Autore: Lovegio92
Categoria:
Harry Potter
Titolo
della
storia: Veramente, Amore...
Titolo del
Capitolo:
In un giorno qualunque...
Genere:
Romantico, Commedia
Personaggi:
James Potter, Lily Evans Potter
Paring:
James/Lily
Contesto:
Malandrini/I guerra magica
Rating:
Verde
Avvertimenti:
Missing Moments
Disclaimer: I personaggi qui
citati non sono miei e
non mi appartengono, ma sono tutti di proprietà di J. K.
Rowling e di chi ne ha
i diritti. Questa fan fiction non è scritta a scopo di lucro
indi per cui i copyright
non sono violati.
Veramente,
Amore...
James Potter
arrivò a casa tardi, quella sera. Era una serata
normalissima. Dopo aver
lavorato incessantemente all’Ordine e finiti gli sfiancanti
turni organizzati
da Silente e da quello psicopatico di Moody, James tornò a
casa esausto.
Chiuse la porta
dietro le sue spalle e abbandonò le chiavi sul tavolino
posto al lato
dell’entrata. Velocemente si tolse il cappotto nero e lo
ripose nell’armadio,
sistemò le scarpe dove sapeva che non avrebbero infastidito
l’umore già
facilmente rivoltabile della sua cara mogliettina e, infine, si
inoltrò in casa
sua.
Come ogni
dannatissima sera, James si aspettò il saluto di Lily dalla
cucina o dal
salotto. Ciò dipendeva sempre dall’orario in cui
lui tornava... o, meglio... riusciva
a tornare a casa: se era ancora
un’ora decente, era probabile che avrebbe trovato Lily vicino
ai fornelli,
intenta a preparare la cena; se, invece, rincasava piuttosto tardi, la
notte,
lei restava in salotto ad aspettarlo.
Non le passava
neanche per l’anticamera del cervello di andare a dormire se
prima non si era
assicurata che suo marito era di nuovo a casa, sano e salvo. E, a
volte, questo
suo comportamento così testardo lo aveva costretto a
prenderla di peso e a
portarla nella loro camera da letto dopo essere rientrato in casa.
Perché lei
si addormentava, certe volte. Non riusciva a stare sveglia, in alcuni
casi,
fino all’arrivo di James e lui, ovviamente, per evitare di
svegliarla, la
sollevava dolcemente e la portava nella loro stanza.
Certo, non era un
problema. Lily era molto smilza e piccola in confronto a lui. La poteva
sollevare
anche solo con un braccio, quella ragazzina, grazie anche agli
incessanti
allenamenti ai quali era sempre sottoposto Potter per le partite del
campionato
di Quidditch ad Hogwarts. Però, era comunque una stanchezza
in più. E, lei,
naturalmente, quando se ne accorgeva la mattina lo rimproverava anche.
Non era certo
intenzione della piccola Lily far sì che la fatica alla
quale James era già
sottoposto aumentasse. Ma quel testone di suo marito era davvero troppo
premuroso e gentile con lei. Sicuramente lei non se la sarebbe presa se
lui la
svegliava nel momento in cui rimetteva piede in casa loro, invece che
portarla
in braccio fino al piano di sopra.
La cosa, inoltre,
che non tanto aiutava Lily Evans, in Potter, era il suo dormire
pesante.
Adorava dormire – anche se questo non era mai stato motivo di
arrivare in
ritardo a qualche appuntamento o, per esempio, alle lezioni ad
Hogwarts. Dei
momenti in cui James rientrava e arrivava in salotto, prendendola in
braccio e salendo
fino alla loro stanza, lei, la mattina seguente, affermava di non
ricordarsi
assolutamente niente. Perché quando dormiva, niente e
nessuno poteva riuscire a
svegliarla... tranne una buona tazza di caffè caldo e
fortissimo.
Ovviamente,
però,
a quelle ore così tarde della notte una persona sana di
mente... una qualunque
persona sana di mente non si farebbe mai un caffè.
Ed ecco che le
possibilità di svegliarsi e impedirgli di fare tutto quello
sforzo in più
evaporavano in un niente.
Ma a James
divertiva farla arrabbiare perché... perché...
Dannazione!, lei
era così bella e paffuta e goffa e ingenua... . Ogni volta
che lo sgridava, lui
si sentiva il grande fra i due e, naturalmente, essere rimproverati da
una
bambina più piccola... è buffo e divertente.
Se Lily, poi,
avesse saputo di questo suo paragone, di questa sua visione, la sua
vita poteva
decantarsi conclusa, ormai. Eppure James non poteva farci proprio
niente. Lei
era troppo tenera con quelle sue guance così morbide e
stuzzicanti da
pizzicare.
Si gonfiavano
parecchio quando lei era arrabbiata. Gli occhi verdi si restringevano e
la
pelle chiara diventava rossa. Molto spesso, quando capitavano le vere e
proprie
sfuriate alla Lily Evans’ Style, era difficile persino
riconoscere le sue
adorabili lentiggini dalla pelle normale.
Sorrise, James,
pensando alla lei furiosa. Nel buio della casa.
Era davvero
tardi, quella sera, e si aspettava di trovare la sua giovane
mogliettina
sdraiata sul divano a dormire beatamente. Anche perché non
vedeva nessuna luce
accesa, né in cucina, né in salotto.
Proprio come
capitava sempre. Lui arrivava a casa, pensava di trovare Lily nel letto
e tutta
la casa in ordine, silenziosa e buia. E, invece, una volta passato
davanti alla
porta del salotto lasciata aperta, la vedeva lì... sdraiata
sul divano, o sulla
poltrona... i capelli rossi sparsi ovunque... e la coperta a coprirla
per metà.
Tutti indizi che gli facevano capire il sonno improvviso che la
coglieva ogni
volta che lei tentava di aspettarlo “alzata”.
Il giovane
Potter, così, si avviò verso l’entrata
della sala con un grande sorriso
divertito stampato sul volto. Si affacciò e si
appoggiò allo stipite di essa.
Scrutò l’intera stanza da capo a piedi con gli
occhi già perfettamente abituati
all’oscurità...
«Lily?»
provò a
chiamarla non vedendola da nessuna parte. Entrò nel salotto
e rimase lì a
fissarlo meglio per un po’. Dove cavolo era?
Possibile...
Possibile che quella donna così testarda abbia finalmente
afferrato il concetto
di dover andare per forza a coricarsi senza aspettarlo alzata tutte le
notti?
Possibile?
No!
Per Lily Evans,
in Potter, non era assolutamente possibile! E neanche probabile!
Uscì
dalla sala e
si affacciò nella stanza di fronte ad essa. La cucina...
vuota.
Ma dove diamine
era finita?
«Lily?»
la chiamò
di nuovo alzando di poco la voce.
Salì le
scale a
due a due, fiondandosi nella loro stanza da letto. Deserta. Il letto
matrimoniale... perfetto. Non vi era una sola piega sopra.
Completamente
“vergine”.
Il buio era
ancora sovrano ovunque. Non aveva ancora trovato una sola lampadina di
casa sua
accesa.
Ma che stava
succedendo? Dov’era Lily?
«Lily?!»
burbero
e ansioso nello stesso momento, il suo tono uscì quasi
involontariamente dalla
bocca. Il cuore aveva cominciato a martellare un po’ troppo
velocemente nel suo
petto e questo non gli piaceva affatto. Perché a lei non
poteva essere successo
niente di grave. Niente!
Erano al sicuro,
a casa loro. Nessuno li poteva trovare e, cosa ancora più
importante, nessuno
riusciva ad entrare e, allo stesso tempo, farla in barba a Lily Evans.
Lily Evans, in
Potter. Lei era in grado di dare del filo da torcere persino al grande
James
Potter. Come poteva lasciarsi mettere i piedi in testa da quattro
incappucciati
che non sanno nemmeno tenere una bacchetta in mano?
No!
Si doveva calmare
e ragione rapidamente perché non poteva essere successo
niente e niente poteva
succedere ancora.
L’unica
cosa
fondamentale da fare in quel momento era respir...
«James?».
Come un
vero e proprio toccasana aveva sentito la sua voce chiamarlo. Si
sentì
sciogliere dalla calma. Proprio come aveva pensato: niente di brutto
poteva
succedere e niente sarebbe successo. Non con quella forza di protezione
che
Dorcas Meadowes gli aveva suggerito di usare sulla casa.
Si voltò
dall’altra parte della stanza e vide, sotto la porta che
dalla loro camera da
letto annetteva al bagno, una striscia gialla passare per tutto lo
spiraglio
dell’uscio.
Eccola,
l’unica
luce accesa in quella casa così buia.
James sorrise.
Poi, senza alcun preavviso, si diresse verso il bagno ed
entrò senza troppi
complimenti. Si aspettava di trovare la sua bella Lily davanti al
lavandino,
magari per prepararsi per la notte. Di certo, non potevano esserci
altri motivi
che spiegavano quel fatto.
Erano ormai due o
tre anni che i nuovi coniugi Potter passavano sotto lo stesso tetto ed,
entrambi, avevano imparato a conoscersi con, prima di tutto, i
rispettivi orari
di urgente utilizzo del bagno. E quello, di sicuro, non era
assolutamente
orario per Lily Evans di chiudersi in bagno.
Invece,
ciò che
si ritrovò di fronte, dopo aver spalancato la porta, gli
fece gelare il sangue
nelle vene...