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Autore: Jordy Klein    19/11/2010    0 recensioni
E questo fa paura..tanta paura..paura di star bene,di scegliere ed inevitabilmente sbagliare.
Passano gli anni,ci si lecca le ferite,ma i lividi rimangono impressi in noi:in quello che eravamo,in ciò che siamo diventanti Angel,e in cosa probabilmente ci tramuteremo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento le ossa bruciare a contatto con la pressione del suo corpo, non provo piacere, se non un minimo brulichio attorno al collo, qualcosa mi sta mordendo e , per un motivo ignaro, non sto riuscendo a fermarla.

Mi guarda, scruta nei miei occhi qualcosa di vivo, acceso, ma incontra solo vuoto, vuoto cupo, oblio profondo, orrore puro..è forse questo che lo porta a desistere dal suo intento, dubita un attimo se porre fino alla mia vita, e quell’attimo gli costerà caro.

In una frazione di secondo è riverso a terra, nel proprio liquido vermiglio tendente al porpora,aveva creduto non  fossi io colei che cercava, ma si sbagliava.

L’avevo detto a Willow che questo nuovo colore di capelli mi avrebbe aiutato..e lei che continua a dirmi che così sembro una morta!

Mah..appena le racconterò tutto dovrà proprio beccarsi un “te lo avevo detto..” e non penso glielo rifiuterò, stasera sono abbastanza malinconica ed ho pure rischiato grosso, mi merito un po’ di consolazione e soprattutto una cioccolata alla vaniglia.

Sorpasso il cadavere imputridito e ,a piccoli solchi,raggiungo un bar vicino,quello di via del faggio, il mio preferito.

Entro,tutti mi salutano benevoli, viso conosciuto è oramai il mio, sebbene graffiato momentaneamente sul lobo destro, piccola ferita , unico riporto di uno scontro pericoloso seppur palesemente abituale.

Mi siedo al mio solito posto, tavolo 14, e poggio le mie piccole gambe, avvolte da un tull bianco, nella poltroncina rossa davanti  a me.

Ordino la cioccolata e qualche biscotto ed attendo di placare la tensione,ingurgitando un qualcosa che mi aiuterà ad affrontare con meno solitudine la notte che a breve sarà mia fedele, consueta compagna.

Non ho ancora cenato è sono già le 11.

 

 

 

Ti ricorderò in ogni gesto più imperfetto
Ogni sogno perso e ritrovato in un cassetto
In quelle giornate che passavano in un' ora
E la tenerezza i tuoi capelli e le lenzuola

 

 

Sorseggiando il caldo liquido, che con la sua smielata dolcezza tinta di panna mi stringe l’anima, ti penso.

Assurdo..ogni gesto più normale,sia deleterio che non,,mi riconduce a te.

E’ bello ripensare a tutti quegli attimi nei quali, incredibilmente, il tempo , scorrendo impetuoso, mi trascinava e travolgeva le nostre serate, i nostri baci, le nostre carezze, le nostre parole..ed anche i nostri addii.

Uno dopo l’altro, uno più amaro dell’altro, ogni qual volta il tuo sguardo si incrociasse  col mio assurdamente i  miei occhi straripavano di te, unica visione di un futuro seppur del tutto improbabile ma infondo sempre avuto..

Che illusa..

Già..io illusa..

Illusa nei nostri sogni,quelli che adesso osservo sparsi in quei cassetti, vuoti..vuoti come lo erano quelli della tua vecchia magione..di cui adesso non sarà rimasto che forse qualche insignificante briciola qua e là fra la Sunnideil Smalwill e la Los Angeles Lancaster..

E già..

Ricordare quelle giornate.. quegli istanti..

No basta!Adesso è già troppo tardi..le 11 e mezza..

Devo scappare..devo fuggire..sento…sento che qualcuno ha bisogno di me..ed io ho bisogno di sfogo..sangue..lotta.

Quello per cui sono nata…lo scopo della mia vita..forse è dunque per questo che ancora arranco in questo sudicio mondo?

Non so..a volte sono soddisfatta..a volte invece, come in queste sere,vorrei solo averti accanto..

Accanto, come in fondo, non sei mai stato.

 

E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai

 

 

Mi alzo, pago,il barista mi spoglia con i suoi occhi altalenanti, ora neri ora grigi, appena illuminati dalla soffice luce della lanterna posta sopra la sua testa.

Orrido pensiero che solca le sue membra.. rabbrividisco ed esco.

Come era bello essere guardata da te..mi carezzavi piano e leggero con i tuoi occhi nocciola, mi districavi i lacci del vestito rosella e mi ammiravi nella mia integrità , semplice, perlacea..

Ogni difetto per te era puro diamante, ogni tratto corroso dalle varie lotte e solcato dai profondi tagli un dettaglio immancabile , ogni rotolino di troppo, tenero ricordo di una infanzia passata a sgranocchiare panini al rosbiff con Willow, una collina inesplorata ma desiderata e ai tuoi occhi splendidamente raggiante,favolosa..proprio come lo era il sogno di una vita con te.

Magari se mi vedessi qui, adesso, così..quel cuore che non hai, anzi che non batte più dentro il tuo  petto, traballerebbe..chissà..ma nonostante ciò non vorrei mai rivedere le lacrime farsi strada fra i tuoi occhi..non l’ho mai sopportato..non penso potrò mai reggere il tuo sguardo trafitto dal dolore, quel dolore causato sempre e solo da me.

 

 

Perché se sei felice
Ogni sorriso è oro
E nella lontananza perdonandoti ti imploro
E parlerà di te
È solo che…

 

 

 

 

I tuoi sorrisi..mio Dio i tuoi sorrisi..qualcosa di indicibile..

Potrei passare ore e ore a provare a descriverli ma ogni mia parola non riuscirebbe mai a dare neanche un minimo di quanto tu riuscissi a trasmettermi col solo incurvarsi leggermente delle tue stupende labbra..

Mannaggia al tuo ricordo, devo concentrarmi , ed invece non faccio altro che pensare a te..

Mannaggia, mannaggia, mannaggia , mannaggia a te Angel.

Ecco, ho ripronunciato il  tuo nome..male..vuol dire che ho pure il coraggio di emanarlo fuori dalla mia bocca, e nelle sere in cui magicamente di nuovo questo riaccade, ciò designa lunghi momenti dedicati interamente a te..al tuo ricordo e anche alla nostra frenetica danza, la danza di due anime mai del tutto separate e per cui sempre e comunque intrecciate.

 

 

Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te

E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse..

 

 

Mi impongo di camminare, ma assurdamente le mie gambe non si muovono.

I tendini sono tesi, i polpacci, sottilissimi seppur tutto muscolo,non si dondolano neppure,sono pietrificati negli stivaletti grigio perla, sembrano quasi sigillati, rifiutano un qualsiasi movimento che, portando la mia testa altrove e distraendomi, allontanerebbe questo mio attimo di debolezza nel quale mi concedo di pensarti.

È una concessione, poiché è da tempo che mi sono imposta di non  pensarti più..che mi sono imposta di non volerti più…

Ma sorrido, perché adesso è come se ti avessi accanto, e ascoltassi i tuoi enormi passi accanto a me.

Quanta sicurezza nel solo scorgere la tua ombra accanto a me?

Anche quando c’eri ed io facevo finta di non vederti, i nostri giochi di luce che ci permettevano di rimanere “sorpresi” qual’ora uno dei due fingesse di incontrare l’altro per caso..

Quante balle..ma quanta voglia di stringerti e non lasciarti più..

Mai più..

 

 

..e questo fa paura..tanta paura..

Paura di star bene..di scegliere e sbagliare..

 

 

  
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