Crossover
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Autore: Etie    17/11/2010    0 recensioni
“Va tutto bene?...Mi senti?”
Un segreto. Un evento che ha segnato inevitabilmente la vita di una ragazza, ora in cerca della sua vendetta.
Yuna ha quindici anni e, nonostante tutto, si considera una ragazza come tante altre. Non le sembra strano che il personaggio di un videogioco viva con lei ormai da anni e non le crea problemi il pensiero che il suo migliore amico sia immortale. In così poco tempo ne ha viste così tante che ormai nulla riesce a sorprenderla. Ma un giorno, per un suo errore, quell’equilibrio si spezza e lei si ritrova a dover ricominciare tutto nel mondo che lei ha sempre sognato: il mondo di Final Fantasy. Strane casualità faranno intrecciare i destini di più persone, eroi chiamati ad affrontare l’ennesima missione per salvare tutto.
Entità oscure minacciano nuovamente quel mondo. La ShinRa sta tornando ad essere quella di un tempo, segreta e cospiratrice com’era sempre stata.
Qualcuno ha perso sé stesso.
Qualcuno, forse, riuscirà a riscattarsi dal suo passato.
E lei, Yuna, sarà la chiave di tutto.
…Ma cosa nasconde in realtà?
Recensite numerosi, ho bisogno di opinioni! ^^
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 4 - Vite separate
Capitolo 4
Vite separate




Non era ancora l'alba quando Yuna riaprì gli occhi: la sveglia accanto al letto segnava le quattro del mattino. Al vederlo, la ragazza mugugnò qualcosa di incomprensibile, coprendosi la testa col cuscino per togliersi i numeri rossi dell'orologio da davanti gli occhi stanchi. Sospirando, ricordò che era stato un incubo a svegliarla: aveva sognato Lee, lo aveva visto perdere i sensi dopo l'attacco dei demoni che lo avevano colto di sorpresa e sigillato. Yuna continuava a vedere il suo volto, sentiva la sua voce che le chiedeva di combattere per lui, mentre i ricordi di tutto il tempo passato insieme tornavano a farsi vivi nella sua memoria.
Deglutendo, la ragazza chiuse un momento gli occhi, prima di alzarsi di scatto dal letto per evitare di continuare a pensare a lui. Si stiracchiò, tentando di far scrocchiare la spalla sinistra che le stava facendo male. Nella stanza accanto lanciò uno sguardo al telefono, solo per notare che la segreteria era tristemente vuota. Da quando aveva lasciato il garden, Squall non si faceva sentire spesso quanto lei avrebbe voluto e la lontananza che era costretta a sopportare a volte rischiava di farla impazzire. Si era trasferita a Midgar, sperando di trovare un lavoro nella ShinRa (che stava venendo in fretta ricostruita) nel tentativo di scoprire qualcosa sui demoni che cercava e che non aveva dimenticato. "Dove c'è puzza di guai, c'è la ShinRa di mezzo!" si era detta e aveva deciso che quello sarebbe stato il modo più semplice per riuscire nel suo intento. Grazie al breve ma intensivo addestramento che Squall le aveva fatto seguire, Yuna non aveva avuto problemi a farsi assumere come soldier e in un solo mese di lavoro aveva già scalato più gradini di quanti un comune soldato possa superare in un'intera carriera. Si era creata un nome e i suoi colleghi la rispettavano, nonostante la giovane età. Non aveva detto a nessuno del suo rapporto con Squall e, per la verità, non parlava molto di sé all'interno dell'azienda: ascoltava le conversazioni degli altri soldati e capitava spesso che si trattenesse a chiacchierare con loro, ma nessuno nell'intera Midgar poteva dire di sapere qualcosa di lei che non riguardasse il suo lavoro. Trascinatasi in bagno come uno zombie, la ragazza aprì l'acqua della doccia, attendendo di vedere il vapore appannare il vetro prima di decidersi ad entrare. Fu fuori dal bagno in una decina di minuti, con i capelli ancora bagnati e la divisa da soldier indosso. Tornò in camera e si sedette sul letto, infilando gli anfibi e stringendone saldamente i lacci. Rialzandosi tirò su le bretelle, mentre andava a prendere gli spallacci nell'armadio e si metteva anche quelli, voltandosi a fissare la spada che aveva abbandonato sotto la finestra: la lama della Death's Chaos, uno spadone a una mano e mezza dalla forma slanciata, brillava di un argento splendente, nettamente in contrasto col rosso vivo del resto dell'arma. L'elsa corvina era tappezzata di rune per facilitare ed amplificare la magia del suo padrone e le permetteva di sparire ed apparire a comando. Yuna la prese e alcuni di quei simboli si illuminarono per un attimo, mentre lei sussurrava: "Via." L'arma sparì, implodendo in una piccola nube di fumo rosso, lasciando solo l'elsa nelle mani diafane della ragazza, che se la infilò nel borsellino che teneva legato alla cintura, sul fianco destro. Si voltò verso la porta della stanza, incamminandosi verso il piccolo salotto, stendendo un braccio per richiamare le due pistole che giacevano sul comodino, che apparvero obbedienti nelle sue mani dopo appena un attimo. Ne sistemò una nella cinta stretta sulla gamba sinistra, infilando l'altra dietro la schiena, nei pantaloni. Si guardò intorno solo un momento, prendendo le chiavi e il cellulare dal tavolino all'ingresso, prima di uscire e di allontanarsi in fretta da casa sua. Il display della sveglia, intanto, segnava le quattro e mezza.

***

Yuna sospirò stancamente nel guardare l'ora sul suo cellulare, attendendo che l'ascensore arrivasse al piano. Le porte non si erano ancora aperte del tutto quando vi si infilò dentro e premette il pulsante T. Si concesse un momento di riposo, appoggiandosi contro la parete a specchio, prima di decidersi a sparire poco prima di raggiungere il piano terra. Si ritrovò sull'orlo di un fitto bosco e la sua espressione triste si rabbuiò ancora di più varcando la barriera che celava la grotta in cui stava entrando al mondo dei mortali. Le pareti del lungo corridoio erano rischiarate da piccoli globi bianchi sospesi per aria, sorretti da una magia millenaria. Non vi era traccia di umidità in quel luogo, ne vi aveva mai visto un ragno o un pipistrello o qualunque altro essere usava abitare in simili antri: lui ci teneva che non la si chiamasse "tana". Avanzò ancora, fino a raggiungere la fine del passaggio, che si apriva in una "stanza" dalla forma tondeggiante. Numerosi altri corridoi si stendevano davanti a lei, ma Yuna sapeva di non dover imboccare nessuna di quelle strade. Piuttosto, si avvicinò all'altare al centro della stanza e, posando per sbaglio lo sguardo su un piccolo rialzo lì davanti, le sembrò di rivederlo lì seduto, con in mano chissà quale libro, sorridendo nel notarla di fronte a lui. Distolse rapidamente lo sguardo, sapendo di non poter affrontare simili ricordi. Si appoggiò di peso all'altare e cominciò a spingerlo con tutte le sue forze, fin quando lo sentì muoversi sotto le sue a prima vista esili braccia. Si fermò solo quando fu certa che lo spazio che aveva creato nello spostarlo fosse sufficiente a farla entrare in quel passaggio sotterraneo che nessuno conosceva. Scese con calma per le scale, mentre l'altare tornava da solo al suo posto, chiudendo a poco a poco lo spiraglio di luce che filtrava dalla stanza superiore. Quando le scale terminarono, Yuna si ritrovò in una camera gemella, con la luce soffusa e il freddo pungente che entrava nelle ossa, per via dell'incantesimo che lei stessa aveva usato mille anni prima. Si avvicinò lentamente al ragazzo steso in terra, la cui bellezza era scolpita nello splendore del ghiaccio che lei aveva creato perché il tempo non lo scalfisse. Ogni volta che tornava là sotto e lo vedeva così, a Yuna pareva di vedere una scena del "Titanic", quando Leonardo Di Caprio sta congelando nelle gelide acque dell'Atlantico. No, lui era molto più bello, niente a che vedere col caro Jack. Sedendosi accanto a lui, la ragazza posò il mento sulle ginocchia strette al petto, cinte dalle sue braccia nude ora così fredde. Rimase a fissarlo a lungo, immobile e in silenzio, prima di riuscire a sussurrare, con le labbra che le tremavano lievemente: "Ciao...Lee..."

***

Alle sei del mattino, parecchio prima che il sole sorgesse, Yuna stava già percorrendo la scalinata che portava all'ingresso della ShinRa, salutando con un sorriso e un cenno della mano la receptionist del turno di notte che era intenta a limarsi le unghie. Alzò appena lo sguardo, commentando in direzione dell'altra ragazza: "Mattiniera come sempre, eh?"
"Come sempre."
Si avvicinò al bancone, posandovi sopra le braccia e lasciando cadere la testa su queste. "C'è qualcosa per me?"
La centralinista spostò lo sguardo sul computer, mentre abbandonava la limetta sulla scrivania. Scrisse velocemente qualcosa sulla tastiera e attese un momento prima di rispondere con un sorriso: "Il presidente ti vuole vedere, dice che è una questione delicata e che devi pensarci te..."
"Ok." Yuna annuì, spingendo contro il bancone per riallontanarsi. "A che ora?"
"Alle otto. Sei libera fino ad allora."
Sorridendo, il soldier si allontanò di qualche passo, voltando la testa verso l'altra ragazza mentre le diceva "Allora vado ad allenarmi. Sono al quarantanove, se serve."
Con la coda dell'occhio, Yuna la vide riprendere in mano la limetta, mentre annuiva lievemente. Passando oltre, non poté evitare di chiedersi se quella ragazza così semplice e tanto attenta all'aspetto fisico fosse comunque un soldato. Insomma, per lavorare in un'azienda del genere, come minimo dovresti avere un addestramento di base che ti consenta di difenderti, se necessario. O, almeno, questo era ciò che pensava lei. Una risposta certa, però, non sapeva proprio darsela.

***

Dopo quasi due ore ininterrotte di denso allenamento e una breve doccia per rinfrescarsi, Yuna salì con l'ascensore fino all'ultimo piano, raggiungendo l'ufficio del presidente. L'uomo grassoccio e con gli occhiali che aveva preso il posto di Rufus ShinRa non le piaceva affatto ed era convinta fosse solo un pagliaccio, per nulla in grado di amministrare una società del genere. In fondo, se la ShinRa era stata ricostruita tanto in fretta, tutti sapevano che era merito del consiglio di amministrazione che sperava di tornare presto a guadagnare con l'azienda e l'aveva perciò rimessa a nuovo in un attimo. Kaim Sharley (così si chiamava il maggior azionario del consiglio, autoproclamatosi presidente) era seduto dietro la sua grande scrivania, con il mento tra le mani e la cravatta scura allentata come sempre. Yuna perse un momento lo sguardo sull'enorme vetrata dietro di lui, prima di mostrargli il saluto militare e di avvicinarsi a un suo cenno. Pagliaccio o no che fosse, le aveva dato parecchie promozioni e, per questo, doveva ringraziarlo. Più arrivava in alto, maggiori probabilità aveva di finire immischiata nei loschi traffici che di certo la ShinRa continuava ad amministrare.
"Mi ha fatto chiamare, signore?" chiese la ragazza, immobile nella rigida posizione dell'attenti che aveva imparato da Squall.
"Sì, avrei un paio di cose da dirti." la voce profonda e gutturale dell'uomo riempì l'enorme stanza, quando lui parlò "Visti i recenti successi avuti nel recupero dei resti del reattore inabissatosi tre mesi fa, ho deciso di affidarti un incarico maggiore."
Maggiore della sua posizione? Cos'è, voleva farla vicepresidente?
"Sei stata una buona guida per la squadra che ti ho affiancato, sei rispettata ed hai un'ottima preparazione, nonostante la tua età...Di solito non assumiamo persone tanto giovani, ma nel tuo caso abbiamo ritenuto fosse il caso di fare un'eccezione. E adesso, guardati: promossa alla più alta carica disponibile nella tua categoria, comandante generale."
"Comandante?...Come Squall?"
"L'intero corpo dei soldier risponde ai tuoi ordini, ora. Congratulazioni soldato!"
Yuna ripeté il saluto militare, col braccio destro che formava un angolo retto e il pugno stretto davanti al cuore. Comandante...comandante...suonava proprio bene...ma sarebbe bastato per scoprire i segreti della ShinRa? Sarebbe stato sufficiente per ottenere informazioni su quegli esseri?
"Grazie, signore." formale come sempre quando si trovava davanti ai suoi superiori, la ragazza non mosse un muscolo fin quando Sharley ricominciò a parlare.
"Ho anche lasciato detto che c'era una questione delicata di cui vorrei ti occupassi di persona. Era necessario che fossi promossa, per occuparti degli affari interni dell'azienda."
Yuna fece del suo meglio per reprimere il sorriso soddisfatto e l'ondata di curiosità che quelle parole le avevano scatenato in corpo: promossa da due minuti e già stava per avere importanti rivelazioni sul conto della ShinRa, qualcosa di così grande e oscuro da costringere le alte cariche dell'azienda ad occuparsene di persona! Non riusciva a credere di avere tanta fortuna, all'improvviso! Quando il presidente riprese a parlare, Yuna non perse neppure una sillaba di ciò che gli uscì dalla bocca.

***

Cinque SeeD e una ragazza dai capelli corvini erano riuniti fuori dall'ufficio del preside, quella mattina. Kramer li aveva fatti chiamare di buon'ora e ora loro stavano aspettando che l'uomo finisse di parlare al telefono con un funzionario della ShinRa per essere ricevuti e conoscere il motivo per cui si trovavano lì. La scena era la stessa di sempre: Zell saltellava sul posto, tirando pugni a vuoto per ammazzare il tempo; Quistis era appoggiata contro un mobile di legno lucido, con la testa china e le braccia strette l'una nell'altra; al suo fianco, Rinoa se ne stava seduta lì sopra, fissando le gambe stese davanti a lei mentre si teneva stretta al bordo del mobile; Selphie era affacciata alla finestra e a volte si alzava sulle punte dei piedi per osservare meglio fuori dal garden; Irvine stava accanto a lei, seduto su una sedia foderata di velluto verde, con le gambe stese ed incrociate davanti a lui, le braccia dietro la testa e il cappello da cowboy calato sul viso. Squall, come sempre, stava rigido nella sua postura perfetta, senza incrociare lo sguardo di nessuno dei suoi amici mentre restava fermo a pensare. Dovettero attendere ancora una decina di minuti circa, prima che il preside li facesse entrare per spiegare loro la situazione.
"La fusione con la ShinRa è imminente." disse loro, diretto e senza giri di parole, passeggiando avanti e indietro per il suo ufficio con le dita intrecciate dietro la schiena. "Voglio che se ne occupino i miei migliori uomini, partirete domani con il treno delle sette, diretto a Dollet. Da lì ne prenderete uno per Timber, dove vi imbarcherete per il continente di Centra. Midgar è a poco meno di un'ora di distanza dal porto in cui sbarcherete, quindi dovreste riuscire ad essere lì nella prima mattinata di dopodomani."
I cinque SeeD batterono i tacchi a terra, portando la mano destra alla fronte nel saluto militare del garden. Rinoa, invece, rimase per un momento a fissare la scena, prima di decidersi a domandare: "Scusi ma perché ha chiamato anche me? Ha detto che voleva i suoi uomini migliori, ma io non sono un SeeD..."
Kramer si tolse gli occhiali e cominciò a pulirli con un candido fazzolettino che aveva estratto dalla tasca del panciotto, sorridendo nel rispondere alla ragazza: "Beh, squadra che vince non si cambia."
Perplessa, Rinoa rimase immobile, senza sapere come reagire, per poi ricambiare con un sorriso spontaneo quello dell'uomo che aveva davanti. Incredibile quanto la facessero sentire a casa nel garden...
"Arrivati alla ShinRa sarete accolti da un loro rappresentante che si occuperà per loro della faccenda. Qui ci sono le nostre richieste" il preside porse a Squall una busta gialla, che la prese senza fare una piega "non voglio assolutamente che il garden sia ceduto senza la certezza che rispetteranno i nostri principi e che non si immischieranno nella nostra amministrazione. Fa' in modo che sia ben chiaro, Squall!"
"Sissignore." rispose il ragazzo con voce inespressiva, annuendo una volta in direzione dell'uomo.
"Signore?" Irvine non poté trattenersi dall'esprimere ad alta voce il dubbio che aveva dal momento stesso in cui il preside aveva detto loro perché li aveva convocati "Non è un po' eccessivo spedire sei uomini per un incarico di rappresentanza?"
Cid cominciò a scuotere la testa, fissando il ragazzo mentre si rimetteva gli occhiali "Della ShinRa non ci si può mai fidare, ragazzi. Mai. Voglio che non lo dimentichiate, non abbassate la guardia mentre siete lì: non si può mai sapere cos'hanno in mente quelli che tirano le corde dell'organizzazione..."
Tutti annuirono, preoccupati per l'evidente agitazione di Kramer: come aveva detto Irvine, stava spedendo sei uomini per svolgere un semplice incarico di burocrazia e non dei soldati comuni, poi, ma le sue migliori risorse. Forse, non sarebbe stata poi una missione così semplice come loro avevano creduto...

***

C'era un non so che di piacevole nel far finire tra le "specie protette" i grat del centro d'addestramento. Perlomeno, il comandante Leonhart la pensava così. Anche quella volta le sue gambe lo avevano inconsciamente portato nel centro d'addestramento e la sua mano destra aveva iniziato a prudere improvvisamente quando aveva varcato la soglia di uno dei due portoni blindati del posto. Dopo solo mezz'ora che stava estinguendo la specie, Squall aveva capito perché aveva avuto bisogno di sterminare tutte quelle povere erbacce radioattive: mai l'avrebbe ammesso davanti a qualcuno, ma l'idea che il garden stesse cambiando lo spaventava a morte. Insomma, quella era casa sua da...neanche ricordava da quanto fosse lì, ma sapeva che non era colpa dei G.F..
"Se la ShinRa assorbe il garden, niente qui sarà più come prima."
Squall si rese conto solo allora di aver sbagliato luogo: di solito certi pensieri gli venivano nella sua stanza, prima di addormentarsi...
"Non sarà più casa mia questa..."  scosse la testa, sparando all'ennesimo povero grat che lo aveva attaccato. Ma insomma, dove erano gli archeosaurus quando aveva bisogno di loro? Si lasciò cadere a sedere su un masso, posando le mani sull'elsa della spada e abbandonandovi sopra la testa. I capelli caddero a coprirgli il viso stanco, mentre il ragazzo sospirava con rassegnazione: non importava cosa lui volesse, quelli erano gli ordini. Avrebbe contrattato la vendita del garden e di tutti i suoi studenti, tutti i suoi SeeD e i suoi insegnanti senza battere ciglio. Quello era ciò che era stato addestrato a fare: volente o no che fosse, avrebbe portato a termine la sua missione prima ancora di riuscire a dire Quidd...
"Si può sapere come diavolo mi è venuto in mente Harry Potter, ora?"
Squall scosse la testa, sorridendo lievemente mentre pensava che forse Yuna aveva ragione nel dire che stava cambiando: colpa della sua influenza...e di tutti i film che gli aveva fatto vedere in quegli anni, anche.

***

Con un cd infilato nello stereo e il volume pieno che riempiva la casa, Yuna stava seduta a gambe incrociate sul divano, sorseggiando a tratti il tè freddo posato accanto a lei mentre puliva la sua bella Death's Chaos. Era felice quella sera, felice come non lo era da tempo, certa che sarebbe riuscita a rimettere le cose a posto, ora che era forte abbastanza da non dover temere nulla. La voce lievemente in ritardo di Yuna faceva eco a quella dello stereo, col sorriso che le illuminava il volto mentre tentava di sovrastare il volume della musica.
Le cose sarebbero tornate com'erano una volta, in un modo o nell'altro. Lo aveva promesso a sé stessa e ci sarebbe riuscita. Ci sarebbe riuscita senz'altro.
   
 
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