Note
Ed ecco l'ennesima fanfic a capitoli, che chissà come e quando finirò... ma lo sapete come sono fatta e non credo che mi passerà mai questo vizio di iniziare le cose e lasciarle a metà, sperando che si finiscano da sole.
Questa fanfic era nata come originale, ma mi sono resa conto che poteva essere convertita e inserita in The Mentalist, per cui... eccola qui, tutta per voi!
Buona lettura!
LITTLE RED CAP
Prologo
Quando la gente non si piega le cose, comincia a sparare a zero.
“Dottore sento le voci, sarà mica Dio?”... no, pirla, sei semplicemente fuori come un balcone! Ma la gente si rende conto delle cazzate che dice? Lasciate stare, era una domanda retorica.
Il fatto è che mi hanno dato un soprannome: Little Red Cap. Ma vi rendere conto?! Cioè, già io aborro le favole, ma poi che brutto nome, suona malissimo ed è così luuungo. Un povero cittadino indifeso grida “Aiuto, Little Red Cap!” e fanno in tempo a banchettarci e ad usare le ossa come stuzzicadenti. Ma si è mai visto?! Andiamo!
Che poi è solo perché uso un cappotto rosso, ma nella fiaba è il cacciatore ad uccidere il lupo, mica la marmocchia. E allora potevano chiamarmi – che ne so? – Huntress... sarebbe stato molto più figo, no?
“Aiuto Huntress!”... immediato, incisivo. Piombo addosso alla bestia e bang! Fine della storia.
Se solo non avessi avuto la malcapitata idea di usare quel cappotto. Ma chi si aspettava un tale rigurgito di idiozia da parte loro? Sempre saputo che i licantropi hanno poco sale in zucca (tu gli punti una pistola addosso e quelli ti galoppano incontro nemmeno gli stessi offrendo una fiorentina), ma non credevo che potessero arrivare a tanto.
E vogliamo parlare delle voci che circolano? C'è gente che racconta in giro che al momento clou declamo robe tipo: “E così la bella ha ucciso la bestia”. Ora, non voglio smentire nulla sulla mia presunta avvenenza, ma rendiamoci conto dell'assurdità della cosa. Punto primo: chi mi vede poi crepa, e la morte è un bel deterrente al raccontare in giro come svolgo il mio lavoro. Punto secondo: tra l'ansia da palcoscenico e la totale mancanza di memoria, figuriamoci se in quei momenti mi metto anche a recitare. E a voler essere pignoli, quella è una frase di King Kong: cosa centra Cappuccetto Rosso?
Sto irrimediabilmente diventando quello che ho sempre cercato di evitare. Quello che era anche mio padre. Una leggenda. E io odio le leggende: fanno sembrare tutto più figo di quello che è, poi quando la gente sbatte il muso sulla realtà gli si sgonfia l'entusiasmo.
– Ah, ma tu sei quella...? E io che mi pensavo... –
– Cosa, cretino, cosa ti pensavi?! Sì, ho passato la trentina, sono alta un metro e un barattolo, e di giorno faccio la cassiera al McDonald... che ti aspettavi, Angelina Jolie? –
– Ma veramente... –
– Ma vaffanculo! –
Bang!
Suona bene. Credo che sarà il motto dell'anno.