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Autore: Feel Good Inc    15/11/2010    6 recensioni
[ Vol. I - La Fiamma della Vita ]
Il Saggio non sa ancora da quale parte di sé venga il pianto, se quella debolezza tipica degli uomini è sua da sempre o se è stata lei a portargliela. Ma lo lascia scorrere libero, mentre posa la mano su quella del suo angelo, mentre le bacia le dita e le sussurra poche parole mute.
“Troverò una via per farti tornare. Te lo prometto.”

L'uomo non separi ciò che Dio ha unito. (Mt. 19, 8)
[ Metatron x Unika ]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Metatron, Unika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aeterna ~ Even if you don’t see

 

 

 

 

Tu tornerai. Non passerà un solo giorno in cui io non dedicherò le mie energie alla ricerca di una strada che ti riporti da me.

Questa è più di una promessa. È il mio unico futuro possibile.

Metatron, ‘Unika. La Fiamma della Vita’

 

 

 

 

{ Valle di Sefira, Notte della Rinascita, quindici anni prima dell’Adlivun }

 

Il vento carezza i lunghi capelli biondi, e in quegli occhi indaco si specchia un cielo senza nuvole. Dopo la tempesta delle ultime ore, il giorno è mite. Unika è serena.

Il Saggio ne è felice – ma non lo accetta. Dovrebbe esserci ancora tempesta. Rombi di tuono, raffiche impetuose, cumuli neri sopra di loro. Sefira dovrebbe soffrire. Lei dovrebbe soffrire.

Dopotutto è un addio.

Invece, Unika è serena. Sorride, persino, mentre gli sfiora il viso con immensa dolcezza. E il Saggio non ha bisogno di parlarle: lei lo sente comunque, e lo tranquillizza con la forza luminosa del pensiero.

“Andrà tutto bene.”

Chiude gli occhi – no, no, lascia che li veda ancora, ti prego – e posa la fronte contro la sua, delicatamente. Il lupo e la tigre. Il sangue e le lacrime. Un binomio inscindibile che sta per spezzarsi, per colpa di un male antico e di un sacrificio estremo.

Il Saggio non sa ancora da quale parte di sé venga il pianto, se quella debolezza tipica degli uomini è sua da sempre o se è stata lei a portargliela. Ma lo lascia scorrere libero, mentre posa la mano su quella del suo angelo, mentre le bacia le dita e le sussurra poche parole mute.

“Troverò una via per farti tornare. Te lo prometto.”

Unika sorride e, senza aprire gli occhi, gli risponde con la voce. Come se volesse dare più peso alle parole.

« Non devi. Non importa se non mi vedrai... Io sarò qui. Sempre. E ti sentirò con me. »

E la bocca sale a sfiorare la sua. Esitante e sicura, dolce e calda, fugace e sempiterna. Umida di speranza e delle sue lacrime.

Ed è un solo istante, un momento infinitesimale di eternità, prima che il suo coraggio e un bagliore di luce se la portino via, via da Sefira, via da Metatron.

Al suo posto restano due stille di luce piangenti: un bambino dagli occhi blu e una bambina dagli occhi viola. Che insieme fanno l’indaco. Che insieme sono lei.

                                                                                                                                                                                        

 

 

 

{ Valle di Sefira, dieci anni dopo la Notte della Rinascita, cinque anni prima dell’Adlivun }

 

« Saggio Metatron, piangi? »

La ragazzina lo guarda curiosa. Lui ne osserva i tratti aggraziati, i capelli biondi scomposti sul visetto, lo sguardo intenso, senza parlare e senza pensare. Si impone di rassicurarla, perché è questo che Metatron rappresenta per gli angeli: la sicurezza. Anche se, per lui, ogni sicurezza se n’è andata.

« Va tutto bene, Unika. Va’ pure a giocare con Yesod. »

Lei sembra rincuorarsi, gli sorride e corre via. Non ha ancora imparato a trasvolare. Ci vorrà un po’ di tempo. Ci vorrà qualche ruzzolone. Ci vorrà tutto quello che è servito a lei per imparare, per diventare la parte di lui che se n’è andata una notte di tanti anni fa.

Eppure in ogni istante, in ogni respiro, in ogni sogno, Metatron la sente vicina. Unika vive nel suo sacrificio. Vive in due bambini che non sanno di essere uno. Vive in Sefira, e vive al suo fianco... Anche se lui non la vede.

“Sì, va tutto bene. Tornerai, Unika. Tornerai.”

Forse, se continuerà a ripeterselo, se ne convincerà.

 

 

 

 

« Sei qui... »

« Come mi avevi promesso. »

L’uomo non separi ciò che Dio ha unito.

(Mt. 19, 8)

 

 

 

 

 

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Ho ricevuto La Fiamma della Vita di E. J. Allibis per il mio compleanno e l’ho letto senza fretta, e senza particolari aspettative. Sicuramente una lettura gradevole e scorrevole, ma all’inizio non mi diceva molto, al di là delle tematiche importanti – che ogni tanto ti esplodono nel bel mezzo di una frase, rendendola degna di essere scritta e letta. Poi sono arrivata agli ultimi capitoli, quelli in cui si delinea il rapporto tra i due principali Angeli Guida. E là sono rimasta spiazzata.

Non so se gli angeli vivono l’amore come lo viviamo noi, ma se è così, allora quello che c’è tra loro è quello che c’è tra Metatron e Unika. Indubbiamente.

Non avrei mai pensato di scrivere su questo libro, ma i sentimenti del Saggio, così puliti e così vividi, mi hanno davvero aperto un vuoto nello stomaco, e non ho potuto non soffermarmici un po’. Anche se il mio personaggio preferito è Nishida, Metatron è sublime: così eccomi qui.

Ho scelto di rappresentare il momento in cui Unika compie l’incantesimo che la farà rinascere sdoppiata per salvare la Fiamma della Vita e la Chiave della Felicità, perché lì ancora non ci si rende conto del legame che ha con Metatron: la loro unione si chiarisce solo molto più in là, e quando l’ho scoperta non ho trovato giusto aver liquidato così in fretta quella parte iniziale.

L’incipit è una citazione; nel finale, invece, ho immaginato brevemente un ritorno alternativo di Unika, integrandolo con il versetto del Vangelo di Matteo, che mi è sembrato particolarmente pertinente – non solo perché in Unika si parla di angeli.

Spero che questa cosina possa piacere a qualcuno, e ringrazio chiunque stia leggendo queste righe. God bless you all.

Aya ~

   
 
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