C'è sangue, a terra.
Tanto sangue.
E' vischioso, vermiglio, appiccicoso.
E' rimasto attaccato alle mie scarpe.
Mi guardo intorno, senza mostrare espressioni.
Ma la classe è vuota.
Quella lì aveva detto che sono una sfigata.
Quell'altra aveva detto che sono una secchiona.
Quell'altra ancora aveva detto che sono brutta.
I loro corpi arredano la classe.
Poso lo sguardo su alcuni di loro.
Sono freddi, immobili: non diranno più cattiverie.
Accenno un sorriso: ho fatto la cosa giusta, ne sono consapevole.
Ma allora perché, incontrando i tuoi occhi, vedo terrore?
Ci sei solo tu, vivo.
Non so perché tu non sia a terra con gli altri.
Non so cosa mi abbia spinto a lasciarti.
Mi avvicino, ma tu ti ritrai spaventato.
Ah, forse è la mazza che ho in mano che ti spaventa?
Ma non la userò contro di te.
I nostri sguardi rimangono attaccati.
Fai per dire qualcosa, ma ti zittisco con un cenno.
Indico il pavimento intorno a te, dove il sangue sta convergendo.
Ti alzi, orripilato, di nuovo mi fissi.
Però non dici nulla.
I tuoi occhi dicono tutto.
Ho pensato di fare la cosa giusta.
Ora nessuno ci prenderà più in giro, no?
Nessuno ne avrà più il coraggio.
Sono tutti morti.
Mi stai ripudiando penosamente.
Non reggo il tuo sguardo.
E' più forte degli occhi degli altri.
E' uno sguardo di paura, ma allo stesso tempo di forza.
Uno sguardo che mi dice che ho sbagliato.
Mi stai giudicando anche tu.
Provo l'impulso di alzare la mazza, di nuovo.
Di uccidere anche te.
Cosa mi importa, ormai, della tua vita?
Mi stai giudicando, no?
Però tu sai.
Non ci riesco.
La mazza rimane a terra.
Scoppio a piangere.
Ma tu non mi consoli.
Lo sai quello che provavo.
Pretendo anche che tu possa abbracciarmi?
Come posso?
Ho ucciso.
Sono un mostro?
Ma io l'ho fatto per noi.
Ho fatto male?
Di nuovo, vedo il giudizio.
Sono un mostro.
Perché ho ucciso delle persone crudeli, sono un mostro.
Perché ho eliminato la feccia, sono un mostro.
Eppure pensavo che non lo avresti fatto.
Che non mi avresti giudicata.
Almeno tu…
Anche se eri l'unico al quale l'avrei permesso.
Alzi le mani, di nuovo spaventato.
Non sai cosa fare, non sai come comportarti.
Chi saprebbe come comportarsi davanti a una pazza?
Una pazza armata.
Che ha ucciso davanti ai tuoi occhi.
Però abbassi gli occhi.
Hai smesso di giudicarmi anche tu?
Hai smesso di dirmi cosa devo fare?
Li avrei uccisi, prima o poi.
Era una cosa che sarebbe successa.
E rialzi lo sguardo.
Rabbrividisco.
Tremo forte.
Mi accascio a terra.
Uno sguardo penoso.
Non ho ucciso te…
Perché mi guardi così?
Cosa ho fatto?
Ho fatto del bene ad entrambi…
Forse verrai a consolarmi.
Se non fosse che sono piena di sangue.
E che gli urli hanno destato dei sospetti.
E che i professori sono entrati.
E ci guardano, atterriti.
Ma se non sai come comportarti.
E io mi alzo, allora, perché che altro devo fare?
Mi alzo, ti saluto con un cenno, ed esco dalla classe.
Mi fermano?
Mi bloccano?
Non ti importa.
Neanche a me importa.
Fatemi ciò che volete.
Quando ti accorgi che nessuno ti ama…
Allora resta
solamente la
Morte.
Take Care~
~ God's Watching
NdA Cos'è questa storia, eh. Bella domanda. Non ne ho la più pallida idea. Beh… Non riesco ad ambientarmi a scuola. Forse per questo mi escono fuori solo cose scolastiche. Scolastiche e, devo dire, particolarmente sanguinolente. Ma beh. Non sono personaggi particolari. Non so perché sia in prima persona. Non so perché ho usato questo stile. So che mi faccio paura, a volte. E scrivo in Rosso, come il sangue. Silly