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Autore: kia_85    23/11/2010    3 recensioni
"Anche se si sforza di essere sempre spensierato, lo so che non è più lo stesso.
Da quando mamma non c’è più, ha uno sguardo spento, quasi assente.
Gli zii mi ripetono continuamente che se non ci fossi stata io, probabilmente avrebbe finito con il commettere una stupidaggine.
Invece la mia presenza lo ha fatto riprendere.
Vive solo per me adesso."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Li Shan In, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!!
questa é la mia seconda storia su City Hunter.
spenderò solo poche parole prima di lasciarvi alla lettura...
il Ryo che ho provato a descrivere (nel mio modo imperfetto), é un uomo più maturo di quello che conosciamo dal manga o dall'anime.
un uomo che ha dovuto sopportare una grave perdita, ma non potendo cedere al proprio dolore, é andato avanti...
la storia parte qualche anno dopo questo lutto...
diciamo che questo potrebbe essere un nuovo inizio...
Ultima cosa: troverete molti dettagli non corcordanti con la storia originale, ma per motivi di narrazione ho dovuto prendere questa decisione... non me ne vogliate...
che altro dire??
Buona lettura ;)
spero che in qualche modo la storia che ho scritto vi piaccia :)



16 Settembre 2000

Casa Saeba – Tokyo
ore 8
Shan In
Sono distesa sul mio letto.
Nella stanza che una volta è stata quella di mia madre.
La disposizione dei mobili e delle sue cose sono rimaste esattamente come quando c’era lei.
Dopo aver litigato tanto con papà, alla fine mi ha permesso di trasferirmi qui.
Così ho come la sensazione di averla più vicina.
Mi manca.
Mi manca tantissimo.
E più il tempo passa, più mi sembra di dimenticare quelle piccole cose che conosco di lei.
Il suo profumo, il suo sorriso.
Non ricordo nemmeno il suo viso.
Ero troppo piccola quando se ne è andata.
Sono passati ormai tre anni da allora.
Ho chiesto a papà di darmi una sua foto, così da poterla vedere e parlarle quando mi sento sola.
Me ne ha data una che raffigura noi tre insieme, scattata poco dopo la mia nascita.
Mamma aveva un sorriso dolcissimo.
Papà ne ha una uguale sopra il suo comodino.
So che manca tanto anche a lui.
Eppure una parte di me sa che non è morta.
Se papà venisse a sapere di questi miei pensieri probabilmente si infurierebbe.
Mi ha ripetuto fino allo sfinimento come è successo.
Un incidente stradale.
Mentre mi stava portando a fare un giro al parco, un camion non ha rispettato il semaforo rosso e l’ha travolta.
Per evitare che io mi facessi del male, mamma mi ha spinto lontano, mentre lei è stata presa in pieno.
Per un po’ papà Ryo non ha voluto nemmeno guardarmi in faccia.
Era troppo sconvolto.
Ho avuto anche la sensazione che mi avrebbe abbandonata.
Invece pian piano si è ripreso e mi ha perdonato.
Perché infondo lo so che mi ritiene la responsabile della morte della mamma.
E non capisce che se fosse dipeso da me, avrei fatto di tutto per salvarla, dando anche la mia vita in cambio della sua.
“Shan In? Ci sei?! È pronto!”
È lui.
Mi sta chiamando.
Asciugo velocemente le lacrime che ormai scendono automaticamente quando penso a lei.
“Arrivo!”
Mi guardo allo specchio, do un bacio alla foto e sorrido.
“vado a scuola, ma torno presto mamma. Ci vediamo dopo!”
Apro la porta e corro in cucina.
Trovo papà con il grembiule legato in vita intento a mettere la colazione in tavola.
“Dai Shan In, sbrigati, sei in ritardo!”
E mi scompiglia i capelli sorridente.
Anche se si sforza di essere sempre spensierato, lo so che non è più lo stesso.
Da quando mamma non c’è più, ha uno sguardo spento, quasi assente.
Gli zii mi ripetono continuamente che se non ci fossi stata io, probabilmente avrebbe finito con il commettere una stupidaggine.
Invece la mia presenza lo ha fatto riprendere.
Vive solo per me adesso.
E mi sento amata, cosa che invece non merito.
“Papà ma quanto hai cucinato?!”
Lo vedo arrossire leggermente.
“lo so ho esagerato, ma non sono ancora molto pratico di queste cose…”
Rido divertita.
Effettivamente fino a un anno fa, papà non sapeva nemmeno accendere il gas.
Non parliamo della lavatrice.
Un nemico impossibile.
Non mi stupisce che non fosse molto adatto alle faccende domestiche.
Prima a queste cose ci pensava sempre la mamma.
Un nodo alla gola rischia di sciogliersi.
Meglio parlare.
“Ti ricordi vero che oggi ho scuola solo fino alle 13?! Non mi far aspettare come al solito. Ai bambini non piace essere presi per ultimi…”
Mi guarda pensieroso.
Lo sapevo che sarebbe successo.
Se n’é dimenticato.
“Papà?! Te lo ricordavi vero?!”
Sbianca.
Cattivo segno.
“ehm… veramente io ho un impegno oggi. Ho promesso a Mick di andare a fare un sopralluogo a Osaka per lavoro”
Aggrotto le sopracciglia.
Odio quando mette il lavoro prima di me.
“Ah. Ok”
Lo sente che ci sono rimasta male.
Ma non voglio che si preoccupi.
“vorrà dire che chiederò a zia Miki se posso andare da lei. Così colgo l’occasione per imparare a fare la cioccolata calda”
E gli sorrido.
Lo vedo rilassarsi.
“ok, allora se hai finito, vai a lavarti i denti, così io intanto la chiamo e glielo dico”
Annuisco.
Mi alzo e sparecchio la mia tazza e il piatto che ho usato, dirigendomi così in bagno.
Mentre spazzolo minuziosamente le mie gengive, sento papà parlare con la zia.
“Pronto Miki?! Sono Ryo”
Pausa.
“sì qui tutto bene, voi?”
Pausa.
“Bene. Ascolta, avrei da chiederti un favore. Non è che potresti andare a prendere Shan In a scuola oggi? Finisce prima, alle 13. Io devo andare ad Osaka per lavoro”
Pausa.
“Grazie mille”
Sorride e riattacca.
Sfrutto l’occasione per ricomparire in salotto.
“sono pronta. Andiamo?!”
Lui annuisce tranquillo e prendendo la giacca, mi afferra la mano e ci incamminiamo per le strade di Shinjuku.
Stiamo in silenzio.
Ogni tanto lo fisso per vedere cosa fa, ma il suo sguardo è perso in chissà quali riflessioni.
Decido di non volerci pensare.
Mi guardo in giro e noto tanti visi completamente sconosciuti.
Invece molte di queste persone devono la propria vita a papà e alla mamma.
Al loro lavoro.
Da quando però mamma non c’è più, ha preso il suo posto lo zio Mick.
Un giorno forse capirò cosa fanno.
Fino ad ora non mi è stato possibile sapere nulla.
Papà ha sempre rifiutato di parlarmene e io ho capito che non sono ancora pronta per scoprirlo.
Magari quando sarà più grande. Chissà!?
Spero solo di essere all’altezza per prendere il loro posto un giorno.
Poi improvvisamente il mio sguardo cade su un giornale per terra.
‘Finalmente la strepitosa modella Miyuki Takashi tornerà a sfilare nella sua città natale: Tokyo’
Mi blocco immediatamente.
“Papà mi puoi comprare quel giornale?!”
E gli indico la testata che ha suscitato il mio interesse.
Lui abbassa lo sguardo per vedere di cosa parlo e sbuffa.
“Shan In! Non ne posso più della tua ossessione per quella modella. Mi vuoi spiegare cosa ci trovi di così stupefacente in lei?! Abbiamo casa piena di articoli e foto che la ritraggono. Basta!”
Sbuffo e riprendo a camminare arrabbiata.
Perché l’unica cosa che gli chiedo me la deve sempre rinfacciare?!
Eppure non sono come le bambine della mia età, capricciose e vanitose.
Sempre a chiedere giocattoli nuovi o vestitini alla moda.
Chiedo solo di poter comprare qualche stupida rivista che mi dia informazioni su una modella secondo il mio parere bellissima.
Mi trattengo dal piangere.
Quando usa questo tono così duro mi sciolgo sempre.
Invece devo essere forte.
Mi giro a guardare le vetrine, cercando di calmarmi.
Ci fermiamo ad un semaforo e noto un televisore acceso su un telegiornale.
Leggo i sottotitoli.
‘La signorina Miyuki Takashi arriverà alle 10 di oggi a Tokyo. Si dirigerà direttamente al Plaza Hotel dove sarà impegnata tutto il pomeriggio nelle prove per la sfilata che si terrà stasera in suo onore. Sarà la modella d’apertura e di chiusura della collezione di una delle stiliste più note nel mondo della moda, Natasha Urameshi’
Sento papà tirare la mia mano per intimarmi di muovermi e inizio a camminare automaticamente.
Oggi pomeriggio lei sarà al Plaza.
Proprio oggi che finisco scuola prima.
È un segno del destino ne sono sicura.
Mentre elaboro il mio piano di fuga, sento papà fermarsi.
“Siamo arrivati. Allora ti verrà a prendere la zia Miki. Mi raccomando, fai la brava! Ok?!”
Io annuisco, ancora un po’ imbronciata.
Mi accarezza una guancia e mi stampa un bacio sulla fronte.
“buona giornata Shan In!”
Non riesco a trattenermi quando fa così.
Sa come prendermi ormai.
Gli allaccio le braccia al collo e sorrido felice.
“buona giornata anche a te, papà. Fai il bravo pure tu. E non far ammattire lo zio Mick!”
Lo sento ridere e mentre mi da una pacca sul sedere, mi fissa fino a quando non sono entrata nel portone della scuola.
Ormai è una sorta di tradizione.
Quando mi accompagna deve accertarsi che io entri senza problemi.
Mi giro un’ultima volta e lo saluto con la mano, prima di percorrere il corridoio che mi porterà nella mia classe.
   
 
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