Mi passo la mano fra i capelli sucidi, chinando il capo verso la fredda pietra del pavimento.
Qualcosa
non va.
Sbatto il
pugno sul muro ed emetto urla strazianti, cariche di rabbia,
frustrazione, follia. Non sono tanto diverso dagli altri che abitano
questo posto, dunque.Non puoi
negarlo, quando spengo le luci.
Forse una
parte di me ha capito che tutto sommato merito questa punizione. Forse
è il pegno per la mia anima nera.La
realtà mi distrugge.
Niente
sbocchi, nessuna redenzione. Solo nero, come la morte.Questa
cosa è durata troppo.
Lacrime,
lacrime che cadono in un abisso di oscurità che continua a
reclamarmi. E dove sei tu? Dove sei?I miei
pensieri mi soffocano.
L’unica
persona che respingeva i miei incubi, la sola che fosse in grado di
ricacciare indietro l’oblio. E’ caduta
anch’essa.Ne ho
bisogno.
Un motivo
per lottare. Un motivo per vivere. Perché, per farlo, me ne
sono rimasti ben pochi.Qualcosa
in cui credere.
E’
questo il lato oscuro della mia anima.