Partecipante al Characters&Themes Challenge di vogue.
Titolo: Here comes goodbye
(Qui arriva l’addio)
Personaggio: 02 - Ronald Weasley
Tematica: Nostalgia
Here comes goodbye
Era la mattina di Natale, e Ronald Weasley si trovava in una piccola stanza accogliente di
Villa Conchiglia.
Era la prima volta dopo sei anni che
passava quel giorno senza il suo migliore amico: il famoso Harry Potter.
Ormai famoso era a dir poco, visto che
tutti i giornali ne parlavano di continuo da quando quel ragazzo si era fatto
vedere nel mondo magico. Dapprima si parlava di lui come del Prescelto, l’unico
in grado di sconfiggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato,
mentre adesso era stato etichettato come “Indesiderabile numero uno”.
Gli anni che i due amici avevano trascorso
a scuola erano stati molto diversi da come Ron se li era immaginati prima di
partire per quella grande avventura. Di certo non avrebbe mai potuto immaginare
di affrontare un troll, di far parte di una scacchiera gigante, di rischiare di
perdere la sorella nella Camera dei Segreti, di combattere con i Mangiamorte prima al Ministero e poi anche a Hogwarts. No, lui si era semplicemente illuso che avrebbe
passato sette anni tranquilli, a imparare le formule magiche e raggiungere i
livelli dei suoi fratelli maggiori, iniziando con un lungo viaggio in treno e
finendo con il festeggiamento della Coppa delle Case.
Ma quando era salito sull’Espresso per Hogwarts per la prima volta era cambiato tutto.
Si era seduto vicino a quel ragazzino con
gli occhiali e i capelli che gli coprivano una certa cicatrice a forma di
saetta, cicatrice che aveva affascinato tutti i maghi e le streghe del mondo. E
con quel gesto, apparentemente innocuo, aveva cambiato tutte le redini della
sua vita.
Era diventato il migliore amico del ragazzo
più ricercato del mondo, e questo aveva portato a non poche sofferenze da parte
sua.
Si era visto eclissare e nascondersi
sotto l’ombra di quel ragazzo: le persone lo identificavano come l’amico del Prescelto, piuttosto che
come Ronald Weasley.
Era evidente e palese che tutti
preferivano stare con Harry, che tutti cercavano Harry, che tutti amavano
Harry, convinti che avesse chissà quale potere soprannaturale, in grado di
sconfiggere il temutissimo Lord Voldemort.
Ma alla fine anche il fantomatico
Prescelto era una persona normale, con i suoi dubbi, le sue preoccupazioni, con
le sue incertezze. Incertezze che avevano portato Ron a stargli lontano il
giorno di Natale dopo sei anni che lo festeggiavano sempre insieme.
Si rigirò nel letto, cercando di
trattenere le lacrime che spingevano per uscire, perché si rendeva conto di
aver sbagliato tutto.
Per invidia, perché pensava che non
sapesse quello che faceva, aveva abbandonato il suo migliore amico in balìa di
un destino ben più difficile e duro di quanto l’avesse mai considerato.
Harry poteva avere tutti i difetti di
questo mondo, ma era l’unico vero amico che Ron avesse mai avuto, e a cui
avesse mai voluto davvero bene tanto da rischiare la sua vita.
I ricordi dei momenti passati insieme
gli si affiorarono nella mente prima che lui potesse impedirlo, e una strana
malinconia si impossessò di lui.
Immaginò di aprire i regali nella torre
di Grifondoro come ogni anno passato, con lui a
ridere e scherzare, mangiando qualche Cioccorana o
Gelatine Tutti i Gusti+1, commentando i regali di Hermione
e indossando insieme il maglione fatto a mano da sua madre che faceva loro ogni
anno.
La nostalgia dei Natali passati lo
avvolse sempre di più, provocando in lui una serie infinita di rimorsi per l’aver
lasciato Harry a combattere il suo destino da solo. Certo, ci sarebbe sempre
stata Hermione per lui, ma Ron aveva il bisogno di
credere che entrambi sentissero in qualche modo la sua mancanza. Doveva
crederci per non buttarsi nello sconforto e perché quella nostalgia diventasse
quasi piacevole, all’idea di condividerla con i suoi due amici.
Sentiva talmente tanto la mancanza dei
momenti passati insieme che se avesse saputo come fare, non avrebbe esitato un
minuto a tornare da loro a invocar perdono. Così, quando sentì la voce di Hermione bisbigliare “Ron”, fece scattare il deluminatore e da questo uscì una strana luce azzurrina
che, entrandogli nel petto, gli fece capire che l’avrebbe riportato da loro e
non ci pensò due volte a metter da parte ogni rancore, preparare quelle poche
cose che gli potevano servire per il viaggio e smaterializzarsi.
Non voleva che quella nostalgia
significasse l’arrivo di un addio, doveva riuscire a riparare i suoi errori.