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Autore: aplaceformyhead    17/11/2010    3 recensioni
Eccomi con una nuova fiction, questa volta non sui Malandrini, ma bensì su Albus Silente, lui e ciò che vede davanti allo specchio delle Brame quel Natale in cui il nsotro piccolo Harry lo scoprì... (so che i dialoghi non sono quelli corrispondenti ai libri... li ho un po' inventati! xD)
[Prima al contest nella pagina di facebook • Harry PottεR • ]
Dalla fic:
Quello specchio non rifletteva le persone. Quello era lo Specchio delle Brame. Quello specchio rifletteva solo i desideri più profondi delle persone, desideri che venivano dal cuore, come diceva la scritta al contrario incisa su: “Non rifletto il volto ma il cuore.”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Era la mattina di Natale. Silente era diventato invisibile, mentre, con gli occhi lucidi osservava la scena davanti a lui. Si trovava in una sala di Hogwarts al terzo piano, e osservava un ragazzino di undici anni, con un mantello dell’invisibilità in mano, seduto sognante davanti al vecchio specchio. Non un semplice specchio. Quello specchio non rifletteva le persone.  Quello era lo Specchio delle Brame. Quello specchio rifletteva solo i desideri più profondi delle persone, desideri che venivano dal cuore, come diceva la scritta al contrario incisa su: “Non rifletto il volto ma il cuore.”
Lui sapeva cosa vedeva quel bambino, o meglio lo poteva immaginarlo. Capelli neri spettinati, un maglioncino rosso, e degli occhiali, con un’immancabile cicatrice sulla fronte. Quel ragazzino era Harry Potter. Harry aveva avuto un passato orribile, per questo era sicuro che da quello specchio avrebbe visto i suoi genitori, Lily e James Potter.
Ad un certo punto Albus decise di rendersi visibile, e quando Harry si accorse della sua presenza, parve molto sorpreso.
“Signore … ehm … io non l’avevo vista.”
“Non solo i mantelli rendono invisibili, Harry” Rispose lui, gettando un occhiata al suo mantello. “Come vedo, anche tu hai scoperto i piaceri dello Specchio delle Brame”.
“Si … ma non capisco. Io vedo i miei genitori, mentre Ron si vede capitano della squadra di Quiddich e Caposcuola. Com’è possibile?”
“Vedi, Harry. Questo specchio riflette i nostri desideri più profondi. Tu, che non hai mai conosciuto i tuoi genitori, li vorresti qui con te. Mentre il tuo amico Ron, avendo una famiglia molto numerosa, e fratelli più grandi di lui, vorrebbe vedersi più importante,  farsi notare dai suoi genitori e superare i  suoi fratelli.
Però vedi Harry, molte persone si sono perse davanti a questo specchio, hanno perso il contatto con la realtà. Perciò io ti dico, non serve a nulla rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. Per questo lo specchio verrà portato via domani stesso, per evitare che altre persone si perdano in esso.”
Harry annuì. “Posso farle una domanda, signore?”
“Certo” rispose lui.
“Ehm … lei, cosa vede nello specchio?”
Albus parve molto sorpreso da quella domanda. “Io mi vedo con un paio di calzini di lana in mano”.
Anche il ragazzino parve sorpreso da quella risposta, ma raccolse il mantello e fece per andarsene.
“Arrivederci signore, e buon Natale.”
“Buon Natale anche a te, Harry”.
Quando fu certo che se ne fu andato, Albus si avvicinò titubante allo specchio. Aveva sempre avuto paura di ciò che avrebbe osservato.
Quando fu a pochi passi dallo specchio, alzò lo sguardo, e una lacrima, calda e salata gli solcò il volto, finendo sulla lunghissima barba argentata.
Sulle specchio si rifletteva una donna, sua madre, Kendra, suo padre, che era finito ad Azkaban, suo fratello, Abeforth, che ora lavorava al bar Testa di Porco, e infine la persona più importante. Una bambina di sei anni, sorridente. Sua sorella Ariana.
Ricordò quel giorno in cui morì. Non se lo sarebbe MAI perdonato. Ancora non sapeva di chi fu la colpa, sua o di Gallert, di quello stupidissimo litigio, un lampo verde partito dalla bacchetta dell’amico. Si la colpa era di Gallert. Ariana era morta per colpa dell’amico, ma un po’ era sempre colpa sua. Perché avevano litigato e iniziato uno stupido duello. No, non se lo sarebbe MAI e poi MAI perdonato, quel ricordo lo avrebbe accompagnato fino alla morte, se lo sarebbe portato nella tomba.
“Perdonami Ariana, perdonami … “ mormorò a bassissima voce.
Poi si voltò e se ne andò, con un enorme senso di colpa che lo accompagnava ogni giorno. 


Note d'autrice:
Eccomi qui con una nuova ficcy! Scrissi questa cosa per partecipare ad un contest su facebook, non sono abituata a scrivere su Silente, ecco spiagata la novità miracolosa xD (Di solito mi limito ai Malandrini...)
Non ho molto da dire, è molto breve e qui immagino cosa vede Silente quando guarda allo specchio. A Harry dice che si vede con un paio di calzini di lana, ma qui vede la sua famiglia e soprattutto la sua sorellina, morta anche per causa sua.
Spero che vi sia piaciua! ^^
Malandrina_97

   
 
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