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Autore: Lilith Hedwig    16/11/2010    10 recensioni
Se qualcuno si è chiesto, nel corso dell'Ordine della Fenice, cosa succedesse a Sirius, questa è la mia versione. La mia prima fanfiction. Riscrivo questa introduzione a distanza di due anni, e provo tanta tenerezza.
Grazie di cuore a chi leggerà, e se vi va datemi un parere.
Un bacio n have a nice day.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Black Family'
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Doveva rialzarsi, doveva assolutamente rialzarsi, o Bella… già.

 
Dopo un attimo di smarrimento, ora ricordava. Allora era così che erano morti Lily e James e Regulus e tutti gli altri… e ora anche lui.
-Beh, perlomeno- si consolava, -non abbiamo sofferto…- la sua voce si spense sulle ultime sillabe.
James, aveva sofferto. Lily.
Erano morti lasciando il loro unico, splendido figlio dai capelli neri come quelli di James nell’impotenza più totale, alla mercè di Lord Voldemort.
 
Era strano come qui nessun brivido gli scorresse lungo la schiena, o come nessun mostro orribile si affacciasse alla sua mente quando pronunciava quel nome.
Giù (o su che fosse) aveva sempre cercato di respingere, di combattere la ripugnanza per quel nome, nascondendo le sue sensazioni. Qui non ne aveva bisogno…
Si accorse che stava camminando. Oramai doveva aver fatto un bel po’ di strada.
Così iniziò a guardarsi intorno.
 
Il luogo assomigliava alla stazione di King’s Cross, al binario nove e tre quarti, ma stranamente vuoto. Però c’era il brusio di mille voci, come se i ragazzi in festa stessero per partire, circondati da genitori apprensivi come Molly e da gufi e civette, che non contribuivano certo a rendere il tutto più silenzioso. Però... era... tutto come ovattato.
 
Immaginò Harry, mentre lo salutava dal finestrino del treno in partenza, e lui era libero… già, sarebbe rimasto solo un sogno, ora.
Restava però la stranezza della sua solitudine.
-Non è mica così tanto strano, Sirius! Sei morto!-
 
Magnifico! Ora cominciava pure a parlare da solo! Fortuna che non c’era James, ricordava ancora quanto l’aveva preso in giro all’inizio sul fatto che parlasse da solo…
 
Anche nel sonno: a Sirius la notte in dormitorio era capitato spesso di svegliarsi, disturbato dalle parole dell’amico.
Era così che aveva saputo della sua cotta per Lily.
- James,- lo sentì dire:- devi deciderti. Lily si deve staccare da quel Mocciosus…-.
Quella notte l’ascoltò interessato, ma le notti seguenti, accortosi che l’argomento non cambiava, trasfigurava due fiammiferi in tappi per le orecchie e continuava a dormire.
Oppure, più spesso, andava a spaventare Piton trasformandosi in cane.
Bei tempi… già, ma :-Allora era allora, adesso è ora!-, come diceva Silente.
 
Immaginava anche cosa avrebbe detto Hagrid:- Grand’uomo, Silente, grand’uomo…-
 
Una voce tonante interruppe le sue elucubrazioni:
- Sirius Black, vuoi andare avanti o tornare indietro?-
Come se fino a pochi secondi prima non ci fossero stati, si accorse di due treni.
Lo avvolse un’ulteriore consapevolezza: doveva scegliere.
 
Certo, tornare indietro avrebbe significato poter aiutare Harry, ma era di indole “essenzialmente curiosa”, come aveva sentito dire così spesso dai suoi insegnanti.
Voleva sapere com’era il “dopo”, come Lily e James.
E poi, se loro non erano tornati significava che sapevano di non poter comunque aiutare Harry…
Gli bastava pensare a com’erano depressi i fantasmi di Hogwarts per rabbrividire di fronte alla prospettiva di un’eternità così… un fantasma non poteva tornare sui propri passi.
-No Sirius! Sono tutte scuse!- urlò.
Non poteva abbandonare Harry così, doveva aiutarlo.
Non avrebbe lasciato che Bellatrix distruggesse anche l’ultimo Grifondoro legato a lui.
Sirius non era tipo da inventarsi delle scuse per sfuggire alle responsabilità. Quello era Minus.
Insomma, era il suo padrino! No, non lo avrebbe lasciato. Mai.
 
-Ho deciso-
Seppe che doveva salire su uno dei due treni suggellando per sempre la sua scelta.
 
Salì, e l’ultima cosa che disse fu:
- Sei… davvero il figlio di tuo padre, Harry. -.
La frase che due anni prima gli aveva detto prima di lasciarlo.
Poi il treno si tuffò nella luce e scomparve. Per sempre.
 
Intanto un ragazzino smilzo con una cicatrice sulla fronte, impegnato in un duello magico, gridò disperatamente il nome del suo padrino, piangendo.
 
Spero sinceramente che la mia prima Fanfiction su HP vi possa essere piaciuta. Se così non fosse, vi ringrazio lo stesso per averla letta.
Per favore, RECENSITE!! Grazie, un bacio   
Vostra Eva 
   
 
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