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Autore: Helga Fair    21/11/2010    4 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Scappa! >>
La voce ancora le rimbombava nella testa.
<< Scappa! >>
E stava scappando. Stava lasciando il maestro al suo destino, e lei non voleva. Forse gli avrebbero fatto del male. No... se tornava indietro avrebbero avuto prove certe sulla sua colpevolezza. In fondo, sapeva che se la sarebbe cavata, ma il panico, la paura di quel momento non la facevano ragionare.
Con un piccolo sforzo di volontà continuò a correre senza guardarsi indietro. Forse era il timore di trovarsi uno dei soldati che la rincorreva.
 - È  soltanto paura, non farti soggiogare! -
Un piccolo brillantio làggiù, in lontananza.
- Il fiume! - Questo voleva dire che la foresta era vicina.
“ Se ti capita qualcosa di veramente tragico e non sai dove andare vai là, troverai protezione e riparo ”
- Forse non è una buona idea... - pensò, mentre attraversava il fiume a nuoto. La corrente non era molto forte ma in compenso era molto profondo. Fortuna che aveva imparato a nuotare anni fa.
Rumore di zoccolli che battevano il terreno. Le guardie si stanno avvicinando.
 Sapevano che erano molto lontane, ma aveva paura lo stesso. Non aveva altra scelta e ,anche se controvoglia, chiese un ultimo sforzo alle gambe prima di uscire fuori dall'acqua. L'aria era gelida, ed ogni volta che riprendeva fiato era come se una lama di ghiaccio  le penetrasse i polmoni.
Ma non ci fece caso: ora lo sentiva. Una specie di richiamo, come una ninna nanna... una strana sicurezza l'avvolse e si recò decisa nel folto della foresta...
**
Un urlo , quello di una donna, le fece gelare il sangue. Non è possibile, di già? È troppo presto!
- Stà già partorendo?! -
La misteriosa figura cominciò ad avanzare molto più velocemente nei corridoi del castello, ma sempre con passo felpato. Aveva sempre adorato quella sua qualità di camminare senza far rumore, le tornava molto utile. Eccolo. L’urlo di un bambino. Appena nato. Non si stava sbagliando, allora era tutto vero. Doveva affrettarsi. Se la profezia era vera, e il bambino era un maschio, ormai non ne dubitava più, Miraz non avrebbe più avuto scuse per far del male a Caspian. Ucciderlo, anche. Cercò di allontanare quel pensiero dalla mente scuotendo la testa, ed andò avanti.
 
Ora c’era silenzio. L’unica cosa che riusciva a percepire era il battito del suo cuore, un pò agitato, ovvio, non doveva neanche essere qui...
Strano che i corridoi fossero deserti, ci dovrebbero essere delle sentinelle.
Sorrise. Dopotutto, questo non era il piano dei nobili ma dei servitori. A chi interessavano i servitori, dopotutto?
- Meglio così -, pensò.
Girò l’angolo; era questa la porta... quanti ricordi... è probabile che abbia cambiato stanza, ma...
Abbassò piano piano la maniglia e senza fare il minimo rumore scivolò dentro. Sì, è qui.
- La fortuna è dalla mia parte stanotte - pensò sorridendo tra sè e sè.
 Nel letto dormiva qualcuno.
Attacchi di nostalgia, vari flashback.
Quanti anni erano passati? Almeno dieci.
La misteriosa figura si avvicinò e scosse il dormiente. Questo, con malavoglia aprì gli occhi, che in un primo momento si riempirono di stupore, poi subito dopo di terrore e paura.
<< Come hai fatto a...!? >>
 << Maestro, maestro, si calmi. Sono io! >>
Il “Maestro” si alzò dal letto e si avvicinò alla figura.
- Com’è invecchiato... - si ritrovò a pensare stupita.
Il cosidetto “maestro” era un innocente vecchietto, un pò più basso del normale, con una barba lunga e bianca . Strizzava gli occhi, ma non perchè era buio, ma non aveva gli occhiali che di solito si metteva per leggere. Era strano vederlo così, avvolto in una vestaglia e senza il suo solito libro in mano e gli occhiali posati sul naso.
Il vecchio fece un passo avanti , inecrto, per osservare meglio il volto della misteriosa figura.
Non è possibile... era lei, certo che lo era!
Dal sorriso sorpreso che era comparvo sul viso del vecchio, la ragazza si rilassò. Non l’aveva dimenticata.
La figura  si tolse il capuccio. Certo,era davvero cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista.
Una ragazza semplice, normale. Sarebbe passata inosservata in mezzo a una folla, come tutte le persone normali, certo, se non fosse stato per i capelli.
I capelli erano, anche se raccolti in una magnifica coda, molto lunghi e bianchi, quasi argentati. E gli occhi. Gli occhi erano di uno splendente blu che sfumava sul verde acqua fino all’iride. Così belli, così anche molto rari. Era grazie a quelli che l’aveva riconosciuta. Ma avevano un non so che di strano... sembrava esserci un velo, in quelli stupendi occhi, rendendo incapaci di leggerli a chiunque.
Non ci fece caso, probabilmente erano gli anni passati, insomma, non ci si può basare su un ricordo per tutta la vita. Era ovvio che fosse cambiata.
<< Astrid! Non dovresti essere qui! >> Disse, con una chiara nota di preoccupazione.
<< Lo so, maestro, ma dovevo assolutamente avvertirvi: la profezia... >>
Il maestro sgranò gli occhi.
Lo sapeva. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi, ma adesso... il principe Caspian non era ancora preparato a questo avvenimento, non ancora.
<< Miraz. Sta per avere  un erede. Il tempo si avvicina, dobbiamo portare al sicuro Caspian, il prima possibile >>
<< Un erede? Intendi un maschio? Come fai a saperlo? >>
<< Maestro, tutto coincide! Ormai ne sono certa, non c’è bisogno di perdere altro tempo per accertarsene! >>
Non le chiese come aveva fatto a sapere della gravidanza di lady Prunapismia, sapeva  negli ultimi mesi non si faceva altro che parlare del futuro erede di re Miraz.
<< Non c’è più tempo! Da un momento all’altro Miraz verrà avvertito del bambino... >>
 << D’accordo, io e Caspian fuggiremo il più lontano possibile e ...>>
<< No. Caspian deve andare da solo. >>
Il maestro la fissò incredulo.
<< Non c’è bisogno di mettervi in pericolo, Caspian se la saprà cavare, e poi ci sarò io a vegliare su di lui. E poi... potrebbe servirci qualcuno che sia infiltrato al castello >> disse Astrid, tanto per non farlo sentire dl tutto inutile. Si sarebbe sentita male se il suo maestro fosse stato in pericolo. Già soffriva per Caspian...
<< Ecco cosa dovete fare: scendete con Caspian alle stalle e dategli il cavallo più veloce. Digli di andare nella foresta, io lo aspetterò lì. Però non dirgli che ci sarò : se le guardie lo catturassero lo costringrebbero a parlare di me e te, e lì non avranno più scuse per uccidere Caspian e voi. Capito? >>
 Il maestro sempre con sguardo preoccupato annuì.
<< Dategli anche questo. >>
Da una tasca interna del mantello sbucò un corno. - Ma...! -
Astrid annuì. Aveva letto la sorpresa negli occhi del vecchio.
<< Adesso devo andare. Non vi preoccupate per Caspian, sarà al sicuro con noi. >>
 “Noi.” Il maestro l’aveva notato e sapeva già a chi si stava riferendo.
<< D’accordo ma adesso và! >>
Astrid si rimise il cappuccio, si diresse alla finestra e saltò.
Il maestro non diede nessun segno di preoccupazione. Andò verso la finetra e In lontananza vide un paio di grossi ali sbattere verso l’orizzonte.
Poi  corse a prendere il mantello e uscì dalla stanza.
--
Il maestro conosceva bene il castello e anche le sue guardie, e sicuramente a quell’ora della notte erano a sonnecchiare. Lo aiutava il fatto che mezzo corpo militare era ai servizi della regina ora che stava aspettando un figlio.
 -Un erede -
 Le parole di Astrid gli rimbombavano nella testa.
Sapeva del bambino ma aveva sperato con tutto il cuore che potesse essere una femmina. E se fosse stato un maschio, di lasciare in pace Caspian. Sapeva che lo teneva in vita soltanto per mancanza di un erede. Ma adesso che aveva un figlio poteva anche liberarsene.
 Finalmente arrivò alla porta, che come aveva previsto, non era sorvegliata e ci entrò senza indugiare. Nel letto c’era qualcuno che, a quanto pare, dormiva beatamente.
Ancora per poco. Il maestro si rattristò pensando al triste destino del ragazzo, ma non c’era altra soluzione. Mettendoli una mano sopra la bocca per non spaventarlo, lo scosse per svegliarlo.
 Caspian si spaventò in un primo momento ma riconoscendo il suo maestro si rilassò.
<< Ancora 5 minut i>> sussurrò assonnato, mentre si voltava dall’altra parte. Il maestro lo trattenne per una spalla.
<< Non osserverete le stelle stanotte, mio signore >>
Caspian lo guardò con sguardo interrogativo.
 << Venite, affrettiamoci! >>
Lo fece alzare e insieme si diressero verso l’armadio.
<< Maestro, che succede? >>
<< Vostra zia,ha dato alla luce... >> Indugiò qualche secondo. Astrid non poteva esserne propriamente sicura, dopotutto la profezia è stata molto vaga. Guardò il principe. No, doveva fare il possibile per proteggerlo <<...un maschietto >>
Caspian rimase stupito. Sapeva che la zia aspettava un bambino, e la nascita era prevista tra qualche settimana; e comunque non riusciva a collegare tutto ciò con quello che stava succedendo.
A meno che... la verità gli arrivò come una secchiata di acqua gelida al mattino. Ma certo, un nuovo erede. Avrebbe dovuto capirlo tempo fa.
Intanto il maestro, si diresse sicuro verso l’armadio. Poi, con grande sorpresa di Caspian, ci si infilò dentro, scoprendo sul fondo un passaggio segreto. Dei passi lo fecero sobbalzare.
Veloce, entrò dentro l’armadio e richiuse le ante lasciandole aperte solo quel poco che serviva per vedere cosa succedeva.
Proprio in quel momento entrarono dei soldati, i suoi soldati, quelli che avevano il compito di proteggerlo, e a capo del gruppo c’era il generale Glozelle. Erano armati.
Silenziosamente si diressero verso il suo letto. Puntarono con le loro balestre dove Caspian dormiva fino a qualche minuto fa. E colpirono. Una decina di frecce scoccarono, stracciando le tende che avvolgevano il letto a baldacchino. Il falco di Caspian, appoggiato ad un trespolo, schioccò il becco spaventato.
Caspian, che osservava la scena al sicuro, sentiva il suo cuore battere così tanto che temeva lo potessero scoprire. Un senso di paura lo avvolse.
 I soldati colpirono ancora, e quando l’ultima freccia fu scagliata, le tende caddero, ormai squarciate, rivelando il letto, tutto rovinato. Vuoto.
Il generale abbassò la balestra furioso.
Era scappato.
Sapeva.
Caspian sentì il braccio che veniva tirato via e si trovò a essere trascinato dal maestro, il quale lo portava verso una scala di pietra che scendeva verso il basso. Portava al magazzino delle armi, dove il principe  si fornì di armatura e spada. Il maestro lo avvolse col suo matello e uscirono nel buio della notte, diretti verso le stalle
#
L’aria le sferzava il viso. Erano passati pochi minuti dalla conversazione col maestro , ma già si stava preoccupando per Caspian. Il paesaggio sotto di lei scorreva velocemente e presto all’orizzonte intravide la foresta. Sentì qualcosa di freddo scivolargli sulla schiena. Stava sudando. E certo, trasfigurarsi le costava sempre grande fatica, anche dopo tutti quegli anni di allenamento. “Ancora un piccolo sforzo, su. È per Caspian!” E con questo ultimo pensiero sbattè ancora più le ali aumentando la velocità.
#
<< Dovete fuggire nella foresta! >>
<< Nella foresta? >> ripetè Caspian, mentre saliva a cavallo.
 << Lì non vi seguirann o>> Indugiò ancora una volta e con decisione tirò fuori qualcosa avvolto in un panno, quello che le aveva consegnato Astrid.
<< Tenete! >> fece consegnandolo nelle mani del principe << Questo l’ho cercato per lunghi anni >>.
 
Caspian levò il panno che lo avvolgeva. Era un bellissimo corno bianco, decorato con scanalature bellissime. L’aveva già visto da qualche parte...
<< Usatelo solo in caso di estrema necessità. >>
Caspian lo guardò perplesso.
<< Vi rivedrò un giorno? >>
<< Lo spero proprio, mio principe. Avevo molte cose ancora da insegnarvi. Tutto ciò che conoscete, stà per cambiare! >> Dopo aver detto questo sussultarono entrambi a causa di un grido proveniente da dentro il castello: << Chiudete il ponte levatoio!! >>
<< Ora andate!! >>
Disse e Caspian obbedì, cavalcando verso il ponte levatoio più velocemente possibile, accompagnato dallo sguardo del suo maestro.
Mentre correva verso l’uscita gli vennero incontro alcuni soldato brandendo delle armi.
<< È ancora vivo! Prendetelo! >>
Quindi era tutto vero. Miraz aveva preparato tutto alla perfezione e adesso lo voleva morto. Buttò a terra i soldato con un paio di calci e colpi di spada e si diresse spedito verso il ponte.
Ruiscì a passarlo, finalmente, prima che lo alzassero e attraversò il villaggio. All’improvviso il cavallo si impennò, spaventato dai botti che provocavano alcuni fuochi d’artificio che avevano comiciato a eplodere sopra il castello. Intanto una voce annunciava:
<< è un maschio, è un maschio! Lady Brunaprismia stanotte ha dato un erede a Lord Miraz! >>
A quelle parole Caspian rivolse un ulimo sguardo rivolto al castello, e scappò via. Non ci sarebbe più tornato per un bel pò di tempo.
Mentre attraversava la valle diretto al fiume, sentì il galoppare di altri cavalli, molto distanti. Doveva fare in fretta,ancora poco e tutto questo sarà stato inutile.
**
-Ma dov’è andato a finire? –
Sarà  l’impazienza di rivederlo dopo tanti anni, oppure la paura che qualcosa sia andato storto ma Astrid non faceva altro che tormentarsi le mani. Era in piedi su un ramo abbastanza grosso da sostenere il suo peso, quasi in cima ad un albero, ai margini della foresta, per vedere meglio il paesaggio.
Con suo grande sollievo vide un movimento in lontananza oltre il fiume. Un cavallo. Era di sicuro Caspian, finalmente. Notò che era seguito da altri, sicuramente soldati.
- Maledizione!–
Non sapeva se ce l’avrebbe fatta a sostenere un duello contro quel drapello di uomini. Era sicura di ruiscire a cavarsela se fosse stata in piene forze. Ma adesso era a dir poco esausta, dopo il lungo volo appena fatto. Ma qualcosa doveva pur fare.
#
Finalmente Caspian ruiscì ad uscire dal fiume che aveva appena attraversato, sempre a cavallo.
 Ormai mancava pochissimo alla foresta. Intanto i soldati si avvicinavano sempre di più.
Fnalmente riuscì a immergersi tra gli alberi ma c’erano ancora i soldati da seminare.
Gli sentì fermarsi all’improvviso. Sorrise. A quanto pare sapevano delle leggende e delle voci che giravano nel castello a proposito delle bestie che abitavano nella foresta, capaci di mangiare gli uomini in un sol boccone. Ma lui non aveva paura: il maestro gli aveva detto che qui sarebbe stato al sicuro e lui si fidava ciecamente.
Sentì il generale Glozelle urlare furioso contro i suoi uomini in lontananza: <>
Non seppe se alla fine gli uomini decisero di darsela a gambe o seguire il generale, perchè le voci che si udirono erano troppo in lontananza. Sperava davvero col tutto il cuore che i soldato fossero delle donnette supertiziose. Si voltò tanto per provare a vedere se riusciva a scorgere qualcuno. Forse se l’erano davvero data a gambe. Non fece in tempo a rigirarsi che cadde dalla sella : aveva urtato un ramo basso. Ma qualcosa lo teneva ancora saldamente al cavallo. Gli stivali gli si erano impigliati nella sella e non riusciva a liberarsi. Con un grande sforzo si liberò e finalmente si staccò dal cavallo, che, non ancora cosciente della sua libertà, continuò a galoppare. Caspian si permise un piccolo momento di pausa per riprendere fiato.Si trovava ai piedi di un’albero molto grande.
E pensare che neanche un’ora fa era a dormire beatamente nel suo letto.
All’improvviso  un rumore di una porta che si apriva e una forte luce casalinga illuminò il piccolo spiazzo dove si era appena fermato il principe, il quale fu subito accecato, tanto si era abituato al buio.
Si sorprese vedendo che sul tronco dell’albero si era aperta un porticina ma fu ancora più sorpreso quando vide qualcuno avanzare verso di lui, con una spada in pugno, in posizione di difesa. Sembrava un bambino.
 Un momento... quello non era un bambino. Caspian si abituò alla luce. Impossibile. Un nano ...?
<< Ci ha visti! >>
Dietro di lui sbucò quacun’altro che non riuscì a distinguere, ma non ci fece caso. La sua mano corse alla spada.
Ma lo gnomo  gli fece cenno di non muoversi, avvicinandosi di corsa con la spada in pugno. Caspian ancora seduto per terra si trascinò un pò indietro per cercare di sfuggire dall’essere. Ma gli sguardi di entrami gli uomini si posò sullo stesso  oggetto per terra, vicino a Caspian. Il corno.
Lo gnomo rivolse uno sguardo di stupore prima a Caspian poi a quello che doveva esere un’altro gnomo.
Un fruscio di foglie poi una strana figura snella e rapida saltò dai rami da dove prima stava spiando la scena.
<< Briscola no! Non fargli del male! >>
La figura corse verso Caspian ancora per terra e molto confuso.
Poi la riconobbe. Fu come un fulmine a ciel sereno.
<< Sarah!? Sei veramente tu?! >>
<< Caspian! >> Lo abbracciò forte. Gli era mancato dopo tutto questo tempo..
<< Ma cosa...?! >>
<< Non c’è tempo per spiegare, dobbiamo portarti al sicuro! >>
<< Astrid, cosa stà succendo? >> chiese il nano.
Astrid? Chi era Astrid? Sembrava che il nano si rivolgesse a Sarah.
<< Briscola, te lo spiegherò più tardi, ora non ... >> Urla di uomini. E un galoppare.
<< Oh no... >>
<< Ma in che guaio ti sei cacciata stavolta?! >>
Astrid lo guardò con una faccia supplechevole e finalmente Briscola esclamò
<< Per tutti i fulmini, va bene. Gli terrò a bada io, tu occupati di lui! >>
La ragazza si rivolse all’amico, ora, che ancora a stento ruisciva a credere di aver ritrovato l’amica dopo tutto questo tempo.
<< Ti credevo... morta!  >>
<< Lo so, e mi dispiace tanto ma adesso ti dobbiamo portare dentro, forza >> Fece per aiutarlo quando sentì le urla dello gnomo e lame di spade che si incrociavano.
<< Presto portalo dentro, vado ad aiutare Briscola e non uscite allo scoperto per nessun motivo! >>
Mentre lo diceva sguainò una spada dalla fodera appesa alla cintura e corse nella stessa direzione dove si era recato prima lo gnomo.
L’altro gnomo,si stava avvicinando con fare molto cauto, quando Caspian, d’istinto prese il corno così velocemente che l’altro ebbe il tempo soltanto di urlare “NO!”, e lo suonò.
Intanto Astrid  era impegnata in una dura battaglia e dava man forte a Briscola. Non sembrava neanche stanca, ma in realtà sarebbe potuta crollare da un momento all’altro.
 Poi lo sentì: il suono di un corno, il suono di QUEL corno. Quello che ci avrebbe salvato tutti. Non riuscì neanche a finire di pensare questa frase che sentì un dolore lancinante alla nuca e poi tutto divenne buio...
 
*Angolo autore*
Ehilà, bella gente xD
Avete appena letto la mia PRIMA EFP u.u’’
Vorrei tenere a precisare che questa non basa sul libro, ma sul film.
È  già; lungo di suo col film, figurarsi col libro°w°
 Questo non vuol dire che non ho letto il libro. Io adoro i libri di C.S. Lewis, soltanto che ora non ho voglia di rileggerli per riscrivere una mia storia xD Intanto, questa piccola -sega mentale- è venuta in mente qualche anno fa quando ero praticamente una fan sfegatata. Cioè, lo sono tuttora v.v Ho visto il trailer del viaggio del veliero e mi è  ritornata questa passione *-* Così, in attesa del prossimo film mi dedico a questa “piccola fantasia” diciamo XD Inefetti è da un pò che pensavo di scrivere qualcosa. Intanto mi alleno con questo E_E Ci tengo a precisare che quello che leggerete riguarderà; soltanto Astrid e non altri. Cioè, non descriverò la scena dei Pevensie quando erano ancora nel loro mondo e sono venuti a Narnia. Ma ci saranno di sicuro, non vi preoccupate xD So già che state pensando a una probabile coppia ma, no... non è quella E_E Aspettate il prossimo capitolo e capirete XD Questo ci ho messo una settimana a finirlo, ricorreggerlo eccetera e quindi è  probabile che il prossimo lo vedrete la prossima settimana, anche se sarà un pò; impegnata, ma farò del mio meglio. Che altro? Niente, spero vi sia piaciuto =3= <3
 p.S. Mi farebbe piacere se mi lasciaste una piccola recensione anche piccola piccola, se vi è  piaciuto e come lo trovate. Vorrei sapere com’è di lettura, se è scorrevole o altro, cioè, mi aiuterebbe a scrivere meglio. Dico, mi basta anche un “Carino”, tanto per sapere se qualcuno l’ha letto D:
*dice tutto anche se sa che nessuna la caga, sigh*
E niente, alla prossima :B
 
Modifica 20/12
Ho letto le recensioni e riletto il capitolo, e mi sono acorta soltanto adesso di quanto è pieno di errori e confuso D: L’ho modificato, sperando di riparare al danno. Mi dispiace crearvi questo disturbo ma se lo rileggete, il prossimo capitolo lo capirete meglio ^^
 
 
  
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