure oggi mi sono decisa a farlo. L’ispirazione è nata rileggendo questa poesia di W.Auden: Funeral Blues,che io adoro.

 

   
 
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