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Autore: Asiel    14/11/2010    1 recensioni
Gli scoobies affronteranno non solo vampiri e demoni, ma anche gli incubi e i rimpianti del loro passato, trascinandoli in un vortice dove difficilmente riusciranno a riemergere.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, Willow Rosenberg, Xander Harris
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il passato torna sempre

 

Cap. 1

 

 

 

Un dolore improvviso la colpì dietro alla nuca. Il suo corpo si accasciò a terra e la sua mente si chiese cosa diavolo stesse succedendo. Alzò lo sguardo e vide che c’era né un altro. Sbuffando stizzita, scattò in piedi con un colpo di reni. Fece girare il paletto nella sua mano destra, per poi ficcarlo nello sterno del suo avversario. Quello divenne cenere.

“Buffy”.

Il sussurro di Giles la fece sorridere. Lo sapeva che né gliene mancava ancora uno. Sentì un rumore impercettibile e saltò verso quella direzione.

Il vampiro, anche se era appena uscito dalla tomba, era molto forte. Sorrise, era meglio così. Doveva sfogare il nervosismo che si era accumulato in quei giorni, e cosa c’era di meglio di una bella scazzottata?

I pugni lo centrarono esattamente in pieno volto, facendolo barcollare, ma Buffy non era ancora soddisfatta.  Aveva appena cominciato a scaldarsi.

“Buffy, qui non siamo a Sunnydale. Inizia a far freddo” balbettò Xander, soffiando sulle proprie mani per scaldarsele.

Buffy ridacchiò.

“Lo sistemo subito!” gli disse con tono sicuro.

Il vampiro, con cui stava combattendo, ringhiò il suo disappunto.

“Ma chi ti credi di essere? Nessuna ragazzina può battere un vampiro” e detto questo, si lanciò sopra di lei.

Buffy sorrise. Estrasse il paletto d’emergenza dalla tasca del jeans, e mentre il suo avversario volava su di lei, disse:

“Una ragazzina no, ma la Cacciatrice sì!”.

Il paletto andò a segno e il vampiro si tramutò in polvere.

Xander e Giles si scambiarono un sorriso e si avvicinarono alla ragazza, la quale stava guardando la sua giacca di pelle. La sua faccia era una maschera di terrore.

“Dawn mi ucciderà!” borbottò Buffy, quando vide la manica mezza staccata.

“Meglio nascondere le armi, allora” ribatté Xander seriamente.

Conosceva Dawn e poteva immaginare che reazione avrebbe avuto la sorella di Buffy quando avrebbe visto la sua giacca preferita ridotta in quel modo.

“E se chiedessi a Willow, di ripararla con la magia?” propose la Cacciatrice.

“Willow deve usare i suoi poteri solo in caso d’emergenza” disse Giles, togliendosi gli occhiali per pulirli.

“Ma questa è un’emergenza!”.

Il suo ex Osservatore alzò a malapena gli occhi su di lei, limitandosi a rimanere in silenzio.

“Ok, forse non è proprio un’emergenza, ma ci si avvicina molto” mormorò la cacciatrice a bassa voce.

Xander le cinse le spalle con un braccio e la tirò verso di sé delicatamente.

“Appena G-man va a dormire, noi andremo da Willow”.

Buffy si limitò ad annuire con un sorriso.

Si avviarono verso l’uscita del cimitero, sussurrandosi piani, mentre Giles camminava impettito davanti a loro.

Una volta raggiunta la macchina, l’ex Osservatore si fermò e si voltò verso di loro, cogliendoli sul fatto.

“Anche se sto invecchiando, non vuol dire che io stia diventando sordo o stia perdendo le mie capacità mentali. Quindi, niente incantesimi! Buffy, tu spiegherai a Dawn cosa è successo e se tua sorella tenterà di ucciderti, credo che il fatto che tu sia una Cacciatrice potrà rivelarsi utile per la tua sopravvivenza! Adesso, salite in macchina!”.

Xander e Buffy si guardarono e, con un sospiro, seguirono in macchina l’uomo che era diventato un padre per tutti loro.

L’auto scivolava per le vie buie di Cleveland, mentre una leggera pioggia scendeva da un cielo buio e senza stelle.

Buffy stava osservando il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. Tutti quei palazzi alti e anonimi le procuravano una fitta al cuore. Sapeva che cos’era. Sentiva terribilmente la mancanza di Sunnydale.

Dove adesso c’era quel cratere profondo, un tempo sorgeva casa sua.

Lì aveva trascorso i migliori anni della sua vita e conosciuto persone che erano entrate a far parte del suo destino. Molti erano sopravvissuti a quel disastro, ma i pochi che erano morti durante quei sette anni, pesavano sulla sua anima come macigni.

Sua madre, Anya, Tara e Spike.

Al pensiero del vampiro biondo, Buffy boccheggiò. Erano passati due anni dalla sua morte e lei non era ancora riuscita a farsene una ragione.

Si chiese dov’era in quel momento. Sapeva che non poteva trovarsi in quella sorta di paradiso, dove un tempo lei era stata. Ma immaginarlo in una dimensione infernale, la faceva sentire colpevole di non averlo amato prima della sua morte.

Quando gli aveva detto che lo amava, era chiaro che gli stesse mentendo, tanto che lui se ne era reso conto. Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo che aveva, mentre lei correva per mettersi in salvo.

I giorni successivi alla sua morte erano passati lenti e inesorabili.
Se non fosse stato per Willow, lei e Xander, distrutto per la morte di Anya, non avrebbero mai potuto farcela.

Era stata la strega a spronarli ad andare avanti.

“Se non lo volete fare per voi stessi, fatelo per loro” aveva detto una volta, quando li aveva visti particolarmente addolorati.

“Tu vai avanti per Tara?” le aveva chiesto Buffy, pentendosene quasi subito.  La morte di Tara era ancora un tabù per la strega.

“Io vado avanti solo per lei” aveva sussurrato la sua migliore amica, prima di lasciarli.

Con il passare dei mesi, erano riusciti a risollevarsi ma la loro mancanza si sentiva sempre di più.

Adesso vivevano a Cleveland, a guardia della nuova Bocca dell’Inferno, mentre le altre Cacciatrici erano distribuite per il mondo a combattere il male.

La loro casa si trovava in periferia. Era una villetta antica, ma molto comoda e spaziosa e se c’era qualche problema, Xander indossava il suo elmetto giallo e li risolveva in un attimo.

Vivevano tutti insieme: lei, Xander, Dawn, Willow con Kennedy e Giles; e si mantenevano soprattutto grazie alla strega, che aveva sviluppato un nuovo software per il quale tutte le aziende informatiche pagavano fior di dollari pur di averlo.

Sembrava che la loro vita procedesse bene, a parte uccidere vampiri e demoni e sventare qualche apocalisse ogni tanto, ma ai tre Scoobies mancava qualcosa e quel qualcosa era impossibile raggiungerlo.

Quando Giles parcheggiò nel vialetto, i sensi di Buffy percepirono del pericolo.

Aprì con violenza la portiera, sradicandola, e si lanciò verso la porta d’ingresso.

“Buffy!” la chiamò Xander, mentre Giles guardava desolato la sua auto.

La Cacciatrice non li aspettò e si fiondò dentro casa, dirigendosi sulla sua sinistra, verso il soggiorno.

A separare Dawn e Kennedy, c’era un tavolino sul quale erano appoggiati recipienti pieni di patatine e popcorn. Le due ragazze urlavano così forte, che non si erano accorte della Cacciatrice ferma sulla soglia che le fissava.

“Dov’è andata?” gridò Kennedy, con tono minaccioso.

“Ti ho detto che non lo so!”.

“Non dire cazzate, Dawn. So che giorno è oggi!”.

“Allora se lo sai, perché me lo chiedi?” ribatté Dawn, ritornando per un istante a essere la ragazzina pestifera che era stata un tempo.

Kennedy sbuffò sonoramente e gettò indietro i suoi lunghi capelli neri, per vedere meglio la ragazza di fronte a lei.

“è andata ancora da quella?” domandò freddamente.

Dawn s’irrigidì.

“Ha un nome”.

“Non ho nessuna intenzione di pronunciare il nome che mi ha perseguitato da quando ho conosciuto Willow!”.

“Perseguitato? Ma cosa ti aspettavi, eh? Tara è stata l’amore della sua vita. È ovvio che sia andata da lei, oggi” urlò Dawn, rossa in viso.

“è morta!” esclamò Kennedy. “Il suo corpo non esisterà neanche più. È solamente polvere!”.

La faccia di Dawn si contorse e la ragazza cercò in un tutte le maniere di non piangere.

Quando Buffy sentì le parole di Kennedy e vide sua sorella scoppiare in lacrime, decise d’intervenire.

“Kennedy” disse, annunciando la sua presenza.

Le due ragazze brune si voltarono verso di lei.

“Buffy” la salutò la Cacciatrice più giovane.

“Chiedi scusa a mia sorella e a me…”
“E a me”.

Xander entrò anche lui in salotto e si affiancò a Dawn, prendendola tra le sue braccia e confortandola.

“Ci sono anch’io” aggiunse Giles, facendo il suo ingresso.

Kennedy guardò ciascuno di loro, per poi assumere un atteggiamento strafottente.

“Chiedere scusa di cosa?” domandò con finto tono innocente.

Buffy strinse le mani a pugno e tentò di calmarsi facendo lunghi e profondi respiri.

Un silenzio carico di tensione calò su di loro, in attesa che qualcuno dicesse o facesse qualcosa.

A un tratto sentirono un tintinnare di chiavi e il cigolio della porta d’ingresso che si apriva.

“C’è nessuno?”.

La voce di Willow giunse fino a loro.

“Willow, siamo qui in soggiorno” gridò Buffy.

La strega li raggiunse. Era molto pallida e i suoi strabilianti occhi verdi erano spenti e arrossati. Non ci voleva molto a capire che aveva da poco finito di piangere.

“Ma siete impazziti a lasciare la porta aperta? Ho immaginato le cose più orribili! Demoni che sono entrati e che vi hanno ucciso. Cioè, non sto dicendo, Buffy, che tu non riusciresti a tenerli a bada. Anzi, sicuramente li avresti abbattuti tutti in due secondi. Con una mano legata dietro alla schiena… e anche con gli occhi bendati… e…”Willow s’interruppe.

Il suo sguardo si spostò da Buffy a Kennedy, per poi puntarlo su Giles e infine su Xander, che teneva ancora stretta Dawn tra le sue braccia.

“Che cosa sta succedendo?” domandò con voce tremante, rimanendo a debita distanza da loro.

“Stiamo avendo un piccolo diverbio…”iniziò a dire Giles.

“Oh, chiuda il becco” sbottò Kennedy, muovendo qualche passo verso la sua ragazza. “Dove sei stata?”.

Gli occhi di Willow si spalancarono . “A un incontro di lavoro…”.

“Adesso, portare i fiori su quello che è rimasto della tomba della tua ragazza defunta, è andare a un incontro di lavoro?”

“Kennedy, io…”
“Basta, Willow! Non ne posso più di combattere sempre contro un fantasma. Sarebbe stato meglio che non l’avessi mai incontrata. Ti ha rovinato la vita! È stata la cosa peggiore che ti sia mai capita…”.

Lo schiaffo che la colpì in viso, la azzittì all’istante.

Willow respirava velocemente, mentre tentava in tutti i modi di non perdere il controllo. Buffy, notando la battaglia che infuriava dentro la sua migliore amica, si avvicinò a lei. Le abbassò delicatamente il braccio, per poi rivolgersi a Kennedy.

“è meglio se te ne vai, prima che non risponda delle mie azioni!”.

“Non mi fai paura, Buffy. E non sei tu che mi stai cacciando, sono io che me ne vado! Non posso continuare a vivere in un mausoleo”.

“In che cosa?” domandò Xander.

Kennedy si voltò verso lui. “Willow non è l’unica che vive nel passato, pure tu e Buffy siete ancora legati a esso. Voi tre siete ancora innamorati di gente che non potrà mai, e dico mai tornare. Dovete ficcarvi in testa, che Tara, Anya e Spike sono morti. Tenete le loro cose, convinti che ritorneranno, ma non sarà così! Siete patetici!”.

Kennedy rivolse a loro un sorrisetto, per poi rivolgersi a Willow.

“Sai dove trovarmi, ma sono sicura che non ti rivedrò. Continua pure a stare insieme a una persona morta, se questo ti rende felice…”.

La Cacciatrice più giovane superò Buffy e Willow, dirigendosi verso le scale.

Nessuno mosse un muscolo, anche se si potevano udire ancora i singhiozzi di Dawn. I tre Scoobies evitavarono di guardarsi. Le parole di Kennedy erano vere. Erano ancora innamorati del passato.

Giles, sapendo perfettamente cosa stava succedendo ai suoi ragazzi, decise di prendere in mano la situazione.

“Perché non andate in cucina, mentre io mi assicuro che Kennedy abbia tutto l’aiuto di cui ha bisogno”.

Xander si riscosse. “Sarà Giles ad aiutarla o Ripper?”.

L’ex Osservatore nascose un sorriso mentre saliva le scale.

I ragazzi si diressero in cucina. Willow, Xander e Dawn si sedettero al piccolo tavolo, mentre Buffy si avvicinava ai fornelli per mettere su un po’ di the. Scosse la testa, notando quanto le abitudini di Giles si erano radicate in lei.

Una volta servito, i quattro presero tempo soffiando sulle loro tazze bollenti.

“Sapevo che sarebbe andata a finire così” disse tutto a un tratto Willow.

“Willow... ”.

“No, Xander. Ha ragione Kennedy. Se fossi stata veramente innamorata di lei, oggi non sarei andata a Sunnydale”.

“A proposito, come hai fatto ad andare e a venire così presto?” domandò Dawn, aggrottando la fronte.

Willow sorrise maliziosamente. “Magia…”.

I quattro ridacchiarono, per poi interrompersi di colpo quando sentirono dei passi scendere le scale. Quando udirono il tonfo della porta richiudersi, rilasciarono tutti un sospiro di sollievo.

“Non so cosa mi abbia trattenuto dal saltarle addosso” borbottò la Cacciatrice.

“Il fatto che lei abbia centrato il punto”.

Giles era appena entrato in cucina, rispondendo alla sua domanda. “E anche…” aggiunse, una volta preso del tè e seduto di fianco a Dawn, “ che tu sei la Cacciatrice in capo”.

“Non mi sembrano ancora dei motivi validi”.

Giles decise di sorvolare sull’ultimo commento della sua protetta, per focalizzare la sua attenzione su Willow.

“Le hai fatto gli auguri anche da parte nostra?”.

Gli occhi della strega divennero lucidi, ma non una sola lacrima riuscì a rompere i loro argini.

“Sì, e tanto che c’ero, ho salutato anche gli altri…”.

“Grazie” le sussurrò Xander.

Willow sorrise e gli strinse una mano.

“Mi dispiace per Kennedy” le disse Dawn.

“Non ti preoccupare. Non sarebbe durata ancora a lungo. Se non fosse stata lei, sarei stata io tra non molto…”.

“A me, invece, non dispiace per niente” sbottò Buffy, ancora arrabbiata per via della discussione avvenuta prima. “Ma chi si crede di essere quella ragazzina? Non ha nemmeno vent’anni!”.

“E con questo, cosa vorresti dire?” indagò Dawn, fulminando sua sorella.

“Oh, andiamo. Non avete la maturità necessaria per permettervi di giudicare gli altri. E le cose che ha detto, poi…”.

“Perché che cosa ha detto, mentre io non c’ero?” chiese con un sussurro Willow, ma la risposta non arrivò mai, perché Dawn si era alzata in piedi, furiosa.

“Buffy Anne Summers, come puoi dire una cosa del genere, quando tu a vent’anni hai combattuto contro Glory, sacrificandoti per salvarmi!”.

“Ma quello è stato diverso!” si difese Buffy.

“Diverso?”

“Will, prepara i popcorn. Stiamo per assistere a un litigio in pieno stile Summers” mormorò Xander a Giles e a Willow, entrambi imbarazzati.

All’improvviso, qualcuno bussò alla porta d’ingresso. Immediatamente, le due sorelle si fecero silenziose.

Il bussare continuava, diventando sempre più insistente.

Buffy gettò un’occhiata verso l’orologio e vide che erano le tre del mattino.

“Chi può essere?” sussurrò Dawn.

“Niente di buono” rispose Buffy, dirigendosi verso l’ingresso.

Prima di aprire la porta, afferrò la spada appoggiata alla parete e dopo aver fatto un cenno agli altri, che l’avevano seguita, aprì la porta.

Una ragazza con lunghi capelli neri e grandi occhi castani si reggeva a malapena in piedi.

Aveva tagli ed escoriazioni su tutto il corpo e un’enorme ferita era ricamata sul lato sinistro dello stomaco.

“Ciao, B. Posso entrare? Giuro che cercherò di non sporcarti il tappeto” disse Faith, cercando di sorriderle.

Buffy agì d’istino, la prese tra le braccia e la portò subito in soggiorno. La fece stendere sul divano e poteva sentire i membri della sua famiglia darsi da fare per aiutare la ragazza.

“Chi ti ha ridotto così, Faith?” chiese Buffy.

Faith si limitò a sorridere. “ Se te lo raccontassi”, disse” non ci crederesti!”.

“Buffy, spostati. Devo fare un incantesimo di guarigione”.

La Cacciatrice si volse verso la strega.

“Sei sicura? Te la senti?”.

“Se non lo faccio, morirà” sussurrò Willow, posizionando le sue mani sulle ferite di Faith.

La strega tentò un paio d’incantesimi e con molta lentezza, le ferite smisero di sanguinare, ma Buffy e gli altri si accorsero della sua espressione accigliata e confusa.

“La maggior parte di queste ferite sono magiche” disse Willow, guardando la Cacciatrice bruna.

“Esatto, Red”.

“Ma l’energia che sento non può essere reale”.

“Certo che lo è. È esattamente quello che la tua testolina rossa sta pensando”.

“A che cosa stai pensando, Willow?” domandò Dawn, divorata dalla curiosità.

La strega scosse la testa e alzò lo sguardo verso di lei.

“A una cosa impossibile, Dawnie”.

“Cioè?” insistette Xander.

Ma Willow non rispose e tornò a fissare Faith.

“Chi è stato?”.

La Cacciatrice bruna sorrise nuovamente, alzò il bracco e indicò una foto appesa sopra il baule delle armi.

La foto era stata scattata tanto tempo fa, a Sunnydale. Mostrava due ragazze e un ragazzo, biondi tutti e tre, anche se di sfumature diverse. La ragazza più piccola sorrideva apertamente verso la fotocamera, mentre l’altra tentava di nascondere il viso sorridente coprendolo con i suoi lunghi capelli.  Il ragazzo, invece, aveva un’espressione infastidita, anche se si poteva notare il sorriso che aleggiava sulle sue labbra.

Quella era l’unica foto che avevano scattato insieme, dopo molte insistenze da parte di Dawn, ed era stata battezzata con il nome “ Nuovi Scoobies”.

Mentre Faith la indicava, Tara, Spike e Anya continuavano a sorridere dalla foto che li aveva immortalati.

 

 

 

 

Buongiorno a tutti.

Spero che vi sia piaciuta e che commenterete (anche per dirmi che non vi piace).

Nel corso della FF farò dei riferimenti all’ottava stagione, ma il nemico sarà diverso.

Non ci saranno accenni di Angel, perché lo ammetto, lo spin off non l’ho mai visto, a parte qualche puntata. ^_^

Grazie a tutti,

Asiel

  
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