-Dai Hayley!- esclamo ridendo -Calmati.-
-Ma Ally, come faccio? Tra poco arriva!- grida
esuberante.
La mia amica oggi mi ha trascinato qui, davanti al
teatro, dove tra poco alcuni attori sfileranno in passerella. Non che sia
venuta malvolentieri, tutt’altro; non capita tutti i giorni di avere in una
città quasi vicina alla propria, attori come Ben Affleck, Orlando Bloom o
Angelina Jolie, specialmente qui, dove vedere persone famose è un evento più
unico che raro. Ma noi siamo qua da questa mattina presto perché Hayley doveva
a tutti i costi vedere da vicino il suo idolo Anne Hathaway. Siamo a circa due
file di persone dalle transenne che ci dividono dal tappeto rosso. La gente è
tutta ammassata ed emozionata.
Le telecamere ci riprendono mostrando una panoramica
generale e le immagini di una moltitudine di persone compaiono sul maxischermo
montato per l’occasione. Saremo almeno un migliaio!
Si sono fatte le 18.00, tra pochi istanti le
celebrità faranno la loro comparsa. Le ragazze si aggiustano il trucco,
sistemano con le mani i vestiti sgualciti. Io riesco solo a pensare che devo
andare in bagno!
Prendo dalla tracolla la mia macchina fotografica,
fortunatamente dalla mia postazione ho una buona visuale e riuscirò a fare
delle belle fotografie.
Scatto una foto a me e Hayley sorridenti e poi
faccio alcuni scatti alla folla.
Una famosa associazione ha organizzato questa
serata: ci saranno alcuni attori tra i venti e i quarant’anni che sceglieranno
tra il pubblico una persona con la quale andare a cena assieme. “Una cena da
sogno” è stato chiamato l’evento. È una cosa molto interessante! Io però non
spero di essere scelta da nessuno, ci sono molte altre ragazze più belle di me
e non mi creo aspettative che sono impossibili da raggiungere.
Sono state aperte le porte del teatro; il vociare
confuso è aumentato di intensità, poi cessa di colpo quando uno speaker al
microfono ci spiega l’opportunità di stasera, naturalmente tutti sappiamo cosa
potrebbe capitarci.
Il primo V.I.P. esce dall’edificio camminando sul tappeto
rosso e firmando autografi alle persone letteralmente lanciatesi contro le
transenne.
-È Megan Fox!- esclama Hayley.
Riusciamo anche noi ad avere l’autografo e io scatto
qualche foto.
Quando arriva in fondo alla strada non la riesco più
a vedere e devo guardare lo schermo. Lei si guarda intorno e la sua scelta
finale cade su un ragazzo proprio lì accanto. Si leva un forte applauso e il
ragazzo, palesemente, e giustamente, emozionato viene fatto avvicinare a Megan
per qualche fotografia. Poi insieme si allontanano verso una delle limousine.
Il secondo personaggio famoso è Robert Pattinson, la
procedura è la stessa della Fox: qulche foto, autografi alle ragazze delle
prime file.
-Wow, sai che sogno essere invitati a cena da uno
come lui!- mi dice la mia amica allungandosi, sperando di avere anche il suo
autografo.
-Mah,- rispondo io sorridendo -lo sai che lui non mi
piace; non ci terrei più di tanto a passare la serata con lui.- Non appena
finisco di pronunciare queste parole, tutte le ragazze che sono accanto a me e
che mi hanno sentito mi guardano davvero male, lanciandomi occhiate di puro
odio. Mi viene da ridere. “Scusate se ho gusti diversi dai vostri.” Penso
limitandomi a sorridere. Arrivato alla fine del tappeto rosso, l’attore più
amato del momento torna indietro; evidentemente aveva già visto qualcuno che
aveva attirato la sua attenzione.
-Sta venendo verso qua!- sussurra istericamente
Hayley.
-Se ci tieni
tanto spero per te che ti venga a scegliere.- e lo spero sinceramente, lei lo
merita davvero un appuntamento da sogno.
-No, che io devo vedere la Hathaway…- dice
guardandomi con aria preoccupata.
Questa volta rido. -Allora spero proprio che non ti
scelga.-
Lui opta per una ragazzina vicinissima a noi, può
avere al massimo sedici anni, bionda e magra. Ecco, è questo il tipo di ragazza
che piace alla gente famosa: bionda con un fisico da modella. Io non avrei
nessuna chance, sono una ragazza nella norma: capelli castani né ricci né
lisci; gli occhi più comuni del mondo, castani anche questi. E poi sono una
ragazza in carne, bella pienotta. Non sono una particolare bellezza fisica, non
sarei la prima scelta dei ragazzi normali, figuriamoci degli attori.
-Eccola! È lei!- grida Hayley tirandomi per un
braccio, cercando di riportare anche i miei pensieri lì con lei. Preparo la
macchina fotografica aspettando che si avvicini maggiormente a noi.
Finalmente Hayley è riuscita ad avere l’autografo
che desiderava più di tutti! Lo guarda con gli occhi che le brillano e io le
faccio una foto a tradimento catturando questa sua espressione così naturale.
Lei mi guarda e sorride. -Adesso posso morire felice.- mi dice ridendo. Rido
anche io, poi vediamo che Anne Hathaway torna sui suoi passi.
-Non è giusto,- dice l’attrice -che solo i ragazzi
avanti possano avere l’opportunità di conoscerci.- quindi passa oltre le
transenne venendo proprio in mezzo a noi per andare in fondo.
Hayley è paralizzata dall’emozione quando se la
trova accanto, non riesce a fare altro che guardarla a bocca aperta. Allora
decido di intervenire io.
-Mi scusi.- la fermo -Non è che potrebbe fare una
foto con la mia amica?- le chiedo.
-Ma certo!- mi risponde sorridente.
Entrambe si mettono in posa e io scatto la foto,
anche se riesco a fare solo un mezzo-busto data la vicinanza. Sia io che Hayley
la ringraziamo prima che lei continui la sua ispezione tra la folla.
-Ma tu lo sai che io ti adoro, non è vero?- mi dice
la mia amica entusiasta, gettandosi tra le mie braccia.
Parlando tra noi non ci siamo accorte che è uscito
anche il quarto attore. Dio, è Jake Gyllenhaal!
-Ecco,- sussurro ad Hayley -con lui ci uscirei
davvero molto volentieri!-
Mi è sempre piaciuto, sia come persona che come
attore. Quando passa davanti a noi i nostri sguardi si incrociano, mi viene
spontaneo sorridergli. I suoi occhi sono fissi nei miei, ricambia il sorriso
incurvando leggermente le labbra verso sinistra. Senza interrompere il contatto
visivo alzo automaticamente la macchina fotografica e gli scatto una foto.
Purtroppo deve continuare a camminare, quindi
naturalmente a un certo punto ci perdiamo di vista. Solo adesso realizzo
davvero quello che è appena successo. Lui ha guardato me! E mi ha anche
sorriso…
Quando vedo che Hayley mi sta fissando sorridente,
mi accorgo di avere un sorriso ebete stampato in faccia.
-Beh? Cosa c’è?- le chiedo continuando a sorridere.
-Adesso sono felice anche io!-
Do un’occhiata alla foto. È venuta benissimo, sembra
quasi che stesse guardando nell’obiettivo. Non sono riuscita ad avere il suo
autografo, ma ho ottenuto qualcosa di più: ogni volta che vedrò questa foto
saprò che questo sguardo era rivolto a me. Sono riuscita a congelare nel tempo
anche questo attimo, che adesso rimarrà eterno.
Guardo Jake sul maxischermo, torna anche lui
indietro; evidentemente ha già scelto chi vuole con sé questa sera.
Viene verso qua e non ho più bisogno di guardare in
alto adesso per vederlo. Si ferma proprio devanti a noi.
-Mi farebbe piacere se tu venissi a cena con me
stasera.- dice a qualcuno vicino a me.
O… rivolto a me?! Guardo lo schermo e ci sono proprio
io inquadrata dalle telecamere! Osservo la mia espressione stupita, gli occhi
sgranati per la sorpresa.
Torno ad incrociare i suoi occhi azzurro cielo.
-Naturalmente se tu ne hai voglia.- mi sorride.
-Io…- non so che dire, sono per un attimo disorientata.
-Certo che sì!- esclamo con un sorriso a trentadue denti.
Mi porge la mano. -Vieni allora.-
Mi faccio strada tra le ragazze che mi squadrano con
uno sguardo invidioso, o astioso, non ne sono sicura, e sinceramente nemmeno mi
interessa. Nello stesso momento do a Hayley la fotocamera con uno sguardo
significativo. Quando raggiungo l’attore ancora non mi sembra vero, ci mettiamo
in posa e la mia amica ci scatta la foto, come anche decine di altri fotografi.
Hayley mi porge la mia macchina fotografica, con un sorriso sinceramente
contento, prima che io mi allontani con Jake.
-Ciao.- mi dice sorridendo. -Io sono Jacob
Gyllenhaal,- come se ci fosse bisogno di presentarsi! -ma chiamami Jake.-
-Io mi chiamo Allison Carter, ma puoi chiamarmi
Ally.- rispondo porgendogli la mano e stavolta sono io a ricambiare il sorriso.
-Bene Ally, adesso se vuoi possiamo accompagnarti a
casa e poi passo a prenderti tra un’ora se ti devi preparare, non so, insomma
quello che fate voi donne per ore davanti allo specchio.- mi dice guardandomi
sorridente.
-No, no.- “Perché dovrei perdere tempo prezioso?”
-Va bene così; mi serve solo un bagno, ma ci sarà al locale. Ci metto pochi
minuti!- rido.
-Va bene.- esclama guardandomi negli occhi, poi dice
all’autista di portarci al ristorante.
Sono imbarazzata adesso, di cosa si parla con una
celebrità? Non posso certo starmene zitta tutta la sera, ma se aprissi bocca
adesso so che direi una cretinata; è sempre stupido ciò che dico quando sono
nervosa.
-Per fortuna è lui a rompere il silenzio. -Sai, non
so dove stiamo andando ora.- dice divertito. -È l’associazione che ha
organizzato tutto e ha scelto anche dove dovremo cenare. Spero che tu sia
aperta ad ogni eventualità.-
-Oh sì, non ho nessun tipo di problema, mangio di
tutto.-
-Meglio così, perché per quanto ne so potrebbero
aver prenotato in un ristorante greco, messicano, indiano o qualsiasi cosa possano
aver trovato.-
-Mh, la cucina indiana non l’ho ancora mai provata, ma c’è sempre una prima volta.-
rispondo con spontaneità.
Lui ride di gusto. Amo il modo in cui ride! Sono già
più a mio agio. Mi guardo intorno, sembriamo seduti in un salotto: ci sono i
sedili che sembrano i divani di casa mia; un frigo bar in legno pregiato; un
televisore a schermo piatto ad alta definizione; c’è anche il telefono!
-Posso chiederti una cosa? Lo so, ti sembrerò una
sfigata, ma potresti farmi una foto?- gli domando arrossendo leggermente e
porgendogli la mia macchina fotografica. -Sai, non mi capita tutti i giorni di
salire su una limousine.-
-Ma certo!- Mi risponde sorridendo. -Tranquilla,
anche io ho la foto di quando sono salito a bordo di una limousine per la prima
volta.- dice scattando la foto. -Vieni qui, ne facciamo una assieme se vuoi.-
“Certo che voglio!” Penso euforica, ma mi limito a
sorridere e annuire prima di sedermi vicino a lui. Mi passa un braccio sulle
spalle e mi stringe a sé. Il cuore mi batte forte e sicuramente sono diventata
tutta rossa, ma sorrido serena quando scatta la foto.
La limousine si ferma, ci viene comunicato che siamo
arrivati e l’autista ci dice che al termine della serata, a mezzanotte, ci
verrà a riprendere qui per accompagnare me a casa e riportare Jake in albergo.
Scendiamo e ci ritroviamo davanti a un ristorante
italiano di lusso. Adesso mi sento così inadeguata: indosso un semplice paio di
jeans chiari e una canottiera lilla con le bratelline. Dentro saranno
sicuramente tutti eleganti. Osservo Jake; anche lui è vestito in giacca e
cravatta, impeccabile ed elegante come sempre.
-Se vuoi possiamo andare da un’altra parte.- mi dice
studiando la mia espressione.
-No, va bene, non preoccuparti. Entriamo.- dico
convinta sorridendogli rassicurante. In fondo, quando mi ricapita di mangiare
in un posto simile…
Il maître
ci fa accomodare al tavolo prenotato, vicino al finestrone, ma diviso dal resto
del locale da un separè. Il direttore di sala si allontana dicendo che manderà
a breve un cameriere a prendere le nostre ordinazioni.
-Scusami un attimo,- dico
a Jake alzandomi. -torno subito.-
-Fai con calma, io ti aspetto qui, non vado via.-
risponde sorridendo e alzandosi dalla sedia da vero gentiluomo, nello stesso
momento in cui mi alzo io.
Chiedo dov’è un bagno e mi ci fiondo. Finalmente
faccio la pipì! La stavo trattenendo da metà giornata, ma ne valeva proprio la
pena se alla fine mi aspettava una serata del genere.
Controllo il mio aspetto allo specchio mentre mi
lavo le mani. Meglio di quanto mi aspettassi, almeno sono presentabile.
Fortunatamente non mi è scolato il trucco, messo dalla mattina e composto solo
da un po’ di matita nera all’interno dell’occhio. Mi sciacquo la faccia e do
una sistemata ai capelli legando i due ciuffetti che cadono ai lati della
faccia, dietro la testa con una mollettina. Cerco nella borsa la matita
“waterproof” miracolosa che ho comprato in Francia qualche anno fa e, senza
togliere quella che avevo già, la passo negli occhi per scurire il tratto. Do
uno sguardo al risultato finale; in fondo sono carina.
Sorrido. Non ci credo, non mi sembra vero. Non può
star succedendo davvero tutto questo a me. Deve per forza essere un sogno… Mi
do un pizzicotto sul braccio. -Auh!- No, invece è tutto vero. Rido contenta, se
mi dovesse vedere qualcuno mi prenderebbe per pazza. Ridere da soli davanti
allo specchio del bagno di un ristorante non è proprio tanto normale…
Torno al tavolo dal mio attore scusandomi di nuovo
per averlo fatto aspettare.
Ordiniamo la cena. Jake continua a fissarmi e io non
riesco a smettere di sorridergli.
-Sai,- dico -ancora mi domando perché, tra centinaia
di ragazze, tu abbia scelto proprio me.-
-Beh, quando ero lì che camminavo in mezzo a voi, mi
sentivo confuso. Non sapevo come avrei fatto a scegliere; secondo quale
criterio avrei dovuto selezionare una sola ragazza e portarla a cena? Non
sapevo dove girarmi e intanto continuavo a firmare autografi… Poi ho incrociato
il tuo sguardo. Sono rimasto incantato dai tuoi occhi, e tu mi hai sorriso. Un
sorriso semplice, spontaneo, naturale. Quando mi hai sorriso anche i tuoi occhi
sorridevano. Allora ho saputo che avevo scelto, anzi no, che tu mi avevi
scelto! Ci siamo scelti. E non ho avuto più dubbi su chi avrei voluto invitare
a cena.- conclude.
Sono quasi commossa e non riesco a capire perché. È
una cosa bellissima quello che ha appena detto! E sono emozionata. -Grazie.-
riesco solo a sussurare, ma questa semplice parola non potrà mai fargli capire
davvero quanto gli sono grata.
Mi chiede di raccontargli qualcosa di me, che tipo
di ragazza sono e cosa mi piace fare.
Rimango un attimo spiazzata dalla domanda, ma
rispondo sinceramente, senza pensarci troppo. -Sono una ragazza molto timida,
quando sono con la gente preferisco ascoltare piuttosto che parlare e sono una
buona ascoltatrice. Mi piace definirmi una ragazza all’antica, sono cresciuta
con dei buoni valori e li rispetto. Sono un tipo molto romantico, quasi
all’esasperazione! E sogno il principe azzurro. Sono sempre sincera e forse mi
fido troppo delle persone, ma è perché credo che in tutti ci sia del buono. Mi
piace molto leggere, ma soprattutto scrivere; non manca mai nella mia borsa
della carta e una penna, perché non si sa mai, l’ispirazione può venire in
qualsiasi momento. Un’altra cosa dalla quale non mi separo mai è la mia
macchina fotografica, non esco mai da casa senza. Mi piace scattare fotografie,
immortalare un istante così che rimanga per sempre. Quando esco con gli amici
scatto sempre decine di foto e spesso mi dicono che non ne possono più della
mia mania; allora facciamo dei patti, per esempio che per una sera non devo
fare più di un tot di fotografie, ma so che scherzano e anche loro sanno che
non potrei mai cambiare.- Non so cos’altro aggiungere, credo di aver detto in
sintesi tutto quello che c’era da dire su di me. Jake è stato in silenzio e
apparentemente ha ascoltato ogni parola con attenzione.
Intanto arriva la cena e mentre mangiamo parliamo di
tutto. Ad un certo punto mi chiede quale fosse stato il primo film che ho visto
nel quale aveva recitato lui.
-Donnie Darko!- rispondo subito. -L’ho visto quattro
volte di fila. Ero solo una ragazzina, avevo dodici o tredici anni e mi ero
innamorata di te! Oddio, non posso credere che io te lo stia dicendo davvero…-
Jake si mette a ridere con trasporto, è bellissimo!
Sembra che non voglia smettere più e io starei a guardarlo ridere tutta la
vita.
-Adoro la tua risata!- gli dico guardandolo negli
occhi.
Lui smette di ridere di colpo e mi guarda per un
istante senza dire niente, poi mi sorride. -È pazzesco come tu riesca, con una
frase semplice come questa, ad arrivare dritto al cuore delle persone.-
constata.
Ci continuiamo a guardare sorridendo.
-Vorrei che questa notte non finisse mai.- sospiro.
Guardo l’orologio; non è possibile, sono già le undici e mezza! Sono passate
cinque ore, ma a me sono sembrati solo pochi minuti.
-Lo vorrei anche io!- esclama Jake. -Starei a
parlare con te fino a domani.-
-Peccato però che tra mezz’ora finirà tutto.- dico
tristemente. “Tu tornerai alla tua vita e ti dimenticherai di me in pochi
giorni. Io tornerò alla mia monotonia e ricorderò per sempre questa serata.”
Sorrido felice. “Posso dire di aver vissuto una favola per un giorno!”
Mi rivolge un sorrisetto furbo. -Possiamo non farlo
finire, non ancora. Possiamo scappare, tu ed io, insieme, adesso.-
Rido divertita. -Per andare dove?-
-Non lo so, in un posto dove l’autista non ci possa
venire a prendere, così da poter avere questa notte tutta per noi.- afferma
felice.
Lo guardo cercando di capire se fa sul serio. Mi
piace il suono della parola “noi” riferita a me e lui; e pronunciata dalle sue
labbra.
Si alza e mi
prende la mano. -Dai, andiamo!-
Sì, dice sul serio! Mi alzo ridendo e, senza
mollargli la mano, lo seguo fuori dal ristorante dopo aver salutato e
ringraziato il capo cameriere. Fuori dal locale ci aspetta una flotta di fotografi. Sicuramente saranno
uscite delle belle foto, di noi due che ci teniamo per mano e ridiamo come due
scemi mentre corriamo per seminarli. Appena girato l’angolo saliamo su un
autobus, che parte subito dopo allontanandoci in fretta dai fotoreporter.
Continuiamo a ridere vittoriosi.
La gente ci guarda curiosa; una bambina si avvicina
timidamente a Jake e gli chiede un autografo, io gli do un foglio che lui
autografa per la ragazzina scrivendo una dedica personale e le da un bacio
sulla fronte prima che lei torni correndo felice dalla mamma. Dopo che la
bambina ha fatto il primo passo anche le altre persone trovano il coraggio di
chiedergli l’autografo, così si trova a dover firmare pezzi di carta a tutti i
passeggieri del bus, persino al conducente che non voleva farci pagare la
corsa, ma Jake insiste per comprare sia il suo che il mio biglietto.
Scendiamo alla terza fermata, non sapendo nemmeno dove
stiamo andando.
Passeggiamo in silenzio sul marciapiede illuminato
da lampioni che emanano una soffusa luce arancione, fino a che non arriviamo
davanti l’entrata di un parco. Decidiamo di rifugiarci qui dentro e troviamo
uno spiazzo nascosto, circondato dagli alberi. È piacevole anche stare così in
silenzio con lui. Ripenso a quello che abbiamo appena fatto e comincio a ridere
di nuovo. Jake ride insieme con me e la nostra ilarità sembra creare
un’atmosfera surreale.
-Mi capita spesso di scappare dai paparazzi, ma da
solo non è così divertente.- mi dice sdraiandosi sull’erba. -Sai, è che a volte
vorrei semplicemente poter vivere la mia vita privata, senza che questa diventi
poi di dominio pubblico. Vorrei stare lontano dai flash solo per un po’.-
Mi sdraio accanto a lui, braccio contro braccio.
-Deve essere difficile non poter avere dei momenti solo per te.-
-A volte lo è, ma non è sempre così: non vengo
pedinato ventiquattr’ore su ventiquattro, ma quando viene organizzato qualcosa
i fotografi ci sono sempre. Perché credi che questa sera abbiano prenotato per
me il tavolo vicino alla finestra? Così nell’articolo di domani su questa
serata organizzata ci sarà anche una foto di me e te che mangiamo un bel piatto
di pasta.- mi risponde sorridendo.
Si è alzato leggermente un venticello fresco e un
brivido mi corre lungo la schiena. Jake se ne accorge e si toglie la giacca per
metterla sulle mie spalle. Lo ringrazio e me la stringo addosso respirando il
suo profumo.
-Anzi, ora che forse non c’è più nessuno non c’è
nemmeno bisogno di tutta questa formalità.- dice sciogliendo la cravatta. Apre
il primo bottone della camicia celeste, sbottona i polsini e fa un risvolto
alle maniche. Fisso incantata ogni suo movimento, mi riscuoto solo quando parla
di nuovo. -Anche se i paparazzi si nascondono ovunque e non possiamo sapere se
pure adesso uno di loro ci ha fatto oggetto del suo obiettivo.-
Penso alla mia espressione da pesce lesso mentre lui
si “mette a suo agio” e spero proprio che nessuno ci abbia scattato delle foto.
Continuiamo a parlare come se ci conoscessimo da
sempre. Ci sono dieci anni di età di differenza tra noi, ma in questo momento
ci sentiamo come due ragazzini che sono cresciuti insieme.
-Ci facciamo qualche foto?- mi domanda ad un tratto.
-Pensavo che volessi stare lontano dai flash.-
ribatto ridendo. -Ma forse non ne puoi proprio fare a meno eh?- scherzo
prendendo la fotocamera.
-Beh, è anche questo che fanno gli amici, no?-
ammicca -Decine di foto…-
E le facciamo; un sacco di scatti dalle pose più
strane e anche fotografie più normali. Stiamo insieme fino al mattino. Alle sei
chiama un taxi e mi accompagna nell’hotel dove avevo preso una stanza con
Hayley. Scende dall’auto e mi apre la portiera, mi accompagna fino alla porta
dell’albergo. È arrivato il momento di salutarci.
-Ally sono stato davvero bene con te questa sera.-
mi sorride.
-Anche io Jake, è stato il giorno più bello di tutta
la mia vita.-
Mi accarezza una guancia e il sorriso che ho dipinto
sul viso da dodici ore sembra allargarsi ancora di più, se è possibile.
-Sto per fare una cosa per la quale molto
probabilmente finirai su tutti i giornali.- mi sussurra con il viso a pochi
centimetri di distanza dal mio. Sorride guardandomi ancora negli occhi e io mi
perdo in quell’azzurro profondo, molto simile al cielo che proprio in questo
momento sta schiarendo sulle nostre teste. -Quindi lo farò soltanto se tu sarai
d’accordo.-
-Sì!- sussurro annuendo.
E allora ci baciamo; un bacio dolce, leggero, labbra
contro labbra, un semplice sfiorarsi che diventa lentamente un contatto più
profondo. Passo una mano tra i suoi capelli, gli prendo il volto perfettamente
rasato tra le mani. Le sue mani sono sui miei fianchi, delicatamente mi attira
maggiormente a sé.
Quell’appuntamento non avrebbe potuto avere
conclusione migliore.