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Autore: barbara_f    24/11/2010    13 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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   _Cap. 35



Ricerche

 
Erano ore che scartabellavo archivi zeppi di notizie ma nulla, nessuna luce illuminava la mia ricerca...

“Charlie, perché non vai a dormire?....” Henry, il mio collega più fidato, insieme a Billy Black, il mio migliore amico...

“Henry....” mi ridestai, come da un sogno e alzai lo sguardo verso il punto dal quale proveniva la voce, ero così concentrato, mi ero a malapena accorto della sua presenza nell’ufficio.

“...Che ore sono?” chiesi, “Volevo chiamare Bella...” il mio amico mi guardò dubbioso.

“Bella? Non mi pare sia il caso, la sveglierai è mezzanotte....!” Era già così tardi? Mi alzai stancamente dalla poltrona

massaggiandomi le reni, mi faceva male la schiena... stavo invecchiando constatai. Bella, la mia piccola Bella era ormai una donna...

Chissà cosa stava facendo in questo momento, chissà se stava divertendosi... magari ora era a letto con Edward, pensai  rabbrividendo all’idea.

“Un padre non deve pensare queste cose Charlie!”mi rimproverai mentalmente.

Edward e Bella abbracciati nello stesso letto... quell’immagine continuava a tormentarmi.... Non riuscivo a pensare a ciò che avrei potuto fare de non fossi stato pietrificato dalla sorpresa, non potevo pensare che, per un momento, la mia mano era corsa al grilletto...

La mia bimba era cresciuta, dovevo accettarlo, così come dovevo ammettere che Edward si stava dimostrando premuroso e tenero nei suoi confronti.

Era profondamente dispiaciuto per la sofferenza che aveva arrecato a Bella, gli si leggeva in viso, così come si percepiva il suo profondo amore per lei.

Il giovane Cullen più maturo dei suoi vent’anni, portava nello sguardo il segno di una sofferenza indicibile. Chissà cosa si nascondeva nel suo passato.

Ripensai ai suoi occhi, quegli occhi felini così intensi, quello sguardo malinconico e velato di tristezza, quei modi gentili ma fermi. Adulti.

Il discorso che mi aveva fatto quella mattina, non tanto lontana, davanti ad una tazza di caffè ormai freddo, mi aveva impressionato, dovevo ammetterlo.

... Ma quando li avevo visti ballare insieme la vigilia di Natale...
Mi erano venute le lacrime agli occhi, il mio passato si era ripresentato a me chiedendomi il conto: Bella e Edward erano una coppia dalla bellezza struggente; Renée ed io eravamo così prima che, con il mio sciocco comportamento, distruggessi tutto......

...Stavo cominciando a rivalutarlo quel ragazzo, ma la coltre di mistero che ammantava il suo passato continuava a tormentarmi. Percorsi la stanza avanti e indietro, le braccia dietro la schiena, lo sguardo perso nel vuoto, la mente concentrata su tanti, troppi pensieri. Il mio sesto senso di poliziotto era in allarme.

Guardai ancora una volta il computer, lo schermo azzurro rimandava la mia immagine restando silente. Attendevo notizie, una e-mail che non voleva saperne di arrivare.

“Charlie hai ancora bisogno di qualcosa? Io sto andando a casa...” mi voltai distrattamente verso Henry e feci un cenno di diniego con la testa.

“Allora buonanotte Charlie, non fare troppo tardi... le strade sono ghiacciate!”

“Buonanotte Henry” era veramente un brav’uomo e si preoccupava per me e per in mio atteggiamento degli ultimi mesi.

Per Henry Clearwater, la mia smania di scoprire il passato di Edward, stava diventando quasi un’ossessione.

Non aveva approvato la mia idea di chiamare Harold...
Harold Volt, uno dei miei migliori amici ai tempi del liceo, era l’unico a cui potevo rivolgermi, l’unico che, se ce n’erano, avrebbe potuto darmi delle risposte.

Cronista freelance e esperto in giornalismo investigativo, Harold era stato, per qualche tempo, un mio compagno all’accademia in polizia; ma le regole imposte, troppo coercitive per uno spirito libero come lui, l’avevano portato a lasciare questo impegno per dedicarsi al racconto dei fatti.

Aveva poi lavorato al Chicago Tribune e infine era diventato cronista di guerra in Iraq. Non avevamo mai perso i contatti, Harold era stato utile in alcune indagini, il suo parere era stato prezioso per la risoluzione di alcuni casi, se fosse rimasto in polizia, le sue capacità deduttive lo avrebbero portato sicuramente a fare carriera...

Spensi il computer. Henry aveva ragione, dovevo andare a casa.

Il telefono vibrò nella mia tasca, l’accostai all’orecchio.

“Charlie, sono Harold... per caso sai dirmi se i ragazzi in questione sono gemelli?”

***********************************************************************
Stesa in una radura assolata e piena di fiori, sentivo il sole sulla mia pelle, Edward era con me, accanto a lui mi sentivo circondata e protetta. Mi guardai attorno stupendomi della bellezza del luogo.

L’aria era tiepida e il profumo di lillà impregnava l’aria, quel profumo mi ricordava mia madre, lo metteva sempre quando aveva voglia di sole... Ero felice quando lo metteva, era segno che aveva voglia di giocare, di cantare, di ballare...
Eravamo soli, mia madre non era con me, una pace assoluta, rotta solo dal lieve ronzio di api laboriose, ci circondava.

Mi strinsi a Edward che mi circondò con le sue braccia baciandomi dolcemente i capelli e carezzandomi le guance con una piccola margherita.

“Ti amo Bella!” disse sorridendo felice. I suoi occhi, di un verde lucido e fresco, erano colmi di desiderio.

Arrossii, accorgendomi di essere nuda mentre la sua mano aveva iniziò a sfiorarmi pigramente un seno. Sorrisi a mia volta, rabbrividendo.

“Ti amo Edward!”
Un movimento al mio fianco mi riportò lentamente alla realtà. Aprii gli occhi immergendomi nel verde profondo di una foresta tropicale.

Edward sorrideva ma il suo era un sorriso strano, appena accennato. Fissava il mio corpo con un misto di preoccupazione e desiderio... perché, perché quell’espressione così strana?

“Edward...!” sussurrai sorridendogli ancora assonnata, cercando di attenuare la strana tensione tra noi. Lo guardai, non riuscendo a staccarmi dallo strano incantesimo del suo sguardo.

“Come sei bello!” gli dissi sinceramente, non riuscendo ad impedirmelo.

Con una mano arruffai i suoi capelli gustandone la morbidezza. Edward era di una bellezza straordinaria in quel momento, con quella luce, con quell’espressione... I capelli scompigliati, gli occhi verdi e accesi di passione, le labbra morbide, il torace solido e rassicurante e...

Il mio sguardo scivolò in basso mentre il ricordo di ciò che avevamo da poco condiviso tornò a riempire la mia mente.

Arrossii vistosamente al pensiero del suo corpo sodo sopra il mio, della sua impetuosità tra le mie braccia, della sua passione, della dolcezza dei suoi gesti...

Chiusi gli occhi mentre un’ondata di imbarazzo tornò ancora ad imporporare le mie guance.

Non riuscivo a pensare alle parole che erano uscite dalla mia bocca in quei momenti di assoluta istintualità, a ciò che gli avevo chiesto nei momenti dell’amore... mi imbarazzava l’idea di essere stata tanto spudorata.

Tentai di alzarmi, stavo prendendo fuoco, avevo bisogno di stare un attimo da sola, di riprendere fiato, di abituarmi alla nuova me stessa.

Una fitta di dolore al basso ventre mi indusse a desistere.
Edward si avvicinò a me e, guardandomi con apprensione, mi carezzò il viso poi, senza alcun preavviso, mi prese tra le braccia.

“Cosa fai?” chiesi, l’imbarazzo mi portava a ridere...

“Vedrai amore mio!” rispose, il suo sguardo era serio, concentrato, preoccupato. Perché? Era normale che provassi un po’ di dolore... Edward era troppo apprensivo.

Entrammo in bagno, mi depositò in piedi nella vasca. Non riuscivo a immaginare cosa volesse fare né il perché della strana espressione nei suoi occhi.

“Ci facciamo il bagno insieme?”sorrisi, mentre immagini sensuali di noi due, immersi nell’acqua, cominciarono a formarsi, involontariamente, nella mia mente.

“Un’altra volta amore mio...!”  rispose, spiazzandomi con il suo tono serio. Abbassai lo sguardo, avevo osato troppo....
Apri il getto lasciando che il liquido caldo lambisse i miei piedi poi, bagnando la spugna cominciò a lavarmi.
Fu allora che mi resi conto del colore assunto l’acqua...

Sospirai mentre Edward mi strofinava con dolcezza le gambe, la schiena, i glutei, il sesso... capii solo allora la portata del suo gesto.

“Cosa fai?” la mia voce era arrochita dall’emozione, quei movimenti erano così dolci, così premurosi, da imbarazzarmi.
La risposta di Edward giunse dopo un istante spezzando ogni mia resistenza.

“Voglio lavarti via il dolore...”

Una lacrima scese lenta sul mio volto senza che potessi fare nulla per fermarla. Come poteva un uomo che aveva avuto così poco dalla vita riuscire a darmi così tanto amore?

Dove trovava tutta questa tenerezza, lui che non l’aveva mai avuta?

Ero davvero fortunata ad averlo incontrato sulla mia strada.

******************************************************************
Presi Bella tra le braccia, aveva il viso ancora umido di lacrime e, depositandola a terra, l’asciugai con un morbido telo di spugna. 

Mi guardò, i suoi occhi erano delle pozze profonde e calde, lucidi di pianto che, inarrestabilmente, continuava a bagnarle il viso. Il suo ovale tra le mie mani era cosi perfetto e morbido, Bella così tenera, cosi indifesa; totalmente inconsapevole di, apparire al contempo, fragile e profondamente attraente...

Le asciugai i lucciconi con i pollici facendo dei movimenti lenti, circolari.... volevo trattarla con la massima delicatezza, era il mio tesoro prezioso, il mio angelo...

Bella si avvicinò a me abbracciandomi, mi guardò negli occhi intensamente e, infine,  mi depositò un tenero bacio sulle labbra.

“Grazie!” mormorò mentre gli occhi le si facevano di nuovo lucidi.

“Sei il mio amore!” disse prendendomi la mano e conducendomi verso il letto.

“...Vieni!” il suo sorriso era talmente dolce, il suo corpo, talmente allettante... ero totalmente, incondizionatamente attratto, quasi affamato di lei.

Non riuscivo a liberarmi dall’incantesimo dei suoi occhi e del suo corpo tentatore né lo volevo. Desideravo sentirmi imprigionato, dolcemente imprigionato.

Ci sedemmo sul letto e Bella con tenerezza accarezzò il mio petto nudo e deturpato dalle tante cicatrici inflittami da mio padre... abbassai lo sguardo, mi vergognavo del mio corpo imperfetto... lei era così bella, così perfetta, così meravigliosa.
“Mi dispiace...” dissi. Non so perché lo dissi...

“Non dire così...non è colpa tua...” il suo dito corse lungo una cicatrice lunga e sottile che tagliava un quarto del mio torace poi, lentamente scese più giù, avvicinandosi pericolosamente al mio inguine.

Sentii immediatamente il mio corpo tendersi sotto le sue carezze timidamente audaci.

Bella si mordicchiò il labbro inferiore, un gesto che mi eccitò da morire, mentre la sua mano continuò a vagare libera sul mio corpo.

Rabbrividii di piacere al suo tocco. Mi avvicinai a lei cercando un contatto più intenso, le mie labbra furono sul suo collo, leccandolo dolcemente e aspirando il suo profumo dolce e inebriante.

La sua aorta pulsò più velocemente seguendo il ritmo del suo cuore mentre il suo asciugamano scivolò giù scoprendole i seni.

Mi staccai da lei fissando le sue dolci colline, così morbide, così invitanti...le sfiorai mentre, sotto il mio tocco, i capezzoli le si inturgidirono immediatamente. Affondò le dita tra i miei capelli stringendomi e avvicinando la sua bocca alla mia.

La baciai con tutta la passione che era riuscita a riaccendere in me...

Mi sentivo pronto per rientrare in lei.

La mia erezione turgida aspettava solo di essere soddisfatta.

Guidai la mano di Bella verso il cavallo dei miei pantaloni e lei iniziò a strofinarla lentamente sulla stoffa dei miei boxer.

Chiusi gli occhi, per gustare le sensazioni che il suo tocco mi dava poi mi avvicinai di più per permetterle di approfondire il contatto.

Bella infilò una mano nei miei boxer e, aiutato da me, li tirò giù mettendo a nudo la mia mascolinità poi iniziò a giocarci muovendo lentamente la mano.

Su e giù... la guardai, aveva gli occhi accesi di desiderio mentre con i denti, continuava a torturarsi il labbro inferiore. Su e giù...

Mi imbarazzava e mi sorprendeva la sua audacia, mi sentivo totalmente e completamente indifeso di fronte a lei, nudo.

Decisi di prendere l’iniziativa per ripagarla, almeno in parte, di tutto il godimento che mi stava donando.

La feci adagiare sul letto togliendole di dosso l’asciugamano poi, con lentezza, iniziai ad accarezzarle il corpo con la punta delle dita.

Le spalle, i seni, il ventre... e poi i piedi, le ginocchia e le gambe... sentivo la sua pelle ricoprirsi di brividi ma, solo quando le sentii sussurrare il mio nome decisi di carezzarla più intimamente.

Le feci allargare leggermente le gambe e infilai una mano tra le sue cosce poi, con infinita calma, iniziai a massaggiarle il clitoride.

Sentii la sua presa farsi più intensa attorno al mio membro e fitte di desiderio travolgermi.

Bella era pronta, fu facile per me penetrarla con un dito continuando il mio massaggio lento ed erotico.

“Edward, ti prego... ti voglio dentro di me!” disse mentre intensificavo le mie carezze portandola sull’orlo dell’orgasmo.

Anch’io ero al limite.

La baciai e mi allontanai solo il tempo di infilare un profilattico, poi tornai su di lei.

Le sue braccia mi strinsero forte mentre mi spingevo nei suoi caldi meandri, le sue gambe si allacciarono alla mia vita quando iniziai a spingere con più intensità.

“Mio dio Edward.... mi fai impazzire!” gridò senza più remore.

“Ancora, ancora....” continuò portandomi al limite estremo della resistenza. Vederla così eccitata da me, da quello che le stavo facendo, ebbe su di me l’effetto di un tornado.

Non riuscivo più a controllare le emozioni, tutto era confuso e trascinato via dall’impeto del desiderio.

Spinsi ancora di più in lei mentre le sue dita si ancorarono alle mie spalle lasciandovi i segni delle unghie poi con un grido venni seguito da lei.

Rimasi immobile abbracciato a lei mentre il mio respiro lentamente si regolarizzò.

Bella, con il respiro grosso, sorrideva beata baciandomi il petto.

Piccoli gesti che, per un attimo mi fecero dimenticare tutto, persino il mio nome, trasportandomi in una bolla di pura felicità.

*******************************************************************
La telefonata di Charlie mi sorprese molto, da quanto tempo non lo sentivo....

Eravamo amici dal tempo del liceo e, spinti da quel senso di fratellanza che accomuna i ragazzi in un certo periodo della loro vita, avevamo deciso di frequentare assieme l’accademia di polizia.

Charlie era particolarmente portato per il rispetto delle regole: ordinato, puntuale, rispettoso dei ruoli... io lo ero molto meno. Ero quello che si poteva definire uno spirito libero.

Non volevo legami che tenessero imprigionata la mia libertà. Né una donna, né una professione da scrivania, sarebbero riusciti a tenermi legato ad un luogo preciso.

Lasciai l’accademia dopo appena un anno, tempo sufficiente per fare chiarezza in me.

Ero portato per l’investigazione, cosa che mi accomunava ad un poliziotto, ma non per il rigido rispetto delle regole. Mi iscrissi alla facoltà di giornalismo.

Mi laureai con una tesi sul giornalismo investigativo dai tempi dello scandalo Watergate ad oggi.

Per qualche tempo lavorai al Chicago Tribune ma, la vita di redazione mi stava stretta.

Chiesi di essere mandato come inviato nelle zone di guerra. Partii per l’Iraq poco tempo dopo.

Una ferita d’arma da fuoco mi costrinse a rientrare in patria.

Charlie era l’unico amico a cui ero rimasto legato.

Fu lui ad accogliermi all’aeroporto al mio rientro. Non lo vedevo da anni, eppure era li, leale come sempre.

Mi ospitò per qualche tempo nella sua casa a New York, si era sposato con una bellissima ragazza italiana e aveva avuto una bambina, Isabella.

Per un istante invidiai la sua vita.

Dopo la convalescenza ripartii da New York per tornare a Chicago.

La guerra mi aveva cambiato, mi aveva reso più duro, più freddo... iniziai così la mia carriera di giornalista freelance, sempre a caccia di notizie da vendere al miglio offerente, sempre intenzionato ad inseguire l’unica fede che avessi... la ricerca della verità....

....Il mio amico era preoccupato in maniera ossessiva della vita di Isabella. Dopo il divorzio da sua moglie aveva il terrore che anche lei fuggisse o che si cacciasse nei guai. Mi spaventò molto il tono preoccupato che sentii nella sua voce... ero spaventato per lui.

Dietro la scorza del poliziotto si nascondeva un uomo fragile e profondamente ferito. Sapere che sua figlia frequentava un ragazzo senza passato lo atterriva. Aveva fatto delle indagini per suo conto ma non era riuscito a venire a capo di nulla, non seguendo le regole....

...Cercavo nel mio vasto archivio digitale qualcosa che si potesse in qualche modo ricollegare ai pochi indizi che mi aveva dato Charlie... Edward e Alice una coppia di ragazzi di vent’anni adottati dal dottor Carlisle Cullen all’inizio del 2000 il cui passato prima di quella data era totalmente sparito dagli archivi.

Nulla, brancolavo nel buio... poi, improvvisamente una luce si accese nella mia testa...mi sembrava di ricordare... un vecchio caso che avevo seguito appena tornato a Chicago...

Era una storia piena di dolore, una storia da cui, pur non volendo, mi ero lasciato coinvolgere emotivamente...

C’erano dei bambini coinvolti nella vicenda, bambini finiti sotto protezione, bambini scomparsi nel nulla... no, non potevano essere loro... non i figli di E.J Masen.

Se così fosse stato... se fossero stati davvero loro... poteva essere uno scoop dalle dimensioni colossali... oppure no... facevo bene a rivelare un segreto tenuto gelosamente nascosto per anni...

Presi il telefono e digitai il numero del mio amico...
“Charlie, sono Harold... per caso sai dirmi se i ragazzi in questione sono gemelli?”
 
Partii in direzione Forks, le note di Private Investigation accompagnarono il mio viaggio...
 
Private investigation Dire Straits  http://www.youtube.com/watch?v=P9K27HvhDxA
 
It's a mystery to me - the game commences
for the usual fee - plus expenses
confidential information - it's not a public inquiry
I go checking out the reports - digging up the dirt
you get to meet all sorts in this line of work
treachery and treason - there's always an excuse for it
and when I find the reason I still can't get used to it
And what have you got at the end of the day?
what have you got to take away?
a bottle of whisky and a new set of lies
blinds on the windows and a pain behind the eyes
Scarred for life - nocompensation
private investigations
 
È un mistero per me - il gioco comincia
 la solita tariffa più le spese.
Sono informazioni confidenziali - non inchieste pubbliche- 
cerco lo sporco nelle relazioni –
scavando nello sporco
puoi incontrare ogni tipo di situazione.
tradimento e tradimento - c'è sempre una scusa...
e quando trovo le ragioni e non posso usarle
che cosa hai ottenuto alla fine della giornata?
che cosa puoi portare via?
una bottiglia di whisky e una nuova serie di menzogne
le tende delle finestre e un dolore dietro gli occhi
lo scorrere della vita 
non è compensato da indagini private.
   
   
 
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