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Autore: Lord_Envy    14/11/2010    3 recensioni
Non è facile sentirsi diversi, figuriamoci sentirselo confermare.
Non è facile accettare che esista la magia, figuriamoci accettare che la si può controllare.
Non è facile sapere che si ha grandi potenzialità, figuriamoci sapere che si è una divinità.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Divinità


Non è facile sentirsi diversi, figuriamoci sentirselo confermare.
Non è facile accettare che esista la magia, figuriamoci accettare che la si può controllare.
Non è facile sapere che si ha grandi potenzialità, figuriamoci sapere che si è una divinità.

* * * * * * *

In principio molti dèi governavano il mondo. Certo, non erano un surrogato di perfezione e misericordia, ma se decidevano di aiutare qualcuno, si impegnavano fino in fondo.
Amavano gli esseri umani anche se guardavano con invidia alcuni loro aspetti che non potevano possedere; e proprio questa invidia porterà loro ad una decisione importante:
avrebbero dato vita ad una nuova generazione di semi-déi che possedevano poteri ma rimanevano mortali così da poter donare ai loro 'successori' la forza di un dio e l'umanità dell'uomo.
Ora, gli dèi presto si stufarono il ruolo da genitore che avrebbero dovevuto ricoprire e scelsero di mandare i semi-dèi sulla terra dove sarebbero cresciuti e avrebbero governato con giustizia. Purtroppo, vivere in un ambiente dove non si credeva alla 'magia' o dove spesso essa veniva associata ad un altro tipo di divinità ben peggiore, significava per i  semi-dèi una vita assai difficile, se non impossibile. Alla dine decisero che sarebbe stato meglio nascondere il loro potere fino a quando le generazioni future non si dimenticarono di possederne uno.

* * * * * * *

Led si sedette di fronte al tavolo di legno che ospitava sulla superficie una bottiglia ancora sigillata piena di acqua. La fissò e per un attimo le parve che la bottiglia stesse ricambiando lo sguardo. Scosse lievemente la testa facendo ondulare i lunghi capelli biondi e avvicinò lentamente l'indice della mano destra alla superficie vitrea della bottiglia.
Poggiò il dito e subitò notò che qualcosa si stava espandendo nell'acqua, era come se una macchia solida e trasparente minacciava la purezza del liquido. Con l'indice che premeva sulla bottiglia, Led continuava a guardare affascinata quella reazione fino a quando la bottiglia non esplose.
Dell'acqua non c'era alcuna traccia poichè era stata trasformata in una sostanza solida simile al vetro. Led ritrasse il dito e sorrise all'idea di poter congelare.

 * * * * * * *

Ash camminava nervosamente per la stanza. Si sentiva confuso e non voleva scoppiare a piangere anche se il nodo alla gola era insopportabile.
L'istinto lo portò ad avvicinare il pollice destro alla bocca così da poter mordicchiare l'unghia già malridotta, ma si bloccò a guardare disgustato le proprie mani. Si specchiò e vide i suoi occhi neri affiancati da venuzze rossastre a causa delle lacrime che volevano uscire, ma lui non voleva, si riteneva abbastanza forte da sopportare ogni cosa, ma quella 'cosa' andava ben oltre la sua immaginazione.
Respirò profondamente e spalancò il palmo della mano che avvicinò allo specchio così da poter trovare un pò di conforto nella propria immagine. Purtroppo notò subito quella macchia nera che ad alta velocità ricoprì tutta la superficie riflettente la quale, dopo poco, cadde a terra in una nuvola di cenere.

* * * * * * *

Silva amava fare yoga in giardino, era sempre stata una ragazza tranquilla e razionale che raramente andava in escandescenza, ma quegli ulitimi avvenimenti l'avevano alquanto turbata. Si sedette sul tappeto viola e iniziò a meditare. Di solito la posizione del loto l'aiutava a chiarirsi le idee, ma ora, per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare una spigazione.
Si arrese, quel giorno non riusciva più a concentrarsi. Aprì gli occhi verdi e appoggiò il mento sulle mani come una bambina capricciosa. Sbuffò e quasi non notò che i fiori del giardino si voltavano verso il suo respiro. Alla fine la sua attenzione fu catturata da una pianta morta, secca e violacea. Si avvicinò, creò un ventaglio con il movimento della sua mano e subito la pianta riacquistò un colore verde acceso.

* * * * * * *

Torm era seduto su una comoda sedia a dondolo. Poche cose gli piacevano e guardare l'orizzonte dal terrazzo della sua villa era una di queste.
Con le cuffie nelle orecchie che tuonavano canzoni rock e metal, Torm cercava di purificare dalla sua mente l'immagine di quello che  era successo giorni prima.
Con una mano si accarezzava i capelli neri come fosse un procedimento di consolazione fai-da-te.
Il suo momento di pace su interrotto quando vide sullo schermo del cellulare una chiamata da parte della sua 'quasi ex' ragazza. Prese il cellullare, lo fissò con sguardo impassibile e lo lanciò contro il pavimento provocando un suono così forte da costringerlo a tapparsi le orecchie. Poco dopo notò nubi nere che coprivano il cielo che fino a poco tempo fa era stato sereno.
  
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