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Autore: Arthur Jeevas    22/11/2010    1 recensioni
"Sarà tutto un sogno? Un spietato –infinito- incubo, un movimento ciclico infernale. Era tutto finito ormai, lo sapevo; Eppure mi mancava comunque il respiro."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Still alive

 Una strana sensazione di vuoto. Era tutto buio, confusionale. La testa bruciava al ricordo di tutto quel fuoco, tutto quel calore, tutto il fumo. Sarà tutto un sogno? Un spietato –infinito- incubo, un movimento ciclico infernale. Era tutto finito ormai, lo sapevo; Eppure mi mancava comunque il respiro.

  Il mio viso… L’occhio sinistro. Mi stavo letteralmente sciogliendo. E’ da molto tempo che mi sento intrappolato dentro a quest’incubo che sembra non finire mai, saranno giorni ormai. So di non essere morto, ma non sono neanche vivo… Non mi ricordo praticamente nulla di ciò che è accaduto. L’unica certezza è che sono stato sconfitto, forse era addirittura meglio se fossi morto. E’ ormai un fottutissimo titolo che mi porto appresso: Secondo. Sempre secondo. Non importa quanto mi sia sempre sforzato, non importa quanto sia riuscito a fare; Non è mai stato –né lo sarà mai -  abbastanza.

 Lentamente riacquisto i sensi: L’udito, il tatto… Ho ancora la vista sfocata, non riesco a distinguere le cose. Vedo solo un chiaro-scuro, una fusione intensa; vedo la luce che si mescola all’oscurità, non ha paura della spietatezza di quest’ultima.  La luce è prepotente, si fa sentire, impone la sua forza chiaramente superiore alla mia. Se solo avessi la potenza di un unico raggio di sole…

  Ah, questi sentimenti. Il peso dell’incapacità, la costante delusione di me stesso… Si, sono senz’altro vivo. Sono così perdente che non riesco neanche a morire.

 Muovo con fatica gli occhi –quello sinistro fa parecchio male-  vedo te. C’è solo te.

- Perché non sono morto? – La rabbia mi assale. Brucio. Brucio ancora. Brucio sempre di più.

 Ti siedi accanto a me e sorridi. Alzi i tuoi strani goggles, scoprendo i tuoi occhi di un verde suadente, e li sistemi intrufolandogli in mezzo ai capelli rossi. Hai una sigaretta spenta tra le labbra.

- La tua morte non cambierà niente. Ma se sei vivo puoi cambiare molte cose.

- Matt! Stai zitto! Tu non puoi capire cosa ho passato!  Sai cosa vuole dire essere sempre secondo?!

- No.

- Ecco..

-… Perché sono sempre stato il terzo. – E sorridi ancora.

 Hai ragione. Hai assolutamente ragione. Ma perché sorridi?

- Mello, siamo stati cresciuti in un istituto nel quale ci hanno costantemente messo alla prova. Le nostre vite non avevano uno scopo sennò quello di essere i primi per eccellenza… Non perché lo volessimo o aspirassimo a quello, ma perché ci “inducevano” a farlo. Renditi conto però, che questo era fino a quattro anni fa. Ti lamenti sempre della competizione, ma perché allora continui a gareggiare? Non lo devi più fare.

- Mi dici che ci fai tu qui? Non credo di averti mai chiamato, non ho bisogno di te. Tra l’altro… Se mi devi rinfacciare la mia cazzo di vita, tanto vale che te ne vai.

- Sono qui perché sono il tuo unico amico. Sono l’unica persona disposta a competere con questo tuo carattere di merda. Sono l’unica cosa che ti sia rimasta.

  Cerco di alzarmi ma tutto il lato sinistro del mio corpo s’impone. Dolore. Ancora dolore. Mi spingi di nuovo contro il letto.

- Ah no, scusa. Hai ancora due di cose: Me e questa orrenda cicatrice.

- Questa cosa?! – Non riesco più a trattenere gli impulsi di questo corpo che si ribella contro le mie capacità di controllo. La mia mano destra parte in disparata e ti colpisce vicino all’occhio. So che non è per niente colpa tua, dopotutto l’idea della bomba era mia. Ma mi devo pure sfogare in un qualche modo!

- Una c-i-c-a-t-r-i-c-e. Ma se non ti basta quella provvederò a fartene avere un altro paio.

- Cazzo Matt! Ti sembra questo il momento di sparare cazzate a raffica?!

- Ma non mi sembra neanche il momento di “visto che sono bloccato in questo letto ed è completamente fuori questione un qualsiasi mio sforzo fisico, me la prendo con il mondo perché sono stupido e mi sono esploso la faccia”. Mi sa proprio che avrei dovuto lasciati morire.

 “ Avrei dovuto lasciarti morire?” E questo che cavolo voleva dire? Era solito mio avere un orgoglio, ma mi sa che ho finito per esplodere anche quello.

- E quindi mi hai salvato la vita, ti ringrazio principe azzurro sul cavallo bianco. E perché lo avresti fatto? Sentiamo.

- Sai Mello, ti ho visto bruciare vivo. Non è che mi potevo concedere un attimo di riflessione, magari mi sedevo in mezzo alle fiamme e mentre ti scioglievi come un gelato in una giornata d’estate, tiravo su una moneta e se ti andava bene ti portavo via prima che non ti si sciogliessero anche le ossa. Se la cosa ti dà tanto fastidio allora mi dispiace averti salvato. Ma ormai è fatto. –  Finalmente accendi la sigaretta – Fattene una ragione.  

  
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