Venerdì
Era il
compleanno di
una loro amica, ma non era poi così importante.
Quella loro amica aveva
anche organizzato una festa, forse, ed erano stati invitati. Ma non era
così
importante alla fin fine.
Nulla era così
importante, nulla in confronto a loro.
Per chi li vedeva
dall'esterno erano solo due pazzi, due pazzi venuti da
chissà dove per rompere
i coglioni al prossimo; per chi li conosceva invece erano sempre due
pazzi, due
inseparabili pazzi sarcastici e divertanti, inseparabili. La loro amica
purtroppo
compiva gli anni il 19 novembre, era venerdì e quindi non
c'era possibilità che
loro venissero, era impossibile. Era impossibile perché
anche chi poteva dire
di conoscerli in realtà non li conosceva, perché
di venerdì non si esce, di
venerdì si sta a casa, insieme.
Spesso erano a casa di
Emme, perché da Effe era impossibile: troppa gente in giro
per casa e loro
odiavano trattenersi, non sopportavano di dover strozzare un gemito ma
sopratutto non sopportavano non poter sentire i gemiti dell'altro. Non
avevano
dei ruoli ben definiti, anche se di solito era Emme a tenere le redini
del
gioco anche se Effe non l'avrebbe mai ammesso. Non erano eccessivamente
affettuosi, certo rimanevano abbracciati dopo aver consumato ma nulla
di più.
Non usavano chiamarsi con particolari nomignoli o soprannomi, troppo
sdolcinata
come cosa. Erano amici, era da più di un anno che facevano
l'amore ogni venerdì
circa ma erano amici, più o meno.
Era una situazione
strana, ma a loro andava bene, a loro andava bene essere qualcosa di
non molto
definito e parecchio ambiguo, a loro andava bene, finché non
soffrivano. Effe
era possessivo, si ostinava ancora a negarlo ma era estremamente
possessivo ed
era per questo che stava male, appena qualcuno si avvicinava troppo ad
Emme lui
non poteva fare a meno di soffrire, appena Emme lo escludeva, anche
poco, lui
stava malissimo; ma non avrebbe mai potuto dirlo ad Emme, il loro
strano ed
ambiguo rapporto non permetteva cose del genere: loro parlavano di
tutto,
tranne che di loro. Invece Emme non era possessivo ma Effe usciva con
delle
ragazze, non perdeva occasione di uscire con qualcun altro, quindi Emme
era
geloso, geloso di chiunque toccasse quelle mani, di chiunque
accarezzasse quei
capelli, di tutte quelle galline che osavano profanare la sua bocca;
però Effe
non era mai andato oltre, non aveva mai neanche toccato una di quelle
fantomatiche ragazze, non c'era un motivo preciso ma non ne sentiva il
bisogno.
Forse, perché c'era Emme.
Era venerdì, quindi
loro avrebbero scopato, guardato Hellsing, scopato, ascoltato musica,
scopato,
Effe avrebbe guardato Emme mentre rilegge Full Metal Alchemist e poi
avrebbero
scopato ancora. Sabato sarebbero usciti, avrebbero
riso e scherzato con gente che fingevano di
conoscere e avrebbero continuato la loro settimana banalmente come
tutti i
quattordicenni che conoscevano, e poi sarebbe tornato il
venerdì, e poi un
altro, e un altro ancora. Quindi cosa importa se era il 19, l'11 o il
26
novembre, nulla sarebbe cambiato, era venerdì.