Aeterna ~ Even if you don’t see
Tu
tornerai. Non passerà un solo giorno in cui io non dedicherò le
mie energie alla ricerca di una strada che ti riporti da me.
Questa
è più di una promessa. È il mio unico futuro possibile.
Metatron, ‘Unika. La Fiamma della Vita’
{ Valle
di Sefira, Notte della Rinascita, quindici anni prima
dell’Adlivun }
Il vento carezza
i lunghi capelli biondi, e in quegli occhi indaco si specchia un cielo senza
nuvole. Dopo la tempesta delle ultime ore, il giorno è mite. Unika è serena.
Il
Saggio ne è felice – ma non lo accetta. Dovrebbe esserci ancora tempesta. Rombi di tuono,
raffiche impetuose, cumuli neri sopra di loro. Sefira
dovrebbe soffrire. Lei dovrebbe
soffrire.
Dopotutto
è un addio.
Invece,
Unika è serena. Sorride, persino, mentre gli sfiora
il viso con immensa dolcezza. E il Saggio non ha bisogno di parlarle: lei lo sente comunque, e lo tranquillizza con
la forza luminosa del pensiero.
“Andrà
tutto bene.”
Chiude
gli occhi – no, no, lascia che li
veda ancora, ti prego – e posa la fronte contro la sua,
delicatamente. Il lupo e la tigre. Il sangue e le lacrime. Un binomio inscindibile
che sta per spezzarsi, per colpa di un male antico e di un sacrificio estremo.
Il
Saggio non sa ancora da quale parte di sé venga il pianto, se quella
debolezza tipica degli uomini è sua da sempre o se è stata lei a
portargliela. Ma lo lascia scorrere libero, mentre posa la mano su quella del suo angelo, mentre le bacia le dita e le
sussurra poche parole mute.
“Troverò
una via per farti tornare. Te lo prometto.”
Unika sorride e, senza aprire gli occhi, gli risponde
con la voce. Come se volesse dare più peso alle parole.
«
Non devi. Non importa se non mi vedrai... Io sarò qui. Sempre. E ti
sentirò con me. »
E
la bocca sale a sfiorare la sua. Esitante e sicura, dolce e calda, fugace e
sempiterna. Umida di speranza e delle sue lacrime.
Ed
è un solo istante, un momento infinitesimale di eternità, prima
che il suo coraggio e un bagliore di luce se la portino via, via da Sefira, via da Metatron.
Al
suo posto restano due stille di luce piangenti: un bambino dagli occhi blu e
una bambina dagli occhi viola. Che insieme fanno l’indaco. Che insieme
sono lei.
{
Valle di Sefira, dieci anni dopo la Notte della
Rinascita, cinque anni prima dell’Adlivun }
« Saggio Metatron, piangi? »
La ragazzina lo guarda
curiosa. Lui ne osserva i tratti aggraziati, i capelli biondi scomposti sul
visetto, lo sguardo intenso, senza parlare e senza pensare. Si impone di
rassicurarla, perché è questo che Metatron
rappresenta per gli angeli: la sicurezza. Anche se, per lui, ogni sicurezza se
n’è andata.
« Va tutto bene, Unika. Va’ pure a giocare con Yesod.
»
Lei sembra rincuorarsi,
gli sorride e corre via. Non ha ancora imparato a trasvolare. Ci vorrà
un po’ di tempo. Ci vorrà qualche ruzzolone. Ci vorrà tutto
quello che è servito a lei
per imparare, per diventare la parte di lui che se n’è andata una
notte di tanti anni fa.
Eppure in ogni istante,
in ogni respiro, in ogni sogno, Metatron la sente vicina.
Unika vive nel suo sacrificio. Vive in due bambini
che non sanno di essere uno. Vive in Sefira, e vive al
suo fianco... Anche se lui non la vede.
“Sì, va
tutto bene. Tornerai, Unika. Tornerai.”
Forse, se
continuerà a ripeterselo, se ne convincerà.
« Sei qui... »
« Come mi avevi promesso. »
L’uomo non
separi ciò che Dio ha unito.
(Mt. 19, 8)
____________________________________________________________________
Ho ricevuto La Fiamma della Vita di E. J. Allibis per
il mio compleanno e l’ho letto senza fretta, e senza particolari
aspettative. Sicuramente una lettura gradevole e scorrevole, ma all’inizio
non mi diceva molto, al di là delle tematiche importanti – che
ogni tanto ti esplodono nel bel mezzo di una frase, rendendola degna di essere
scritta e letta. Poi sono arrivata agli ultimi capitoli, quelli in cui si
delinea il rapporto tra i due principali Angeli Guida. E là sono rimasta
spiazzata.
Non so se gli angeli vivono l’amore
come lo viviamo noi, ma se è così, allora quello che c’è
tra loro è quello che c’è tra Metatron
e Unika. Indubbiamente.
Non avrei mai pensato di scrivere su
questo libro, ma i sentimenti del Saggio, così puliti e così
vividi, mi hanno davvero aperto un vuoto nello stomaco, e non ho potuto non soffermarmici un po’. Anche se il mio personaggio
preferito è Nishida, Metatron
è sublime: così eccomi qui.
Ho scelto di rappresentare il momento
in cui Unika compie l’incantesimo che la
farà rinascere sdoppiata per salvare la Fiamma della Vita e la Chiave
della Felicità, perché lì ancora non ci si rende conto del
legame che ha con Metatron: la loro unione si
chiarisce solo molto più in là, e quando l’ho scoperta non
ho trovato giusto aver liquidato così in fretta quella parte iniziale.
L’incipit è una citazione;
nel finale, invece, ho immaginato brevemente un ritorno alternativo di Unika, integrandolo con il versetto del Vangelo di Matteo,
che mi è sembrato particolarmente pertinente – non solo perché
in Unika si
parla di angeli.
Spero che questa cosina possa piacere a
qualcuno, e ringrazio chiunque stia leggendo queste righe. God bless you all.
Aya ~