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Autore: Capers    17/11/2010    0 recensioni
Introduzione a Cap.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava adagiato, sull’erba guardando la luna e pensava. Era ancora giovane e pieno di vita. Beh, non molto pieno di vita, i suoi problemi lo assillavano da quando aveva iniziato a farsi le sue deludenti domande sull’esistenza. Tutti i suoi quesiti in testa nacquero l’anno prima. Quando sedeva accanto a Flett.

Osservava profondamente quell’elettrocardiogramma agitarsi su e giù. La puzza di medicine gli dava alla testa. Aspettava speranzoso una parola di Flett, o una buona notizia dal dottore. Aspettava, niente di più. Sentì, lungo il corridoio, la voce spaventata della madre dell’amico. Non avrebbe mai voluto incontrarla in quel momento. Troppe spiegazioni e troppe lacrime sarebbero state spese. Non se la sentiva per nulla, non aveva la forza per sopportarli. Decise di lasciare la stanza e andarsene, prima che i genitori in preda alla disperazione mettessero piede là dentro.

Salì in macchina e guidò. Non voleva andare a casa. Vedere le cose di Flett sparse per l’appartamento non sarebbe stato utile. Preferì andare lontano da tutto il caos che lo circondava. Si ritrovò, così, sulle colline della periferia abbastanza lontane da distruggere ogni rumore cittadino.

Si sedette solitario, guardando il mare lontano, pensava e ripensava a quella notte. Voleva tornare indietro, fermarlo. Probabilmente il suo intervento non sarebbe bastato, ma si sarebbe sentito sicuramente migliore provandoci.

Era uno scrittore, o meglio, così lo definivano gli amici. Per lui ciò che scriveva era solo patetico, ma era apprezzato e non smise mai di condividere i suoi testi.

Così prese il suo block notes e iniziò a scrivere al chiarore lunare, seduto solitario.

Diciotto anni sono pochi direste voi. Fai giusto in tempo a capire chi sei e cosa vuoi fare, qual è il tuo interesse principale. Cosa ti piace fare insomma. Io in realtà non ho capito niente di tutto ciò. Non ho la minima idea di cosa mi aspetti. Me ne sto tranquillo nel mio mondo.

Veramente pretendo solo che sia il mio mondo, è semplicemente il mondo di tutti. Definirlo “mio” mi fa stare meglio, pensando di non essere esattamente uguale a tutti gli altri. Anche se, difficile ammetterlo, sono come tutti loro. Quelli che vivono con mille comodità. Pensando a farsi belli per il sabato sera. Chi può biasimarli? A questa età credi parecchio nell’amore. Credi di essere qui per amare un altro e quando lo trovi sei sempre più convinto del tuo pensiero.

Io non ho trovato questa persona. Diciotto anni sono pochi, me ne rendo conto. Ma, come dire… basta! Insomma chi ha voglia di aspettare? Mi piacerebbe fare come Alexander e andarmene via il più lontano possibile senza niente. Solo il mio zaino e la natura, anche se non so bene cosa sia questa natura. La mia prima vera camminata nella natura fu veramente devastante. Avevo la fatica che mi diceva: “Dai! Jacob! Fai schifo! Non puoi andare avanti! Guardati!” Per fortuna eravamo in gruppo. Ero piccolo e debole, il mio corpo non sarebbe andato avanti da solo.

Voglio scappare, solo, oppure con un’amica, quella più intima, quella il cui rapporto si avvicina alla parola “amore”, che vada oltre il fisico e lo psicologico. Quella con cui hai il legame più forte che ti sia mai capitato. Penso che sarebbe la persona migliore da portarmi dietro. Probabilmente lei non è così stupida come me. Partire per il niente con niente non è mai stata un’idea da sani mentali. Magari la convinco.

E’ un po’ come quei viaggi spirituali alla ricerca di Dio. In realtà non ho la minima idea di come si svolga uno di quei viaggi. Non m’interesso più a Dio com’ero abituato qualche anno fa. Ormai penso ci siano troppi credi. Buddha, Allah, Dio, Gesù, Maometto e tutti gli altri. Se dovessi veramente scegliere crederei a Buddha solo perchè sarei in forma fisica migliore del mio dio e sarebbe sicuramente un motivo di felicità.
Vorrei avere la forza di andarmene. Spero di riuscirci un giorno. Magari andare a quel giorno troverò la mia lei, e magari verrà con me, oppure è sempre buona l’idea dell’amica, o la solitudine. Ho sempre avuto paura della solitudine. Penso sia un ottimo modo per vincere me stesso.

Cap.
   
 
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