Paravia, Paravia, dove sei? Che fine hai fatto? Perchè
non sei più tornata? Tanto tempo fa eri qui con me e poi...?
Il solo sta sorgendo, mi ricordo quando i tuo occhi argentati mi guardavano
sempre con curiosità mentre ti mostravo i beyblade. Quando ti appostavi sul
tetto del monastero ad ascoltare interessata l'ululato dei lupi mentre la neve
si mescolava ai tuoi capelli quasi bianchi come i raggi di luna.
Il tuo viso pallido sul quale non ho mai visto apparire tristezza o stanchezza.
Le tue mani sottili e delicate con le quali accarezzavi la neve o la corteccia
di un albero, sulle quali non ho mai visto apparire un taglio o una ferita.
La tua ombra snella quando saltavi sul balcone per scavalcare il largo cancello
che ti avrebbe aperto la strada per il bosco.
"Vado a guardare la neve!" mi dicesti un giorno.
Saltasti agilmente sul muro e i tuoi capelli scintillavano ai raggi del sole,
così raggiungesti la neve al di là del monastero ma quando tu saltavi, i tuoi
passi non hanno mai provocato fruscii sul terreno o sulla stessa neve.
Ed io non riuscivo mai a scorgere le tue impronte al tuo passaggio.
Ma quel giorno non tornasti più. Sei sparita ed il mio cuore si è indurito,
sono diventato crudele, freddo come lo era la tua pelle.
Tu amavi la neve. Anch'io amavo ed amo la neve è la cosa che amo di più al
mondo, ma quando sei arrivata te...
Mi ricordo con ogni minimo particolare quel giorno in cui ti incontrai.
Tu eri bellissima e camminavi sul selciato di una stradicciola di Mosca,
indossavi un largo giaccone e degli stivaletti rossi. Saltellavi infantile
osservando il terreno su cui avanzavi ed analizzando con lo sguardo curioso
qualsiasi cosa ti trovavi di fronte.
Mi fermai ammaliato e tu mi rivolgesti la parola "Mi aiuti a cercare la
neve?" sorridevi ed il tuo viso era giovane anche se da esso traspariva
qualcosa di tremendamente immutabile.
Ti portai al monastero, ti piacque moltissimo.
Ma....
Ora sono qui che mi chiedo il perchè di tutto ciò che ho fatto.
Dalla porta del camerino dei Demolition Boys entra Dai Tenji con quel suo goffo
passo.
Non ho più la forza di combattere, di litigare, di conquistare, voglio solo una
cosa che non ho mai avuto, una vita normale, con Paravia.
"Barkov." inizia Dai Tenji "Ora sei stato sconfitto, ti consiglio
di lasciare il monastero e non denunceremo tutto ciò che hai fatto."
Devo lasciare il monastero? Ma se Paravi tornasse..mi cercherebbe là e se io
non ci fossi?
Lei verrà lì, busserà leggera al vetro della mia finestra e mi abbraccerà
poi mi farà vedere una manciata di neve rimasta miracolosamente intatta al
viaggio di ritorno.
"Barkov!Mi sta ascoltando?!"
Lo lascio a parlare con il muro ed esco da quel luogo troppo caldo, affollato,
soffocante.
Apro una porta sul retro dello stadio fino a sentire l'aria fresca colpire il
mio volto.
Nessuno mi segue.
Il vento sibila e il cielo promette solo neve.
Non che mi dispiaccia, quando nevica è come riavere Paravia tra le mie braccia.
Mi incammino verso una strada desolata e spoglia costeggiata da miseri abeti
ricoperti di neve.
Il paesaggio è bianco.
E' come averti qui...è come averti qui con me...tu sei qui con me...
L'ho sempre saputo ma non l'ho mai voluto accettare.
Perchè avevo paura.
Avevo paura che mi avresti lasciato prima o poi, come è successo.
Perchè gli spiriti non sono fatti per vivere nel mondo degli uomini.
Lo spirito della neve, fredda, bella, pura.
La neve che tanto amavo....
Volgo il mio sguardo verso l'altro lato della strada, e ti vedo.
Sei seduta sulla neve, più pallida che mai, tu mi vedi e mi sorridi.
I tuoi capelli si mescolano con il candido materiale intorno a te ed io ti
sorrido.
"Ti amo." non capisco se l'hai sussurrato tu o il vento intorno a me o
i fiocch idi neve che cadono.
L'unica cosa che so è che mi avvicino a te e ti abbraccio.
Ti mi abbracci con le tue membra gelida.
Quindi il mio destino è di rimanere per sempre con la neve..il suo bellissimo
spirito...
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"Lo so che è strano, forse ha avuto un momento di.."
Il rossino fermò il compagno di squadra "Momento di che? Barkov era un
pezzo di ghiaccio non credo l'abbia fatto di sua volontà..."
Kei si intromise nel discorso tra i due russi passando a Boris le cibarie
richieste.
"Non lo so, è strano averlo trovato così congelato su un ciglio della
strada..ricoperto di neve.."
Il bassetto dai capelli viola ed un buffo naso intervenne animatamente "Bhè
è meglio così, almeno ce lo siamo tolti di mezzo...non ci darà più
fastidio..." continuò ricevendo dei deboli sì dai restanti ex-bladers.
Finita anche questa minific ^_^ avevo voglia di scrivere qualcosa di corto e
strano per Natale..bhè fa schifo? ;_;
Mi è sembrato tattico far parlare Barkov in prima persona e poi dopo aver visto
'La città incantata' (spirited away) pieno di spiriti *_* come non scrivere una
fic del genere?
Ciao ^O^