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Autore: Fuuma    22/11/2010    2 recensioni
Sono caduti uno dopo l'altro sotto alle sue mani insanguinate.
Assassino senza coscienza di esserlo.
Intrappolato in eterno in un incubo tessuto dalle mani sottili di un bambino.
Senza più speranza di uscirne...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Mukuro Rokudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Heaven is a Lie'
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Titolo: No Hope
Rating: PG-16
Genre: Angst
Character: Lancia, Mukuro Rokudo
Pairing: Accenni alla MukuroxLancia
Conteggio Parole: 460

Disclaimers: I personaggi di KHR appartengono agli aventi diritto.

 

.No Hope.

Le mani si strinsero in uno scatto involontario al lenzuolo sotto di sé, allargando sulla stoffa biancastra una macchia di sangue.

Spalancò gli occhi, riportando la propria coscienza verso la realtà, fuori dal buco nero in cui era stata intrappolata fino a quel momento.

L'aria puzzava di marcio e sangue e le proprie dita erano bagnate di un liquido denso.

Si mise seduto, ritrovandosi in una brandina troppo piccola per un corpo robusto come il suo.

Rimase immobile nell'oscurità di una stanza che non riconosceva e in cui non ricordava di aver mai messo piede. Fermo, a malapena si concesse di respirare, in attesa di sentire la nausea che avrebbe preso il sopravvento, costringendolo a piegarsi su se stesso e vomitare ogni orrore che gli scorreva nel corpo e che lo portava a vivere in quell'atroce incubo che era diventata la sua vita.

Cercò di imporsi di non pensare, di tornare a chiudere gli occhi e lasciarsi catturare nuovamente dall'oscurità, per non dover vedere nulla di ciò che aveva fatto, ma per quanto ci provasse, il suo cervello aveva già dato l'input agli occhi che si erano mossi e avevano scorto il primo corpo a terra.

Uno.

Due.

Tre cadaveri circondavano la brandina su cui si era risvegliato ed ognuno di essi aveva occhi sbarrati che lo fissavano allucinati, in una muta accusa terrorizzata.

Assassino!

Sentì il cuore esplodergli nel petto ed il respiro farsi più pesante mentre guardava le proprie mani sporche di sangue ancora caldo.

Di nuovo.

Con ancora la sensazione delle loro ossa che scricchiolavano e si spezzavano tra le proprie dita. Senza alcuna pietà.

Sapeva cosa sarebbe accaduto poi: si sarebbe alzato, muovendosi come un fantasma vestito di pelle nera, attraversando la soglia della stanza per imboccare un corridoio o entrare in altre stanze piene di corpi senza vita, uomini che lui aveva ucciso pur senza ricordarlo.

«No...»

Stava impazzendo e non poteva fare niente per evitarlo.

Allora non si alzò, raccolse le ginocchia al petto ampio e urlò e gemette e pianse, affondando in un inferno senza speranza in cui un bambino lo aveva trascinato.


 

Oltre la porta socchiusa, Mukuro sorrideva, spiando il corpo così grande di Lancia farsi tanto piccolo davanti alla disperazione. Posò la mano bianca al legno, aprendo maggiormente la porta per scivolare all'interno e camminare tra i cadaveri con l'eleganza di una ballerina, completamente indifferente alla morte. Quando arrivò alla brandina, allungò le braccia sottili per avvolgere le spalle forti di Lancia piegate sotto il peso della colpa e lo strinse in un abbraccio affettuoso.

«Non aver paura, Lancia-san.» gli sussurrò dolcemente «Ci sono io, ora.»

Rise, una risata infantile e crudele che colò nell'orecchio dell'uomo.

E Lancia seppe che quel bambino non avrebbe mai messo fine al suo orrendo incubo.

 

.THE END.

   
 
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