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Autore: harinezumi    23/11/2010    11 recensioni
ho voluto immaginarmi Zoro e Sanji in versione marito e moglie (chi dei due sia la moglie ancora non mi è chiaro, anche se dei sospetti li avrei), con tutte le discussioni e difficoltà (come se non ne avessero abbastanza) che questo rapporto comporterebbe se loro fossero normali..
perchè la zosan è adorabilmente tenera! *lacrimuccia commossa*
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Divorce
 

 
«Zoro, ti ho detto ti dormire» sbottò Sanji, cercando di schiacciare la faccia dello spadaccino in modo da tirargliela all’indietro, il più lontano possibile dalla propria.

«Hei uhn hattado, holami» bofonchiò Zoro, con il volto letteralmente spremuto nella mano del cuoco, steso sotto di lui sul divanetto.

«Hai per caso detto “va bene, tesoro, ora mi metterò qui buono buono e cadrò immediatamente in un sonno profondo senza scocciarti”?» cinguettò Sanji, mollandogli la faccia solo quando fu abbastanza lontana da permettergli di chiudere gli occhi di prepotenza, rannicchiandosi contro lo schienale del divano com’era inizialmente.

«Ehi, non osare dormire» sbottò invece Zoro, ancora a cavalcioni sopra di lui, scrocchiandosi da un lato il collo che Sanji gli aveva quasi fratturato spingendolo all’indietro, non appena aveva tentato di baciarlo. «Me lo devi» aggiunse, con un sorrisetto arrogante.

Bastò per far riaprire gli occhi a Sanji, che lo guardò perplesso. «Che cavolo stai dicendo, stupido marimo?»

«Non ti ricordi cosa mi hai detto ieri?» domandò Zoro, trasformando il sorriso in un ghigno, mentre il cuoco lo guardava schifato, ma anche un po’ perplesso per le sue parole.

«No, brutto maniaco» mormorò, però aveva l’aria di chi si sta concentrando per ricordare. Forse il marimo si riferiva a quando si era offerto assieme a Brook di restringere il costume da bagno di Nami durante il bucato; a quel punto, Zoro si era infuriato, lo aveva afferrato e portato sottocoperta, con la ferma intenzione di picchiarlo. Sanji l’aveva rassicurato con un sospiro, dicendogli che era troppo geloso, perché lui parlava di Nami tanto per parlare, e avrebbe avuto modo di consolarlo con la sua bocca, la notte. In effetti, non avevano avuto modo di fare nulla la sera prima, dato che c’era stata una tempesta,  ed erano corsi in giro per la nave per tutta la notte, nel tentativo di ammainare le vele che continuavano a liberarsi dalle corde. Zoro sembrava semplicemente intenzionato a rimediare. «Scordatelo. Buona notte» sbottò alla fine Sanji, comprendendo la cosa e richiudendo gli occhi.

«Non puoi dormire» ringhiò Zoro, chinandosi di nuovo su di lui e mordendogli il collo senza gentilezza.

«Vattene via!» esclamò Sanji, con un gridolino di dolore, riprendendo a fissarlo furente dopo esserselo staccato dal collo. «Sono stanco morto, tu non hai cucinato per nove persone oggi!»

«Lo fai tutti i giorni, che differenza ci sarebbe scusa!» protestò Zoro, cominciando a poco a poco a rassegnarsi al fatto di andare in bianco per quella notte.

«Tu hai almeno una mezza idea, testa d’alga, di cosa significhi avere otto bambini da sfamare?! Dei quali la maggior parte si comportano da idioti, a partire da te, che dormi tutto il giorno e non alzi un dito per aiutarmi, neanche quando trafugano di nascosto il cibo dalla mia cucina…». Sanji sbuffò, coprendosi stancamente la fronte e l’occhio scoperto con una mano.

«Questo non è vero, ti aiuto a lavare i piatti…» lo interruppe Zoro, colpito sul vivo.

«È da due mesi che nemmeno entri in cucina, perciò non farmi ridere» esclamò Sanji, spingendolo via ulteriormente, del tutto sveglio e pronto a litigare adesso. Si rizzò a sedere, fissandolo con le guance appena arrossate. «Tutto il lavoro lo lasci a me, e se proprio vogliamo parlare di promesse, mi avevi detto che noi due eravamo una squadra, ricordi?»

«Che cosa c’entra adesso! Se non vuoi fare sesso con me, basta dirmelo» sbottò Zoro, incrociando le gambe sul divanetto, una volta che quelle di Sanji furono sgusciate via, dato che quello si stava alzando in ginocchio. «Non tirare fuori scuse, dì semplicemente che preferiresti farti Nami».

«Ecco, questo non c’entra proprio niente!» ribatté Sanji, indignato, fremendo leggermente dalla rabbia. «Perché sei così scemo, marimo? Non puoi lasciarmi dormire in pace una notte che sia una?»

«Con vero piacere, brutto idiota di un cuoco!» ringhiò Zoro, alzandosi in fretta dal divano, in un impeto di rabbia. «Non ti preoccupare, io nel tuo letto non ci entrerò proprio più, neanche morto, mi hai sentito bene?»

«Oh, certo, marimo, gioca a fare l’offeso, è molto maturo!» gridò Sanji, sollevandosi in piedi a sua volta sui cuscini, furente.

Ma Zoro era stranamente immobile, e fissava la porta della stanza con aria agghiacciata, tanto che la curiosità sostituì presto la rabbia nel cuoco, che si voltò a sua volta in quella direzione. Alla porta, tutti insieme che il fissavano, stavano Luffy, Usop e Chopper. Il capitano aveva un’espressione particolarmente ebete e li fissava con pura sorpresa.

Non che la loro relazione fosse veramente segreta: ma di certo nessuno ne faceva parola, eccetto le frecciatine di Nami e Nico Robin ogni tanto. E non erano mai stati colti così palesemente in flagrante.

«Spero tanto che non si lascino» esclamò all’improvviso Luffy, incurante che i due li avessero visti benissimo e rivolgendosi ad Usop e Chopper con aria preoccupata. «Ma non sarà mica colpa nostra, no?» aggiunse, proprio come un bambino fa alla separazione dei genitori.

«Filate a letto!» urlò Sanji, tirando un calcio al volo alla porta e sbattendogliela in faccia, rosso di rabbia in viso.

Zoro scoppiò a ridere, guadagnandosi un’occhiataccia di fuoco. «Ma dai, sembri proprio la loro mamma» sogghignò lo spadaccino, afferrando il polso di Sanji per tirarlo verso di sé senza considerare il fatto che quello cercasse di divincolarsi. «Tu cosa dici, ci lasciamo?» gli sussurrò ad un orecchio, passandogli le labbra lungo la gola e il collo, per baciarlo.

Sanji rabbrividì, chiudendo per quell’attimo gli occhi. «Ma sei stupido, marimo? Neanche per sogno».

 
 

 

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questo shot l’ho scritto abbastanza di getto, quindi si noterà che è piuttosto semplice come trama. ma mi sarebbe piaciuto pubblicarlo, perciò eccolo qui ^^

spero che mi darete consigli e commenterete, io vivo per questo °-° no, dai non è vero. (e invece sì). grazie :D

harinezumi 
 

  
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