Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Vivien L    16/11/2010    23 recensioni
Missing moment de " I giorni dell'abbandono"
Devo reimparare il passo tranquillo di chi crede di sapere dove sta andando e perchè. Un sussulto di gioia, una fitta di dolore, un piacere intenso, vene che pulsano sotto la pelle, non c'è nient'altro di vero da raccontare.
-I giorni dell'abbandono-
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I FIORI DEL MALE
-
-
-
-

  Note:questo missing moment è collocato cinque anni prima di "Parole D'amore", ossia nel periodo in cui Bella aspettava Amy.





Parte prima
-
-
-
-
-


 

  Il dolce baluginio di un caldo raggio di luce solare mi ferì violentemente gli occhi, costringendomi ad abbassare lo sguardo. Sospirai, mentre sentivo la leggera brezza primaverile solleticarmi il volto, insinuarsi fra i miei capelli, trainata dalla dolce fragranza di fresia che saturava l'aria, carica di tensione e aspettativa. Edward mi strinse con forza la mano, sfiorandomi dolcemente il ventre rigonfio con un bacio, e le mie gote si imporporarono di un pudico rossore.

Ridacchiò, accarezzandomi i capelli, lo sguardo luminoso, le labbra piegate in un sorriso estatico.

-Sai che quando arrossisci diventi ancora più bella?- mormorò, suadente, e io alzai gli occhi al cielo, lanciandogli un occhiata esasperata.

-Sai che stai diventando incredibilmente smielato, Cullen?- scherzai, e il suo sguardo divenne serio, senza però perdere la luce ardente che albergava nei suoi occhi verdi e penetranti.

-Spiritosa- rimbeccò, fingendosi irritato, e io appoggiai il capo sul suo petto, respirando il suo profumo dolce, fruttato, sconvolgente nell'intensa scarica di emozioni che mi donava sentire il suo corpo caldo e marmoreo accostato al mio.

-Mmm...forse è Amy che, avendo ereditato la tua vena ironica, mi fa parlare in questo modo- una fragorosa risata fuoriuscì dalle sue labbra rosse e carnose, e Edward mi prese il volto fra le mani, costringendomi ad incrociare il suo volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile, gli occhi stravolti dalla felicità.

Mi accarezzò il ventre, e un leggero brivido d'eccitazione mi sconvolse il corpo.

-Eh già, sono certo che ti sbagli- affermò sicuro, baciandomi la fronte, per poi sussurrare, ad un centimentro dalle mie labbra - Sono sicuro che questa bimba sarà uguale alla sua mamma...- i miei occhi si posarono insistentemente sulle sue labbra, piegate in un sorriso estasiato, e il desiderio si impossessò del mio cuore e della mia anima, lacerando la mia razionalità. Anche lui sembrò provare le mie stesse sensazioni; il suo sguardo si scurì, e un leggero tremore emozionato avvolse le sue mani, placidamente posate ai lati del mio volto. Ci avvicinammo, esitanti, ma una voce ironica e suadente interruppe il nostro idillio.

-Ma guarda i nostri piccioncini...appartatevi se proprio non riuscite a resistere, no?- sbottò Emmett, sorridendo mellifluo. Si avvicinò a me, accarezzandomi teneramente i capelli, e io ridacchiai, stringendomi con più forza al petto di mio marito.

-Lasciali stare, scimmione- sibilò Rose, sbucando dalla porta della cucina...quel giorno eravamo andati a trovare la coppietta a casa loro, considerando il fatto che Emmett e Rosalie convivevano ormai da più di sei mesi e che quest'ultima spesso insisteva per ospitare me e Edward. Le divergenze dovute al divorzio di mio marito con Rosalie, avvenuto più di tre anni prima, sembravano essersi appianate e Rose aveva comunque deciso di continuare a far parte della famiglia Cullen, instaurando una relazione con il fratello di Edward e accompagnandomi nella gravidanza.

Rose sorrise, avvicinandosi a me e porgendomi una tazza fumante di cioccolata calda; a quella vista Edward ridacchiò, avvolgendomi la vita con un braccio e baciandomi i capelli...negli ultimi tempi avevo sviluppato una forte predilezione per il cioccolato, e tutti ne erano al corrente, compresa quella che era ormai divenuta la mia migliore amica.

-Grazie- pigolai contenta, afferrando la tazza e portandomela alle labbra.

Lei rise, una risata acuta, esaltata, che stranamente fece salire un violento brivido d'inquietuine lungo la mia spina dorsale.

-Figurati- sibilò, ironica e sfacciata -amo prendermi cura della mia nuova sorellina-

Le sue parole sembravano tanto una minaccia, ma rimossi subito quell'increscioso pensiero: Rosalie era una mia amica, la donna migliore che avessi mai potuto incontrare, e quelle mie ipotesi furono confermate dallo sguardo estasiato che mi rivolse pochi attimi dopo.

Sorrisi, appoggiandomi al petto di Edward e continuando a bere la mia cioccolata.

Era questa la mia vita, ormai: un uomo che mi amava, una famiglia fantastica e degli amici fedeli...e non avrei potuto esser più felice di così.

-

-

-

Villa Cullen, poche ore dopo
 

 

-Amore, hai finito?- la voce di Edward mi giunse ovattata alle orecchie, penetrandomi la mente, sconvolgendo la mia razionalità.

Sussultai, impietrita, e un singhiozzo disperato fuoriuscì dalle mie labbra, saturando l'aria, carica di tensione e aspettativa. Mi appoggiai alla piccola porta in faggio del bagno, stremata, inorridita da ciò che i miei occhi stavano vedendo.

-Bella, c'è qualcosa che non va?- una fitta improvvisa al basso ventre mi fece contrarre la schiena in una morsa dolorosa. Annaspai in cerca d'aria, tramortita, e la mia voce, quando parlai, sembrò cristallizzarsi nell'improvviso silenzio della notte, irreversibile come il peggiore dei tormenti.

-Edward...aiutami- fu tutto ciò che dissi, prima che il nulla si impossessasse del mio cuore e della mia anima.

Ai miei piedi una pozza scura lacerava il pudico candore del lineolum del pavimento.

Sangue.
-
-
-
-
--
-
-
----

 

 Parte seconda
-
-
-
-
-
-
-

Note: Questo è uno dei missing moment che ho precedentemente inviato alle lettrici che recensivano "Parole D'amore" Mi sono veduta costretta a postarlo perchè mi sarà fondamentale nel prossimo capitolo in cui, se non si avrà letto questa shot, la comprensione della dinamica degli eventi risulterà molto confusonaria. Il prossimo capitolo, infatti, sarà l'ultimo, in cui ci sarà la famosa e tanto sospirata resa dei conti...tutte le carte verranno scoperte, e anche i pensieri più segreti dei nostri protagonisti.
-
Questo missing moment è ambientato nell'intermezzo fra "I giorni dell'abbandono" e "Parole D'amore", nel periodo in cui Bella aspettava Mark.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-

 

 Rosalie
 


Un caldo raggio di luce solare mi ferì violentemente gli occhi, costringendomi ad abbassare lo sguardo. Sospirai, stringendo con più forza una mano di Emmett fra le mie, e il calore della sua pelle adamantina sembrò inciendiarmi l'anima. Pigiai con delicatezza il piccolo campanello in ottone di Villa Cullen, e alcuni secondi dopo la porta si spalancò, rivelando la figura sorridente di Isabella.

I suoi occhi erano illuminati da una gioia profonda, le labbra piegate in un sorriso dolcissimo, le guance colorate da un pudico rossore, che donava al suo pallido volto un candore e una purezza inestimabili.

Involontariamente, un sorriso estasiato comparì sul mio viso, quando le sue braccia delicate si ancorarono alle mie spalle.

-Sono felice di vederti, Rose- mormorò, sincera, e una strana sensazione di calore sembrò  propagarsi nel mio cuore.

...è' possibile amare a tal punto la donna che ha apparentemente distrutto la mia intera esistenza?

La risposta alla mia domanda la scorsi nel suo sguardo cristallino, illuminato da un fervore destabilizzante...nonostante avessi lottato con tutta me stessa per odiare tutto ciò che la sua comparsa nella mia vita aveva rappresentato per il mio futuro, avevo presto compreso che non avrei mai potuto accanirmi contro di lei: Isabella era creatura troppo pura, fragile e delicata, per potersi davvero meritare il mio rancore.

-Ne siamo molto felici anche noi, Bella- sussurrai in risposta, lanciando un'occhiata adorante al mio compagno, e soltanto in quel momento notai la postura rigida che aveva assunto, e lo strano tormento che aveva ottenebrato i suoi occhi scuri e penetranti. Il suo volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile, era innaturalmente statico e fisso sull' esile figura di Isabella: le labbra piegate in un sorriso estasiato, le mani strette a pugno, che si erano improvvisamente scostate dalle mie, lo sguardo lacerato da un bagliore sconosciuto, che fece salire un violento brivido d'inquietidine lungo la spina dorsale. Incuriosita dal suo strano comportamento, sfiorai con una mano la sua schiena, richiamandolo alla realtà.

-Emmett?- mormorai, intimorita, e lui scosse il capo,rivolgendomi uno sguardo spaesato.

-Si, certo- affermò, la voce arrochita dalla sorpresa, ma all'improvviso un sorriso luminoso piegò le sue labbra rosee e carnose. Si scostò dal mio abbraccio, ignorando platealmente la mia presenza e avvicinandosi a mia cognata.

-Come stai, Bella?- sussurrò, afferrandola per la vita e stringendola in un abbraccio delicato. Uno strano senso d'inquietudine si propagò nel mio animo quando una sua mano si accostò a una guancia della donna, lambendola delicatamente.

Isabella arrossì, sorridendo dolcemente.

-Stiamo benissimo, entrambi- si sfiorò il ventre pronunciato con adorazione, per poi tornare a guardarmi, e nei suoi occhi potei scorgere tutto l'affetto che provava nei miei confronti.

Un risolino acuto mi riscosse dal vortice caotico dei miei pensieri, costringendomi a voltare il capo di scatto.

Edward era placidamente accasciato sull'imponente divano del soggiorno, e uno scintillio estasiato illuminava i suoi occhi chiari e luminosi. Fra le braccia stringeva la piccola Emily che, il volto sorridente e l'espressione serena, batteva allegramente le manine, aggrappandosi al petto del papà e riempendo il suo pallido volto di tanti piccoli baci.

Notando il mio sguardo fisso sulla sua figura Edward si alzò, caricandosi la figlia sulle spalle e avvicinandosi a noi.

-Come va, ragazzi?- mormorò, ridacchiando e accarezzando la testolina mora della sua bambina.

Sorrisi...grazie alla sua nuova famiglia Edward sembrava un uomo totalmente diverso dal ragazzo che avevo sposato tanti anni fa: nonostante avesse sempre ammesso l'amore che aveva un tempo provato nei miei confronti, nel corso del nostro matrimonio non lo avevo mai visto così sereno...come se tutta la sua forza consistesse nel sentimento che nutriva per sua moglie e per i suoi bambini. Avvolse Isabella fra le sue braccia, afferrandola per la vita e baciandole i capelli, e un bagliore sconosciuto ottenebrò il suo sguardo cristallino. Nello stesso istante, sentii il corpo di Emmett irrigidirsi, e le sue mani stringersi a pugno.

-Ma che ci fate ancora lì fuori?-cincischiò la donna, sorridendo dolcemente - Venite, ho preparato il tuo piatto preferito, Rose!-

Sul mio volto si dipinse una falsa maschera di terrore -Mi odi così tanto?- sussurrai, e una risata delicata abbandonò le sue labbra.

Arrossì - Non cucino poi così male...- mormorò, abbassando lo sguardo, e Edward sorrise, stringendola con più forza per la vita e baciandole una spalla, lasciata scoperta da un modesto abito in sangallo bianco.

-Non ne sarei così sicuro- borbottò quest'ultimo, e Bella gli lanciò un'occhiata omicida, suscitando l'ilarità generale.

E in quell'impalpabile velo di felicità che era sceso su di noi, non mi accorsi neanche dello strano silenzio che aveva assunto Emmett...un silenzio teso, carico di presagi, che in futuro si sarebbe rivelato portatore delle più atroci sofferenze.

-

-

-

-

-

-

-Allora Rose, come va al lavoro?- mormorò Bella, giocherellando con la sua porzione di ravioli. Edward le lanciò un'occhiataccia.

-Bella, smettila di fare l'impicciona e mangia, per favore!- scherzò, ma nel suo tono scorsi un velo d'ansia che mi incuriosì. Notando la sorpresa impressa a fuoco nei lineamenti del mio volto, Isabella si apprestò a spiegare, alzando gli occhi al cielo.

-Edward è convinto che io non mi nutra abbastanza...-

-Non ne sono convinto, Bella! E' stato il dottore a dire che...-la interruppe Edward, ma la ragazza sibilò, irritata:

-Oh,per l'amor del cielo, non sono anoressica! Soltanto, non puoi obbligarmi ad ingurgitare cibo a macchinetta! Di questo passo diventerò una mongolfiera...-

-Non dire sciocchezze, Bella! Sei in perfetta forma...-

-Ha ragione Edward- intervenne Emmett con voce profonda, squadrandola intensamente, e un bagliore sconosciuto ottenebrò il suo sguardo cristallino. Prese fiato, per poi continuare -Devi mangiare, Bella...il piccolino ha bisogno di crescere- un pudico rossore si impadronì del volto della donna, ma il sorriso implorante che le rivolse il mio fidanzato la convinse a seguire il suo suggerimento. Sbuffando impercettibilmente, si portò alle labbra una forchettata di pasta, e una strana ansia si impossessò del mio cuore quando scorsi gli occhi di Emmett seguire febbrilmente ogni suo gesto, incantato dalle movenze sensuali di lei.

Bella rivolse un'occhiataccia a Edward.

-Contento?- sbottò, e lui sorrise, baciandole teneramente i capelli.

-Adesso si- mormorò soave, guardandola intensamente, e il silenzio si cristallizzò nell'aria, irreversibile come il peggiore dei tormenti, lacerato all'improvviso dalla voce dolce di Isabella, lo sguardo illuminato da un bagliore improvviso.

-Idea!- trillò, lanciandomi un'occhiata felice, e io aggrottai la fronte, incuriosita - Perchè non vi fermate a dormire qui, questa notte?- senza aspettare alcuna risposta, continuò - Così domattina potremmo andare tutti insieme a comprare la culla per Mark!- rivolse uno sguardo amorevole a suo marito - Edward me l'ha promesso. ma sarebbe fantastico se veniste anche voi!- sentii Emmett al mio fianco irrigidirsi, e io voltai il capo di scatto.

-Che ne dici?- sussurrai, implorante, e lui scosse il capo, le labbra piegate in una smorfia impercettibile -Non so...- mormorò, ma all'occhiata speranzosa di Isabella ogni sua difesa sembrò sgretolarsi nel nulla.

- Se questo ti fa felice, per me va bene-la sua voce era intrisa di livore. Bella gli sorrise, grata, e nello sguardo di Emmett scorsi una luce di pura adorazione che fece contrarre il mio stomaco in una morsa dolorosa.

Uno strana sensazione si affacciò nei miei pensieri, lacerando ogni fibra del mio essere...sensazione amplificata dal sorriso esaltato che il mio uomo rivolse alla donna che aveva irreversibilmente distrutto il mio matrimonio, portandomi via tutto ciò per cui avevo lottato in passato.

...e quello fu il primo di una serie di eventi che mi trascinarono in un limbo in cui odio e sofferenza si erano impossessati della mia vita, inghiottendomi nella più assoluta oscurità.

-

-

-

-

-

-

Afferrai con impazienza il piccolo asciugamano in velcro che giaceva abbandonato sul letto della stanza degli ospiti,incamminandomi velocemente verso la porta che si affacciava al corridoio di Villa Cullen: era quasi ora di andare a letto, ma mi ero all'improvviso resa conto che avevo dimenticato di chiedere ad Isabella se aveva degli indumenti per la notte da prestarmi. Varcai la soglia, affrettandomi a raggiungerla nella stanza di Amy: sicuramente stava tentando di farla addormentare, dato che spesso si era lamentata con me del fatto che la piccola avesse difficoltà a prender sonno.

Dalle risatine infantili mi penetrarono la mente, trainate dalla voce dolce e cristallina di Bella.

-Amy, amore, smettila di agitarti! Fai la nanna, su!- sorrisi: quella piccola peste doveva davvero essere difficile da tenere a bada. Un caldo raggio di luce artificiale filtrava delicatamente dall'uscio socchiuso della stanza, segno che la bimba quella sera proprio non ne voleva sapere di addormentarsi. Scuotendo il capo, mi avvicinai alla piccola porta in faggio, ma un'ombra scura attirò la mia attenzione, costringendomi ad arrestare i miei passi, spaesata.

All'improvviso successe.

Il mio cuore sembrò accelerare il suo lento intercedere quando scorsi l'alta e imponente figura di Emmett placidamente addossata all'uscio della piccola stanzetta, le mani strette a pugno, l'espressione imperturbabile, velata da una sofferenza talmente acuta da sfigurare il suo pallido volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile.

Il dolore si impossessò del mio animo quando la mia mente elaborò il reale significato di ciò che si era così violentemente parato dinnanzi ai miei occhi: Emmett la stava spiando.

E il mio cuore si frantumò definitivamente in mille pezzi quando scorsi una pallida lacrima lambire delicatamente le sue gote, le labbra piegate in una smorfia tormentata.

Improvvisamente, il significato di ogni gesto, ogni sguardo, ogni parola che l'uomo di cui mi ero così impetuosamente innamorata aveva rivolto ad Isabella acquistò un nuovo, sconvolgente significato.

E il nulla della mia disperazione mi inghiottì, trascinandomi nell'infinito limbo della mia opprimente solitudine.

Di nuovo.
  

 
   
 
Leggi le 23 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Vivien L