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Autore: barbara_f    20/11/2010    13 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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 _Cap. 34

 
 

Vento nel vento
 
“Io e te, io e te, perché io e te, qualcuno ha scelto forse per noi.
Mi son svegliato solo, poi ho incontrato te, l’esistenza un volo diventò per me.
E la stagione nuova, dietro il vetro che è appannava, fiorì.
Tra le tue braccia calde anche l’ultima paura morì.
Io e te, vento nel vento.
Io e te, nodo nell’anima.
Stesso desiderio di morire e poi rivivere. Io e te.” *
 
Farle male, questo pensiero mi atterriva, giocavo con il suo corpo, la eccitavo e godevo dei suoi gemiti e dei suoi respiri affannati ma, in cuor mio ero terrorizzato.
Non avrei voluto mai farle del male ma di dolore ce ne sarebbe stato.
Quando sarei entrato in lei l’avrei fatta soffrire... sperai solo di ridurlo al minimo.
“Ho paura di farti del male...” dissi dando voce ai miei timori, ero intimorito di fronte a quello sguardo caldo e tenero allo stesso tempo: come si sarebbe trasformato quello sguardo sottoposto al dolore che le avrei inflitto??
Mi allontanai da lei timoroso e timido ma bella mi sorrise... non mi ingannava, conoscevo i suoi timori senza che lei me ne parlasse. Le leggevo dentro, i suoi occhi erano così puri e limpidi...
“Non vorrei mai farti del male...mai!” aborrivo l’idea di ferirla anche se solo per darle piacere... il solo pensiero di procurarle sofferenza mi dava le vertigini... Bella continuava a fissarmi mentre, da solo, combattevo la muta battaglia con me stesso. Mi sfiorò la guancia, i miei occhi restavano incatenati ai suoi poi, lentamente, la sua mano scivolò lungo il mio collo, e poi più in basso, sfiorandomi il petto, l’addome, fino a fermarsi sul mio punto più sensibile.
Pigra e calda, la sua mano sfiorava la mia mascolinità perennemente eccitata...  chiusi gli occhi ispirando adagio.
Era troppo.
Feci uno sforzo sovrumano per trattenermi, se avessi seguito l’istinto, non avrei aspettato oltre... Bella meritava tutto il meglio, tutta la dolcezza di cui ero capace... sperai di esserne capace.
Anche se si fingeva forte e disinibita, sapevo che, in cuor suo, questa nuova esperienza la spaventava...
Le baciai le labbra mentre il mio corpo tremava sotto le sue insistenti carezze.
Il suo sguardo tornò ad intrecciarsi con il mio, c’era determinazione e sicurezza nei suoi occhi, una nuova luce si era accesa.
“Io non ho paura Edward, tu non potresti mai farmi del male... vieni più vicino... voglio accarezzarti... voglio baciarti....” quanto erano eccitanti queste parole... che tentazione il suo corpo morbido e caldo...
No, non poteva farmi questo, non poteva minare alle basi, il mio già scarso autocontrollo con parole così provocanti...
Non avrei più aspettato, non avrei più costretto il mio corpo ad inutili sofferenze. Bella mi voleva ed io volevo lei... disperatamente.
Circondai il suo collo con le braccia e le presi le labbra tra le mie. Volevo sentire il suo sapore in bocca, approfondire il nostro bacio quanto più possibile, comunicarle la portata del mio desiderio per lei... le sue labbra morbide erano una dolce provocazione alla quale volevo cedere.
Allargai le sue ginocchia posizionandomi tra esse...
“Ti amo!” le dissi carezzando dolcemente la sua intimità e spingendomi con le dita oltre la sua entrata. Era un luogo caldo, rassicurante, inebriante e profumato, un intenso profumo di donna...
“Ti amo!” ripetei.
Il suo corpo tremava in preda a una crescente eccitazione.
Avrebbe sentito meno dolore per la mia intrusione nel suo mondo segreto... almeno era quello che speravo.
“...Ti prego Edward!!!” urlò in preda all’esaltazione.
No, no riuscivo più a fermarmi... non dopo una richiesta così decisa.
Entrai il lei con un’unica spinta, sperai che, così facendo, avrebbe sentito meno dolore...
Avvertii solo una breve resistenza, il suo corpo si opponeva debolmente all’energia della mia spinta... un istante infinito, dilatato, che significava tutta la differenza tra una vita e un’altra... poi solo calore.
Rallentai, e alzai lo sguardo su di lei, aveva gli occhi lucidi mentre con i denti si torturava il labbro inferiore.
“Stai bene!” le chiesi, ora mi ero fermato pur continuando a restare in lei, non sopportavo l’idea di averle fatto del male.
Fece cenno di si col capo mentre una lacrima sfuggiva furtiva dai suoi occhi. Voltò la testa sperando di nasconderla ma io la notai lo stesso.
Era sempre al centro dei miei pensieri...
Mi si strinse il cuore, la mia piccola Bella, così tenera e così coraggiosa...
“Ti ho fatto male... Vuoi che ci fermiamo?” le chiesi mentre il mio corpo protestava chiedendomi di andare avanti, di spingermi attraverso nuovi e inesplorati mondi.
“No!” dilatò gli occhi, sembrava spaventata all’idea che mi allontanassi da lei “non ti fermare!” continuò quasi impercettibilmente.
Si strinse a me, tutto il suo corpo toccava il mio, ero inebriato.
Con più lentezza, mi faci strada tra i suoi profumati petali, umidi di rugiada... era così bella, così deliziosa, così sensuale...
“Ti Amo Edward!” disse con un tono di voce leggero come ali di farfalla.
“Bella...” non riuscii a terminare la frase, il mio corpo era teso, eccitato dai suoi inconsapevoli, inesperti movimenti.
Ogni ondeggiamento, come una scarica elettrica, permeava il mio corpo facendomi tremare. Non mi ero mai sentito così totalmente, completamente felice.
“Si Edward... mio dio....” sussurrò. Mi sentii morire dal desiderio e intensificai le mie spinte...
“Ti faccio male?” chiesi  improvvisamente allarmato.  Negò energicamente.
“E’ troppo, troppo bello.... mi vergogno...se ci sentissero...” arrossì. Sorrisi.
“Bella, amore... grida se vuoi, non trattenerti....!” si strinse convulsamente a me intrecciando le sua gambe intorno alla mia vita mentre il suo bacino istintivamente si avvicinava di più al mio permettendomi di entrare più agevolmente. Era tutta istinto... ingenuità, tenerezza, sensualità...
Le baciai le labbra ancora e ancora, le dita stuzzicavano i capezzoli ora erano gonfi e duri come boccioli di pesco...
“Edward!!!!” gridò mettendomi le mani sui glutei e spingendomi di più in lei..
“Ancora...ancora....!” ero allo stremo, la mia resistenza era al limite, il mio corpo chiedeva solo di trovare pace.
Ancora una spinta, poi un’altra, sempre più forti, sempre più intense...non riuscivo più a controllare i miei movimenti... mio dio cosa mi stava succedendo!
Bella gemeva, mettendosi una mano sulla bocca per attutire le grida di piacere. Un’ultima spinta e venne ed io la seguii immediatamente dopo...
Rimanemmo abbracciati, il respiro affannato, in silenzio, assaporando l’intensità e la magia del momento.
Il vento soffiava forte all’esterno della casa. Abbracciato a Bella avevo trovato la mia pace.

********************************************************************
I suoi occhi nei miei mi perforavano, le sue iridi verdi erano specchi in cui vedevo riflessa la mia anima. Poi un lampo di preoccupazione  offuscò il suo sguardo mentre con la mano continuava a torturarmi dolcemente. Ero al limite, sentivo ondate di eccitazione pervadermi, non volevo più aspettare...
“...Ti prego Edward!!!” urlai, non avevo mai provato una simile eccitazione, mai, nemmeno nei nostri precedenti momenti di intimità...tutto il mio corpo era scosso da brividi, nulla esisteva oltre l’uomo che, stretto tra le mie braccia, mi stava donando queste sensazioni. 
Edward mi stava traghettando in un mondo di cui non conoscevo l’esistenza, un mondo fatto di sensualità, passione, erotismo... un mondo che fin’ora mi ero preclusa.
Mi guardò ancora. Gli occhi dolci e grandi, di un verde così intenso e cupo da spaventarmi sembravano volermi inghiottire nei loro recessi.
La passione che vi leggevo era assoluta.
Fu in quell’istante sospeso tra cielo e terra che avvenne.
Entrò il me senza preavviso. Un’unica spinta forte ma non violenta, una breve resistenza, poi un calore liquido invase il mio corpo.
Pochi istanti per trasformare la bambina che ero, nella donna che sarei stata.
Poi il dolore, previsto ma non per questo meno intenso, e l’odore del sangue, quell’inconfondibile odore di ruggine e sale... 
Edward si fermò, preoccupato per la mia reazione.
Sentivo gli occhi pungere dolorosamente.
Non era il dolore fisico a causarmi queste emozioni, ciò che mi commuoveva e tormentava al contempo era una sensazione diversa, era la consapevolezza del cambiamento nella mia vita e della sua irreversibilità.
Ero felice per ciò che stava accadendo tra noi ma, un velo di malinconia offuscava i miei occhi...
Mi sentivo come una sposa che, lasciando la sua stanza da ragazza, si volta per un attimo indietro fissando, con un pizzico di nostalgia, il suo passato...
Gli occhi divennero lucidi, non riuscivo a più a controllare le mie reazioni, tutto era così intenso, così terribilmente e gioiosamente intenso.
I denti torturarono il mio labbro...
Edward mi fissava con lo sguardo intriso di paura... perché reagiva così? Cosa leggeva nel mio volto? Non percepiva la gioia che sentivo dentro?
“Stai bene!” chiese fraintendendo la mia espressione... si era fermato fissandomi apprensivo, sentivo la sua mascolinità pulsare in me, calda e forte. Fu in quel preciso istante che accettai con gioia ciò che stava accadendo tra noi..
Feci cenno di si col capo, emozionata dall’intensità dei sentimenti che mi pervadevano... mi sentivo, ancora una volta, sospesa tra cielo e terra, l’unica certezza era Edward. Mi ci aggrappai come a una roccia durante una tempesta.
Una lacrima furtiva sfuggì al mio controllo. Voltai il viso, non volevo che mi vedesse così, non volevo indurlo a torturarsi in preda ai sensi di colpa.
Lo sguardo di Edward si fece nuovamente triste mentre con la mano sfiorò la mia guancia asciugandola.
“Ti ho fatto male?....Vuoi che ci fermiamo?” chiese.  No, non volevo, il mio corpo si stava abituando alla sua presenza, l’idea che si allontanasse, mi spaventava. Ero, ora me ne rendevo conto appieno, completa solo con lui...
“No!” dissi, chiaramente spaventata dall’idea della sua assenza.
“Non ti fermare!” sussurrai con voce roca mentre il volto di Edward  si apriva in un sorriso tenero e intriso di amore e passione.
Mi strinsi a lui, volevo fargli sentire tutto il mio calore e il mio amore, volevo che capisse quanto desiderassi il suo corpo, quanto fosse lontana da me l’idea di rifiutarlo, quanto fossi eccitata da lui... non poteva e non doveva pensare che lo rifiutassi... non lo avrei mai rifiutato.
Cominciai a carezzarlo con languore e dolcezza, il suo corpo si riaccese scosso da brividi di eccitazione, il suo membro vibrò in me... mi sentii morire di desiderio...
Si mosse molto lentamente, accarezzandomi il viso e il collo. Il dolore, che ancora avvertivo, lasciava sempre più spazio al desiderio e all’eccitazione.
Finalmente percepivo a pieno la portata della sua eccitazione, tutte le emozioni che lo attraversavano si riflettevano sul suo volto traboccando dai suoi limpidi occhi verdi...  Tutte le sensazioni mi si presentarono limpidamente, come amplificate, nella nostra bolla di piacere...
Tutto di Edward mi attirava: i suoi occhi chiari, le sue labbra così carnose e morbide, le sue dita che sapevano donarmi un piacere inaspettato, la sua pelle calda e profumata... un profumo così forte e mascolino che investiva tutti i miei sensi,  inebriandomi, eccitandomi...
“Ti Amo Edward!” sussurrai sulle sue labbra.
Non ero in grado di articolare altre parole in quel momento...
“Bella...” invocò il mio nome come se fosse una preghiera, la sua espressione distorta dal piacere.
Il mio corpo reagì con potenza inaspettata, i miei fianchi dondolarono senza che riuscissi ad impedirlo... istintivamente assecondavo i movimenti di Edward.
Una scarica elettrica mi pervase lasciandomi totalmente senza fiato... era troppo meravigliosa questa sensazione... volevo di più, volevo sentirla ancora...
“Si Edward... mio dio....” sussurrai.
Se mi avessero sentito ora? Chissà cosa avrebbero pensato Alice e gli altri sentendomi ansimare così?
Edward intensificò le sue spinte e io inarcai la schiena avvicinandomi a lui.
“Ti faccio male?” aveva frainteso. Negai.
“E’ troppo, troppo bello.... mi vergogno...se ci sentissero...” arrossii ancora.
Un sorriso affiorò sul volto che mi sovrastava... non avevo mai visto una persona più bella di lui...
“Bella, amore... grida se vuoi, non trattenerti....!” mi strinsi di più a lui, le sue parole mi avevano infuocato come mai avrei pensato...
Intrecciai le mie gambe al suo bacino, avvicinandomi di più, ancora di più...
Ora avvertivo la sua presenza in modo intenso, forte e consapevole.
Edward baciò le mie labbra mentre con le dita torturava i miei capezzoli ormai turgidi, soffocai i miei gemiti sulla sua bocca, alla sua bocca affidai tutto il mio piacere.
“Edward!!!!” gridai infine, incapace di trattenermi, le mie mani lo strinsero di più permettendogli di affondare in me...
“Ancora...ancora....!” dissi.... ero diventata davvero impudica, ma le parole uscirono dalla mia bocca dando voce ai miei desideri più segreti...
“Voglio sentirti ancora....”
Ancora una spinta, poi un’altra, sempre più forti, sempre più intense... 
Un piacere immenso dilagò nelle mie viscere, chiusi gli occhi, ormai incapaci di vedere, e, con un ultimo lampo di lucidità, misi una mano sulla mia bocca per soffocare in grido di piacere provocato da un orgasmo talmente intenso da lacerarmi in cuore.
Un’ultima spinta e Edward mi raggiunse in paradiso...
I nostri respiri affannati, mescolati al suono della tempesta, erano la colonna sonora ideale per quel momento magico e irripetibile.
Nessuna parola avrebbe potuto descrivere le sensazioni che provavo in quel preciso istante, abbracciata all’uomo che amavo.
Mi strinsi ancora di più a lui appoggiando la testa sul suo  petto, il ritmo cadenzato del suo cuore stava cedendo il passo a un battere più lento... lo guardai in viso, i suoi bellissimi occhi, ancora aperti, erano velati dal torpore, mi guardava, nella sua espressione  si leggeva una serenità che mai gli avevo visto...
Gli sorrisi, ero davvero felice, colma di un appagamento pieno e completo... 
Mi lasciai cullare dal suo respiro regolare e, lentamente, prima di accorgermene caddi nelle braccia di Morfeo.

**********************************************************************
Mi svegliai di soprassalto, avevo sognato?
Tutta la gioia provata era solo frutto di un sogno?
Bella, la sua passione, il suo amore... tutto frutto della mia fantasia?
Aprii gli occhi restio a rigettarmi nella mia triste e tetra realtà... tutto il dolore che avevo riscoperto mi avrebbe distrutto. Mi preparai all’impatto.
Un movimento mi riportò alla realtà, Bella dormiva placidamente, il suo respiro regolare e sereno, scaldava il mio petto...
“Edward... ti amo... “ Parlava nel sonno.
La guardai, sorrideva, un sorriso inconsapevole, intriso di una tale dolcezza da spezzarmi il cuore.
Sentii l’organo del mio amore accelerare i battiti  rimbombando nel petto e colmandosi di una gioia infinita.
Con la sua sola presenza, Bella era riuscita a far battere un cuore che credevo ormai pietrificato, era riuscita a farmi provare sentimenti che mai avrei creduto di poter provare, mi aveva accettato per quello che ero, senza remore, senza timori...
La guardai, il suo corpo languido e sensuale era ancora stretto al mio. Una fitta di desiderio mi colpì i lombi come una stilettata. Le carezzai la schiena, una carezza lenta e sensuale, volevo saggiare ancora la morbidezza della sua pelle, volevo essere certo di non aver sognato.
Si mosse, e una macchia di colore attrasse la mia attenzione.
Le immagini della serata appena trascorsa si riversarono nella mia mente, Bella mi aveva donato se stessa, aveva pianto di dolore, gridato di desiderio...
La guardai ancora e mi trovai ad annegare in un mare di cioccolato fuso... si era svegliata...
“Edward...!” sussurrò sorridendomi dolce, “come sei bello!” aggiunse, in tono sognante, passando una mano tra i miei capelli scompigliati.
Chiuse ancora gli occhi cercando di alzarsi... una fitta di dolore la colpì facendole aprire gli occhi e inducendola a sedersi nuovamente...
Le carezzai il viso e, alzandomi dal letto, la presi tra le braccia, ancora nuda e calda d’amore... arrossì vistosamente cercando di coprirsi.
“Cosa fai?” disse con un tono tra il sorpreso e il divertito dibattendosi per gioco tra le mie braccia.
“Vedrai amore mio!” risposi serio.
Entrai in bagno e la misi in piedi nella vasca, Bella mi fissava con espressione dubbiosa poi sorriso le fiorì sul volto.
“Ci facciamo il bagno insieme?” disse con una malizia che non le conoscevo.
“Un’altra volta amore mio...!” il mio tono continuava ad essere serio.
Aprii il getto e regolai l’acqua che riempì lentamente la vasca.
Cominciai a strofinarle le gambe con dolcezza infinita, Bella era il mio angelo, non meritava di soffrire, mai.
Lentamente, risalii con la spugna lungo le sue cosce fino a sfiorare la sua femminilità.
La sentii sospirare mentre rivoli rosati coloravano l’acqua.
“Cosa fai?” chiese, mentre bagnavo ancora la spugna sotto il getto d’acqua calda e tornavo a strofinarle il ventre piatto, i glutei, la schiena...
“Voglio lavarti via il dolore...”
Una lacrima scese lenta sul suo volto.
 
 
 
 
*(Vento nel vento _ Lucio Battisti)
 
   
 
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