È una piccola raccolta di tre flashfic di tre momenti della coppia Mannie. Questo perché la Domenica è un giorno molto malinconico: ho voluto ritornare alle origini, a ciò che tanto mi fece dannare e che mi ha lasciato una malinconia addosso che adoro e odio allo stesso tempo.
After you
1.
Walk – Prompt #43: Alba
[“Walking
After You” – Foo Fighters]
Era
un giorno come tanti altri.
Ma
di solito è in momenti qualunque che accade il peggio, il
dolore più acuto che si modella sotto la pelle. Si
stiracchiava, steso placidamente sul divano nel piccolo salotto del
suo appartamento. Lexus riposava docilmente sul letto. Lo sterno le
si abbassava e alzava pacatamente. Avrebbe potuto scriverci una
canzone, un giorno.
Una
canzone con una batteria che seguiva il ritmo del cuore di Lexus.
Una
chitarra che cantava delle sensazioni strane che Max aveva iniziato a
provare dalla fine del 2008.
Girovagava
tra i numerosi canali televisivi della parabola statunitense. Era
incredibile quante televendite trasmettessero a quell’ora del
mattino. Il collo gli faceva male, causa quella posizione scomoda, la
mano a mantenere il peso della testa, non erano i cuscini a
modellarsi attorno a lui, ma il suo corpo a incurvarsi per seguire la
linea del divano.
… mentre
pensava all’ironia della situazione, si soffermò su un
canale di musica. Aveva intravisto dei colori, delle scene che gli
erano familiari. Come aveva ipotizzato, si trattava del video
musicale dei Foo Fighters. Era un po’ vecchiotto ma aveva
ancora quell’espressività che aveva scosso i fan a suo
tempo.
A
lui non erano mai piaciuti troppo. Non era musica abbastanza
rumorosa. Ricordava com’era stato vedere la prima volta quel
video … si domandò se esistessero mani che sfiorano la
superficie fredda, ghiacciata, lontana dal corpo, così lontana
…
due
volte vi si era imbattuto. Quando, nel 2008, ormai tutto si era
perso, le cose belle e brutte contaminate da bugie, menzogne, occhi
spenti: un muro che si era frapposto tra lui e Ronald per sempre.
Poi
un nuovo strato … uno strato di frasi non dette, di voglia di
perdonare e nessuno dei due che ne avesse il coraggio; quel vetro,
dietro quel vetro, si celavano ancora gli stessi movimenti, provando
a raggiungersi.
Ma
dopotutto, si erano da sempre rincorsi l’un l’altro, mai
che fossero riusciti a stringersi davvero, sentire ciò che
c’era da sentire.
Lexus,
nell’altra stanza, continuava a dormire …
“If
you walk out on me, I’m walking after you
If
you walk out on me, I’m walking after you
Another
heart is cracked
In
two
I’m
on your back
I
cannot be without you, matter of fact
I’m
on your back
I’m
on your back
I’m
on your back”
Seppe,
per certo, che l’ultimo modo per donare a Ronald verità
era scrivere una melodia e un testo che parlassero del suo respiro,
del suo modo di raccontare e morire tra le sue braccia, anche se non
avrebbe portato il suo nome. Non ancora, non era tempo, e non
lo sarebbe mai stato.
Lexus
aprì gli occhi e, voltandosi verso di lui, gli sorrise.
“Già
sveglio?”.
Era
quel suo non sapere cosa accadeva mentre dormiva, quel suo
sistemarglisi accanto, fingendo di amarlo, e fingendo di non sapere
che anche lui stava fingendo, proprio come lei.
Parlare,
chiacchierare, nel sole tenue del mattino ancor in procinto
d’avviarsi.
Non
avere niente dentro. Da sempre.