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Autore: Yuuki_Shinsengumi    23/11/2010    7 recensioni
[Hakuouki Shinsengumi Kitan]
Sapeva che sarebbe accaduto in quel posto, lo aveva visto.
Ed aveva deciso che avrebbe fatto di tutto per salvargli la vita.
Sapeva che suo fratello lo avrebbe raggiunto: aveva ricevuto l'ordine di uccidere tutti i Rasetsu di quel pazzo di Koudou-san.
E lei aveva deciso di seguirlo.
Si erano separati solo per far sì che lei rimanesse al di fuori dello scontro, seduta sul ramo più alto dell'albero più alto, sotto cui sapeva che si sarebbe conclusa la vita di Harada.
Ma lei era intenzionata a cambiarne il destino.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anche gli Oni sono Umani

Sapeva che sarebbe accaduto in quel posto, lo aveva visto.

Ed aveva deciso che avrebbe fatto di tutto per salvargli la vita.

Sapeva che suo fratello lo avrebbe raggiunto: aveva ricevuto l'ordine di uccidere tutti i Rasetsu di quel pazzo di Koudou-san.

E lei aveva deciso di seguirlo.

Si erano separati solo per far sì che lei rimanesse al di fuori dello scontro, seduta sul ramo più alto dell'albero più alto, sotto cui sapeva che si sarebbe conclusa la vita di Harada.

Ma lei era intenzionata a cambiarne il destino.

Guardava l'umano nervosamente, mentre questo parlava con suo fratello, dando il via al solito scambio di convenevoli al vetriolo che erano soliti scagliarsi.

Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Sapeva che quella probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui lo avrebbe guardato senza sentirsi trafiggere dall'odio che avrebbe letto nei suoi occhi per ciò che stava per fargli.

Lo aveva incontrato mesi prima, quando per un puro caso era stata attaccata da un manipolo di Rasetsu, attirati dall'odore dolce del suo sangue di Oni. Harada era intervenuto in sua difesa e, dopo aver annientato quei mezzi demoni, l'aveva abbracciata, rassicurandola.

Era stato di una dolcezza incredibile.

E lei si era convinta che gli umani non fossero tutti malvagi.

Ma aveva scoperto a proprie spese che Harada ed i suoi compagni erano voci fuori dal coro.

Si strinse le braccia attorno al corpo, cercando di scacciare la sensazione di orrore e disgusto che l'afferrava ogni volta che pensava a quanto era accaduto poche settimane dopo il loro incontro. Riportò gli occhi su suo fratello e su l'umano, prestando attenzione alle loro parole.

  • Non è tempo che un essere debole come te si ritiri? - furono le parole di suo fratello mentre preparava i proiettili d'argento, gli unici in grado di neutralizzare i Rasetsu.

  • Mi dispiace... ma non ho intenzione di andare da nessuna parte.

L'altro gli indirizzò un sorriso sghembo.

Uno sparo annunciò l'inizio delle schermaglie.

  • Heilà, Koudou. - fu il saluto ironico di Shiranui.

  • Che ci fate qua voi due? - chiese il vecchio, sorpreso, arretrando di un passo.

  • Non riesco a capire come tu possa definire 'sti esseri creati in serie come una nuova razza di Oni.... Ho pensato che questo potrebbe essere il momento adatto per mostrarti come agiscono i veri Oni.

  • Non importa quanto tiri in ballo i loro ideali, non ha alcun significato se muori. Ho dovuto farlo per diventare forte! - fu la risposta del vecchio pazzo.

  • Cosa? - chiese Shiranui.

  • Credi veramente di stare aiutando la famiglia Yukimura? Di farlo per Chizuru? Non capisci che la stai facendo soffrire?! - furono le parole di Harada.

  • E' inutile continuare questa conversazione. Rasetsu, bevete il loro sangue finché non ne sarete soddisfatti!

Le urla di quei demoni impuri dette il via alla battaglia.

  • Andiamo, Harada!!

  • Sì!

Spari in rapida successione, grida di dolore, odore di polvere da sparo e sangue.

Shiranui era stanco e Harada risentiva anche delle ferite gravi che aveva riportato. Ma nessuno dei due si arrendeva.

Harada si accasciò al suolo, tenendosi in ginocchio, poggiando il peso su una mano, mentre il terreno sotto di lui si tingeva del rosso del suo sangue.

Shiranui gli lanciò un'occhiata rapida, comprendendo che ormai il suo nemico-compagno di battaglia era giunto alla fine. Sperava solo che la ragazza, nascosta su di un albero, non si facesse prendere dal panico, uscendo allo scoperto anzi tempo.

Avevano sterminato tutti i Rasetsu. Solo Koudou era rimasto in piedi.

  • Impossibile! Hanno ucciso tutti i miei Rasetsu?!

L'Oni non poteva aspettare oltre. Gin lo avrebbe raggiunto presto.

  • Manderò all'inferno anche te, Koudou.

  • Preparati! - gli urlò puntandogli contro la pistola.

Il click del cane che risuonava a vuoto, annunciandogli che aveva finito i proiettili, lo mise in agitazione.

  • Ho fatto fuori tutti i proiettili?

La risata di Koudou giunse sino alle orecchi di Gin, pronta a balzare a terra in difesa del fratello.

  • Dovevi prepararti meglio.

Koudou tirò fuori il suo asso dalla manica: una bomba.

  • Sarà la tua fine !

Rapido, l'arma di Harada passò accanto alla testa di Shiranui, arrestando la propria corsa nel petto di Koudou, che perse la presa lasciando cadere la bomba a terra.

La deflagrazione fu potente ed il suo corpo venne sbalzato in acqua.

  • Harada!

Shiranui si diresse velocemente verso il fiume in cerca del corpo ormai scomparso di Koudou. Tornò quindi verso Harada, trovandolo seduto a terra, le mani a premere sulla ferita al fianco, le spalle poggiate contro il tronco dell'albero da cui Gin stava iniziando a scendere silenziosamente.

  • Ti ho ripagato per Koufu... - disse a Shiranui con un filo di voce.

L'Oni rimase sorpreso, mentre spostava gli occhi da lui a sua sorella, ormai seduta sul ramo proprio sopra le loro teste e sul cui volto scorrevano lacrime silenziose.

  • Sei piuttosto insolente per essere un umano. - gli rispose Shiranui, andando poi a sedersi accanto a lui.

  • E' finita.

  • Già... - fu la risposta stentata di Harada.

Gin poggiò le spalle allo stesso albero, dalla parte opposta rispetto ad Harada, cercando di tenere disperatamente a bada i singhiozzi, anche se questi si limitavano a respiri spezzati. Forse, in condizioni normali, l'uomo l'avrebbe individuata immediatamente, ma la morte gli si stava avvicinando inesorabilmente ed i suoi sensi iniziavano già a vacillare.

  • Mi ricordi un ragazzo chiamato Takasugi. Un giorno dovrei andare a visitare la sua tomba... Che farai ora? - chiese l'Oni, guardando l'uomo seduto al suo fianco, mentre il lembo della veste di sua sorella entrava nel suo campo visivo.

  • Oh, già. Shinpachi mi sta aspettando... - riuscì a dire, mentre gli occhi iniziavano a non vedere più, convincendolo che quella mano piccola e gentile posata sul suo volto fosse solo un'illusione.

Si trovò a sorridere lievemente, sollevato da quella sensazione di calore che dalla guancia gli si irradiava al resto del corpo.

  • … perciò devo fare in fretta ed andare ad Aizu...

Gli occhi si stavano spegnendo per sempre quando Gin, che si era già provocata una ferita al polso da cui aveva raccolto del sangue nella propria bocca, adagiò il corpo dell'uomo a terra, chinandosi su di lui.

  • Sei decisa a farlo? - le chiese suo fratello.

La ragazza rispose con cenno di assenso, guardandolo con gli occhi inondati di lacrime.

  • Ti odierà...

  • [Lo so] - gli rispose con la voce interiore, per poi tornare a chinarsi sull'uomo e posare le proprie labbra sulle sue, fino a far scivolare nella sua bocca il sangue che teneva nella propria.

Effettuata l'operazione, la giovane si sollevò lentamente, per poi tornare a sfiorargli le labbra con le proprie.

  • [Lo affido a te, fratello]

  • Ne sei certa, sorellina?

  • [Portalo al Tempio. Ho bisogno di stare da sola]

L'Oni scruto il volto della sorella leggendole negli occhi tutto il dolore per quello che sapeva sarebbe avvenuto.

  • Gin... perché?

  • [Preferisco il suo odio alla sua morte]

  • Avresti potuto avere una qualche possibilità se lo avessi fermato... se fossi intervenuta in maniera diversa...

  • [Avrei solo rimandato l'inevitabile... e comunque non avremmo mai potuto... lo sai anche tu]

  • Gin...

  • [Vai, Kyo. Te ne prego... Io... arriverò presto. Dovrò spiegargli il tutto. Ho solo bisogno di un po' di tempo per prepararmi al suo odio.]

Shiranui si caricò il corpo dell'uomo sulle spalle e, dopo aver lasciato una lieve carezza sulla guancia della sorella, si allontanò velocemente.

La giovane, finalmente sola, si lasciò cadere a terra, dando libero sfogo a tutto il suo dolore.

   
 
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