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Autore: Arshatt    16/11/2010    3 recensioni
One shot/missing moments ambientata dopo il finale di FFXII revenant wings, personaggi: Ashe,Basch,Balthier,Fran + Guest Star a sorpresa XDXD
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashe, Balthier, Basch, Fran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Note introduttive: one shot/missing moments ambientata dopo il finale di FFXII Revenant Wings, o per meglio dire fa riferimento alla festa accennata proprio in quest'ultimo e di cui non si sanno i retroscena. Le coppie sono le classiche Ashe/Bash, Balthier/Fran ma continuamente mescolate nell'arco della storia e viste dai personali punti di vista degli stessi personaggi. C'è anche una guest star di cui non dico niente XD. Non saprei definirla in un genere specifico, il rating arancione è dovuto esclusivamente a una scena in cui c'è una descrizione un pò più spinta ma nulla di osceno in realtà XD. E' un pò (tanto) lunghetta, ma purtroppo non riesco a non essere prolissa. Buona lettura =).

 

 

 

Era finalmente scesa la sera su Lemures. Dopo la distruzione di Feolthanos e la liberazione delle anime imprigionate degli Aegyl, la pace era tornata a regnare sul continente sospeso. 

 I festeggiamenti sulla Strahl erano cominciati già nel tardo pomeriggio e un generoso banchetto  era stato la meritata ricompensa per la vittoria.

Ashe si era diretta verso l’esterno dell’aeronave per prendere una boccata d’aria, in compagnia solo di un bicchiere di vino rosso che il suo premuroso cavaliere le aveva procurato pochi istanti prima di  congedarsi con l’imperatore.

Si era posizionata sull’estremità più sporgente, per osservare  meglio il panorama. Un’immensa distesa blu notte ricoperta da un fitto manto di scintillanti stelle si rifletteva sui suoi occhi chiari. Un leggero venticello le accarezzava i lisci capelli color cenere, mentre con un delicato movimento della mano sorseggiava il calice di vetro. 

Dinnanzi a quella suggestiva vista, liberò la mente dai mille pensieri che erano soliti affliggere la mente di una giovane e inesperta regina qual’era. Solo un pensiero continuava a farsi largo nella sua testa, fatto di sguardi fugaci e velate insinuazioni. La scelta di isolarsi non era stata voluta dal semplice desiderio di ritagliarsi un piccolo spazio tutto per sé, tra i giocosi e assordanti rumori di quella festa. In cuor suo sperava di attirare l’attenzione di quell’intrigante di Balthier. Non dovette attendere molto per vedere soddisfatto il suo desiderio, pochi minuti dopo infatti l’audace aviopirata era già dietro le sue spalle.

 

Ora che siete qui, credete ancora che la Valle Ambrata sia così bella ? “ chiese lui, con fare ironico.

 

“Devo ammettere che toglie il fiato.. Ma non saprei paragonarla al tramonto della Valle Ambrata.. Non è solo lo scenario a creare l’atmosfera giusta.. E Al-Cid sa essere molto ospitale…” lo provocò.  Era evidente che a Balthier non piacesse che qualcuno gli rubasse la parte dello sciupa femmine e quella finta aria da geloso che si metteva ogni volta che lei nominava quel nome, lo rendeva ancora più irresistibile.

 

“ Insinuate forse che possa esserlo più di me? “

 

“ Non insinuo nulla, constato solo i fatti”

 

“ Dovreste imparare che non mi piacciono i paragoni, specie se non sono alla mia altezza” rispose, stizzito.

 

“ Mio caro aviopirata, la tua bocca si riempie sempre di troppi paroloni, ma di fatti fin’ora ne ho visti ben pochi”

 

“Mia carissima regina, sei ancora giovane e acerba per apprezzare a pieno i succosi frutti di una lenta  seduzione”

 

“ La mia vita è già abbastanza complicata per dare retta a queste sciocchezze” mentì , per darsi un tono. Le interessavano eccome, specie se era lui a propinargliele.

 

“Non lo metto in dubbio, però così non si spiega cosa stiamo facendo qui, da soli tu ed io in questa notte stellata” chiese retoricamente l’uomo, mentre poneva la sua mano su quella delicata e infreddolita di Ashe. “ Dovresti stare attenta alla tua salute,  la sera sulla Strahl è fredda.. “

 

“Ma per fortuna ci sei tu a riscaldarla..” lo canzonò, divertita.

 

“ Non potrei mai permettere che una giovane fanciulla si becchi un malanno mentre è ospite sulla mia aeronave “ disse, avvolgendola con la mantellina nera di lana intrecciata che teneva nell’altra mano, quella libera dalla stretta di Ashe.

 

“ E questa? “ chiese la ragazza, stupita. “ Non mi sembra il tuo genere.. Non dirmi che è il vessillo d’amore di qualcuna della tue ammiratrici..” sorrise. Quella premura la intenerì.

 

“ Le mie ammiratrici non hanno bisogno di lasciarmi regali per farsi ricordare” ribattè, malizioso “ .. E’ di Fran.. Mi ha chiesto di portartela nel caso avessi  avuto freddo”

 

“ Ah…”. Raggelò, non se l’aspettava. “.. Ringraziala da parte mia, per favore”  disse appena, voltando lo sguardo altrove. Non riuscì a nascondere il velo di delusione che le si dipinse in volto, non appena udì il nome della viera.

In qualche modo lei riusciva sempre ad essere presente, ovunque si trovasse il suo compagno. Lui non sembrava infastidito da questo, anzi ne era quasi compiaciuto e sollevato. Ashe invece si sentiva a disagio da questa presenza che aleggiava su di loro, ogniqualvolta che si ritrovavano da soli. Non riusciva a capire quale fosse il loro vero rapporto e questo la disorientava. Davanti agli altri si professavano amici e soci in affari, ma si capiva che un legame forte e particolare li univa. Se si trattasse di amore o meno non le era chiaro, ciò che era certo è che il loro rapporto cosi esclusivo e quasi morboso non poteva essere di semplice amicizia. Eppure mentre Fran era restia ad accettare qualsiasi tipo di avances che un uomo le facesse, lui era solito bivaccare bellamente con tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, senza curarsi dello sguardo curioso della sua socia. Non era gelosa? Come poteva sopportare una simile situazione? Era davvero così sicura di sé e dell’amore di lui per lei, tanto da mandarlo tra le braccia di un’altra donna con una scusa puerile, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze? O forse era solo un modo per  farle vedere che era una delle tante e che alla fine sarebbe tornato da lei? Tutte quelle domande la innervosivano.

 

“ Tutto bene?” chiese l’aviopirata, intuendo che qualcosa di strano stava frullando nella testa della giovane regina. “ Mi sembri pensierosa.. Perché non ti rilassi un po’? Sai sei più bella quando sorridi…” disse lui, sciogliendo l’intreccio formato dalle loro dita mentre l’afferrava con decisione per i fianchi,  spingendola prepotentemente verso di sé.

 Ashe si irrigidì. Quella presa così energica  la imbarazzò. Non era abituata ad approcciarsi in quel modo con un uomo, soprattutto con uno come lui, sprezzante e passionale. A differenza  degli altri uomini che aveva frequentato fin’ora, fatta eccezione per il principe rozariano,  che si preoccupavano di trattarla con ogni dovuto riguardo come si attiene ad una regina, pieni di attenzioni formali e platoniche, Balthier non si era mai curato del suo titolo nobiliare.  Davanti a lui, lei era semplicemente una donna, con tutti i desideri e i timori tipici della sua età, non c’erano apparenze da mantenere, poteva sentirsi libera di essere se stessa.

I loro sguardi si erano inevitabilmente scontrati, gli occhi blu di lui erano fissi su quelli grigi di lei e sembravano comunicarle l’intenzione  di voler approfondire quell’incontro. Portò istintivamente il bicchiere alla bocca, contrapponendolo alle labbra dell’uomo. Quel gesto spontaneo tradì l’apparente sicurezza che la donna si sforzava di mettere in evidenza quando era davanti a lui, svelando un leggero disagio per quel contatto decisamente troppo avventato per una ragazza generalmente fredda e distaccata come lei.

Stava correndo troppo velocemente, pensò Balthier, intuendo l’imbarazzo della giovane. Le sorrise dolcemente, accostando la bocca al suo orecchio e lasciando scivolare la sue mani lungo la schiena di Ashe, avvolgendola in un tenero abbraccio. La guancia di lei ora era poggiata sulla spalla di lui, aveva chiuso gli occhi, lasciandosi scappare un sospiro di sollievo.

 

“ Non c’è fretta… E non dovresti averne nemmeno tu…  Una pietanza deliziosa va assaporata lentamente per coglierne il giusto sapore”

 

Arrossì e si sentì tremendamente sciocca ripensando alle provocazioni che solo pochi istanti prima gli aveva fatto, incintandolo a fare qualcosa per cui non si era dimostrata ancora pronta. Avrebbe voluto sparire in quel momento, si sentiva una ragazzina alle prime armi, nonostante non lo fosse più da diverso tempo ormai. Non riuscì a dire nulla, si fece semplicemente cullare dalle sue braccia forti.

 

***

 

Poco distante da loro, Fran li osservava dall’alto.

Negli anni trascorsi insieme aveva visto Balthier flirtare tante volte e con molte donne diverse, sempre belle e particolari. All’inizio la faceva sentire strana vederlo corteggiare le altre ragazze, ma poi col tempo aveva capito che quel suo atteggiarsi da farfallone era un modo subdolo e sottile per sottolineare il suo bisogno di sentirsi libero da ogni legame e imposizione. Una lotta inconscia e perpetua col suo passato, fatto di limiti e costrizioni, dal quale non era mai riuscito a liberarsi completamente, nonostante la sua fuga da Archadia  e la morte di Cid. Così alla gelosia, era subentrata l’amarezza per quell’aspetto infantile che lo caratterizzava.

Era cosi abituata a vederlo sgattaiolare da un letto all’altro, che ormai le suscitava solo indifferenza. Infondo le bastava vederlo tornare da lei, ogni volta. Nonostante il suo stile di vita promiscuo, non c’era mai stato un solo giorno, da quando erano diventati soci in affari e nella vita, in cui non si fosse fatto trovare davanti la porta della sua stanza per augurarle la buona notte.

Eppure quando era con Ashe, notava uno scintillio nuovo nei suoi occhi, indecifrabile, che faceva vacillare in lei la certezza di vederlo arrivare dietro quella porta , ancora una volta. La Regina aveva qualcosa di diverso dalle altre donne e che riusciva ad esercitare su di lui un’attrazione particolare, Fran se n’era accorta fin dal primo momento in cui si erano incontrati nelle fogne della Città Bassa di Rabanastre. Durante la loro avventura contro Vayne e l’Impero, aveva osservato attentamente ogni parola, ogni cenno, ogni gesto che quei due si erano scambiati ed era giunta alla conclusione che Ashe lo attirava e allo stesso tempo lo spaventava. Forse perché lei era il simbolo della libertà negata, dell’impossibilità di poter scegliere della propria vita. Cosa ne sa della Libertà, chi è costretto a portare un titolo nobiliare che decreta il corso della sua vita, fin dalla nascita? Che accetti di buon grado o meno il destino che gli viene assegnato, resta il fatto di non aver potuto “scegliere” chi o cosa essere. Quel tema ossessionava Balthier, e lei lo sapeva bene.  Nonostante ciò ne era attratto, come un nostalgico che non sa staccarsi dai ricordi e che si contorce  malinconicamente su essi.

Adesso lui era li con Ashe, la stringeva tra le braccia, sussurandole all’orecchio chissà quali sdolcinatezze, come da copione. Una recita a cui era abituata ad assistere, eppure quella sera il finale le sembrò incerto.

Lui era lì, e ce l’aveva mandato lei. Benché la ferisse vederli scambiarsi effusioni, la curiosità di sapere fino a che punto si sarebbe spinto, era più forte.

 

 Il rumore di alcuni passi vicino a lei, catturò la sua attenzione.

Scostò lo sguardo voltandolo alla sua destra, notò che non era l’unica ad osservare quella scena. Un paio di metri più distante da lei c’era Basch,  intento a vegliare silenziosamente sulla sua protetta.

 

“ Come trova il panorama che si vede  dalla nostra aeronave ? è alla vostra altezza, Giudice Magister?”

 

“Oh lady Fran, non vi avevo sentita arrivare. E’ una vista incantevole.. siete fortunata a poterne godere tutte le volte che volete”

 

“Neanche la vista che si può ammirare dalla Leviatano  è male”

 

A quella risposta seguì qualche minuto di breve silenzio. Il vento accarezzava dolcemente le due sagome statuarie, quasi a voler alleggerire l’amarezza che appesantiva i loro pensieri. Raramente si erano ritrovati da soli a scambiare quattro chiacchiere, non erano  persone particolarmente socievoli, amavano entrambi la riservatezza del silenzio e la tranquillità della solitudine. Eppure erano bastate poche parole per scoprire una sottile intesa che li univa e che per qualche ragione rendeva l’atmosfera di quella strana notte piacevole.

 

“ Fran.. Posso farvi una domanda?”

 

“Ditemi”

 

“Qual è la vista più bella in assoluto che avete ammirato da qui?”

 

“Nei miei numerosi viaggi ho visto luoghi molto belli … Ma se dovessi scegliere, punterei su quella che ho condiviso con qualcuno in particolare, in un posto banale di cui non ricordo nemmeno il nome.. … Infondo sono le persone con cui li condividiamo a renderli speciali..”

 

“Oltre che bella, siete anche saggia. Questo “qualcuno” può ritenersi fortunato a godere della vostra compagnia”

 

Fran non era vulnerabile ai complimenti, ma i modi eleganti e discreti del giudice, le strapparono un mezzo sorrisetto compiaciuto.

 

“ Non mi chiedete anche voi, qual è la vista più bella che ho visto fin’ora?”

 

“ Non ce n’è bisogno.. il vostro sguardo è abbastanza eloquente circa le vostre preferenze in fatto di “panorami” “ disse Fran,spostando lo sguardo sulla regina.

 

“Immagino che la perspicacia faccia parte delle vostre numerose doti..” ribattè imbarazzato. L’aria dell’imperturbabile e integerrimo cavaliere fu compromessa da un leggero rossore che gli colorì le guance. Ancora qualche istante di silenzio, poi la viera riprese la parola.

 

“Vi chiedo scusa..”

 

“ Per cosa?”

 

“Per aver dato in pasto la vostra regina ad un aviopirata impertinente ….”disse dispiaciuta, indicando col dito lo scialle che avvolgeva le spalle di Ashe.

 

“ E’ stato molto gentile da parte vostra preoccuparvi per la salute d Lady Ashe, procurandole una mantellina”  ribattè, intuendo come dovevano essere andate le cose.

 

“ Siete sempre così formale nell’approcciarvi ad una donna?”

 

“Come? “

 

“Dovreste lasciarvi andare un po’ di più. La spontaneità è una qualità che le donne apprezzano, anche se non è sempre sinonimo di galanteria”

 

“Scusate.. Credo che essere cresciuto tra le corti di Ivalice, mi abbia reso un po’ rigido.. A volte non mi rendo conto che le mie maniere possano apparire fuori luogo …Forse dovrei imparare da Balthier..”

 

“Non siate sciocco, semmai è Balthier che dovrebbe imparare qualcosa da voi. Andate benissimo così come siete, dovreste solo iniziare a rilassarvi.. sono sicura che anche la regina apprezzerebbe”

 

Di nuovo il silenzio. Ma stavolta fu Basch a spezzarlo.

 

“Credo che adesso debba chiedervi io scusa..”

 

“Cosa potrebbe aver  mai fatto di scorretto, un gentiluomo come voi?” chiese sorpresa lei, guardandolo con fare indagatore.

 

“Avrei potuto fare in modo che stasera, al posto di questo noioso giudice, ci fosse stato un uomo ben più divertente a tenervi compagnia”

 

“Chi vi dice che mi stiate annoiando? La compostezza e l’eleganza sono due doti che gradisco” lo tranquillizzò. Avevano vite cosi diverse, eppure si sentiva a suo agio con lui. 

 

“Inizia a fare freddo.. dovreste rientrare, rischiate di beccarvi un malanno”

 

“Non è esattamente quello che vorrebbe sentirsi dire una donna quando ha freddo”

 

“…. Immagino di essere di nuovo fuori luogo allora..” rispose, abbattuto. Non ne azzeccava una. 

 

“Se c’è una cosa che ho imparato da Balthier è che bisogna cercare di sfruttare al meglio ogni situazione, quando si vuole ottenere qualcosa”

 

“Credo di non essere esattamente il genere di uomo con cui una donna vorrebbe ritrovarsi in queste circostanze”

 

“Non vi sottovalutate.. Dovete solo immaginare che al mio posto ci sia quel qualcosa di prezioso a cui non osate aspirare.. e lasciarvi trasportare dall’atmosfera..”

 

“E’ un po’ difficile credere che qualcuno possa volersi immaginare altrove, quando è in vostra presenza..”

 

“Voi continuate a non ascoltare Basch.. date troppo fiato alla bocca.. Non vorrete mica che ci siano sempre altri uomini  a tenere calde le spalle della vostra bella, nelle sere d’autunno..”

 

Quelle parole arrivarono come un fulmine a ciel sereno sui suoi sentimenti. Era innegabile la gelosia che provava ogniqualvolta che lo sguardo di Ashe si posava su un uomo, che non era lui. Ma non si sentiva nella posizione di poter dire o fare nulla. Lei non gli apparteneva, l’unico obbligo che la legava a lui era prettamente professionale. In verità non si sentiva all’altezza di una donna così, forte, onesta, determinata, la vedeva irraggiungibile, non lo sfiorava nemmeno l’idea che potesse interessarsi a uno come lui. Non doveva amarla, doveva proteggerla, se lo ripeteva continuamente e continuamente si lasciava travolgere dal turbinio delle emozioni che scaturivano in lui, tutte le volte che le stava accanto. Tormentato tra il dovere e il piacere, intuì che la viera dovesse provare qualcosa di simile anche lei per il suo compagno. I suoi velati consigli su come farsi avanti con la regina, lo sorpresero e lo intenerirono. Non era la donna fredda e distaccata che mostrava di essere. Infondo come lui, anche lei desiderava soltanto qualcuno che col suo calore la ristorasse dalle ferite che si portava dietro.

Non c’era un altro modo per comunicarle la gratitudine che provava per quel suo gesto, così semplicemente glielo mostrò.  La colse di spalle, spingendola delicatamente verso di se. Sfregò dolcemente le sue mani forti sulle braccia conserte della donna, irrigidite dal freddo, per scaldarla. Nel momento stesso in cui si sfiorarono, un brivido le attraversò la schiena. Erano anni che non permetteva ad un uomo, che non fosse il suo socio, di toccarla in quel modo. In genere era schiva al contatto fisico, la infastidiva che qualcuno invadesse il suo spazio personale ma stavolta fu diverso, quel tocco virile e dolce allo stesso tempo la fece sentire bene, protetta. Non ebbe la forza di allontanarsi.

 Anche lui rimase scosso da quel contatto, benché fossero entrambi lievemente imbarazzati, un’attrazione proibita li stava avvolgendo.  Le sue mani premevano sulla sua pelle sempre con maggiore intensità e trasporto, la tenerezza si stava trasformando in passione senza che se ne rendessero conto. I recenti e sconvolgenti cambiamenti che avevano travolto la sua vita negli ultimi anni, lo avevano tenuto lontano da approcci tanto intimi con le donne. Ma era bastato che per un attimo un pensiero malizioso si insinuasse nella sua mente, per risvegliare vecchi desideri maschili assopiti da tempo. La presenza di una donna cosi bella, non lo lasciava indifferente, dopotutto era pur sempre un uomo. Eppure ancora una volta il cavaliere che era in lui ebbe il sopravvento, era arrivato il momento di tornare con i piedi per terra.

 

“Ti ringrazio per quello che stai cercando di fare.. .. Però non dovresti dimenticare di prenderti cura di te.. Non c’è una sola ragione valida perché cotanta bellezza e sensibilità debbano privarsi del tepore che tanto desiderano … … Dolce notte” le sussurrò, mettendo da parte per una volta la sua solita formalità e dandole del “tu”, come gli aveva consigliato lei qualche istante prima. 

 

“ Già vai via?” chiese lei, di getto. Sapeva che non era il caso di continuare oltre con l’ambiguità di quel gesto, ma quella voce e quelle mani le sembrarono una tentazione troppo forte da cui riuscire a sfuggire. 

 

“ Un uomo non dovrebbe mai stare cosi vicino ad una donna, tanto da poter sentire il battito del suo cuore.. Potrebbe cadere nella tentazione di possederlo, pur sapendo che non gli appartiene.. ”

 

“… … E se ti chiedessi di lasciarti tentare e rimanere..?”

 

“ Spero che tu non lo faccia.. .. Ti stupiresti di quanto possa essere debole un cavaliere, di fronte alla richiesta di attenzioni di una donna affascinante.. E di quanto i loro desideri possano essere simili .. E ugualmente pericolosi.. ”

 

La consapevolezza di stare per perdere ogni inibizione, li frenò. Per qualche minuto avevano dimenticato la ragione che li aveva spinti lì, per una volta erano solo loro due i veri protagonisti di quella notte, con i loro sentimenti e desideri, senza dover essere l’ombra di un amore irraggiungibile.

 

***

Intanto al piano inferiore, Ashe e Balthier avevano continuato a flirtare senza accorgersi della presenza dei  due compagni sopra di loro. La donna sembrava essersi finalmente rilassata, adesso si sentiva perfettamente a suo agio vis à vis con l’aviopirata. Si erano appartati in un angolo isolato, lontani da occhi indiscreti, o almeno così credevano.

 

“ Muschio bianco? “ notò, annusandola  delicatamente dietro il collo. “ Intrigante e introverso.. Un profumo che ti si addice “ concluse,  sfiorando con le labbra il suo orecchio sinistro. La donna indietreggiò di un paio di passi, giocando a fare la preziosa.

 

“  E’ in questo modo che mi vedi? Intrigante e introversa… ?“ chiese, incuriosita. Era con le spalle contro il muro, sapeva che adesso non avrebbe potuto più sfuggirgli e questo la stuzzicava.

 

“ Non è l’unico.. A dire il vero, sono tanti i modi in cui vorrei poterti vedere.. “ rispose, mentre con un braccio poggiato contro la parete di metallo e l’altro intorno alla vita di lei, bloccava definitivamente ogni possibile via di fuga. Stretta col bacino contro il suo,  sentiva l’eccitazione crescere ad ogni contatto che diventava via via sempre più intenso.  Aveva iniziato ad accarezzargli i capelli mentre lui la baciava dolcemente sul collo. Quei baci risalirono velocemente verso la sua guancia, fino ad arrivare all’angolo della bocca. Si spostò di nuovo, ma stavolta in direzione dell’uomo, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla passione.

Ma ad un tratto… Una misteriosa figura sbucò alle spalle di Balthier.

 

“Scusa l’interruzione… ma devo parlarti, è urgente “

 

Ashe sbiancò per l’imbarazzo. Essere colta in fragrante in una situazione del genere era l’ultima cosa che avrebbe voluto. Schiuse leggermente gli occhi  cercando di intravedere qualcosa, pregò con tutta se stessa che non si trattasse di qualche bambino, o peggio ancora di Larsa. Scorse appena una ciocca di capelli biondi, senza riuscire a distinguere con chiarezza il volto, la sua posizione e l’oscurità della sera non le permettevano di vedere di più.  Era forse Basch? Quel pensiero la fece sobbalzare, diventando rossa come un pomodoro. Stava per avere un mancamento.

Balthier sgranò gli occhi, rimanendo immobile, con le labbra ancora su quelle della ragazza. Quella voce sconosciuta lo scosse. Chi poteva essere tanto sfrontato da venirlo a disturbare mentre stava amoreggiando ? Fu tentato di voltarsi malamente e cacciare via a pedate quel ficcanaso, ma poi gli tornò in mente la frase “è urgente” e tentennò. Forse era successo davvero qualcosa di importante che meritava la sua attenzione. Si staccò dalla ragazza e con decisione si girò. La visione che si trovò davanti fu agghiacciante.

 

“Allora Balthier mi vuoi stare a sentire?!  Ma sei sordo??!!” urlò, il biondo.

 

“ Vaan…..??? VAAN????” sbottò sconvolta, Ashe.

 

“Lo so come mi chiamo…”

 

“ VAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!! “ sbraitò Balthier, colpendolo con un pugno sulla testa “ Che diavolo vuoi??? Ti sembra il momento di venire a rompere con le tue cavolate???”. Era su tutte le furie.

 

“ AHIII! Ma che ti prende??? Sei impazzito, perché mi hai colpito?”

 

“ Vai fuori dai piedi.. Non te lo ripeterò due volte” disse, con sguardo truce. Ashe era allibita.

 

No aspetta!!! Devo parlarti!! Ho bisogno del tuo aiuto! Dico sul serio!!”.  Vaan era visibilmente agitato, tanto che l’amico si convinse ad ascoltarlo.

 

“ … Che succede..? “ chiese titubante, la ragazza.

 

“…  C’è un problema… ehm..”

 

“.. Vuoi deciderti a parlare?.. E’ una festa.. che diavolo di problema può esserci?” disse perplesso, l’aviopirata.

 

“ Vaan.. si può sapere una buona volta che c’è? Perché hai quella faccia..? Stanno tutti bene giusto?..  GIUSTO??” chiese ansiosa, Ashe.

 

“ Pensi che..?”disse Balthier, rivolgendosi alla ragazza, come se avessero avuto chissà quale tremenda intuizione. “ VAAAN”!!!!

 

“ ……. E’ finita la cartaigenica in bagno….  E quell’aperitivo  di là, ha messo in moto la mia attività intestinale… Non so se mi spiego… Ecco.. vorrei sapere dove tenete la carta su questa aeronave..?”

 

I due ragazzi rimasero completamente sbigottiti, non riuscivano a credere alle loro orecchie. Presto lo sgomento lasciò spazio alla furia omicida. Ashe lo afferrò con forza per il gilè, sbattendolo contro la parete di metallo, per poi strattonarlo avanti e indietro e urlargli contro ogni tipo di insulto.

 

“ SEI UN DEFICIENTE!! Ti sembra una ragione valida per venirci a disturbare?? “ lo sgridò, Balthier.

 

“ Ma che avrei dovuto fare??!!!!!!!!!!!! Avrei dovuto farmela addosso, secondo te?? AAAHIIII!!!” cercò di giustificarsi, incassando le botte di Ashe.

 

“Potevi chiederlo a Fran, per esempio..” disse, scuotendo la testa. Era proprio senza speranze.

 

“ C’ho provato, ma non l’ho trovata!!! AAHIIII AAAHH” rispose, piagnucolando. D’improvviso i suoi occhi si alzarono  verso il cielo, scorgendo al piano superiore proprio la viera, inaspettatamente insieme a Basch.     “ Ah ecco dove si era cacciata… Ma che cavolo c’avete tutti stasera che ve ne state nascosti qui fuori???” sbraitò, infastidito.

 

“Uh..?”. I ragazzi lo guardarono confusi, poi alzarono lo sguardo trovandosi davanti ad una scena nuovamente agghiacciante.

 

“ C..c-che ci fa FRAN con BASCH???”  balbettò, Ashe.

 

“ E perché le sta così appiccicato?!?!!” sbottò, lui.

 

“ Ma che dici!!! E’ lei che si sta strusciando!!”

                      

“ Faceva tanto il santarellino, e poi si rivela il peggiore dei marpioni!!”

 

“ Basch non lo farebbe mai!!Piuttosto è Fran che con quell’atteggiamento da gatta morta ci sta provando con lui!!”

 

“Ma smettila di dire sciocchezze!! Sono sicura che la sta infastidendo! Sarà meglio che intervenga..”

 

“ A me non sembra tanto infastidita.. Anzi secondo me le piace pure… Bel colpo, Basch!! Aahaha ” esclamò, Vaan.

 

“ STAI ZITTO TU!!!”  urlarono in coro il pirata e la regina, chiaramente infastiditi e turbati da quell’avvicinamento cosi insolito tra i loro due compagni.

 

“No!! Non è possibile!! Ci deve essere sicuramente una spiegazione!!! Il mio Giudice Magister non se ne va in giro ad importunare le donne!!”

 

“ Il “tuo” Giudice Magister…? Ma non lavorava per Larsa?” chiese confuso, Vaan. Nessuno gli diede conto.

 

“ Ah no?? E allora perché sta mettendo le mani addosso alla mia socia??”

 

“ Mettere le mani addosso? A me sembra che la stia solo scaldando…” proseguì, il biondo. Continuarono ad ignorarlo.

 

“……. E perché lei non lo sta mandando via, come fa di solito con tutto l’universo maschile ???Eh??”

 

Minuto di silenzio. Poi Vaan poggiò  le braccia sulle loro spalle, spingendoli a sé e solenne disse..

 

“ Ma è ovvio! Stanno pomiciando!!! Evidentemente si piacciono.. Non capisco però cosa avete da lamentarvi…?.. Sarete mica .. gelosi..?”

 

“ Cosa?? Tu sei pazzo… A Fran non piace nessuno… NESSUNO!! Non le interessano queste cose.. E IO NON SONO GELOSO!! Di chi poi? Di quello lì con quella cicatrice in faccia..?? puff..”

 

“ …. Non si tratta di gelosia!! Semplicemente non è un comportamento che si addice ad un membro della corte reale!!! Cosi in pubblico.. con una aviopirata seminuda poi!!! NON è TOLLERABILE!!” sbraitò, la regina.

 

L’atmosfera si era fatta rovente. I profili dei volti dei loro devoti compagni cosi inaspettatamente vicini, erano insopportabili da vedere. Mille paure e pensieri inaccettabili avevano iniziato ad albergare nelle menti dei due ragazzi. Balthier si era innervosito, pentendosi amaramente  di aver concesso il permesso di organizzare quella festa proprio sulla sua aeronave, invece di rimettersi subito in viaggio per Ivalice. Dal canto suo Ashe non riusciva a spiegarsi cose stesse accadendo al suo imperturbabile cavaliere, sentì solo una gran voglia di tornare a casa il prima possibile.

 

“ Senti Ashe…. La presenza di troppe eccellenze sulla Strahl sta rallentando la nostra attività di aviopirati, quindi sarebbe meglio se raggiungessimo velocemente la Leviatano e tu e il caro giudice continuasse il viaggio senza di noi “

 

“ Assolutamente SI! Ho affari importanti da sbrigare a Rabanastre.. Se sei d’accordo potremmo ripartire all’alba! Prima torniamo, meglio è!”

 

L’uomo annuì, facendo un cenno di assenso col capo. Erano entrambi d’accordo che fosse il caso di spezzare quell’idillio sul nascere.

 

“ Mm.. …..IIIHHHH!!! Guardateee!! Si stanno baciando!!!...” urlò, Vaan, puntando il dito in alto. Lo sgomento si dipinse sul volto dei suoi amici che si precipitarono a guardare nella direzione indicata.

 

“.. AH SCHERZETTO!!!!! muahahaha” gridò, scappando verso la sala.

 

“MALEDETTOOO! Vieni quiii!!” sbraitarono i due ragazzi, inseguendolo per tutta l’aeronave.

 

***

 

Intanto Fran e il Giudice avevano smesso di spiarli, già da diversi minuti. Non si erano minimamente accorti di tutto il trambusto causato dai loro amici, persi com’erano in sguardi languidi e pensieri inconfessabili

 

“ .. Credo che la solitudine di un bicchiere di vino, potrà permetterci di sopravvivere anche stanotte.. Senza che i sensi di colpa disturbino il nostro sonno” concluse, Fran. Salutarsi era la scelta migliore per entrambi.

 

Perfettamente d’accordo .. vogliamo rientrare milady?”

 

“Dopo di voi, Giudice.”

 

***

                                                                                                                                          

Erano da poco passate le due e mezza di notte, sulla Strahl era calato il silenzio. I rumorosi e allegri ospiti  si erano sistemati come meglio avevano potuto tra le stanze messe loro a disposizione e i cuscini sparsi qua e là nella sala dove qualche ora prima i fiumi di alcol, le carte e la musica li avevano intrattenuti.  Balthier e Fran da bravi padroni di casa, avevano subito ceduto le loro camere ai più illustri tra loro, così Ashe si era sistemata in quella del ragazzo mentre il piccolo Larsa e il suo fedele giudice si erano accomodati in quella della viera. I due aviopirati invece si erano collocati in una stanzetta solitaria situata all’ultimo piano, provvista soltanto di un letto a una piazza e mezza, affiancato da una piccola vetrata da cui si poteva osservare il cielo.

Fran era seduta per terra, con la testa poggiata sul vetro, le braccia incrociate e lo sguardo volto verso l’esterno. Era in tenuta da notte: aveva sciolto i lunghi capelli argentei e indossato un corpetto nero attillato che  lasciava scoperto appena il ventre color ebano e dei pantaloncini cortissimi dello stesso colore che sottolineavano le rotondità posteriori. Balthier era disteso sul letto con le braccia piegate intorno alla testa, indossava solo i pantaloni scuri con la cinta sfibbiata. Nonostante fossero entrambi seminudi, vivevano con assoluta naturalezza quella situazione, erano abituati a condividere l’intimità della notte.

 

“ Non vieni a dormire?” chiese lui, guardandola con la coda dell’occhio.

 

“ Tra un po’” rispose, senza nemmeno voltarsi.

 

“Domani ci aspetta un lungo viaggio di ritorno a Ivalice, come copilota dovresti riposare.. Non posso sostenerlo tutto da solo..” sbuffò.

 

“Allora dovresti seguire per primo il tuo consiglio..” replicò distrattamente, immersa in chissà quali impenetrabili pensieri.

 

“….. Non mi piace l’idea che qualcuno mi osservi mentre dormo”

 

“ Prometto di non farlo”

 

Balthier rimase in silenzio. Poi si mosse, piegandosi su di un fianco e incrociando le braccia sul petto nudo.

 

“ Ora sei tu che mi fissi.. e non sto dormendo” notò seccata, lei.

 

“Cerco di capire cosa ti tiene sveglia, attraverso la forza del pensiero visto che non vuoi parlare”

 

“L’unica cosa che mi tiene sveglia sono le tue domande... Comunque visto che sei in vena di chiacchiere, non credevo che ti saresti lasciato scappare l’occasione di dividere il letto con la nostra illustre ospite questa sera..” lo provocò. Effettivamente non riusciva a spiegarsi come mai avesse preferito rimanere in stanza con lei. Balthier non era certo uno che buttava le occasioni, specie se gli venivano servite cosi facilmente su un piatto d’argento. Doveva sicuramente avere un piano in mente.

 

“… Sarebbe stato scontato, non credi? Un protagonista deve sempre saper stupire..”

 

“ Ma tu non sei più il protagonista…”

 

“ Sulla Strahl c’è un solo attore principale ed è il suo capitano” concluse. Effettivamente Fran non riuscì a dargli torto, almeno stavolta.

 

La donna si sollevò in piedi, dirigendosi verso la sua metà del letto.

 

“ Perché c’è un solo cuscino? Ricordavo ce ne fossero due.. “ notò infastidita.

 

“ L’ho dato ai ragazzini di sotto, quelli che c’erano non bastavano per tutti “

 

“ Avresti potuto dargli il tuo..”

 

“ Ma cosi non avrei potuto condividerlo con te” disse, sorridendogli divertito. Fran lo ignorò e spostò lo sguardo verso i piedi del letto.

 

“ Fa freddo… Perché non scendi e vai a vedere se riesci a recuperare qualche altra coperta?”

 

“ Questa non ti basta?” replicò, indicando l’unica coperta presente. “Mi stai forse dando una scusa per andare a curiosare nelle camere delle signore?”

 

“ Lo avresti fatto comunque non appena mi fossi addormentata “

 

“ Che impertinente! Non ti dimenticare che sono pur sempre un gentiluomo.. Farò finta di non aver sentito”

 

“ Quindi mi lascerai morire di freddo stanotte?”

 

“ Il mio calore non basta?”

 

“Preferisco i metodi tradizionali..”

 

“ Ho capito. Vado e torno..”

 

Così uscì frettolosamente dalla camera, in cerca delle coperte.

Intanto Fran si era stesa, stringendo a sé il cuscino. Notò che emanava ancora il suo profumo e rannicchiandosi su esso, si domandò se sarebbe tornato davvero. Dopotutto la camera dove riposava Ashe, non era poi cosi distante da quella in cui si trovavano loro.

Un improvviso picchiettio proveniente dalla porta, la fece sobbalzare, qualcuno aveva appena bussato.

 

“ Lo sai già che è aperto… “ intimò stupita. Non si girò nemmeno a controllare, non poteva che trattarsi di lui.

L’uomo le si avvicinò dietro la schiena, posta ancora in posizione fetale e con la tenue luce di una candela creò un gioco di chiaroscuri tra il buio in cui era immersa la stanza e le forme generose e provocanti  della viera che si sfregavano contro le lenzuola. Si sedette al bordo del letto e le poggiò una mano sulla spalla. Un brivido la percosse, riconobbe quel tocco forte e gentile che alcune ore prima l’aveva tentata. Adesso sapeva per certo che non poteva essere Balthier, l’uomo che era lì con lei.

 

“ Scusa il disturbo, ero solo venuto ad augurarti la buonanotte e a ringraziarti per aver concesso a me e a Larsa, di poter occupare la tua stanza per la notte “

 

“ Basch… Non avevo capito che fossi tu alla porta, altrimenti non avrei risposto in quel modo così scortese…“

  

“ Lo avevo immaginato, stai tranquilla. Non era mia intenzione metterti a disagio”

 

“ Non c’è nessun problema… Spero che il mio letto sia abbastanza confortevole per il piccolo imperatore.. e per te. Anche se credo che siate abituati a ben altri lussi..”

 

“ Andrà benissimo. La tua gentilezza ci onora..”

 

“ Non te lo riesci proprio a togliere il vizio di essere cosi formale..”  lo prese teneramente in giro, ripensando alla loro conversazione di qualche ora prima.

 

“ Un passo per volta.. Non so se hai notato che ho già messo da parte il “voi” in favore del “tu”.. E’ un miglioramento, che ne pensi?” ironizzò. I due sorrisero divertiti.

 

“Imparerai… …Adesso sarà meglio che tu vada a dormire, domani ripartiamo all’alba..”

 

“ Si, vado. E  scusami ancora se ti ho svegliata..”

 

“Non mi hai svegliata.. Aspetto che torni Balthier prima..”. Il tono della sua voce lasciò trasparire una certa incertezza che il cavaliere colse subito.

 

“ Sono certo che tornerà presto… Controllerò io stesso che lo faccia, non temere” disse, sorridendole. La donna arrossì.

 

“Notte..” lo salutò, ancora imbarazzata. Lui annuì e si diresse fuori dalla stanza.

 

“Potete riposare tranquillo Basch, come vedete sono qui “ lo fulminò, Balthier. Era di fianco alla porta già da diversi minuti, aveva udito in silenzio buona parte della conversazione.

 

“Non ne dubitavo. Ad ogni modo non è da gentiluomini fare attendere troppo una signora. Converrai con me che una donna come Fran merita riguardo.. ”

 

“Non c’è bisogno che me lo ricordiate. So come apprezzare le cose belle. Voi piuttosto, mentre ve ne andate in giro a prender pena per le donne altrui, lasciate ad attendere una fanciulla desiderosa di darvi la buonanotte… Un cavaliere non dovrebbe far aspettare la sua regina”

 

“ .. Ashe mi cercava?”

 

“ Non era in camera sua, ma l’ho vista chiedere all’imperatore dove vi foste cacciato..”

 

“ .. Se le cose stanno cosi, mi congedo. Notte” disse, andando via con passo svelto e il volto festante.

 

Intanto Fran si era appisolata. La trovava tenerissima quando dormiva, lei non poteva saperlo , ma più di una volta era rimasto a guardarla farsi coccolare tra le braccia di morfeo. Le rimboccò le coperte e si sistemò accanto a lei.

 

“M-mm… Ah sei tu.. Sei tornato..” notò, ancora assonnata.

 

“ E dove sarei dovuto andare..?”

 

“ .. Mmm.. ma questa non era la coperta che avevo dato a Vaan ?”

 

“ Beh.. mi ha detto che non gli serviva… “ la rassicurò,sghignazzando divertito.

 

“… Uh.. ? Farò finta di crederci…”

 

“ Credi che mi spetti mezzo cuscino, adesso?” chiese, notando con quanta foga lo stringeva sul petto, quasi fosse un peluche.

 

“.. Oh… mi ero dimenticata.. Va bene cosi?” disse, sistemando il cuscino sotto le loro teste.

 

“.. Cosa voleva prima da te, il damerino?”

 

“ .. Nulla di importante.. Era passato a darci la buonanotte..”

 

“ “A darci”? .. Non credo fossi incluso nel saluto..”

 

“ Ma che dici.. Lo sai che è un tipo formale.. Voleva solo essere gentile..”

 

“ .. Prima ho visto che chiacchieravate fuori.. Doveva essere una conversazione interessante, considerando come ti guardava… e toccava”

 

“ ….. E’ stato solo un incontro casuale.. E poi non ricordo che tu abbia mai dato importanza al modo in cui mi guardano generalmente gli uomini..”

 

“.. E io non ricordo che tu li abbia mai ricambiati.. “

 

“ … Basch è un uomo piacevole e discreto..  Anche nel modo di guardare una donna.. Comunque non devo giustificarmi con te..“ sottolineò, mettendolo a tacere.

 

Rimasero in silenzio per evitare di litigare. Poi lui riprese a parlarle.

 

“ ……. Almeno potresti darmi il bacio della buonanotte..!” disse, facendo lo sbruffone.

 

“ Il bacio di Ashe non è stato abbastanza soddisfacente?”

 

Rimase fulminato, non credeva che l’avesse visto flirtare con la ragazza.

 

“.. Vaan ci ha interrotti sul più bello…”

 

“ Capisco.. ma non è un mio problema..”rispose, voltandosi dall’altra parte del letto. Lui la guardò rigirarsi, deluso.

 

“…. Sei arrabbiata..?”

 

“  E tu..?”

 

“ ….. Non conta nulla che io sia qui, adesso..? ..Per me conta che tu ci sia..”

 

“ … Non sarei rimasta ad aspettarti se non contasse…”

 

“ ..Tornerò sempre…  finchè starai ad aspettarmi..Il nostro rapporto si basa sulla fiducia reciproca, ricordi? ”

 

“  Ci sarò finchè crederò che prima o poi smetterai di andare via.. Buonanotte” concluse, dandogli un piccolo bacio a stampo sulle labbra. Si rigirò nuovamente dall’altro lato e si mise a dormire. Lui rimase di fianco ad osservarla sereno, fino a che la stanchezza non lo vinse.

 

***

Basch si era diretto con passo svelto verso la camera di Ashe. Bussò un paio di volte e non appena la ragazza gli diede il permesso di farsi avanti, entrò nella stanza. La trovò seduta ai piedi del letto, avvolta da una sottoveste di seta bianca con ricami dorati sui bordi, che lasciava intravedere le gambe accavallate. Le spalle e i seni erano coperti da una vestaglia dello stesso colore e tessuto della veste, tenuta stretta in vita da una cinta. L’uomo si sforzò di non guardala troppo, ma si sentiva rapito da ogni suo movimento. Cercò di mantenere un contegno.

 

“Mi cercavate, maestà?”

 

“ Basch.. ultimamente sembra diventato impossibile trovarti..” rispose seccata.

 

“Perdonatemi. Ero andato a ringraziare i nostri amici aviopirati per averci concesso di dormire nelle loro stanze” cercò di giustificarsi.

 

“.. Basch adesso non siamo più in pubblico, puoi darmi del “tu”.. Ad ogni modo ti cercavo per darti la buonanotte…” ammise, timidamente.

 

“Mi fa piacere che ti sia ricordata di me… Sarei passato comunque.. A dire il vero ero ansioso di vedere se eri riuscita a metterti a tuo agio qui “

 

“E’ una stanza dal gusto un po’ particolare.. ma il letto e i cuscini sono molto morbidi e confortevoli.. anche se forse è un po’ troppo grande per dormirci da soli..” disse, scrutando l’ambiente circostante.

 

“.. Beh sai che Balthier è uno che ama la compagnia..”

 

“.. E tu? Non ti capita mai di voler cercare compagnia..? ” osò chiedergli.

 

“… Negli anni della guerra, mi sono abituato a farne a meno … “ rispose l’uomo. Aveva mutato tono della voce, divenendo cupo. Qualcosa in quelle parole lasciava trasparire l’amarezza di brutti ricordi che ancora a distanza di anni lo tormentavano. Ashe intuì di aver toccato un tasto dolente per entrambi.

 

“ ….. Sono stati anni duri per tutti… ma la solitudine non è mai stata una consolazione… Il dolore è un fardello troppo grande da poter sopportare da soli…” ribattè, lei. Si era rattristata ripensando a quei terribili momenti che solo tre anni prima, aveva vissuto. La sofferenza era ancora vivida in lei, nonostante la sua vita fosse radicalmente cambiata dopo l’incoronazione.

 

“ Perdonami, non era mia intenzione riaprire vecchie ferite…. E’ solo che ci si può sentire da soli anche quando si è in compagnia di una bella donna… …. Non è differente da un letto vuoto a cui sono abituato”

 

Ashe rimase in silenzio, quella risposta la stupì. Possibile che un uomo virile e maturo come lui, non fosse interessato a quel genere di intimità ? Scosse la testa, ripensando alla scena che qualche ora prima l’aveva visto protagonista sulla terrazza mentre flirtava con Fran. Aggrottò le sopracciglia infastidita, si sentì presa in giro.

 

“Eppure non mi sembrava che ti sentissi così solo stasera, mentre stringevi la nostra amica viera…” constatò stizzita, incrociando le braccia sul petto.

 

“ Volevo solo essere gentile… Faceva freddo e lei ti aveva cortesemente prestato la sua mantellina.. volevo sdebitarmi per il suo gesto nei tuoi riguardi..”

 

“Sciocchezze!” sbottò. “ Da un uomo come te, non mi aspetto che ti nasconda dietro simili scuse.. Ammetti piuttosto che non ti era indifferente e che non ti sarebbe dispiaciuto se oltre la stanza, stanotte ti avesse concesso anche la sua compagnia”. Si era innervosita, lasciando Basch sbigottito e imbarazzato per quelle insinuazioni. Ma Ashe non era certo una che le mandava a dire quando si infuriava.

 

“Maestà ma cosa dici…? Stai fraintendendo.. Mi sembra di aver già detto che non sono interessato a quel genere di compagnia.. E poi non metterei mai a disagio te e Larsa, assumendo comportamenti poco consoni alla mia posizione, in pubblico. Sono pur sempre il Giudice magister dell’impero, non lo dimenticare!” ribatté risoluto.

 Si sentì offeso dalle parole di Ashe, onorare lei e l’imperatore era tutto per lui, non c’era nulla che potesse compromettere la sua devozione nei loro riguardi, specialmente verso quelli della donna. Non c’era attrazione che lo vincesse, quando vestiva i panni di giudice. Evidentemente non si rendeva conto di quanto gli costasse ogni giorno resisterle, per non mettere a repentaglio le loro posizioni davanti al popolo di Dalmasca. Una relazione tra l’ex tirapiedi di Vayne e la neo regina sarebbe stato uno scandalo enorme per la credibilità di quest’ultima.

 

“Come potrei dimenticarlo..? Non perdi occasione di ricordarmelo, ogniqualvolta che rimaniamo da soli. Sembra quasi che tu abbia paura di mostrarti semplicemente come Basch, l’uomo che non ha bisogno di un’armatura sotto cui nascondere i suoi desideri”

 

“.. Non ci si può sempre lasciare andare a ciò che si vuole..”

 

“.. Forse perché non lo si vuole abbastanza intensamente… “ controbattè, in modo secco. Non riusciva a capirlo. Era ormai trascorso un anno dalla vittoria che l’aveva portata a ristabilire il suo potere a Dalmasca, e da mesi avevano iniziato a frequentarsi sempre più spesso a corte e fuori da essa, non solo per ragioni politiche legate all’alleanza tra i due regni di cui erano rappresentanti, ma anche per il solo piacere di stare insieme. Era palpabile l’interesse che lui provava nei suoi confronti, se n’era accorta subito ma si era anche resa immediatamente conto che non si sarebbe mai fatto avanti perché troppo devoto al suo dovere.  Il distacco che aveva imposto tra loro, l’aveva portata a celare i suoi sentimenti per lui, nascondendoli dietro la solita apparente freddezza che mostrava in pubblico. Le faceva rabbia questa tacita decisione, eppure aveva scelto di rispettarla comunque. Benché troppe volte si fosse ritrovata tra le braccia di altri uomini a chiedersi se voleva davvero quel calore o se non fosse in realtà solo una vile vendetta verso chi l’aveva rifiutata.

“Non ti ha voluta, forse non ti vuole abbastanza”, un pensiero che si portava dietro come un macigno sulle spalle, ogniqualvolta notava il suo sguardo pieno di desiderio su di lei, prima di allontanarsi di nuovo, come sempre.

Forse era colpa del vino o forse era per via della strana gelosia che l’aveva colpita prima, ma quella sera non riuscì a trattenere i pensieri rabbiosi e appassionati per il baldo cavaliere che da troppo tempo aveva imparato a soffocare.

Si tirò in piedi e si diresse verso Basch, ancora fermo a pochi metri dalla porta,  piantonandosi dinnanzi a lui. Con un movimento sensuale e delicato slacciò il nodo della cinta che teneva legata la vestaglia, lasciandola scivolare per terra. La sottile sottoveste di seta metteva in risalto le sue forme armoniose e proporzionate. La bassa statura permetteva un visione a tutto tondo dei suoi piccoli seni sodi, decisamente troppo scoperti rispetto al solito, dall’alto dei centimetri che la separavano Basch. Imbarazzatissimo e senza parole, tentò di dire qualcosa, ma il dito della giovane regina si posò sulle sue labbra, zittendolo.

 

“Spogliati” intimò.

 

“C-come prego?”rispose , spalancando gli occhi sbigottito. Non riusciva a credere alle sue orecchie..  e ai suoi occhi!

 

“Adesso siamo solo tu ed io, Ashe e Basch, la donna e l’uomo… Quest’armatura non ti serve stanotte”. Non gli lasciò nemmeno il tempo di replicare e iniziò a sfibbiare le cinghie che tenevano uniti i pezzi della corazza. Le mani di Basch si posarono sulle sue, arrestando l’audace approccio.

 

“Dovrò comunque indossarla di nuovo domattina e..”

 

“Non importa. Un attimo può essere tutto per chi non ha niente” lo interruppe.

 

Si fissarono severamente per qualche istante, come a voler capire le profonde intenzioni l’uno dell’altra, poi Basch si decise a lasciarla fare e sciolse la presa sulle sue mani, permettendole di riprendere ciò che aveva lasciato a metà. Ashe rimase stupita da quel gesto di accondiscendenza, ma continuò a mostrarsi impassibile e senza distogliere gli occhi dai suoi, procedette a  rimuovere minuziosamente l’equipaggiamento metallico del giudice.

Una volta che l’armatura fu tolta, l’uomo rimase solo con la calzamaglia scura e la maglia a collo alto nera. I tessuti aderenti designavano il fisico muscoloso e scolpito di Basch, forgiato dalla durezza della guerra. Lei lo scrutava con composta ammirazione e desiderio, mentre con le punte delle dita gli accarezzava l’addome, sotto la maglia. Uno sguardo fu sufficiente per far capire all’uomo di liberarsi dell’indumento e lui eseguì senza batter ciglio, sempre più curioso di capire fino a dove si sarebbe spinta.

Ashe lasciò scivolare le dita tra i suoi biondi capelli, tirandoli dolcemente e costringendolo a chinare la fronte sulla sua. Il ritmo eccitato dei respiri della ragazza provocava un rumore assordavano  nella mente di Basch, mandandolo in uno stato confusionale che non gli permetteva di mantenersi perfettamente lucido. Non poté trattenersi da afferrarla per la vita e spingerla verso di sé.

 

“ Hai bevuto vero? ” disse, un po’ turbato, annusandole il fiato.

 

“Credi che sia per questo che voglio fare l’amore con te?”

 

“Non vorrei che facessi qualcosa di cui poi debba pentirti..”

 

“Non credo di essere mai stata più lucida e cosi sicura di quello che voglio come adesso. Resta da capire cosa vuoi tu..”

 

“Voglio che tu non soffra, né ora né dopo.. Mi importa solo di questo”

 

“E non pensi che allontanandomi peggiori le cose?... Lo so benissimo quello che provi e sono stanca di vedertelo negare..”

 

“Quello che sento non ha importanza, se può danneggiarti … … Posso anche rimanere qui ma sarebbe solo lo sfizio di una notte che domani non ci gioverebbe”

 

Ashe raggelò. Sbarrò gli occhi, sconvolta.

 

“ Lo sfizio di una notte? Credi che sia questo quello che voglio?.. Il capriccio di una ragazzina annoiata.. Credi di essere questo per me??” chiese incredula, allontanandosi brutalmente da lui.

 

“… Non era questo quello che intendevo…  …. Ashe, io ho bisogno di proteggermi da quello che sento. Non posso permettermi il lusso di cedere al tuo bisogno di attenzioni… “ ammise, scuotendo il capo.

 

“Basta, stai zitto!Non voglio più sentire queste sciocchezze!! Non posso davvero credere che tu pensi questo di me….! Stammi a sentire: l’unica ragione per cui ti ho permesso di stare al mio fianco fin’ora è perché eri l’unico che era riuscito a farmi provare sentimenti che non ho provato più per nessuno, dopo la morte di Rasler..”. Pronunciando  quel nome, le venne un nodo alla gola. Il nervosismo e la delusione stavano per sfogarsi in lacrime, ma trovò la forza di continuare. “.. Ti credevo un uomo forte e coraggioso, invece sei solo un codardo che si lascia intimorire dalle chiacchiere della gente e che si nasconde dietro il dovere per non ammettere che la sua è solo paura… L’infondato timore di un vile di lasciarsi amare”. Gli occhi umidi non riuscivano più a trattenere la sofferenza che la durezza delle sue stesse parole le provocava. Ma orgogliosa com’era non voleva che lui la vedesse piangere, così si voltò di spalle,urlandogli di andare via.

Basch la fissava smarrito e turbato. Era ormai privo di difese, tutte le sue certezze stavano venendo meno di fronte a quella scena. Ashe lo amava e lui non se n’era mai accorto, perché troppo impegnato a trovare scuse per allontanarsi da lei. Era stato necessario metterlo con le spalle al muro con una sfuriata perchè prendesse finalmente consapevolezza di ciò che realmente stava accadendo tra di loro. Era attonito e senza parole, al punto che era diventato sordo alle sue richieste di lasciare la stanza.

 

“Va via, ho detto!! Ora!”. La voce tremolante, tradiva la severità di quell’ordine. Sentirsi ignorata la mandò su tutte le furie e senza pensarci si girò di scatto,mostrando il volto rigato dalle lacrime. “Fuori!” gridò ancora, col braccio teso ad indicare l’uscita.

Quel  viso cosi dolce, martoriato dal dolore, gli spezzò il cuore. Si avvicinò alla porta ma non riuscì ad andare via, non stavolta. Corse verso di lei e afferrandola per un braccio la baciò.

Un lungo interminabile bacio che in un attimo era riuscito a cancellare tutte le incomprensioni tra di loro.

 

“Perdonami.. Sono uno stupido” implorò, mentre stringeva il suo viso tra le mani, asciugandole le lacrime.

 

“Lo sei.. ..Ma puoi sempre rimediare..” disse appena, tra un singhiozzo e un sorriso. Si baciarono ancora, stringendosi in un caldo abbraccio.

Il passo dalla tenerezza alla passione fu breve,  come i centimetri che li separavano dal letto. Indietreggiarono lentamente fino a che Ashe non fu distesa sotto di lui. Stretto dalla morsa delle sue gambe, baciava e mordeva il suo collo sottile e scendendo con la bocca fino ai suoi seni prese a denudarla completamente sulla parte superiore. I mugolii di piacere della donna furono soffocati dal focoso intreccio delle loro lingue. L’eccitazione visibile dal rigonfiamento nei pantaloni di Basch, le fece perdere la testa e sfibbiandoglieli con foga lo incitò ad andare fino infondo. Accarezzandole le cosce, sollevò la sottoveste e preparandosi ad entrare in lei, le chiese dolcemente ancora una volta se fosse sicura di quella scelta. Ashe annuì con gli occhi, baciandolo con un impeto che non lasciava spazio ai dubbi.

Si persero l’uno nell’altra, assaporando il loro amore ad ogni spinta e ad ogni sospiro di piacere in un lungo e intenso amplesso di cuori.

 

***

 

Nel cuore della notte, un losco figuro si stava intrufolando nella camera dove Fran e Balthier riposavano. Con passo furtivo si era avvicinato al letto e con un gesto rapido si stava apprestando a tirare giù le coperte..

 

“VAAAAN!!!”. Un urlo lo fece sobbalzare , cadendo all’indietro e battendo la testa.

 

“AHIIII”

 

“Uh?? .. Che ci fai qui Vaan? “ chiese Fran, mezza assonnata.

 

“Quel ladro mi ha fregato la copertaaa!! Ridammelaaa! Sto gelando!”

 

“Non so di cosa tu stia parlando,  se ti perdi le tue cose, non è colpa mia. Tornatene a letto!” rispose, il pirata.

 

“Balthier.. gliel’hai rubata lasciandolo morire di freddo tutta la notte?” chiese la socia, per nulla sorpresa.

 

“Ha la pellaccia dura..” tagliò corto, il ragazzo.

 

“ Ma che cavolo diciii!! Non me ne andrò di qui senza quella coperta!!” urlò, Vaan.

 

Si tuffo sul letto iniziando una lotta infantile e spietata con Balthier per il possesso della coperta, con botte, morsi e calci. Fran li guardava con sconsolata rassegnazione. Fino a che dei rumori provenienti dal piano inferiore non attirarono la sua attenzione.

 

“ Mm.. state zitti un attimo..  sentite anche voi questi strani suoni nell’aria ?”

 

“Ma di che parli?.. uh.. è vero.. “ notò curioso, il biondino.

 

“ Balthier provengono dalla tua stanza…”  sentenziò incredula, Fran.

 

“ Non capisco..  Dovrebbe esserci solo Ashe di sotto...”

 

“.. Ma sono.. gemiti e …mugolii… sbaglio? “

 

Fran non riuscì a trattenersi dal scoppiare in una sonora e assolutamente insolita per una come lei, risata. Balthier raggelò, immaginando cosa stesse accadendo proprio sul suo letto in quel momento.

 

“ Si, Vaan. Hai un buon orecchio. Sembra che la regina abbia trovato compagnia..” rispose, Fran.

 

A quel punto persino lui comprese la situazione. Così i risolini dei due ragazzi e il pallore sul volto di Balthier, li accompagnarono fino al sorgere del sole.

  
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