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Autore: admelioraquotidie    23/11/2010    2 recensioni
piccola storia
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Valeria aprì gli occhi nel sonno e si guardò intorno: era sola, il posto era scuro, troppo scuro.
Tutto era immerso in quel buio liquido che assorbe anche la luce più fioca, sembrava quasi di essere rinchiusi sotto terra, di respirare con lo stesso affanno del nonno quando parlava della miniera.
Il fiato le si mozzava, sembrava inghiottire con l'aria polvere e terra, sentiva il panico crescere in lei.
La prima risposta che le venne di dare fu il pianto, sentiva che solo spingendo fuori qualcosa sarebbe riuscita a non farsi soffocare dall'aria che respirava. Iniziò a piangere dapprima quasi timidamente, poi buttò fuori tutta la foga che aveva in corpo, sentiva che così il groppo piazzato sullo stomaco si affievoliva, tornava a ritrovare il respiro.
Teneva gli occhi chiusi, perchè il buio dei suoi occhi, il buio del non voler vedere, del chiudere fuori di se tutto, era più sicuro del buio che aveva attorno, il buio che nasconde il mondo, che nasconde tutto ciò che è cattivo, permettendogli di vedere senza essere visto e tutto ciò che è buono, togliendolo dai nostri occhi.
Era sola ed iniziava a finire le lacrime.
Cercò la sponda del letto e subito la trovò alla sua destra, sentiva il freddo del metallo e lo sentì come una benedizione, come un qualcosa di sicuro nel nulla che aveva intorno. Ci si aggrappò e iniziò a tirarsi su dal letto.
Si alzò in piedi, si piegò sulla sbarra e, facendo leva sulla pancia, riuscì a ruotare in fuori le gambe, mettendosi a penzolare nel vuoto.
Le aveva sempre fatto paura saltare giù dal letto, ma lì nel buio era ancora peggio. Non sapeva cosa avrebbe trovato sotto, se un sotto c'era ancora, non era più sicura di nulla.
Saltò giù perchè iniziava ad aver male alla pancia, ed atterrò sul pavimento di legno.
Ora doveva decidere da che parte dirigersi, tenne una mano sul letto e tentò di orientarsi, cercando di ricordare gli ostacoli che la separavano dalla porta.
Trovata la direzione provò a fare un passo, muovendo il piede destro che toccò presto il legno.
Sentiva di iniziare a recuperare sicurezza e proseguì decisa un passo dietro l'altro.
Teneva le mani di fronte a sè, per evitare di andare a sbattere.
Appena sentì la porta il suo cuore iniziò a ravvivarsi, sentiva che il battito diventava più tranquillo e si calmò anche il respiro quando trovò la maniglia.
La aprì e si ritrovò nel corridoio, debolmente illuminato dalla luce che entrava attraverso i vetri non oscurati.
Affrettò i passi verso la posrta dell'altra stanza e l'aprì pian piano.
Sentì i due respiri non coordinati, andò verso quello più leggero, più tranquillo e lo scosse pian piano.
"Valeria, che c'è, tesoro"
"Ho paura, Mamma, ho fatto un brutto sogno"
La mamma si girò del tutto, alzò la coperta e subito la piccola Valeria ci si raccolse dentro, sentendo l'abbraccio caldo e delicato del braccio della madre e del piumone d'oca.
  
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