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Autore: VanityClaire    19/11/2010    1 recensioni
Due belle ragazze, un cane e una città.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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" SBAM! " fece la valigia di una delle due, lasciata cadere inavvertitamente sul lucido pavimento dell'aeroporto. Era troppo pesante, non avrebbe mai superato i controlli senza una piccola sovrattassa. - Cosa ci hai messo dentro?! Un cadavere? - chiese ironicamente l'altra ragazza. Di malumore, sull'orlo dell'isteria e con un sbuffo, Claire recuperò la grossa valigia di plastica rigida, trascinandola dalla maniglia. Borbottò qualcosa di incomprensibile, simile ad un "gnègneregnèregnè", poi si rivolse alla compagna : - Ho paura Elle! Non farmi salire sull'aereo, ho scordato a casa le gocce! - si lamentò, ottenendo in tutta risposta un : - Eddai, Claire! Ormai siamo arrivate al check in! Abbiamo già i biglietti, e sicuramente non sarà oggi il giorno in cui l'aereo della "Iberia Líneas Aéreas de España" si schianterà! - e nel nominare la compagnia aerea inserì forse un po' troppe "esse", facendo ridere Claire, che non esitò a prenderla in giro per la pronuncia.
Giunsero al check-in point assegnato e trattennero il respiro al solo vedere tutta quella gente in coda, la cui estremità arrivava quasi fino ad uno degli ingressi di Malpensa. Un "wof" di sconcerto arrivò anche dalla gabbietta che Claire reggeva stretta in mano : Zeta non sopportava rimanere troppo a lungo ingabbiata.
Dovettero così mettersi pazientemente in fila, accatastando i bagagli sul carrello, mentre Claire liberò Zeta per farla scorrazzare intorno a loro. - Ossignùr! - sospirò Claire, in un non troppo perfetto dialetto. - TARATTTATA'! - la suoneria del cellulare di Elle. - Pronto?! Ah, sì, ciao Helen! Sì, Claire è qui con me! Te la passo subito! - trattenendo a stento le risate, allunga il cellulare rosa a Claire : - Pronto! Mamma! Eh?... Eh va bè, pazienza. Dai, dimmi... Mamma smettila!... No, sono viva e sono al check-in! - parla a tratti. - Sì, ho fatto uscire Zeta, c'è una coda interminabile... No, sta bene... Ok, ora mi appiccico il telefono in fronte...Ok, scusa... Ma non lo so perchè lei risponde sempre e io non sento il telefono... ok, ciao - Bip, fece il telefonino alla chiusura della chiamata.
- Uff.. - uno sbuffo annoiato di Claire, in piedi ad aspettare il proprio turno. Elle giochicchia con Zeta, che nel frattempo è stata riposta nella sua gabbietta con non poca fatica.

Strinse più forte che poteva la mano di Elle. - Ci siamo mossi? Guarda, gli balla un'ala! - indicò, additando fuori dall'oblò un'inesistente anomalìa. L'accensione dei motori provocò in Claire un sobbalzo, facendole iniziare i preparativi per il decollo. - Stai tranquilla - disse Elle, combattuta se ridere al comportamento ridicolo dell'amica o essere comprensiva. - Mai più, Elle. Mai più! - sentenziò allora Claire.

Lo sbalzo termico tra l'interno dell'aeroporto di Madrid e l'esterno appesantì le loro spalle come un macigno. - Puff!! - sbuffò Claire - Accidenti, mica male il clima! -. - Ommioddio che caldo! - esclamò Elle. Zeta si era ormai rassegnata: in quel momento stava accoccolata sul tappetino spugnoso rosa, roteando gli occhi verso ciò che colpiva la sua attenzione. Una volta all'esterno dell' aereoporto, si rizzò sulle zampine, sull'attenti e incominciando ad annusare in tutte le direzioni. Le due amiche fermarono un taxi che potesse portarle direttamente in albergo, magari dotato di aria condizionata sparata a mille e un ampio baule dove stivare le loro pesanti valigie. Sarebbero dovute rimanere solo qualche giorno, ma a Madrid non sai mai cosa puoi aspettarti.
Era un giorno d'estate caldo e afoso. Il sole picchiava duro, producendo un riverbero tipico da oasi desertica sull'asfalto, mentre loro stavano in piedi all'ombra del cartello che segnalava la postazione dei taxi. Con una mano a fare ombra agli occhi, Claire e Elle scrutavano l'orizzonte, quando un taxi si fermò esattamente davanti a loro. - Hola! Puede llevarce al hotel? - azzardò Claire in uno stentato spagnolo, affacciata al finestrino della macchina. Montarono tutto sulla macchina, e salirono sui sedili posteriori, tenendo Zeta nel mezzo.

Sprofondò di schiena con un sospiro di sollievo nel materasso del suo letto, con le braccia aperte - Ahh! - disse beatamente. Erano fresche e all'apparenza pulite, cosa che le fece venire alla mente una leggenda, a quanto pare vera, sui letti degli alberghi. - Elle, ma lo sai che mi han detto che negli alberghi non cambiano mai i copriletti, se non è necessario? Sai che questo vuol dire che magari questo letto è pieno di schifo e noi ci dormiamo sopra? - disse Claire, indicando minacciosamente il letto matrimoniale, ora sospettato di alto tradimento. Il viso di Elle mutò rapidamente espressione, optando per una di disgusto. - Ehww! - commentò, imitando il gesto di provocarsi il vomito con due dita in gola. Effettivamente non sembrava un buon inizio, ma Claire non aveva potuto fare a meno di pensarci, così come non aveva potuto fare a meno di spiattellare quello che era stato il suo primo pensiero appena arrivate nella loro stanza. Zeta zampettava per tutta la stanza, esaminando ogni angolo come farebbe il miglior cane dell'unità cinofila di polizia, forse alla ricerca di qualche briciolina da aspirare, o forse solo per abituarsi alla nuova "casa". Claire preparò per lei una piccola traversina assorbente, per evitare che bagnasse la moquette, notoriamente poco igienica. Posò quindi anche due piccole ciotole colorate a fianco, una riempita d'acqua fino all'orlo, l'altra con qualce bocconcino di carne come spuntino-premio per essere stata tranquilla e ubbidiente durante il volo. Una volta sistemate le ultime cose, si prepararono per uscire, armate di guida turistica e macchina fotografica Reflex, gentilmente fornita da Sophie, la sorella di Claire. Elle sfoggiava un abitino leggero bianco e un paio di sandaletti di cuoio, mentre Claire portava una magliettina colorata e un paio di shorts. Era dimagrita di recente, eliminando la pancia e assottigliando le gambe, rendendola orgogliosa dei suoi sforzi sovrumani per non doversi più vergognare di scoprire le gambe o faticare per entrare nella 42. Scesero velocemente le scale che portavano al piano terra, con Zeta allegramente trotterellante di fianco, e oltrepassarono le porte scorrevoli dell'ingresso, trovandosi nel bel mezzo del traffico madrileno. Afa e calura rendevano passaggio dall'aria condizionata dell'interno al caldo esterno molto difficile, appesantendo notevolmente le loro spalle che si curvarono come se avessero un peso enorme sulla schiena. Claire si legò i lunghi capelli castani in una coda morbida, mentre Elle si ravviò con un cerchietto i capelli che le invadevano il viso. Pronte a tutto, si inoltrarono tra le vie di Madrid, seguendo la mappa a modo loro, cioè litigando su quale fosse la strada giusta per raggiungere il centro. - Elle, guarda che abbiamo prenotato apposta in un albergo vicino al centro, non sarà mica poi tanto lontano! Guarda, secondo me dobbiamo scendere giù di qua. - Claire indicò una stradina a destra, sbattendo quasi in faccia il gomito a Elle, che inarcò la schiena all'indietro per evitare l'improvviso colpo. Fu così che Elle e Claire incominciarono la loro avventura fra le vie di Madrid. Non so dirvi cosa videro o fecero, chiedetelo a loro. Io so solo che con loro al guinzaglio stava Zeta, la cagnolina di Claire, e che sicuramente un pomeriggio visitarono il Museo del Prado, con Claire che lamentava noia e dolori alla schiena, come quella volta che andarono insieme a Roma e si fermarono nella chiesa di San Luigi dei Francesi. Ma questa è un'altra storia.
  
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