Papà.
Guardai Billie. Avevo paura.
«Dovresti rispondere..» disse Mike.
Schiacciai il tasto verde e zittii quella suoneria che odiavo, portandomi quel fottuto telefono all'orecchio.
«Pronto?» chiesi con voce ferma.
«Sidney, sono io» mi rispose.
Sentendo quella voce il mondo mi cascò addosso. Dovrei essere stata felice, ma non lo ero. Prima che il telefono squillò lo ero.
Ora sentivo la forza di gravità che mi schiacciava sulla terra, come risvegliandomi da un fantastico sogno in cui ero, magicamente, caduta.
«Cosa vuoi?» gli chiesi.
«Sapere dove sei»
«Perchè? Non te n'è mai fregato niente di me, ne a te ne a mamma. Ora vuoi sapere dove sono?»
«Si. Siamo preoccupati»
«Certo. Se sareste davvero preoccupati non sareste mai partiti. Sapete che stavo per morire, vero? No, non lo sapete. Non sono come era Milton. Lui era forte, riusciva a sopravvivere da solo, io no. E dovreste saperlo bene, visto che siete i miei genitori.» dissi. Stavo sfogando tutta la mia rabbia.
«Sidney, dicci dove sei»
«Sono a New York»
«E con chi?»
«Amici»
«E hai intenzione di tornare a casa?»
«No.»
«Invece devi tornare. Dobbiamo parlare. Di cose serie» disse.
«Mi avete rotto il cazzo. Non vi basta avermi rovinato abbastanza la vita? Io in quella casa non ci torno» dissi, quasi piangendo.
«Sidney, devi tornare. Dobbiamo dirti una cosa importante» mi diceva mio padre, cercando di mantenere la calma.
Mi conosceva ormai, e sapeva che se mi avrebbe urlato gli avrei riattaccato in faccia.
«Poi ti dirò quando torno» dissi.
«Torna al più presto»
«Ciao» gli dissi. Poi riattaccai il telefono, chiedendomi perchè avevo risposto.
Guardai Mike, poi Trè, poi mi soffermai su Billie. Stanca di trattenere le lacrime mi misi a piangere.
«Devi tornare a Miami?» chiese Billie. Annuii.
«Ma io non voglio» dissi.
«Ma devi, Sidney. Sono pursempre i tuoi genitori» disse Mike.
«Ti riaccompagnamo noi» disse Trè.
Alzai lo sguardo di scatto.
«No. C'è la pausa, dovete tornare a Oakland» dissi, guardando Billie. Lui si inginocchiò davanti a me e mi asciugò le lacrime.
«E' vero, mi manca la mia famiglia. Però posso resistere ancora un po. Li vedrò tra due settimane» mi disse.
«No. Tu torni a Oakland, e anche Mike e Trè. Io torno a Miami da sola» dissi.
Non volevo. Volevo rimanere con i Green Day. Ma loro avevano le famiglie che li aspettavano a casa, e purtroppo anche io.

«Non ci penso nemmeno, ragazza. Io ti riaccompagno a Miami, e dopo che avrai parlato con i tuoi torno a Oakland» disse Trè.
«Sono d'accordo con Trè» disse Mike.
«Anch'io» disse Billie.
«Grazie» dissi, buttandomi tra le braccia di Trè e piangendo. Lui mi strinse a se.
Perchè erano tornati? Non potevano starsene dove stavano? Perchè continuavano a rovinarmi la vita? Era tutto così dannatemente perfetto, ecco perchè. Prima o poi sarebbero dovuti tornare.
«Se vuoi partiamo già domani..» mi disse Billie.
«Si. Almeno tornate prima a Oakland» dissi.
Tornammo all'hotel. Non avevo intenzione di chiamare mio padre, e gli inviai solo un freddo e scocciato "Domani sono a Miami".
«Scusate ragazzi, davvero. Vi sto incasinando tutto» dissi.
«Dai, non ti preoccupare» disse Billie.
Trè si avvicinò a Billie.
«Viene con me stanotte, ok? Prometto che non le faccio niente» gli sussurò Tre.
Billie annuì. Trè mi portò in camera con se. Quella notte avremmo dormito insieme, ancora.





Tarataratà! Primo capitolo di Homecoming.
Direi che è iniziato molto male...Povera Sidney. Come sono crudele! D:
Speriamo che tutto vada a finire bene..Di cosa le dovranno mai parlare i genitori di Sidney?
Beh, si verranno a sapere molte cose. Segreti tenuti nascosti, e anche un nuovo personaggio.
Spero seguirete xD