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Autore: ManuBach96    22/11/2010    2 recensioni
Il direttore d'orchestra Marco Rossi e il clavicembalista Giovannini, attivi a Londra in qualità di musicisti, si trovano costretti a fare i conti con la loro già misera autostima nel corso di spassosi e imbarazzanti equivoci.
Recensite numerosi!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Primo Episodio. La composizione

Era una fredda giornata londinese, la pioggia cadeva senza tregua sull'asfalto ormai diventato il letto di un fiume e i celebri autobus a due piani in giro non si vedevano. Come per gran parte della settimana, il cielo era oscurato da nuvole color nero carbone. Con questo tempo, tuttavia, il giovane direttore d'orchestra Marco Rossi dovette comunque recarsi alle prove con i suoi musicisti. Il signor Rossi era diretto verso il Globe Theatre: a Londra sapeva orientarsi molto bene, nonostante fosse italiano. Oramai la sua Italian Strings Orchestra era diventata un esempio della musica, tanto che tutti gli appassionati ne possedevano almeno un disco e si recavano a ogni concerto organizzato. Marco Rossi entrò nella sala prove del Globe Theatre completamente infradiciato. Dopo un paio di doverose e cordiali giustificazioni rivolte al cielo, il direttore strinse il naso, socchiuse gli occhi e starnutì sulla custodia del suo violino, coprendola di uno strano liquido, chiamato sputo, che non si presentava molto bene alla vista dei musicisti.
- Vogliamo cominciare le prove, ragazzi? - chiese il signor Rossi, con aria apparentemente calma.
- Che cosa proveremo oggi? - domandò incuriosito Giovannini, il clavicembalista.
- Qualche cosa di nuovo. Una volgarità composta dal sottoscritto.
- Volgarità? Da quando in qua la musica si definisce volgare? E poi, non sapevo che tu componessi! - si stupì Giovannini.
- Non mi definirei un compositore. Comunque, quando arriveranno tutti, vi spiegherò meglio che cosa intendo dire.
In quel momento entrò gran parte dell'orchestra. Vi era chi starnutiva, chi tossiva, chi senza pietà si soffiava il naso, e chi non aveva la mobilità per fare alcuna cosa, avendo consumato già tutta la sua energia resistendo al freddo.
- Come è il tempo fuori? - domandò a gran voce il clavicembalista.
- Ah, io sono venuto in costume da bagno! - scherzò Franconi, uno dei violinisti.
- Ragazzi, - ne sopraggiunse un altro - se fosse come dice lui, a quest'ora non sarei venuto a usurare i crini del mio archetto qui con voi.
- Che prospettiva interessante! Comunque siete in ritardo, ve la siete presa troppo comoda. - disse Marco Rossi, scherzando.
- Come ti prendi la libertà di parlarci in questa maniera? - disse ironicamente Antonini, un violista. - Hai mai provato l'ebbrezza di ricevere una viola tra i denti?
- Beh, per essere un lunedì mattina, la settimana è davvero cominciata per il verso giusto. - commentò il clavicembalista Giovannini.
- Ma parla per te, guarda in che stato sono ridotto io! - fece notare scherzosamente Antonini.
- Perfetta entrata in scena, ragazzi, - disse Marco Rossi - ma adesso diamo un taglio a queste false scaramucce. Dobbiamo fare le prove, se qualcuno se lo fosse dimenticato.
Tutti i musicisti, ricominciando a starnutire, a tossire e a soffiarsi il naso, cominciarono a sistemarsi sul palcoscenico per estrarre dalle custodie i propri strumenti. Il direttore d'orchestra diede una pacca sulla spalla a Giovannini, recandosi verso il suo leggio. Con aria soddisfatta, trasse da una elegante borsa marrone uno spartito con dei fogli pentagrammati, su cui vi erano scritte le note per ogni strumento della sua melodia.
- Se non ve ne foste ancora resi conto, ho qui con me lo spartito di una mia composizione, un concerto per violino e orchestra. Per oggi lo guarderemo soltanto, vi spiegherò brevemente qualcosa in proposito e faremo un po' di esercizio per scioglierci.
- Scioglierci? Questa è la notizia migliore della giornata, perbacco!
Marco Rossi distrubuì a ogni musicista la parte che avrebbe dovuto eseguire.
- Dunque, dovremo esercitarci parecchio oggi, se ho ben capito. - disse Franconi.
Il signor Rossi annuì, e dopo qualche attimo strinse il naso, socchiuse gli occhi e starnutì sulla scarpa di Giovannini, che strabuzzò gli occhi in una maniera impressionante, proprio per sottolineare la delicatezza con cui lo sputo si posò sulla sua raffinata scarpa in pelle.
- Per poco non vomito... - sentenziò.
- Allora, - continuò il signor Rossi, mentre tentava invano di estrarre dalla sua tasca un fazzoletto per pulire la scarpa - siete tutti pronti per cominciare?
- Sinceramente, starnutire mentre dirigi l'orchestra non sarebbe un granchè per il pubblico londinese. - affermò Giovannini. - E poi, non potresti neppure metterti la mano davanti alla bocca. Lo starnuto potrebbe avere conseguenze disastrose!
- Non vi preoccupate per me, - disse Marco Rossi - pensate piuttosto ad accordare i vostri strumenti.
Il direttore utilizzò il fazzoletto da poco estratto per ripulire la scarpa del musicista che, in questo caso, fu la vittima del piccolo incidente. Ben presto tutti gli strumenti si diedero il La a vicenda.
- Ottimo, direi che possiamo cominciare... - commentò Marco Rossi, dando un'occhiata al suo orologio. - Allora, come potete vedere vi ho già consegnato il foglio con scritta la melodia di cui tratteremo per i prossimi millenni. In effetti, non penso che ci sia molto da dire. Per adesso limitiamoci a fare un po' di esercizio tecnico.
Tutti si scambiavano cenni, alcuni di stupore e altri di compassione, in tutti i sensi. Dopo un paio di brevi esercizi per riscaldarsi, e con quel freddo era doveroso, la sirena in cima allo stomaco cominciò ad attivarsi.
- Che fame. - affermò con l'acquolina in bocca Antonini, con un allucinante sguardo fisso. Tutti, come tanti docili cagnolini, si misero a puntare gli occhi su Marco Rossi, desiderosi di ascoltare la frase magica.
- E va bene, ragazzi, - concesse il direttore - pausa pranzo.
In pochi attimi si alzò un polverone immane e, dopo un paio di secondi, vi erano sedie che si erano trasferite magari a sette metri di distanza dalla loro posizione canonica, fogli pentagrammati che ancora volavano liberi per aria, leggii che crollavano dal palcoscenico disperdendo le pagine degli spartiti in prossimità di un metro, violoncelli che ancora dondolavano sul parquet con l'archetto trafitto nella cassa armonica, e mentre tutto questo accadeva, il signor Rossi si dovette tener pronto per evitare che il clavicembalo gli piombasse sul piede destro e che si fracassassero entrambi. Sempre più esasperato, il signor Rossi si rimangiò tutti i complimenti che aveva fatto all'orchestra in dieci anni di carriera. Ovviamente tutto quello appena citato è una esagerazione. Comunque sia, anche egli si avviò al self-service dove era solito andare con tutti i musicisti. Entrato nel ristorante, si diede una buona occhiata in giro e vide Giovannini intento a sbranarsi una splendida coscia di pollo con contorno di piselli e prosciutto. Certo, avrebbe di gran lunga preferito un enorme piatto di spaghetti al ragù, ma in Inghilterra non si trovavano molto facilmente. Nel frattempo le condizioni meteorologiche volgevano al meglio per un'allegria collettiva.
- Ehm... posso? - domandò cortesemente il direttore d'orchestra al clavicembalista.
Egli fece cenno negativo con la testa, ma poi sogghignò e un po' di cibo pronto ad essere ingoiato si avventò sulla giacca del signor Rossi.
- Vieni pure, scherzavo! - acconsentì Giovannini, dopo avere ingurgitato il boccone di pollo che aveva in bocca.
- Ringrazio... - disse Marco Rossi, mentre con un nuovo fazzoletto si puliva la macchia.
- Ma prima, - disse ancora il clavicembalista, tagliando un altro pezzo di carne - penso che tu faccia meglio ad andare a prenderti da mangiare.
- Ah, sì, giusto... il cibo... eh! Sono un po' rintronato, la causa deve essere stata quel disastro al Globe... - e così dicendo, il signor Rossi si allontanò per andare a servirsi il pasto.
Giovannini, nel frattempo, continuava imperterrito a ingozzarsi di pollo, piselli e prosciutto. Anzi, per quello che mangiava era fin troppo magro, sulla settantina di chili e con un invidiabile fisico. Marco Rossi fece dunque ritorno al tavolo con esagerate porzioni di mangiare.
- Questo pomeriggio saremo davvero pieni zeppi di lavoro, caro il mio clavicembalista. Dobbiamo essere completamente satolli!
Il signor Rossi, come era ormai solito fare, strinse il naso, socchiuse gli occhi e quel famoso liquido denso piombò sull'invitante coscia di pollo di Giovannini.
- Ma dannazione! Perchè sempre a me? - si imbestialì il musicista.
I due si affrettarono a terminare il pranzo e, salutando cordialmente, si riavviarono verso il Globe Theatre, non molto distante, anche se subito dopo essersi rimpinzati in questo modo non era letteralmente una passeggiata. Intanto spuntava il sole tra le nuvole, sebbene il freddo non abbandonasse i londinesi.
- Prendiamo l'autobus? - chiese Giovannini.
- No, non è il caso, per trecento metri non ne vale la pena. E poi dovremmo camminare molto di più per cercare una qualche edicola. Sai che a Londra ve ne sono poche. - disse il signor Rossi.
I due amici, dopo una pressochè estenuante camminata sotto il cielo sempre più chiaro, giunsero all'ingresso del Globe Theatre.
- Ho dovuto rimettere tutto a posto, avete lasciato un putiferio. - si lamentò il direttore d'orchestra.
- In che senso? - domandò Giovannini.
- Appena ho acconsentito alla richiesta di cibo, tutti siete scomparsi in mezzo a un polverone e avete lasciato me con i vostri strumenti pericolanti. Per poco, ragazzo, non mi piombava il tuo leggero clavicembalo sull'alluce del piede destro. Se non avessi avuto i riflessi pronti, a quest'ora non sarei stato qui a lamentarmi con te, ma con l'infermiere, o ancora peggio con Dio. - rispose Marco Rossi.
- Esagerato! - rise Giovannini.
I due presero posto, e dopo non molto arrivarono anche gli altri. Alcuni erano ancora in procinto di digerire. Senza perdere più tempo, i musicisti presero immediatamente il loro posto sul palcoscenico, tentando di estrarre il più velocemente possibile gli strumenti dalle proprie custodie. Faccio notare che a rimetterli a posto tutti fu il nostro amico Marco Rossi.
- Dobbiamo recuperare il recuperabile. - sentenziò il direttore.
- E allora, recuperiamolo. - disse Franconi.
- A prima vista non sembra una composizione adibita a un concerto, ma a un pascolo di capre.
- Ehi! Non ci reputi sul serio così, vero? - si lamentò Franconi, con tono minaccioso.
- No, anche peggio, se non mi lasciate parlare. Sono praticamente scale musicali, somiglia a un esercizio per dei neofiti, ma secondo me è in grado di suscitare delle emozioni. Ma affinchè tutto ciò sia possibile, voi dovrete eseguire questa melodia con amore.
Improvvisamente si sentì un rumore assordante come di mille clavicembali che suonavano ognuno una nota diversa nello stesso momento: la lignea asta che sorreggeva il clavicembalo aveva ceduto e il coperchio era crollato rovinosamente sullo stesso, con il risultato che quella grande poesia suscitata da Marco Rossi andò in rotoli.
- Giovannini! - urlò il direttore d'orchestra. - Maledizione, come hai messo quella dannatissima asta? Questo sarebbe l'amore che provi per la musica?
- Ma hai pensato alle conseguenze? - lo rimproverò Antonini. - A me si è scordato tutto lo strumento. Da un istante all'altro la quarta corda, che di norma dovrebbe eseguire un Mi, adesso esegue un La diesis! Adesso me lo riaccordi tu!
- Calma, ragazzi... per oggi ci conviene piantarla qui. Meglio se vi prendete il resto della giornata libero. Almeno avrete più tempo per amare il pezzo che vi ho assegnato.
Il signor Rossi sarebbe comunque stato l'ultimo ad uscire da quella trappola musicale: avrebbe dovuto risistemare i leggii, gli spartiti, il clavicembalo (il povero Giovannini non poteva caricarselo sulle spalle) e quasi tutti gli oggetti presenti all'interno del teatro. Ma, nonostante tutto, questo lavoro era perfino soddisfacente. 


Senz'altro una strana avventura... ma non sarà l'unica! Nel prossimo episodio Rossi e Giovannini dovranno recarsi in un luogo sovraffollato e in un momento in cui il povero direttore d'orchestra avrebbe preferito rimanersene a casa! Recensite numerosi, mi raccomando!
  
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