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Autore: Rik Bisini    25/11/2005    4 recensioni
Voi-Sapete-Chi è tornato.
Ginny, assieme alla sua famiglia, si stabilisce a Grimmauld Place, ove sono raccolti i maghi che cercano di ostacolare la sua nuova ascesa al potere.
(La fanfiction è ambienta tra "Il Calice di Fuoco" e "L'Ordine della Fenice". Leggete QUI per saperne di più.)
Nota del 12-12-2005: Originariamente la storia era in tre parti. Ho riunito tutto in un solo capitolo, dal momento che poteva sembrare superflua una divisione per una storia tanto breve.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginny Weasley e il Capostipite dei Black

Il signore e la signora Weasley, la cui residenza abituale era la rustica magione conosciuta come la Tana, nella campagna presso Ottery St. Catchpole, non trovavano affatto sorprendente che il più delle persone li ritenesse del tutto anormali ed alcune non avrebbero voluto per niente al mondo avere a che fare con loro.
D'altra parte Molly Weasley era una strega con tanto di diploma ed Arthur Weasley un mago impiegato presso il Ministero della Magia. Per di più ciascuno dei sette figli di Arthur e Molly, dal primogenito Bill all'ultima nata Ginny, avevano ereditato il raro talento dei loro genitori.
La famiglia Weasley non disprezzava affatto le persone prive di poteri magici, a cui i maghi si riferivano con il nome di Babbani, anzi invitavano tutti gli altri maghi a proteggerli dall'uso indiscriminato della magia. Peraltro i maghi ad essersi imparentati con i Babbani erano numerosi e non era del tutto inatteso quando da una famiglia di Babbani veniva un mago particolarmente brillante o una strega particolarmente dotata.
L'estate in cui si svolgono gli avvenimenti qui narrati, quasi tutti i membri della famiglia Weasley si erano trasferiti a Londra, nel palazzo della famiglia Black, magicamente nascosto al numero 12 di Grimmauld Place. Arthur, Molly, i gemelli Fred e George, Ron e Ginny erano ospiti del giovane Sirius Black, ultimo della nobile casata dei Black, che vantava origini e appartenenza alla stirpe magica risalenti al Medioevo.

Ginny eseguì un rapido movimento di polso con la sua bacchetta magica ed un soffio moderato di aria calda uscì dalla punta della bacchetta. Cominciò ad asciugare i capelli bagnati e guardò la sua immagine allo specchio. Era una ragazza piccola di statura, con brillanti occhi verdi e lunghi capelli rossi. Indossava una lunga camicia da notte celeste con le maniche corte.
Sorrise a se stessa, mentre scuoteva la testa per saggiare la morbidezza dei suoi capelli e con un lucchichio particolare negli occhi si avvicinò alla vasca da bagno e raccolse una boccetta trasparente quasi piena di un liquido color oro. Tornò verso lo specchio per prendere su un mobiletto lì vicino la sua bacchetta magica ed una piccola medaglietta d'argento su cui erano incise le lettere M e C.
Con lenti passi e sorridendo senza apparente motivo, Ginny percorse il corridoio, giocherellando con la medaglietta. Spinse la porta della sua stanza e con sua grossa sorpresa vide innanzi a sé un lungo e familiare naso ed un altrettanto familiare paio di occhi blu.
Decisamente alto, con il viso coperto di lentiggini ed i capelli rosso fiamma che caratterizzavano tutta la famiglia Weasley, suo fratello Ron aveva un'espressione indispettita e sorpresa.
`Ma tu non eri in bagno?´ le chiese.
Ginny si scosse.
`Già, ma adesso non ci sono più,´ replicò `cosa fai tu nella MIA stanza piuttosto?´
Il cuore di Ginny ebbe un sussulto. la sua mano si strinse a pugno attorno alla medaglietta.
`Nulla che ti riguardi.´ troncò Ron.
`Oh, certo,´ ironizzò Ginny `sei capitato qui per caso a controllare quello che c'è nella mia stanza e che non è assolutamente affar tuo.´
`Non so di che stai parlando.´ disse Ron `Vedi di fare qualcosa per calmare i nervi, okay?´
Uscì dalla stanza spigendo la sorella con il corpo. Ginny batté con una spalla allo stipite della porta.
`Qualcosa per calmare i nervi?´ sussurrò Ginny `Ne ho giusto una in mente...´
Sollevò la bacchetta magica e tracciò qualcosa nell'aria in direzione di suo fratello, agitando tre volte il polso.

`Smettila!´ urlò Ron correndo per il corridoio, inseguito da piccole malevole creature che tentavano di raggiungere il suo volto.
Due ragazzi comparvero dal nulla con un rumoroso `crack´.
`Hey,´ disse il primo `ho impressione che il nostro fratellino stia confrontandosi con un degno avversario.´
`Esattamente quello che penso anche io.´ convenne il secondo `e mi sembra di veder anche una superba Fattura Orcovolante.´
`Credo che tu la stia sminuendo, George.´
`Beh, effettivamente la migliore che abbia mai visto. Dobbiamo assolutemente parlare con l'artefice.´
Fred e George, un po' più bassi ma più robusti di Ron, erano identici in ogni dettaglio del loro aspetto. Si diressero verso Ginny sorridendo. La ragazza teneva ancora la bacchetta sollevata.
`Ginny, sei grande´ annunciò Fred.
`Siamo orgogliosi di te.´ aggiunse George.
`E, credici, non stiamo scherzando.´
Ginny osservò con sospetto i due gemelli. I loro scherzi erano famosi tra di loro. Nel corso dell'anno precedente avevavo inventato una caramella che faceva crescere a dismisura la lingua.
`Vedi, Ginny,´ cominciò Fred `nostro fratello maggiore Percy si è inaspettatamente dimostrato essere il più grande idiota del mondo.´
`Inaspettatamente?´ domandò George.
`Non del tutto, in realtà.´ convenne Fred `Ad ogni modo con un fratello di quella risma, siamo assolutamente deliziati di trovare tanta bravura e talento in un altro membro della nostra famiglia.´
Ron raggiunse i tre massaggiandosi il viso. Le parole dei suoi fratelli gemelli non avevano distolto Ginny dallo sciogliere il suo incantesimo. Ginny non aveva abbandonato la sua espressione dubbiosa.
Fred scosse la testa.
`Non ci crede, George.´
`Forse dovremmo mostrarle in modo tangibile il nostro rispetto, Fred.´
`Hai perfettamente ragione´ Fred si mise la mano in tasca e prese un sottile pezzo di spago color carne.
`La nostra ultima e più apprezzata invenzione, Ginny.´ annunciò Fred `Orecchie Oblunghe.´
Ginny prese lo spago e lo fissò interessata `Intendi che con questo...´
`Indossandolo,´ spiegò George `può capitarti di ascoltare accidentalmente parola per parola alcune persone che parlano dietro una porta chiusa.´
`Vuoi dire che le state usando´ inquisì Ron `per ascoltare i membri dell'Ordine mentre è in corso una riunione?´
`Che idea assurda!´ replicò George in tono disgustato.
`Noi avevamo intenzione´ spiegò Fred `di conoscere i piani che Leotordo ed Errol stanno approntando in modo che i gufi spazzino via dal mondo i maghi.´
Ron aggrottò le ciglia. Ginny trattenne una risatina.
`Ginny, nostra sorella minore, ma non tale nella nostra stima,´ continuò `siamo certi che tu troverai per il nostro dono un uso appropriato.´
Un altro `crack´ risuonò per il corridoio nel momento in cui i gemelli scomparvero.


Cara Hermione,
non vedo l'ora che tu arrivi.
In questi ultimi due giorni dall'ultima volta che ti ho scritto, nulla si è svolto diversamente dagli altri che abbiamo vissuto qui.
Le giornate scorrono senza frenesia, appesantite però dal lavoro che dobbiamo fare.
Non mi dilungo sui particolari che ti racconterò presto o che vedrai con i tuoi occhi.
Vorrei poter scrivere di più al mio Micheal riguardo a quello che sta succedendo qui, ma tra poche settimane saremo di nuovo insieme ad Hogwarts e anche lui saprà tutto.
Mi scrive che anche durante tutti questi giorni di vacanza non smette di pensarmi, non è tenerissimo?
Io ogni volta che penso a lui mi rassereno del tutto, anche se la coscienza di quello che sta succedendo nel nostro mondo non mi abbandona mai.
In questo scopro la completezza di un amore che non è soltanto immaginato o sognato, tu sai bene di cosa ti parlo, ma intenso, puro e semplice. Il mio tesoro più prezioso in questo momento.
Oggi ho avuto una specie di lite con Ron che era entrato per qualche motivo nella mia stanza.
L'ho scoperto proprio mentre pensavo a Micheal e l'idea che lui stesse cercando di scoprire qualcosa su di noi due mi ha fatto diventare una furia.
Come sai, non ci è permesso usare la magia quando non siamo a scuola, e tu puoi immaginare come ciò mi abbia trattenuto dall'usare la bacchetta contro di lui.
Per quanto inqualificabile per altri motivi, devo ammettere che il nostro ultimo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure conosceva a dovere la sua materia.
So che adesso stai pensando che non mi dovrebbe importare se Ron sa qualcosa di Micheal e me e comunque cosa ne pensa. So che mi dirai che non posso impedire a Ron di divenire invadente e prepotente ed a Fred e George di burlarsi di me quando conosceranno tutta la storia.
Ma non posso dirmi certa che dimostrerò il sangue freddo che tu hai mostrato nei confronti delle insinuazioni, delle provocazioni, delle minacce che ti sono giunte a causa di quella Skeeter, quel disgustoso insetto!
Insomma quando i miei fratelli verranno a sapere che mi vedo con Micheal, se dovessero accorgersi che siamo spesso insieme non mi importa, ma almeno per questa estate mi auguro di non dover avere altri motivi di inquietudine.
Penso che sia legittimo il desiderio di intimità con i propri sentimenti, o sbaglio?
A prestissimo
Baci

Ginny


Sirius era un ospite cortese e disponibile, per quanto possa esserlo un uomo che ha trascorso dodici anni della sua vita nella più famigerata delle prigioni dei maghi, Azkaban, rinchiuso per un delitto che non aveva commesso e costretto ancora alla cattività all'interno del palazzo in cui aveva vissuto una tetra infanzia.
Il numero 12 di Grimmaud Place era un palazzo di numerose e lussose stanze e dotato di tutti i confort che sia magicamente possibile offrire. Tuttavia i suoi precedenti occupanti, fino ai genitori di Sirius, avevano l'abitudine di collezionare oggetti macabri e talvolta in grado di lanciare maledizioni ed evocare tormenti. Il pesante portaombrelli realizzato con una gamba di troll e le teste di elfi domestici che avevano servito nella casa utilizzate come ornamento per le pareti erano sufficienti a far rabbrividire dal disgusto.
Per la casa poi, disabitata negli anni della prigionia di Sirius, si erano annidati diverse creature di natura magica che sono solite cercarsi una tana in posti ove è evidente che esista, o sia esistita, una dimora di maghi. Creature malevole e piuttosto pericolose come i velenosi Doxy, non relativamente innocui come gli gnomi che infestavano incessantemente il giardino della Tana.
L'unico che avrebbe potuto in quegli anni porre un freno a quello stato di degrado era Kreacher, l'ultimo degli elfi domestici della famiglia Black, devoto fino alla venerazione per la defunta madre di Sirius. Ma Kreacher, così pareva, era invece divenuto tanto folle da prendere gli ordini dal ritratto della sua padrona e dimenticare le esigenze della casa.
I ritratti magici, pur non essendo che una riproduzione di una persona, esistente o meno, hanno la possibilità di parlare e muoversi come avrebbe fatto il soggetto raffigurato e talvolta abbandonano le loro cornici e compaiono nei ritratti affianco.

`Alohomora.´ disse un uomo alto e magro dai capelli grigi. Puntava una bacchetta in direzione di una cassettiera. Sorrise, un sorriso che tuttavia non gli illuminò gli occhi nei quali sembrava rimanere sempre un'ombra indelebile. Afferrò la maniglia del primo cassetto e tiro con decisione. Il cassetto si aprì mentre una nuvola di polvere si sollevava nel'aria.
L'uomo tossì.
`Problemi, Sirius?´ chiese una donna tarchiata, dall'aria stanca ma dall'atteggiamento risoluto.
`No, Molly.´ rispose l'uomo `Come pensavo. Solo un mucchio di pergamene ammuffite e mangiate dagli insetti. Probabilmente carte relativi a vecchi crediti.´ Si voltò verso il centro della stanza. `Quella dell'usuraio era una professione pittosto praticata in famiglia.´ aggiunse con una smorfia.
Si trovava in una ampia stanza da letto. Oltre alla donna e all'uomo, c'erano anche Fred, George, Ron e Ginny.
`Allora svuotiamo questo cassetto.´ disse Fred e, fatto un cenno a George, si avvicinò con lui al mobile. Sirius si rivolse a Ron.
`La tua stanza ormai è a posto. Non toglieremo il quadro a quella parete perché Silente´ un'altra smorfia, meno evidente `vuole che resti lì. Dovrai adattartici.´
Rivolse un ombra di sorrido a Ginny. `L'arazzo della tua stanza invece lo toglieremo senz'altro. Non c'è nessun incantesimo di Adesione Permanente sopra, ma immagino proprio che ci vorrà una buona dose di solvente e credo che non ne abbiamo abbastanza. Non hai nulla in contrario ad aspettare, vero?´
Ginny annuì, mentre Ron balbettò qualcosa.
`Che c'è?´ gli chiese Sirius.
`Pensavo...´ guardò con la coda dell'occhio la sorella `meglio che Ginny sia avvertita per tempo, non vorrei che entrando nella stanza urtassimo la sua suscettibilità.´
Ginny trattenne il fiato prima di replicare.
`Ron, se non hai un motivo valido per stare nella mia stanza, non puoi pretendere che io non mi innervosisca quando ci entri a mia insaputa. O forse vuoi dirmi che volevi proprio ammirare quell'arazzo?´
`Bello spettacolo davvero. Un borioso personaggio ingioiellato da capo a piedi che si esibisce in inchini e riverenze verso un mago rivestito di un'armatura lucida e di tanto in tanto assesta un calcio ad uno dei suoi domestici. Veramente notevole.´
`Valerius Nekkar Black. Capostipite della mia famiglia.´ spiegò Sirius `O meglio, il primo a cui fu riconosciuto il diritto di esporre il nostro stemma. L'arazzo raffigura il suo omaggio allo Sceriffo della Magia nel dodicesimo secolo. Fu lui a compilare il primo albero genealogico del nobilissimo sangue dei Black, poi trascritto su quello che è in questa casa.´ allargò le braccia e guardò verso l'alto. `Questa casa è un mausoleo della grandezza della mia famiglia, credo che ne dobbiate avere abbastanza.´
`Sopporterò l'arazzo ancora per qualche giorno, Sirius.´ disse Ginny rivolgendogli un luminoso sorriso.

Ginny si svegliò di soprassalto. La sua stanza era immersa nel buio più totale. Il suo cuore batteva forte. Il suo braccio si tese e la sua mano raggiunse la bacchetta magica.
`Lumos.´ sussurrò.
La punta della bacchetta si illuminò e la stanza rivelò il suo usuale contenuto. Lo sguardo di Ginny andò alla porta. Scostò il leggero lenzuolo che la copriva, scoprendo le gambe nude. Si alzò e lasciò scivolare su di esse la sua vestaglia.
Infilate le pantofole ed impugnata saldamente la bacchetta aprì la porta e diresse la luce verso il corridoio.
Un creatura bassa dalle orecchie a punta e dai grandi occhi trascinava un grosso e pesante sacco. `Kreacher,´ disse Ginny `non mi dirai che sei al lavoro a quest'ora.´
`Kreacher lavora quando i suoi padroni dormono,´ rispose l'elfo `per non disturbare nella giornata.´
`Lurida ragazza, indegna di dormire nelle stanze di questa casa.´ aggiuse abbassando il tono, come se fosse certo di non essere udito.
Ginny squadrò torva l'elfo e avvicinò la bacchetta al suo viso. La creatura alzò una mano per ripararsi gli occhi e lasciò il suo carico.
`Kreacher c'è stato un rumore di qualcosa di pesante che si rovesciava, ti è sfuggito per caso dal sacco qualcosa?´
`Kreacher è vecchio,´ replicò l'elfo `ma sa come lavora un bravo elfo domestico e non infastidisce il sonno dei suoi padroni.´
`Il baldacchino del suo letto avrebbe dovuto farle cadere addosso.´ aggiunse `Se la mia padrona, la mia povera padrona sapesse chi è entrato in questa casa.´
Ginny ignorò l'ultima frase.
`Kreacher che io non sia costretta ad alzarmi tutte le notti o dirò a Sirius di prendere provvedimenti.´
`Come la padroncina desidera.´ disse Kreacher inchinandosi fino quasi a toccare il pavimento con il naso. `Indegna creatura, figlia di un'indegna famiglia di traditori.´ concluse.
Ginny alzò le spalle esasperata e si rassegnò a tornare nella sua stanza. Aprì lo sportello di un armadio e prese una penna, una boccetta d'inchiostro ed una pergamena.
I suoi occhi indugiarono pochi istanti sull'arazzo che copriva tutta una parete.
Valerius Black non distoglieva lo sguardo dallo Sceriffo della Magia, se non per un'occhiata di rimprovero e ribrezzo verso il servitore che in quel momento gli si accostava.
Ginny si sdraiò prona sul letto ed iniziò a scrivere.


Cara Hermione,
è notte fonda ed in attesa che mi torni il sonno ho deciso di confidarti alcuni miei pensieri.
Sono stata svegliata da un forte rumore. Penso che l'elfo che lavora in questa casa sia tanto sordo da non accorgersi nemmeno del fracasso che fa.
Appena svegliata di soprassalto ho sentito più forte che mai la consapevolezza che qualcuno potrebbe introdursi in casa per il solo scopo di farci del male.
Un pericolo che è sempre nei miei pensieri in questi ultimi giorni, ma che non mi paralizza perché ho sempre accanto a me qualcuno che prende le decisioni sulle precauzioni da adottare e sui preparativi da fare.
Nel cuore della notte e svegliata di soprassalto, per la prima volta ho fatto i conti con le mie paure.
Non è l'esistenza di qualcuno che ha i mezzi e la volontà di annientarmi che mi spaventa. Quando mi sono trovata ad affrontare un nemico implacabile, ho potuto e dovuto confontarmi a lungo con lui.
Riguardo alla mia fragilità di fronte al potere della magia nera, nulla o quasi è cambiato.
Ma ora sento di avere una inesauribile determinazione ad affrontarla. Perché so che troverei la forza di impegnare la mia intera esistenza in questa lotta, ma non quella di vivere con un'anima sporca e contaminata.
Tuttavia ho avuto paura.
Nel buio della notte, ho afferrato la mia bacchetta e realizzato in quel momento che quella sottile striscia di legno poteva essere la mia unica difesa. Chi può venire in mio aiuto contro un pericolo che i più ignorano o preferiscono ignorare?
Sarei in grado di agire da sola, senza una guida? Di sopportare la solitudine di una lotta senza alleati?
So che i membri dell'Ordine lo farebbero. So che tu lo faresti. E so che è solo grazie a chi lo ha fatto in giugno che noi abbiamo ancora una speranza.
Vorrei essere pronta.
Pronta a sfruttare tutte le mie capacità perché il male non prevalga, perché innocenti non soffrano. Senza aspettare il sostegno degli altri. Farò di questi mesi di attesa il tempo in cui prepararmi a questo, nel modo che potrò.
E dopo questi ambiziosi obiettivi, la restante parte dei miei problemi può dirsi decisamente semplice.
Vorrei essere più decisa riguardo ai miei sentimenti ed al rapporto con i miei fratelli.
Ti ringrazio per i tuoi incoraggiamenti e spero proprio che tu abbia ragione quando dici che mi trovi molto matura e disinvolta, anche se credo che esageri dicendo che potrei conquistare qualsiasi ragazzo.
Sei tu quella che ha frequentato un osannato idolo delle folle!
Sono felice che dopo hai deciso di passare l'estate con noi. Ancora non sono quella ragazza capace di affrontare il male senza desiderare un'amica accanto.
Con affetto

Ginny


Arthur e Molly erano ospiti di Sirius per una ragione molto seria. Da meno di un mese, nel giugno di quell'anno, il più potente e crudele dei maghi del secolo era tornato.
Voldemort, il cui nome i maghi non osavano pronunciare, era stato sconfitto quattordici anni prima dal bambino di appena un anno che egli aveva cercato di uccidere e dalla protezione magica creatasi quando la madre si era sacrificata per salvargli la vita. Harry Potter, questo il nome del bambino, era noto in tutto il mondo della magia da quella fatidica notte in cui aveva perso la famiglia e spezzato il dominio di Colui Che Non Deve Essere Nominato.
Ma Harry Potter stesso era stato costretto ad assistere al profano rituale che aveva restituito il corpo e donato nuovo vigore al mago sconfitto. Un rituale compiutosi anche tramite l'uso del sangue del ragazzo. Una volta di più, Harry Potter era però sfuggito a Voldemort ed aveva avvertito Albus Silente del suo ritorno.
Preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e unico mago di cui Voldemort abbia mai avuto paura, Silente aveva raccolto alcuni audaci e fedeli maghi per impedire al crudele mago di raccogliere seguaci e assassinare innocenti.
Costretti a lottare contro l'incredulità degli stessi maghi, che dubitavano che Voldemort potesse tornare un pericolo, i pochi aperti oppositori del Signore Oscuro, avevano costituito l'Ordine della Fenice ed avevano stabilito il loro Quartier Generale in Grimmauld Place.
Membri dell'Ordine della Fenice, Arthur e Molly Weasley non avevano permesso ai loro figli più giovani di aderire all'Ordine e durante la loro permanenza nel Quartier Generale Fred, George, Ron e Ginny avevano l'unica responsabilità di aiutare Molly nella pulizia della casa.
Compito di minor peso e minori pericoli che non contrastare Voldemort, la pulizia non era affatto un dilettevole passatempo o un incarico riposante. Specie dal momento in cui, accortosi che i cimeli appartenenti alla defunta signora Black venivano gettati via, Kreacher cominciò ad ostacolare le pulizie e ad insultare pesantemente i Weasley.

`Ma che ci fai sveglio a quest'ora?´ disse da dietro la porta la voce di Ginny.
Ron sobbalzò. Era chino alla luce della sua bacchetta su uno scrittoio, su cui erano disposti enormi ed ingombranti fogli di pergamena. Sollevò la testa ad aggrottò le sopracciglia.
`Aspetta,´ borbottò `adesso arrivo.´
Era ancora vestito in abiti babbani, mentre la sorella, dopo che Ron ebbe aperto la porta, apparve nella sua vestaglia.
`E tu?´ chiese `come mai sei sveglia?´
`Kreacher.´ spiegò `Ieri trascinava un sacco ed ho il sospetto che stia cercando di recuperare più o meno tutto quello che noi buttiamo di giorno. Ieri notte ha fatto un frastuono tale che mi ha svegliato. Così ho provato ad ascoltare con attenzione.´ mostrò a Ron le Orecchie Oblunghe.
`Ti chiedo scusa Ginny.´ disse imbarazzato Ron `Credo di essere stato io a fare quel fracasso ieri notte. Ho fatto cadere lo scrittoio mentre facevo un incantesimo.´
Ginny sedette sul letto, ancora intatto, del fratello.
`Ma che cosa stai facendo, si può sapere?´
`Disegni...´ accennò Ron.
`Disegni?´ ripetè Ginny.
`Sai com'è questo posto,´ continuò `non c'è tempo per togliere tutti i quadri e gli altri oggetti appesi e pensavo di coprirli con dei disegni...´
`Non penso che vorranno che tu copra il quadro.´ osservò Ginny.
`Non pensavo a quello.´ borbottò Ron `Ci sono altre cose che comunque toglieremo presto... ti faccio vedere.´
Arrivò allo scrittoio e ne prese una pergamena che per un lato poteva coprire Ron quasi completamente. Sulla pergamena era disegnato un elfo domestico che sembrava cercare qualcosa ed un bambino che lo spiava dietro ad un cespuglio.
Ginny guardava in direzione del disegno, ma sembrava tenere a fuoco qualcosa oltre di esso.
`Ho già visto quell'immagine.´ disse.
`È di un vecchio libro di fiabe, l'avventura di Brian che sfugge all'elfo domestico di casa e incontra i Lepricani.´
Gli occhi di Ginny si illuminarono.
`Hai fatto un incantesimo per ingrandire la pagina, ma la vorresti più larga, giusto?´
Ron annuì. `Ho provato ad allargarla ancora, ma il disegno sbiadiva...´
`Vuoi coprire l'arazzo del capostipite dei Black, dico bene? È per questo che eri in camera mia. Volevi vedere le dimensioni dell'arazzo.´
Il viso di Ron divenne quasi del colore dei suoi capelli. Annuì.
`Però non so come fare, non credo di poter imparare in fretta un incantesimo per disegnare qualcosa.´
Ginny sorrise. `La tua idea è buona, è sufficiente metterla in pratica più volte.´

`Qui è dove dormiamo noi.´ annunciò Ginny entrando nella stanza, illuminata dalla luce del mattino. Una ragazza piuttosto alta, con la testa coperta da una massa di capelli cespugliosi, la seguì nella stanza.
`Mi sembra decisamente accogliente.´ commentò.
`Sì´ confermò Ginny `nelle stanze abbiamo già lavorato a lungo. Qui è quasi tutto a posto.´
La ragazza considerò per un istante una antica libreria intarsiata che faceva mostra di sé su di una parete.
`Quella è perfetta per i libri che ho portato!´ esclamò `Non ho ancora terminato le mie letture propedeutiche per Antiche Rune ed ho anche un avvincente trattato sull'uso dell'Aritmanzia presso le sette pitagoriche.´
`Hermione,´ rise Ginny `sapevo che ti sarebbe piaciuta.´
`Su quella parete cosa c'è?´ chiese Hermione. Stava indicando la parete dell'arazzo. Era coperto da laghi fogli di pergamena. Al centro c'era quello recante l'immagine del bambino che si nascondeva dall'elfo. Gli altri raffiguravano bestie magiche: un unicorno, due draghi, una manticora.
Ginny sorrise.
`Dobbiamo togliere un vecchio arazzo ed intanto abbiamo pensato di coprirlo per non essere costretti a vederlo di continuo.´
Hermione si avvicinò curiosa.
`Posso?´ chiese.
Scostò un foglio e fece una smorfia.
`Ottima idea.´ approvò `Chi era questo spregevole individuo?´
`Uno degli antenati di Sirius, il primo dei Black a vantarsi del suo nobilissimo sangue.´
`Sono decisamente contenta. Ti ringrazio.´
`L'idea è soprattutto di Ron.´ la informò Ginny.
`Davvero?´ Hermione alzò un sopracciglio `Allora forse devo ringraziare anche lui.´

L'arazzo di Valerius Black era parzialmente staccato dalla parete. Ron stendeva del solvente con un pennello dove il lungo lembo già sollevato terminava. Il capostipite dei Black agitava i pugni e di tanto in tanto estraeva una bacchetta puntandola verso il ragazzo, che ne ignorava le minacce.
Gli elfi domestici ritratti apparivano di tanto in tanto, correndo a perdifiato per l'arazzo, entrando ed uscendo senza posa dalla parte ribaltata e non più visibile. L'immagine dello Sceriffo della Magia era evidentemente rimasta lì sotto.
Hermione porse a Ron una fiala con un liquido trasparente e denso.
`Grazie.´ disse Ron.
`Prego.´ rispose Hermione `Bella idea quella di coprire questa immagine. Sono davvero felice.´
Il pennello di Ron si spostò sulla parete già libera dall'arazzo.
`Mi fa piacere´ proseguì Hermione `di vedere che la tua sensibilità nei confronti del benessere degli elfi sia aumentata.´
Ron si bloccò. Staccò il pennello dal muro. Sembrava ancora umido, ma lui lo intinse nuovamente nella fiala.
`Non è la mia sensibilità verso gli elfi...´ cominciò.
I suoi occhi incontrarono quelli di Hermione che lo guardava serenamente.
`No?´ chiese la ragazza.
Ron spostò lo sguardo sulla pozione solvente, a constatare che il pennello sgocciolasse a sufficienza.
`...cioé sì. Non solo. Sai che detesto quelli che pretendono di avere tutto per diritto di nascita o di potersi comperare il rispetto degli altri.´
Hermione sollevò le sopracciglia.
`Ti disturbava decisamente molto,´ intervenne Ginny `sei stato sveglio per due notti di seguito per trovare il modo di coprirlo a sbaglio?´
Sorrideva verso Hermione con un pizzico di malizia. Il colore delle orecchie di Ron si avvicinò allo scarlatto, teneva ancora lo sguardo sul solvente.
Aprì la bocca e poi la richiuse, un secondo dopo si decise.
`Stando nella camera di voi ragazze... ho pensato che desse più fastidio.´
Anche Hermione aveva abbassato lo sguardo. Raccolse da terra un foglio di pergamena e lo mostrò a Ron. Era il disegno del bambino che ridacchiava tenendosi nascosto dall'elfo.
`Lo posso tenere?´ chiese timidamente a Ron, distolse lo sguardo quando Ron alzò il suo.
`Certamente.´ rispose il ragazzo.

   
 
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