14/11/2010
2 recensioniRegulus Arcturus Black
Un Mangiamorte “diverso”
Un Mangiamorte.
Era diventato un Mangiamorte.
E la sua famiglia ne era entusiasta.
I suoi genitori ne erano fieri, non facevano altro che riempirlo di complimenti, doni e attenzioni.
Fino ad un paio di settimane prima questo era quanto di più vicino al paradiso ci fosse per Regulus Black.
era al colmo della felicità, solo una cosa poteva rovinare quella meravigliosa sensazione: il disprezzo di suo fratello maggiore Sirius.
Regulus Black aveva sempre cercato di essere un figlio perfetto: aveva seguito gli insegnamenti dei suoi genitori, aveva obbedito loro, li aveva compiaciuti in ogni modo possibile ma, nonostante tutto, non riusciva ad essere soddisfatto.
Gli mancava qualcosa e quel qualcosa era la stima di Sirius.
Malgrado la sua famiglia lo avesse sempre elogiato per la profonda diversità rispetto al fratello, lui desiderava di assomigliargli almeno un po'.
Voleva possedere parte del suo coraggio, della sua astuzia, della sua forza di volontà, del suo fascino, ma soprattutto desiderava che fosse orgoglioso di lui.
Fu con quel sentimento nel cuore che una notte, pazzo per l'agitazione, si diresse verso l'armadio di Kreacher e si fece accompagnare alla caverna di cui nessuno, tranne il Signore Oscuro, avrebbe dovuto conoscere l'esistenza.
Si fece condurre all'interno e, una volta giunti sull'isola, ordinò all'elfo di somministrargli la pozione senza dare peso ai suoi successivi deliri, di sostituire il medaglione sul fondo del bacile con una copia e di tornare a casa, senza raccontare nulla, lasciandolo lì a morire.
Kreacher aveva tentato di protestare, ma un elfo domestico è legato agli ordini del proprio padrone e non vi si può sottrarre.
Così Regulus infilò una mano nel mantello e estrasse un biglietto:
“Al Signore Oscuro
so che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. ho rubato il vero horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo mortale,
R.A.B.!”
Inserì lo scritto nel falso medaglione e comandò a Kreacher di iniziare il suo compito,
con le lacrime agli occhi, l'elfo evocò un calice, lo intinse nel bacile e versò il suo contenuto nella gola del padrone.
L'effetto fu immediato e Regulus cominciò a contorcersi per il dolore, ma Kreacher doveva eseguire gli ordini, così continuò nel suo intento, disprezzandosi per il male che stava causando all'unica persona che lo avesse mai trattato come un amico e non come uno schiavo.
Al terzo sorso, Regulus iniziò a delirare: chiamava sua madre, suo padre, il Signore Oscuro, ma soprattutto invocava il nome di Sirius.
Lo pregava di perdonarlo, di dimenticare tutte le volte in cui l'aveva disprezzato, ignorato per dare adito al fanatismo dei genitori verso le Arti Oscure.
Dopo alcuni minuti il bacile si svuotò, Kreacher sostituì i medaglioni e rimase immobile a fissare il proprio padrone venire divorato dal dolore.
Regulus si avvicinò all'acqua, contorcendosi, e, appena la sfiorò con un dito, una moltitudine di esseri lo trascinò verso il fondo del lago, annegandolo.
Il suo ultimo respiro lo dedicò al fratello: “Ora puoi essere fiero di me”, sillabò a corto di fiato e un secondo più tardi fu costretto sotto la superficie, sparendo per sempre alla vista.